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27 November 2023

Carno Polo: Ovvero delle Curiose Vicende di un altro Marco tra i Cinesi del XXI secolo (2023) su Amazon

 

From my honeymoon in Fenghuang, Hunan


Il mio ultimo libro: una lettura per venire con me in Cina stando seduti a casa. O forse un'idea per un regalo a qualche amico amante di questo affascinante paese?

Disponibile su tutti i siti Amazon.
In breve:
Dieci anni fa ho conosciuto Lifang, una brillante professoressa cinese, oggi mia moglie. In questi anni lei mi ha portato in giro per il suo paese, ed è così che sono stato in grado di sperimentare ciò che pochi turisti possono immaginare. Questo libro racconta le storie di famiglie e amici, città e villaggi, politica ed economia, storia e leggende, cucina e credenze che permetteranno al lettore di sbirciare in profondità nella società cinese mentre questa si apre al mondo e si sviluppa economicamente.
Non ha solo viaggiato in Cina, ho vissuto con i cinesi.

Tra i minatori in Guiyang, Hunan

Ho potuto assaggiare il vero cibo cinese fatto in casa e raramente visto all'estero, visitare luoghi in cui pochi stranieri si avventurano e ascoltare le storie che rendono la Cina un paese così accogliente e intrigante con una ricca cultura e alcune tradizioni tanto diverse dalle nostre quanto affascinanti, anche se possono, a volte, lasciare perplessi i meno intellettualmente flessibili.

Antipasto di zampe di pollo a Zhujiajiao, Hunan


Nel tempo ho preso nota di tutto e racconto le mie esperienze in un libro informativo ma allo stesso tempo divertente che aiuterà il lettore a scendere nelle viscere nascoste della società di quello che i cinesi un po' immodestamente chiamano il "regno di mezzo", posto a metà strada tra il cielo e la terra.

16 April 2021

Tampone e isolamento COVID-19 arrivando a Londra

Lifang ed io abbiamo bisogno di tornare a Londra, dove viviamo, dopo un'assenza di qualche mese. Il Regno Unito (anzi l'Inghilterra, visto che Scozia, Galles e Irlanda del Nord hanno ciascuno le sue regole) richiede un tampone eseguito nel paese di provenienza entro le 72 ore dal viaggio. Requisito abbastanza diffuso e comune tra tutti i paesi europei. Meno male: all'inizio il governo di sua maestà aveva deciso di percorrere la via dell'immunità di gregge, ben prima che arrivassero i vaccini, sarebbe stata un'ecatombe. Per fortuna gli hanno fatto cambiare idea. 

Dopo di che bisogna riempire un Passenger Locator Form, e così armati presentarsi al confine. Una meticolosa guardia lo controlla assieme a passaporto e carta di identità, tutto OK, ci ricorda che dovremo isolarci per dieci giorni e siamo a posto, ma prima di lasciarci passare chiede se abbiamo prenotato i test da fare una volta arrivati nel Regno Unito.

Infatti da qualche mese è necessario prenotare online 2 ulteriori test da fare a Londra, uno il secondo giorno dopo l'arrivo, ed uno l'ottavo giorno. Il decimo giorno, se entrambi i test sono negativi, si è liberi di uscire. Venendo dal Belgio, paese color "giallo" almeno non dobbiamo far quarantena in albergo a spese nostre, come invece tocca a quelli che vengono dai paesi "rossi". Fortunati quelli che arrivano dai paesi "verdi", come al semaforo, un test in arrivo e via liscio senza ulteriori complicazioni.

Il governo ha approvato una lunga serie di operatori sanitari per l'amministrazione dei test. Difficile raccapezzarsi, come si fa a scegliere? Cerco quello con il costo minore, ma se ne approfittano, sanno che lo devono fare tutti quelli che tornano dall'estero. E poi non tutti forniscono il servizio per posta, essenziale a meno di non esporsi al rischio uscendo da casa.

Alla fine scelgo: CONFIRM TESTING, che prenoto un paio di giorni prima del viaggio di rientro nel tunnel sotto la Manica. Ricevo un lungo messaggio, la procedura è complicata.

Marco, thank you for choosing Confirm Testing for your return to England Day 2 & Day 8 test kits. Here is more information about what happens next that we thought you'd find useful - please read below. What happens next?

As soon as you place an order for the Testing for International Arrivals home test kits, our automated system should send you the PDF that contains your booking confirmation number that you would need for the Passenger Locator Form (PLF). If you have not received this, please check your spam folder as some email servers tend to reject automated emails. In other cases, as happens sometimes, there could have been typos when you entered your email address so the system could not identify your the email address. If you have not received the PDF yet and have checked your spam, please email us at info@confirmtesting.com and we'll look into it straight away.

