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21 December 2023

Book reviews: The women's language of Hunan, China

Falcini, Giulia: Il Nüshu, la scrittura che diede voce alle donne (2020) **** 

Sinossi 

Al di là della Grande Muraglia, immerso tra le colline della provincia dello Hunan, si trova il villaggio di Puwei: un'oasi di quiete e tradizione, dove la memoria del passato vive ancora oggi, nutrendo le anime del presente. Qui, in un tempo difficile da definire, ma molto lontano, un gruppo di donne ha dato inizio a una cultura unica al mondo, preziosa, profonda, ricca di valori. La grande disparità tra il sesso maschile e quello femminile, unita all'immensa saggezza delle donne, furono il motore della nascita del Nüshu, l'unica lingua al mondo creata e utilizzata esclusivamente da donne. Un codice fatto di caratteri romboidali, dalla forma longilinea ed elegante, ai quali gli uomini non prestavano attenzione. Un mezzo di comunicazione estremamente intimo, che permetteva alle ragazze di esprimere i propri pensieri e le proprie afflizioni in estrema libertà, quella stessa libertà negatagli all'interno della società patriarcale nella quale vivevano. Si riunivano tutte in una stanza dove ricamavano, cantavano, parlavano e questi momenti erano attimi di sollievo da una quotidianità opprimente. 

Recensione 
Una traduttrice italiana approfondisce in prima persona le origini e l'attualità di questa originalissima lingua. 

Nushu language compared to Chinese
Image be Dody Chen




Endo, Orie: Inscribing Intimacy (2019) **** Synopsis 

Synopsys
Endo Orie's book is about nüshu, a unique form of writing that appeared in rural China in the modern era. As the book reveals, the date of its origin is under dispute. However, like Korean and Japanese writing systems, nüshu has a close connection to women since writing with Chinese characters was traditionally tied to patriarchal privilege. Women extrapolated new graphs from conventional Chinese characters, using them to record various aspects of their emotional lives. It was a script created by women, for heartfelt communication between women. This is an unusually personal book, authored by Endo Orie—a well-known Japanese linguist with many books on gender and language. She stumbled upon the nüshu writing system while hiking in Hunan in the 1990s. Here she introduces narrating its discovery and mourning the way its original intimacies are fading away. 

Review 
This is not a book for everyone, it is an academic study with a somewhat slow pace, but it is worth the effort for its detailed analysis and the profusion of translated nüshu texts. 

See my other reviews of books on China here in this blog.

27 November 2023

Carno Polo: Ovvero delle Curiose Vicende di un altro Marco tra i Cinesi del XXI secolo (2023) su Amazon

 

From my honeymoon in Fenghuang, Hunan


Il mio ultimo libro: una lettura per venire con me in Cina stando seduti a casa. O forse un'idea per un regalo a qualche amico amante di questo affascinante paese?

Disponibile su tutti i siti Amazon.
In breve:
Dieci anni fa ho conosciuto Lifang, una brillante professoressa cinese, oggi mia moglie. In questi anni lei mi ha portato in giro per il suo paese, ed è così che sono stato in grado di sperimentare ciò che pochi turisti possono immaginare. Questo libro racconta le storie di famiglie e amici, città e villaggi, politica ed economia, storia e leggende, cucina e credenze che permetteranno al lettore di sbirciare in profondità nella società cinese mentre questa si apre al mondo e si sviluppa economicamente.
Non ha solo viaggiato in Cina, ho vissuto con i cinesi.

Tra i minatori in Guiyang, Hunan

Ho potuto assaggiare il vero cibo cinese fatto in casa e raramente visto all'estero, visitare luoghi in cui pochi stranieri si avventurano e ascoltare le storie che rendono la Cina un paese così accogliente e intrigante con una ricca cultura e alcune tradizioni tanto diverse dalle nostre quanto affascinanti, anche se possono, a volte, lasciare perplessi i meno intellettualmente flessibili.

