11 January 2022
06 January 2022
UK and French testing for COVID-19, December 2021/January 2022
After much hesitation and a long lockdown and semi-lockdown we decide to go and spend Christmas and new year's eve in Brussels with our best friends. And to enjoy a few nights at the fireplace of my house, as well as check the work done in our kitchen, which has taken quite a few months longer than anticipated. Delays in deliveries of components, incompetence and insouciance of the contractor, bureaucratic bottlenecks, you name it, we experienced it. Time to go and have a look.
We get free antigen kits in UK but have to pay for exactly the same kit to travel. Not sure why, I thought maybe they do not trust a self-administered home test for travel, they want a certified company to do it. I was not exactly sure (my fault, instructions are clear) so we went to board the Eurotunnel and we are politely turned away. We need to drive fifteen minutes to a private test center near Folkestone, where a big gentleman at the door asks us to book a test online on his ipad. He says there will be no slot available for today but he will squeeze us in, and it does not look like it will be difficult as there is no one around except for a couple of Eurostar travelers like us who got rejected at check-in.
In no time we are inside and a polite lady hands us aswab... to test ourselves! So £39 per person, for nothing, really.
We need a test upon return as well, and it was easier to buy it in the UK and do it at home in belgium instead of having to go look for a lab there. I register a pre-return kit, for which I need a test number, then sample test number and PLF reference number for UK govt tracking. Surprise: the night before our return to the UK we do the test at home and the kit is missing a swab, luckily I had taken with me one of the free domestic use test kits and could use one of those swabs.
The double test kit for two people was £158, not cheap for something identical to what the government provides for free, but C-19, the test company, will refund £15 when I point out to them a swab was missing.
All that is left is a personal Locator Form (PLF) so the UK government knows where we are going to stay in London (at home, they know that already) and we are fit to travel.
05 January 2022
Il condono edilizio
Verso la fine degli anni cinquanta del XX secolo, mia madre Caterina partecipò ad una cooperativa edilizia che costruiva una palazzina di appartamenti a Monte Mario, zona Balduina, allora alla periferia di Roma, oggi quartiere borghese e costoso. L'appartamento le fu consegnato nel 1957, giusto in tempo per andarci a vivere con il suo neo-sposino, mio padre Giovanni.
Dopo qualche anno nacqui io, poi mio fratello, e la nostra famiglia visse felice in quell'appartamento. Ce ne andammo nel 1965, per abitare più vicino allo studio dei miei. L'appartamento fu quindi affittato ad un certo signore di cui non ricordo il nome, che nel 1967 chiese a mia madre di chiudere una veranda prospiciente la cucina. Cosa che mia madre accettò di fare di buon grado: era un abuso edilizio, per quanto insignificante, e certamente non era giustificato dal fatto che nel palazzo, come nella maggior parte dei palazzi della zona, lo facevano tutti. Ma non più di un peccato veniale. Nessuno disse nulla, e ce ne dimenticammo.
Dopo venti anni esatti, nel 1987, il signor inquilino andò via ed io tornai a vivere nell'appartamento alla Balduina. La mia casetta a Roma. Prima di donarmi l'immobile però, mia madre si premurò di sanare l'abuso edilizio, fece domanda al comune e versò 200.000 lire come richiesto. La ringraziai e pensai che la cosa fosse risolta una volta per tutte.
Invece neanche per sogno: quando vendetti l'appartamento, nel 2019, il notaio mi fece notare che il condono del comune di Roma non era mai arrivato, anzi non era proprio mai partito dal Campidoglio. Controllai le mie carte ed in effetti non lo trovai. Perché il Comune di Roma non avesse emesso la sanatoria, o in alternativa non avesse intimato la demolizione della famigerata veranda, avendo però incassato le 200.000 lire, non riuscivo a capirlo: un ritardo di 32 anni!
Poco male, pensai, me ingenuo ed illuso: chiamerò il Comune, o scriverò, o al limite ci andrò di persona, o incaricherò un geometra, o darò mandato ad un'agenzia, ma non sarebbe stato difficile ottenere un documento che mi spettava da decenni , e che avevo pagato. O almeno mi avrebbero detto una ragione per la quale non poteva essere emesso, avrei in qualche modo provato a rimediare, magari demolendo la copertura veranda, dopo che era stata lì per 52 anni!
Senza condono però non si poteva rogitare la vendita. Un bel guaio. Il compratore furbastro però propose di lasciare una cauzione di 5.000 euro presso il notaio, che mi sarebbe stata restituita alla consegna della sanatoria. Accettai di farlo, ed il notaio fu d'accordo, perché mi era stato detto che con un rogito in ballo si poteva presentare un sollecito al Comune, ed entro qualche mese sarebbe arrivata la sanatoria, ed io avrei ritirato i 5.000. Il sollecito lo inviati prontamente ma sospettai che il notaio stesse favorendo il mio compratore, ebbi l'impressione che fossero amici, un po’ il gatto e la volpe, ma non ne ho le prove. Infatti poi appresi che avrebbe potuto ben rogitare, non era richiesta la cauzione.
Passano i mesi ma il condono non arriva. Nonostante ripetuti solleciti, il Comune di Roma taceva. Reagì solo quando il mio avvocato inviò una diffida formale. E a quel punto i solerti impiegati del Comune chiesero un ulteriore documento: un collaudo da parte di un geometra (incaricato e pagato da me) che testimoniasse come la copertura della veranda, che se ne stava buona buona al suo posto dal 1967, non provocasse pericoli di staticità all'edificio. Non ci potevo credere! Ma ci dovevo credere.
Il mio geometra produsse il documento e lo inviò al comune per via elettronica. Mi costò 400 euro, il geometra non fece neanche un sopralluogo, semplicemente riempì un modulo prestampato e lo firmò. Il comune non si preoccupò neanche di darmi riscontro della ricezione.
Intanto il mio compratore era diventato venditore, aveva rivenduto il mio ex appartamento a terzi. In questo modo aveva perso il titolo alla mia obbligazione nei suoi confronti, non poteva più avere alcun danno dal mio abuso edilizio del 1967 (ma va’?) ed inoltre io non avrei più potuto, anche potendo e volendo, girargli la concessione in sanatoria, perché lui non era più proprietario. Casomai avrei dovuto darla a chi aveva comprato dal mio compratore.
...continua... vedremo come va a finire. Aggiornerò questo post quando avrò novità, se mai ne avrò!