If you have made any errors when you entered the information on the form, not to worry, just email us with any amendments and we'll try to send you this as soon as possible

How are the kits dispatched?

Please note that the Day 2 and Day 8 kits will be sent separately. The Day 2 test is dispatched a day before the arrival date that you included on the information form when you placed the order. This is so that it arrives to your quarantine address on the day that you arrive in the country.

The Day 8 test is dispatched separately to the Day 2 test. This is because the Government has mandated that the kits be sent separately so that customers do not take the test before their Day 8. You are asked to only take the test on or after Day 8 of your quarantine. You will not be able to register your Day 8 barcode before your actual Day 8.

To help you calculate which is your Day 2 and which is your Day 8, always count your date of arrival into the UK as your Day 0 (Zero).
Registering your test kit:

It is VERY important that you register your test kit once you have received it. Without this, we will be unable to identify your sample at the lab and you will not receive your results.

The process is very easy - please follow the instructions that are included with your test kit. They will guide you to where you can register the barcode and the time that you performed the swab test.

Your unique barcode is shown on the outside of the test kit box and on the front cover of the instructions booklet included in the kit.

You should keep the instructions or take a photo of your barcode to avoid any possible problems.

It is absolutely imperative that you register your kit or you will not be able to receive results and could potentially face fines if the government does not see recorded results for you. This will result in a delay in you leaving home quarantine and you will be asked to pay for replacement tests.

Arrivo a casa, auto in garage e via dritto nell'appartamento. La direttrice del condominio, con la quale sono in  contatto Whatsapp da qualche giorno per coordinare il nostro rientro nel rispetto delle regole, mi intima con tono perentorio di andare direttamente dal garage all'appartamento.


In realtà dovremmo passare dalla concierge perché i nostri "fob", gli apriporta magnetici per entrare nel condominio, sono scaduti e devono essere riattivati. Ma non ci è concesso neanche di entrare nella concierge, quindi dobbiamo provvedere telefonando al portiere e chiedere se per favore ci apre il cancello del garage e poi il portone per salire dal garage in appartamento. Un po’ complicato ma funziona tutto perfettamente.

Per fortuna a Londra è facilissimo avere la consegna della spesa a domicilio, i supermercati fanno a gara. Noi preferiamo Ocado, un supermercato che opera SOLO online, niente negozi, buoni prodotti e consegne precise ad un orario concordato. La concierge fa entrare i riders nel palazzo e loro ci lasciano la spesa davanti alla porta di casa.

Anche per la consegna pacchi tutto funziona bene, i nostri portieri gentilmente li ricevono e ce li portano davanti alla porta di casa. 

Un po’ assillanti quelli del National Health Service che ci assillano tutti i giorni telefonando e chiedendo sempre la stessa cosa: Nome, cognome, data di nascita, eventuali sintomi, se siamo a casa in questo momento, se siamo usciti da casa nel corso della giornata, se abbiamo avuto ospiti (non siamo autorizzati a farlo durante l'isolamento, of course). Questo per 10 giorni!

Amministrarsi il test da soli non è piacevole, bisogna infilarsi un bastoncino con un tampone di cotone nel naso e girarlo sei volte, poi infilarsi lo stesso bastoncino (che schifo!) in bocca e rigirarlo in fondo alla gola. Infilare tutto in una provetta di plastica e inviarlo per posta al laboratorio. La Royal Mail ha persino istituito nuovi turni di raccolta alle cassette della posta, persino la domenica, per portare le provette al laboratori. Il sistema tutto sommato funziona.

Finalmente il giorno n. 9 arriva per email la conferma, siamo entrambi negativi, domani si esce! Mi hanno già mandato un SMS invitandomi alla prima dose di vaccino, sarà Astra Zeneca, ci vado dopodomani, poi la seconda sarà forse a giugno. Speriamo bene.

Dopo di che siamo liberi, esco in strada a "riveder le stelle", una passeggiata lungo il fiume la sera a respirare aria fresca, ci voleva!

11 November 2019

Chenzhou west railway station

Want to talk about water?
Time to catch a train back to Hong Kong and return to Europe. The station at Chenzou is impressive as ever.

Or maybe it is normal for a city of 4 million to have a modern railway station with fast trains and proper facilities.

Like wifi. There is free wifi everywhere in the station, though it is not super fast and at times a bit erratic.

Several shops sell food, drinks, small stuff.

Everything is payable electronically with Wechat or Alipay. I am, again, one of the few, maybe the only, customer using cash. Oh wait, this really old man is another one I feel less lonely! Not that I did not try.

Vacuum packed duck meat
But I have not been able to use WeChat pay as I do not have a Chinese credit card. The app allowed me to register a European Mastercard, but when I try to use it to pay it tells me I have no funds. When I try to add funds, for example, my wife tried to send me money from her Wechat, I get a message I am not allowed to receive funds either. So I am stuck, though I can still use the app to communicate with my friends!

