Sinossi
Al di là della Grande Muraglia, immerso tra le colline della provincia dello Hunan, si trova il villaggio di Puwei: un'oasi di quiete e tradizione, dove la memoria del passato vive ancora oggi, nutrendo le anime del presente. Qui, in un tempo difficile da definire, ma molto lontano, un gruppo di donne ha dato inizio a una cultura unica al mondo, preziosa, profonda, ricca di valori. La grande disparità tra il sesso maschile e quello femminile, unita all'immensa saggezza delle donne, furono il motore della nascita del Nüshu, l'unica lingua al mondo creata e utilizzata esclusivamente da donne. Un codice fatto di caratteri romboidali, dalla forma longilinea ed elegante, ai quali gli uomini non prestavano attenzione. Un mezzo di comunicazione estremamente intimo, che permetteva alle ragazze di esprimere i propri pensieri e le proprie afflizioni in estrema libertà, quella stessa libertà negatagli all'interno della società patriarcale nella quale vivevano. Si riunivano tutte in una stanza dove ricamavano, cantavano, parlavano e questi momenti erano attimi di sollievo da una quotidianità opprimente.
Recensione
Una traduttrice italiana approfondisce in prima persona le origini e l'attualità di questa originalissima lingua.
Endo, Orie: Inscribing Intimacy (2019) ****
Synopsis
Synopsys
Endo Orie's book is about nüshu, a unique form of writing that appeared in rural China in the modern era. As the book reveals, the date of its origin is under dispute. However, like Korean and Japanese writing systems, nüshu has a close connection to women since writing with Chinese characters was traditionally tied to patriarchal privilege. Women extrapolated new graphs from conventional Chinese characters, using them to record various aspects of their emotional lives. It was a script created by women, for heartfelt communication between women. This is an unusually personal book, authored by Endo Orie—a well-known Japanese linguist with many books on gender and language. She stumbled upon the nüshu writing system while hiking in Hunan in the 1990s. Here she introduces narrating its discovery and mourning the way its original intimacies are fading away.
Review
This is not a book for everyone, it is an academic study with a somewhat slow pace, but it is worth the effort for its detailed analysis and the profusion of translated nüshu texts.
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