Antipasto di zampe di pollo a Zhujiajiao, Hunan


Nel tempo ho preso nota di tutto e racconto le mie esperienze in un libro informativo ma allo stesso tempo divertente che aiuterà il lettore a scendere nelle viscere nascoste della società di quello che i cinesi un po' immodestamente chiamano il "regno di mezzo", posto a metà strada tra il cielo e la terra.

14 November 2013

Recensione: Ombra Bianca (2013) di Cristiano Gentili, *****

Albino model in a Tanzanian blog
Sinossi


C'è un luogo nel cuore dell'Africa, dove non arrivano gli echi chiassosi del turismo, dove non ci sono resort né safari per viaggiatori in cerca di avventura, dove un giorno una giovane donna posa sulle ginocchia di un uomo europeo una neonata dai lineamenti africani ma dalla pelle bianca come il latte. Lui è un ricco proprietario di una miniera d'oro, discendente di coloni inglesi. Lei è una bambina africana albina, un'anomalia per i suoi conterranei. Entrambi lottano per sopravvivere in un ambiente ostile fino a quando, per un capriccio del destino, le loro vite s'intrecceranno in una spirale di dipendenza reciproca dove la posta in gioco è la vita stessa. È l'inizio di un'avventura in cui saranno messi a confronto amore e odio, emarginazione e riscatto, magia nera e fede. Un viaggio nell'Africa misteriosa e nei meandri delle più intime emozioni umane, sullo sfondo di una cultura strangolata da un capitalismo senza morale che affonda le sue radici nel colonialismo moderno.


Albinos in Africa, read more here.
Recensione

Questo è un romanzo ma potrebbe essere considerato un saggio. Perché, oltre a raccontare, spiega. Spiega che non c'è solo la grande Africa nera ma anche quella bianca, piccola, nascosta, ostracizzata. L'Africa bianca non è quella dei colonialisti europei o dei mercenari, neanche quella dei missionari o degli esploratori. Invece è quella degli albini Bantu, quella che siamo abituati a considerare nera. Quella di cui era orgoglioso Senghor quando parlava di "negritude".

18 September 2013

Book review: Wealth and poverty of nations (1999), by David Landes, *****

Synopsis

The history of nations is a history of haves and have-nots, and as we approach the millennium, the gap between rich and poor countries is widening. In this engrossing and important new work, eminent historian David Landes explores the complex, fascinating and often startling causes of the wealth and poverty of nations. The answers are found not only in the large forces at work in economies: geography, religion, the broad swings of politics, but also in the small surprising details. In Europe, the invention of spectacles doubled the working life of skilled craftsmen, and played a prominent role in the creation of articulated machines, and in China, the failure to adopt the clock fundamentally hindered economic development.

The relief of poverty is vital to the survival of us all. As David Landes brilliantly shows, the key to future success lies in understanding the lessons the past has to teach us - lessons uniquely imparted in this groundbreaking and vital book which exemplifies narrative history at its best.


Review

Why are some nations so rich and some so poor? One usually hears a... wealth of common sense reasons which however are rather ...poor explanations! Some rich nations are big, some small, and many poor countries are also big or small. So size, in this case, does not matter. Same for natural resources: some rich nations are well endowed but many poor nations are too. Geographic location also seems pretty much irrelevant: some rich countries are in hot regions, some in cold ones. Same for poor countries.

What makes the difference, according to landes, is mostly cultural and ethical factors. A provocative and most informative book. Travelers will find many ideas in this book to understand the economy of countries around the world.






21 February 2010

Taipei: National Palace Museum, 101, Longshan temple

National Palace Museum
My morning is entirely devoted to the National Palace Museum. I was here eight years ago but I am just as excited today. The best museum for Chinese art in the world. The story is well known. Chiang kai-shek took about 20,000 trunks wirth of art from the imperial collection of the forbidden city when he had to leave Beijing during the civil war. All that stuff traveled around China, but when Chiang saw that he was losing to mao, he had his staff pack "only" about 7,000 trunks of the best items and shipped it over to Taiwan. This treasure is still a major bone of contention with Beijing, though in recent years there have been cooperation programs with museums in the mainland.