As for paying, I am resigned to always be the only one using cash in the supermarket, in the farmer's market, restaurant, everywhere really, though my Mao portraits banknotes have never been rejected. At the station's toilet dispenser I was saved as I had paper tissues in my handbag!

Something which is advertised here though you can not just buy it on the spot and take it away is a Japanese style WC, with all the bell and whistles they come with. All kinds of buttons, to wash, dry and even a "lady function" as the ad says (in English), who knows perhaps it is a front-toward-the-back water jet? Arab toilets have it the other way, back-to-front, to wash the rear of either gender. This is new to me. I am convinced that the first person to import bidets to China will get rich quickly. This high-tech gadget is manufactured in Italy by a company called Faenza.

Strangely empty station in Chenzhou
The fast trains come and go every 6-10 minutes. They are marked white on a large electronic board when they are still far away, then become green when it is time to board, usually 10 minutes or so before they arrive at the platform. This way only passengers for the next departing train can be on the platform at any given time. The train numbers become red when boarding is closed! It's my turn soon, got to gather my stuff and get ready to sprint!

Siedo accanto a due signore che parlano cantonese, non capisco una parola ma riconosco l'accento, che subito tirano fuori pezzi di frutta esotica che non riconosco e uova sode.

Buona parte dei passeggeri mangia roba che si è portata da casa. Mi ricorda i treni che prendevo da bambino in Italia, dove le mamme avevano sempre panini pronti, di solito con prosciutto o salame, prima di tutto per i bambini e per se stesse pure

Filiamo via sui lucidi binari lisci come velluto e arriviamo puntualissimi dopo due ore e mezzo a 300 kmh. Controllo passaporti (ancora necessario per accedere al territorio di Hong Kong dalla Cina) e dogana e poi attraverso ancora una volta la larga striscia gialla che indica il "confine" tra quella che convenzionalmente tutti chiamano "mainland" e la "regione autonoma speciale" che è Hong Kong.

Arrivo a Hong Kong in una splendida giornata di sole, e dopo aver fatto chek-in alla Finnair a Kowloon (a Hong Kong si fa check-in in città e si mollano i bagagli prima di andare in aeroporto) mi accingo a fare un giro per la città quando noto televisori della MTR la metropolitana) che avvisano di disturbi al servizio dovuti a dimostrazioni degli attivisti pro-democrazia.

Rapido controllo sul mio telefono (finalmente posso accedere a tutti i siti e il wifi gratuito dell'aeroporto è velocissimo) e apprendo che ci sono sommosse significative un po’ dappertutto, con anche un ferito grave colpito dalla polizia. È la terza volta che si spara da giugno. Decido che forse il giro in città lo farò un'altra volta.



09 November 2019

Gita intorno a Guiyang

Gran bella giornata di sole oggi. Decidiamo di portare Cindy a fare una passeggiata in campagna intorno a Guiyang.

Prendiamo un Didi (la compagnia concorrente di Uber, di cui ora Uber è uno dei principali azionisti dopo aver venduto loro le operazioni in Cina) e andiamo in un parco ad una quindicina di chilometri. Siccome siamo  in periferia l'autista chiede 5 rmb extra rispetto al tassametro, perché probabilmente dovrà tornare indietro vuoto. Non so se è consentito dalle regole, ma non vogliamo perdere tempo e la cifra  non è eccessiva, quindi accettiamo.

Prima cosa che ci si presenta in quello che doveva essere un parco fiorito? Una porcilaia in disuso! Però, interessante. Si avvicina un signore vuole che vuole farsi una foto con me, sono chiaramente lo spettacolo del giorno oggi!



Bel giro, Cindy è felice, scorrazza in lungo e in largo, non ne poteva più di stare nell'appartamento di Guiyang tutto il tempo con questo sole!

Dopo un po’ abbiamo fame e ci avviamo verso una costruzione con su scritto "Ristorante". Solo che non c'è nessuno, né personale né avventori. Stagione finita. Dopo qualche minuto esce una simpatica ragazza che dice di non poterci cucinare nulla ma se vogliamo cogliere dei mandarini nel loro campo siamo benvenuti.

Cosa che facciamo con grande divertimento, i mandarini sono buonissimi, ne buttiamo giù un bel po' durante la raccolta (con il permesso, anzi l'incoraggiamento dei padroni di casa!). Alla fine ne compriamo 3 chili. Anzi 6 jin come si dice qui, un jn è circa mezzo chilo. Dunque il prezzo è sempre proposto in jin: 4 rmb al jin.

