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Our cars for this trip |
Partenza alle 9. La strada è in pessime condizioni a causa delle forti pioggie e conseguenti smottamenti, è una cosa alla quale dovremo fare l'abitudine. Paesaggio dantesco, enormi nuvole basse che affondano nelle valli. In molti punti si va avanti a senso alternato, si formano lunghe colonne di auto ferme che aspettano che scorra la colonna in senso inverso. Fango, macigni rotolati giù dalla montagna, sterco dappertutto, rivoli d'acqua che si ritagliano spazi ritorti sulla via della valle.
Tanti operai indaffarati a liberare la strada lungo tutto il percorso, cercano di sistemare il fondo stradale, ripuliscono le frane, rinforzano i sostegni dei parapetti precari sul baratro. At every gas station there are lots of fire extinguishers, not high tech but, I guess, functional.
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I tried to practice fire extinguishing |
Pranzo freddo preparato dall'equipaggio, decisamente scarso, qualche biscotto, un uovo sodo, pane rinsecchito e succhi di frutta che sembrano contenere più conservandi e dolcificanti artificiali che frutta.
Arriviamo a Sarahan alle 17, abbiamo percorso solo 170km ma ci abbiamo impiegato 8 ore. Entrando in città la coda dell'occhio mi cade su un cartello che indica una "Rest House" nel monastero.
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Saharan monastery door |
Immediatamente chiedo di andare a chiedere e fortunatamente ci sono stanze per tutti. Spartane ma vale assolutamente la pena dormire nel monastero. 350 rupie per una doppia con un balcone prospicente il cortile del monastero.
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Saharan temple and guesthour |
Per la cena, calda e appetitosa come sarà quasi sempre, ci pensano i ragazzi del nostro equipaggio, che usano la cucina del monastero e ce la servono nel ristorante.
Assurde pratiche burocratiche che si ripeteranno ogni sera in questo viaggio, fotocopie del passaporto, moduli a non finire, firme, timbri...
In serata visitiamo il tempio che si trova nel monastero, spicca un antico torrione con due
sancta sanctorum ricchi di squisiti altari in argento. Un soldato armato di un fucilone fa la guardia, ma sembra più interessato a leggere il giornale comodo sulla sua sedia di plastica che a proteggerci da improbabili attacchi terroristici. A farci compagni solo qualche fedele ed alcuni turisti israeliani, pare l'India vada molto di moda tra i giovani che si prendono un anno per viaggiare dopo aver completato il duro servizio militare obbligatorio.