This is la crème de la crème of Chinese art, collected by emperors as far back as the Tang dynasty. Chiang had a nuclear bomb proof vault buil in a mountain next to Taipei and then, next to the mountain, this museum. The world is lucky that the stuff is here, or it would probably have been dstroyed during the cultural revolution in China. Today, only about one percent of the items are on display, and the Museum's staff rotates it ever so many months. Incredibly refined, pottery, ceramics, calligraphy, jewellery, jade, bronze...

I can see myself coming back here many, many times...

Leaving the Museum I head to the XXI symbol of pride of Taiwan, Taipei 101. When it was completed in 2004 it was the tallest building in the world, and it remained that until last month, when Burj Khalifa opened in Dubai. Taipei 101 is a controversial project. My friend S., who openly sympathizes for the independentist school of thought in Taiwan, says it was not really necessary and it was motly a trick by the Nationalists to impress an increasingly disillusioned electorate.

Taipei 101


Moving fast in 101 elevator
Be that as it may, it is still impressive. Inside, there is a slurpy food center in the basement. Then several floors of shopping mall, and what a shopping mall! Luxur brands from all over the world and a pleasant yet awe inspiring carousel of escalators, lifts, lights, and immense empty spaces that provide a welcoming and warm atmosphere.

At the top, it is cold and windy today. Not the best day to enjoy the landscape. I don't spend much time there, but again I must admit to being impressed: this time by the elevator, the fastest (at this time) in the world, going up and down at 17 meters per second without the slightest discomfort for the user. Well, may I should say the traveler, since it's over half a kilometer up from ground level!
Inside 101


An impressive 730 tons tuned mass damper is installed near the top to absorb shocks caused by wind or earthquakes.

tuned mass damper in 101
In the evening I went to the Longshan temple, where I spent some time looking at the faithful perform Buddhist ceremonies and giving offerings. It is a mystic atmosphere, welcoming and somewhat magic. Free CDs with Buddhist music ara available.
Longshan temple


01 December 2006

Book Review: Identity and Violence, by Amartya Sen, *****

Synopsis

In this penetrating book, Nobel Laureate Amartya Sen argues that we are becoming increasingly divided along lines of religion and culture, ignoring the many other ways in which people see themselves, from class and profession to morals and politics. When we are put into narrow categories the importance of human life becomes lost.

Through his lucid exploration of such subjects as multiculturalism, fundamentalism, terrorism and globalization, he brings out the need for a clear-headed understanding of human freedom and a constructive public voice in Global civil society. The hope of harmony in today's world lies in a clearer understanding of our sheer diversity.


Review

This book makes one supremely important argument very well: to identify ourselves with an identity, no matter which, is both incorrect and dangerous. Most of us don't have ONE identity, but many. If one of them takes excessive precedence over the others, and we therefore identify ourselves mainly with it, we start down a slippery slope of exclusion of those who do not belong to it, even though we may share several of our other identities with them. The step from this process of exclusion to conflict and war is a short one to take.

Recensione: Identità e Violenza, di Amartya Sen, *****

Questo libro sviluppa in modo elegante e convincente un tema principale: avere un'unica identità, non importa quale, è sbagliato e pericoloso. La maggior parte di noi non ha una sola identità, ma molte. Se una di esse sovrasta le altre, e quindi noi ci identifichiamo solo o soprattutto in essa, vuol dire che stiamo prendendo una direzione pericolosa, che porterà all'esclusione di quelli che non appartengono a quella identità anche se con loro potremmo condividerne altre. Questo processo di esclusione porta facilmente al conflitto e alla guerra.