(Tradizionalmente un jin era uguale a 604.79 grammi, non so perché, ed era diviso in 16 liang. Poi c'erano anche altri jin di vario peso a secondo del materiale che si voleva pesare! Oggi però la Cina ha adottato il sistema metrico e un jin vale 500 grammi, meno male che ci semplifica la vita!)

Continuiamo la scampagnata in un campo di fiori. In stagione si paga il biglietto per entrare, ma adesso siamo alla fine e si entra gratis. Fortunatamente ci sono ancora un sacco di fiori per il nostro godimento e le nostre fotografie!


In un laghetto adiacente una contadina o raccoglie molluschi dal fango, sono delle conchigliette a spirale tipo lumachine, di color grigio molto scuro, e sono ottime!



Infine prima di tornare a casa passiamo per una foresta di acacie, un'attrazione turistica della zona. Arrivano gruppi per vedere le foglie che diventano rosse ma in realtà sono ancora verdi, o quasi, sui rami. Lifang mi riferisce di signore dal Guandong che parlano cantonese che sono un pochino deluse. Non so perché, è una bella foresta di acacie, se vai a visitare una foresta di acacie che ti aspetti se non molti alberi di acacia? Qui ce ne sono a migliaia.

Cindy corre irrefrenabile in tutte le direzioni, vuole che la prenda e la faccia roteare in aria senza fine.

Facciamo fatica a trovare un Didi per tornare a casa, siamo abbastanza fuori. Ci preoccupiamo un po' perché comincia a far buio e anche un po' freschetto, non tanto per noi ma la bambina non è abituata ad avventure!

Poi troviamo un parcheggio e  vediamo un'auto con una coppia che sta per partire, ci avviciniamo e chiediamo un passaggio che gentilmente ci concedono. Due giovani simpatici, non parlano inglese ma ci scambiamo un po’ di convenevoli tramite Lifang. Avevamo chiesto di portarci ai margini della città per continuare a piedi, anche perché loro vanno da un'altra parte, ma gentilmente ci portano fino a casa.

Cena al nostro preferito ristorantino di quartiere, il "claypot rice" che serve solo riso cucinato in cocci su fornelli alimentati a mattoncini cilindrici di carbone sulla strada. Semplice e genuino, vera cucina locale.


08 November 2019

Vecchio denaro in contanti e nonnine al Parco della Cultura

Al supermercato da solo, per fare la mia solita spesuccia personale di insalata che fa un po’ sorridere i miei suoceri: mi dicono che loro questa roba cruda la danno da mangiare ai maiali, non capiscono come faccia un essere umano a preferirla al cibo cotto. 

Ma dopo tanto mangiare cinese (che pur continuo ad amare moltissimo) per settimane e settimane, un'insalata verde a pranzo, cruda, croccante, possibilmente fresca di frigorifero (altra cosa che ho rinunciato a spiegare), con olio di oliva crudo, e pomodorini pure crudi, sale e pepe... ci vuole.

Oggi vedo una cosa che non c'era prima, o almeno non l'avevo notata: un bancone con un mucchio di mucchio di anatre affumicate, intere. Faccio in tempo a fare una foto poi si avvicina un'inserviente che mi dice non essere consentito fotografare le anatre. Tutto il resto della roba in vendita al supermercato sì, animali vivi compresi, ma anatre affumicate no. Inutile cercare di  capire il perché.

Compro la mia lattuga e pomodorini pachino (tipo) per la mia quasi quotidiana insalata ormai vado in automatico come un locale solo che sono sempre l'unico a pagare in contanti e non con il telefono come fanno tutti, ma dico tutti gli altri clienti. Mi sono anche iscritto a WeChat, la piattaforma di chat su telefono cellulare che consente anche di pagare, una specie di WhatsApp e GooglePay tutto in uno. Ho anche registrato la mia carta di credito acconsentendo all'uso dei miei dati personali secondo le leggi in vigore nella Repubblica Popolare Cinese (speriamo bene) ma non mi autorizza a pagare, è richiesta una carta di credito emessa da banca cinese.

Dovrò continuare a pagare con i soldi.

Pomeriggio a passeggiare per il Parco della Cultura. C'è poca gente, un lieve venticello autunnale mi accompagna mentre seguo il lungolago fino ad una pagoda dove mi siedo a leggere il mio kindle.

Qualche ragazzino si avvicina a osservarmi in dettaglio, ancora dopo tre anni che vengo a Guiyang, con vari mesi di permanenza accumulata, non ho visto uno straniero in giro, salvo un paio di amici italiani che ci sono venuti a trovare lo scorso febbraio.

Molte nonne con nipotini li sorvegliano attentamente. Anche alcune madri, poche per la verità, la maggior parte sono al lavoro. mentre le nonne però sono attente ai ragazzini, le madri (giovani e tecnologizzate) hanno gli occhi fissi sui telefonini, messaggiando amici o guardando video.

06 November 2019

Centro d'incontro per anziani

Oggi seguo mia suocera al suo incontro giornaliero con presso un circolo pubblico dove si organizzano attività collettive, soprattutto per anziani. Sono un paio di grandi locali a margine viale Ouyanghai, al piano terra.

All'ingresso ci sono macchinette per massaggio automatico ai piedi e al collo, sembra molto piacevole!



Ci soprattutto signore, direi tutte o quasi oltre i 60 anni, forse un paio di gentlemen nella sala che è strapiena e contiene un centinaio di persone.

Mentre tutti prendono posto, due schermi proiettano immagini di Mao Zedong su sottofondo musica esaltante, tra una marcia e un inno alla vittoria direi, ma non esageratamente marziale.


I partecipanti si accomodano su sedie di plastica a forma di uovo schiacciato in testa, sono bianche e viola di con riscaldamento aromatizzato incorporato. Molto piacevole data la temperatura sul freschetto, arriva l'inverno ed il clima continentale del Hunan non perdona!

Mi siedo ma mano mano che la sala si riempie mi rendo conto che ho preso la sedia di un arzillo vecchietto. Mi alzo subito per cedergli il suo legittimo posto e andare in fondo alla sala, oppure stare in piedi, ma il direttore ed il vecchietto mi fanno cenno di restare dove sono, si trova lui un altro posto, Molto gentili!

All'1.30 in punto comincia il programma di attività, proprio mentre il giovane direttore mi porta un bicchiere di plastica pieno d'acqua bollente che faccio fatica a tenerlo in mano tanto scotta! L'acqua in Cina è di solito servita calda, a meno di non chiederla specificatamente fredda.

Cantano battono le mani a ritmo con vari video di scene di danza e qualche paesaggio bucolico. Per qualche secondo appare un grande ritratto di Xi Jinping ma non mi pare ci sia un tema politico. All'immagine del leader segue quella di un pollo infilzato con siringhe e circondato da immagini di prodotti chimici. Mi spiegherà poi mia suocera che il tema di oggi era il mangiare in modo salutare, una bio-pubblicità insomma.

Una presentatrice con microfono dirige tutti, cantano, battono le mani a ritmo della musica e fanno una leggera ginnastica con le braccia. Mi pare un'ottima iniziativa per tenere questi anziani attivi fisicamente e socialmente.

Dopo un po' mi bolle il deretano, il caldo emesso dalla mia sedia ha raggiunto livelli oltre il comfort iniziale. La sala tutta è sui 28-30 gradi e infatti hanno acceso sei ventilatori che sono appesi al soffitto.

Alla fine mi si avvicina il direttore del centro e mi chiede a gesti se possiamo farci una fotografia insieme. Sono onorato e acconsento senz'altro, accomodandomi davanti al grande cartellone all'ingresso con posa un po’ pavoneggiante.

04 November 2019

Ci qo kou, "città vecchia" di Chongqing

Piccola zona di Chongqing, preservata più o meno come era prima della modernizzazione della Cina, una specie di museo a cielo aperto.

Non c'è moltissimo, se non un piacevole passeggio con tanti turisti cinesi e un sacco di leccornie da mangiare, cucinate e servite in banconi e ristorantini lungo la strada.

Quasi tutti i cuochi dimostrano dal vivo come si preparano le specialità che hanno da offrire.

Mi piacciono molto i torroni con arachidi e tè verde.

Si vendono anche strani (per me!) impasti piccanti che servono per condire la cucina del Sichuan, nota per essere tra le più piccanti di tutta la Cina.



Tè di tutti i colori letteralmente!

Spezie in polvere macinate al momento da graziose ragazze.



Qualche negozio vende peperoncino, che qui si consuma in quantità industriali, e lo preparano davanti a tutti in enormi wok in cui lo girano usando delle vanghe da giardino al posto dei mestoli!



Mi incuriosisce una piccola libreria di fumetti dell'epoca maoista, molti sono di storie della guerra contro i giapponesi, ne compro qualcuno.

Nel negozio anche molte illustrazioni di Mao, manifesti, riviste un po' dovunque, compro un manifesto con Mao e il Dalai Lama, quando si parlavano, in effetti sono immagini di quando erano molto giovani, ne è passato di tempo...

Moltissima gente in giro anche se oggi è giorno lavorativo, non posso pensare ad un fine settimana.

C'è anche un tempio buddhista, si salgono un bel po’ di scale per arrivarci, ma non c'è quasi nessuno. Molte sale di preghiera, c'è sempre un monaco o monaca in attesa di offerte o comunque a far da guardia alle sale del tempio.