Io sono un uomo, che durante la sua vita è stato o è ancora cittadino italiano, agnostico secolare, studente per molti anni negli USA, filosoficamente scettico, politicamente cinico, economista dilettante, burocrate internazionale, analista di questioni strategiche e militari, subacqueo, fotografo, consulente, eterossessuale, difensore delle libertà civili individuali, oppositore della pena di morte, credente in valori universali, esistenzialista, attratto fortemente dal buddismo, amante della musica classica e del jazz freddo, detestatore della musica heavy metal e che guarda la TV (tranne la coppa del mondo di calcio!), a favore della scelta della donna in materia di aborto, a favore del controllo delle nascite libero ma non imposto come in Cina, che odia le sigarette ma ama le sue pipe, e ho ancora tanti altri aspetti della mia identità che sarebbe troppo lungo citare qui.

Quindi posso identificarmi con tante categorie di essere umani, sono tutti come cerchi parzialmente sovrapposti. Nel loro insieme, essi creano la mia personale identità, per cui mi viene facile essere tollerante, perché posso condividere una o più di queste categorie con la maggior parte della gente a questo mondo!

Se, tuttavia, uno dovesse scegliere, o essere manipolato a scegliere, una singola identità come l'unica, o la principale, per definire se stesso, diventerebbe difficile capire quelli che non condividono quella scelta, che sono fuori da quel cerchio, che non sono "identici" a noi, e questo porterebbe inevitabilmente al conflitto.


Gli uomini si ammazzano per la religione, per il calcio, per la legislazione sull'aborto, per la lingua, l'origine etnica e altre ragioni meno importanti quando una di queste ragioni diventa l'unica o la principale definizione della propria identità.

Quando ho finito di leggere questo libro sono arrivato alla conclusione che non ho proprio una mia identità precisa, o forse ho una sorta di "metaidentità", il risultato del mio specifico cocktail di identità parziali. Questo mi rende unico ed allo stesso tempo compatibile con altre metadentità del mondo. Posso essere a casa mia in qualunqu luogo perche il mio "io" è costituito di idee, abitudini e retaggi culturali che vengono da tante parti del mondo. Forse ho perso le mie radici, ma non me ne duole perché ho acquisito forti ali!

L'edizione italiana si può comprare qui

27 August 2004

32° g - 27 AGO: Papeete – Los Angeles e fine del viaggio

In giro per la città, riposo, preparazione bagagli, al mercato (interessante soprattutto per la vita tahitiana che vi si svolge, meno per gli acquisti). Questo è il posto giusto per chi voglia farsi tatuare, ci sono tatuatori espertissimi e le condizioni igieniche sono ottime - strumenti sterili e artisti fenomenali. Posso garantire per esperienza personale!

Veramente io non avevo nessuna intenzione di tatuarmi. ma Giusy, una compagna di viaggio, mi chiede di accompagnarla dal tatuatore perché lei non parla lingue straniere. Vado con lei e l'aiuto a contrattare un piccolo tatuaggio sulla caviglia. Mentre aspetto che l'artista finisca il suo lavoro mi guardo incuriosito le fotografie dei tanti tatuaggi che egli ha eseguito, e che sono appese sulle pareti e sulla porta del piccolo studio. (Studio? Sala operatoria? Atelier?) Ne vedo uno che mi colpisce subito, una manta con al centro un tihi. Chiedo all'artista, che nel frattempo ha quasi completato il tatuaggio di Giusy, quanto tempo gli servirebbe per farmi quel tatuaggio, fra poco dobbiamo andare in aeroporto. Mi dice mezz'ora. Per 50 euro è fatta. Decido di non pensarci troppo e procedo. Una delle decisioni irreversibili più rapide della mia vita!!

Il tatuaggio è un'antica tradizione polinesiana che si era persa nel XIX secolo quando fu proibita dai missionari europei. Fortunatamente si è ripresa e sviluppata con giovani artisti che applicano disegni tradizionali accanto a temi da XXI secolo. Anche carino il museo della perla, alcune gallerie d’arte, negozi di musica tahitiana, librerie tutti in centro.

Poi verso le 18.00 in aeroporto, indispensabile arrivare con larghissimo anticipo per i voli internazionali e soprattutto per gli USA, che dopo l'11 settembre richiedono controlli molto più meticolosi e lunghi. (Prima degli attentati in America non ti chiedevano neanche i documenti, mi ricordo della "People's Express" una delle prima compagnie low-cost, dove si entrava senza biglietto, e si pagava alla hostess che percorreva la cabina durante il volo a riscuotere.)