Stranamente ci sono cartelli di divieto di fotografare un po' ovunque. Facciamo qualche piccolo voto e lasciamo delle offerte.

In cima alla collinetta del tempio c'è una sala da tè con un bel terrazzo, ci sediamo a idratarci con un tè verde e uno rosso, fermentato?, noccioline e semi di girasole. Difficili da mangiare, bisogna sbucciarli con i denti e far cadere il seme in bocca per poi buttar via la buccia. Lifang ha cercato di insegnarmi tante volte ma non ci riesco, quindi me li mangio interi, con tutta la buccia, non è male soprattutto quando è speziata.

Ci sono molte zanzare e la barista ci porta uno zampirone, che ci permette di restare un po’ a goderci il tè e il panorama senza essere massacrati dagli insetti.

31 October 2019

Condominio a Chongqing

Oggi passa da casa la nostra donna delle pulizie, una ragazza semplice e gentile. Non è proprio una specialista, anzi abbastanza approssimativa nelle pulizie, specialmente bagno e cucina, ma per un mese va bene così. Mentre lavora non si fa scrupolo di scatarrare e sputazzare. Io sto lavorando nel salotto, la sento ma non la vedo, immagino sputi nel cesso o almeno nel lavandino, chissà. Occhio non vede...

Esco a fare una passeggiata, il quartiere non è il massimo del fascino ma mi piace immergermi nella megalopoli cinese come un locale e non come un turista.

Al piano terra c'è una guardia per la sicurezza del condominio, cosa abbastanza comune qui, ma non fa nulla. Non chiede documenti a chi entra e chi esce, non chiede neanche dove vanno. Però ha una bella uniforme blu compreso cappello con visiera. È molto preso nel suo ruolo.

Nell'ascensore c'è una TV ma trasmette solo pubblicità. Le pareti sono tappezzate di manifestini pubblicitari dei ristoranti del vicinato. Mai perdere un'opportunità per fare soldi!

Cerco sempre un contatto visivo con chi capita in ascensore, così per scambiarsi un sorriso, oppure per provare qualche parola del mio cinese, ma guardano sempre fissi il telefonino o per terra, chiaramente evitano la comunicazione. Un po’ come capitava in Italia nel palazzo dove abitavo con i miei a Roma, quando il lentissimo ascensore ci metteva 40 secondi (senza soste) a fare i sette piani. Se capitava qualcuno non si parlava mai, si schiacciavano i bottoni dei rispettivi piani e poi guardavano tutto il soffitto. Io guardavo loro, specialmente da bambino.

Nei corridoi ai piani le luci sono normalmente spente, si accendono con il rumore, per cui si sentono tutto il giorno le persone che arrivano o escono di casa che urlano o sbattono i piedi per terra per accendere! Lo faccio anche io, funziona! E si risparmia corrente.

Le porte degli appartamenti non hanno chiave ma solo lucchetti elettronici a combinazione. Così il proprietario la può cambiare ogni volta anche a distanza con una app sul telefonino. utilissimo per dare codice temporaneo ad amici, donna pulizie, inquilini, che poi viene disattivato e cambiato quando vanno via.

Subito fuori dal palazzo c'è il giardinetto di una scuola con bambini che giocano, la mattina scandiscono un uno-due-tre senza pausa per varie ore, un po’ monotono, non so cosa contino, forse è una specie di marcia anche se sono fermi in fila al loro posto.

Accanto all'entrata ci sono grandi cassette di sicurezza, anch'esse con lucchetto a combinazione, che servono per le consegne degli acquisti online. Il postino inserisce i pacchi e chiude. Poi la sera quando il compratore torna a casa scansiona il codice a barre della cassetta che gli è stata comunicata via una speciale app e lo sportello si apre. Il compratore ritira il pacco e richiude, e la cassetta è pronta a ricevere il prossimo pacco. Ingegnoso.

Poi però, forse non bastano i loculi, c'è anche negozietto buio e un po’ sudicio con consegna dei pacchi a mano. Anche qui si arriva con un codice a barre e l'impiegata trova il pacco tra i mille accatastati solo apparentemente alla rinfusa e lo consegna. C'è sempre anche un cane che scodinzola qui e lì, credo sia dell'impiegata. C'è sempre anche un bambino che gioca con il cane, forse il figlio. Pare che gli asili siano costosi a Chongqing, e non sempre è facile trovare posto.


27 October 2019

Cucinare a Chongqing

Appartamento con una camera da letto e salotto in un palazzo curvilineo che fa piacere guardare in mezzo a tanti casermoni grigi tutti uguali e squadrati. C'è anche un balcone con un tavolino e due sedie, dove mi sono goduto qualche bel sigaro durante tiepidi pomeriggi di settembre, quando Lifang era al lavoro. Si vedono tutto intorno 4 edifici simili al nostro (noi siamo il numero 3) identici.

Tutti usano i balconi per asciugare i panni (abbiamo cominciato anche noi) e per deposito di roba ingombrante, tipo valigie. C'è anche un lavandino per fare il bucato a mano, attività alla quale mi sono dedicato questo mese per la prima volta nella mia vita per i capi delicati di mia moglie!

Cucinino con attrezzatura tipica cinese: rice-maker, che non può mai mancare. Un wok, di ferro, solido e pesante, che è l'unica pentola in uso nelle cucine cinesi. Un coltello, più simile ad una mannaia, ma molto affilata, anche qui spesso unica lama per i cuochi cinesi. Qualche ciotola e due cucchiai da zuppa in ceramica. Ovviamente tanti bastoncini per mangiare.

Poi ci sono anche, forse per far piacere a qualche inquilino occidentale che potrebbe capitare di tanto in tanto, una-forchetta-una, un-cucchiaio-uno ed un-coltellino-uno da tavola" con manico di plastica.

Ho imparato a cucinare un po’ di tutto nel wok, per esempio a fare frittate, che vengono fuori un po' bombate ma buone. Mangiare le frittate con i bastoncini ha richiesto un po' di allenamento ma niente problema.

Tra le dotazioni della cucina una serie di salse di soia, ottime, e anche aceti che non mi hanno stuzzicato particolarmente. Invece mi ha entusiasmato un olio al pepe del Sichuan. Il Sichuan, di cui Chongqing fa parte culturalmente anche se ne è stata distaccata amministrativamente, è famoso per il pepe. Questo olio aggiunge un sapore pungente, titillante per le papille. La prima volta ne ho messo un po’ troppo in una frittata e il risultato è stato un po’ troppo aggressivo. Ma usato con parsimonia serve perfettamente a dar vitalità a piatti di ogni tipo.

Per colazione sempre fagioli di varie dimensioni, colori e consistenza. Preparati nel rice-maker, facile e durano anche vari giorni.

25 October 2019

Caffè a Chongqing

Proprio sotto casa c'è un bar, si chiama Lukin Coffee, dove servono cappuccini, moka e latte macchiato. Detta così sembra una banalità, e se fossimo in Italia lo sarebbe, ma a Chongqing è una sorpresa.

Si sa che i cinesi sono bevitori di tè, nonché di infusioni diversissime, di fiori, frutta ecc., ma generalmente non amano il caffè. Tutte le volte che provo ad offrirne ai miei parenti mi dicono che puzza di bruciato.

Dunque mi fa piacere trovare Lukin Coffee e oggi ho deciso di provarlo. Del resto non sono da solo Lukin ha aperto oltre 4000 negozi in Cina dal 2017 quando ha inaugurato il primo, a Pechino. Oggi ne ha più di Starbucks.

Ordino un Mocha, qui interpretato così: caffè, latte caldo e sciroppo di cioccolato, con polvere di cacao in cima e un po’ di panna. L'indaffaratissima barista mi dice, in inglese, di aspettare un momento perché ha molto da fare. Vedo infatti che le sono arrivati molti ordini via internet, e dopo qualche minuto cominciano a manifestarsi i fattorini che ritirano gli ordini.

In un quarto d'ora circa che sono stato nel locale nessun altro ha consumato sul posto. Un paio di persone hanno ritirato il caffè ordinato in precedenza (e che li aspettava da chissà quanto tempo, bisognerà che capiscano che il cappuccino va bevuto caldo) e vanno via. Tutti gli altri sono ordini da consegnare nelle case del circondario.

Lei ha preparato ogni ordine etichettando i bicchieri e mettendoli, ben chiusi, in buste di carta con attaccato lo scontrino. Quando arrivano a ritirare, pagano (ovviamente con il telefono e codice a barre, io sono l'unico obsoleto occidentale ad usare banconote) acchiappano la busta e filano via.

La ragazza lavora velocissima, sa usare la macchina con disinvoltura, qualche volta sembra incepparsi ma qualche schiaffetto e riparte. Dopo qualche minuto ricarica il serbatoio scaricandogli dentro un bustone di caffè in grani. Poi arriva un altro barista maschietto a darle una mano, anche se lui è decisamente più lento.

Dopo una decina di minuti mi prepara il mio (ottimo!) mocha, pago e vado via dopo aver scambiato qualche saluto in cinese, così tanto per far pratica. Costo dello scherzetto: 27 Rmb, 3 euro e mezzo! Caro il mio mocha, forse più che a Piazza di Spagna a Roma. Domani torno per un cappuccino, mi manca troppo, pagherò!

19 October 2019

Arte ed ostriche a Chongqing

Visita al monumento della liberazione, una grande stele che commemora le vittime della guerra contro il Giappone. Chongqing era la capitale cinese provvisoria durante la guerra.