29 July 2004

3° g - 29 Lug: Papeete – Moorea

Arrivo all’alba all'aeroporto di Papeete e trasferimento in "truck" (qui usano il termine americano pur essendo in Francia!, si prendono al volo sulla strada principale che costeggia il parcheggio dell’aeroporto) al porto. Si sale in mezzi un po' trasandati come tutto qui, sembrano un po' quei bus che negli anni sessante usavo per andare a scuola, ma più ...giocattoli direi!

29 December 2002

Book Review: Snakes and Ladders - Glimpses of Modeern India, by Gita Mehta, ****

Synopsis
This fascinating blend of personal memoir, historical anecdote and wry observation offers the indispensable guide and key to contemporary India in the fiftieth year of its independence. Entertaining, informative and passionate. With a novelist's eye for detail and colour, Gita Mehta writes of the continent of contradictions that is host to one-sixth of the world's population. The world's largest democracy, it still practices the caste system. It's a burgeoning economic superpower, and one of the poorest nations on earth. It has the world's largest film industry, and the world's oldest religions. It is an ancient civilisation celebrating fifty years as a modern nation, entering a new civilisation many believe will belong to China and India. Now, as never before, the world wants to know what contemporary India is all about.

Review
This book awes and shocks at the same time, which is perhaps the best way to summarize India today. Assuming there is such a thing as "India" beyond the state on the map. Mehta points out that most Indians are foreigners to other Indians (p.20)!

Here we get a panoramic introduction to the essence of this incredible assembly of over one billion people. Mehta jumps easily from history to politics, from religion to economics, from social life to art. This is where the majority is Hindu but Buddhism was born, as can be seen at such wonders as Sanchi, Ajanta and Ellora, but where some of the best known national symbols are the Taj Mahal (Muslim mausoleum), the Golden Temple of Amritsar (Sikh), the Jain temples of Rajasthan and Gujarat.

This is the country where the foremost independence leader, Mahatma Gandhi, invited the last colonail ruler, Lord Mountbatten, to become the first head of state of independent India, so as to show reconciliation with all! A country where women still suffer heavily from discrimination but where a woman (Indira) was the most powerful politician ever elected and another (Sonia, a foreigner and a Catholic) followed in her footsteps.

A wonderful introduction the the Indian conundrum!


29 December 2001

Book Review/Recensione: "In light of India" (1998), by Octavio Paz, ****


Testo in italiano di seguito

Synopsis

This collection of essays recalls the author's days in India, first as an attache in the Mexican Embassy, then 11 years later as Mexico's ambassador. He brings insight into India's landscape, culture and history in a series of discourses. "The Antipodes of Coming and Going" is a remembrance of the sights, sounds and smells of the subcontinent. "Religions, Castes, Languages" gives a survey of Indian history".

"A Project of Nationhood" is an examination of modern Indian politics, comparing the respective Islamic, Hindu and Western civilizations through the course of history. "The Full and the Empty" is an exploration into what Paz calls the soul of India, its art, literature, music and philosophy, and an indictment of the self-centred materialism of Western society.

Octavio Paz is the author of "The Double Flame: Essays in Love and Eroticism".

29 June 1994

Love stick of Palau

 



What is a love stick?


16 December 1989

Book Review: China - Tradition and Transformation, by J. Fairbank and E. Reischauer, *****

Synopsis
"China" divides naturally into two phases: the evolution of traditional Chinese civilization in relative isolation over three thousand years, and the upheavals and transformation of that civilization in recent times, partly in response to contact with the modern western world. "China: tradition and transformation" is essential reading for all historians of China and for anyone wishing to understand modern China. The authors have worked together as part of a remarkable team at Harvard University. Edwin O. Reischauer was US Ambassador to Japan and John K. Fairbank is Director of Harvard's East Asian Research Centre.