SI trova a Times Square, con un grattacielo copia molto approssimativa del Chrysler Building di New York! Ovunque Cartelloni elettronici di pubblicità come nella Time Square originale.

Marche superbrands, Giorgio Armani, Longines, Rolex di fronte al negozio un tipo si avvicina e mi chiede con grande naturalezza se sono interessato a comprare dei Rolex finti a prezzi molto convenienti.

Pranzo in un food court non so come tradurre, ma è una zona che assomiglia ad un mercato coperto con molti ristoranti che servono pietanze cotte al momento da piccole cucine. Per mangiare ci si sistema su tavolate comuni a tutti i ristoranti, spesso condividendo tavola e sedie con perfetti sconosciuti.

Anche un negozio di Apple computers è praticamente una fotocopia di quello di New York, solo che qui sta accanto ad una grande fioriera che commemora i 70 anni della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, con tanto di bandiera rossa e stellette, che a New York mancano!

Mangiamo ottimo pollo con ortaggi e riso. Poi Lifang trova una specialità: ostriche grigliate in salsetta piccante (dopo tutto siamo in Sichuan!) che dopo aver superato una prima ritrosia si sono rivelate squisite.

Museo delle Belle Arti, edificio rosso molto moderno, circondato da giardini on famiglie che giocano e un paio di signori di mezza età che corrono. Panchine di pietra, Lifang si fa una siesta mentre io guardo il mondo che mi passa davanti.

Nel museo, gratuito, due piani di quadri di autori di Chongqing e di Taiwan. Chissà perché questo gemellaggio, fra l'altro in un momento politicamente delicato per i rapporti "tra le due parti dello stretto" come si dice in termini diplomatici. Misto di quadri moderni, anche astratti, e soggetti più classici e politici, come soldati comunisti che liberano il paese.

Andiamo a piedi verso Hongyadong, non ci orientiamo e il mio navigatore Google Maps sul telefono non funziona perché Google è censurata in Cina. Il navigatore di Lifang non ci indica la strada giusta ma ogni volta che chiediamo indicazioni cercano di venderti qualcosa, un tour organizzato, un pranzo, persino un guardia della sicurezza stradale!

Ci arriviamo dopo un po’ di tentativi, troppa gente, troppo commerciale, ha perso il fascino che aveva una volta. Comunque restano alcuni scorci interessanti, soprattutto la sera quando si accendono le luci gialle sui tetti, che creano un'atmosfera antica.

Strapaghiamo un cocktail in un bar che però offre una vista strepitosa sullo Yangtse dalla terrazza di legno.



Il bar ha anche un utilissimo bagno, le due porte del quale (uomini e donne) sono indicate da un segnale speciale: una pipa per gli uomini e due orecchini per le donne. A ognuno il suo.

Ancora due passi dopo il bar. Lungo una scalinata che si arrampica su per il ripido pendio sulla riva destra del fiume vedo molti pezzi di carta attaccati al muro, con una descrizione e numero di telefono per contatto. Mi spiega Lifang che si tratta di annunci matrimoniali, attaccati dai genitori di celibi e nubili, che decantano le qualità della prole e specificano le caratteristiche ricercate per eventuali futuri coniugi.

Noto un curioso cartello lungo la stessa scalinata, vicino ad un idrante: "In caso di incendio non usare l'equipaggiamento anti-incendio". Mmmmhhh...

Torniamo a casa in metropolitana, pulita, veloce e con frequenti treni che portano in tutta la città. Accanto alla stazione di Shapingba vicino casa un Carrefour ed un supermercato cinese, si chiama Bravo, che mi ripropongo di andare a visitare.

15 October 2019

Rientro a Chongqing

Volo Cathay da Singapore, via Hong Kong, dove trovo un aeroporto molto tranquillo, anche troppo. Con le manifestazioni di protesta che continuano in città, anzi aumentano, moltissime le cancellazioni di voli per la "Città mondiale dell'Asia".

Durante il volo per Chongqing il capitano, un bianco anglofono, come tanti che comandano gli aerei della Cathay, annuncia che stiamo per atterrare a Ciongking, ma dico neanche impari il nome della città dove vai?

Curiosità al controllo passaporti: ci sono due file, una per cittadini cinesi ed una per "foreigners", stranieri. Entrambe con una discreta fila di persone che aspetta il proprio turno. Davanti a me un gruppo di turisti di Kong Kong va verso la fila per cittadini cinesi. È quello che la dirigenza di Pechino continua a ripetere: Hong Kong è Cina. L'ufficiale di turno però li manda alla fila per stranieri, dove sto io!

Immagino perché i cittadini di Hong Kong hanno un passaporto diverso dagli altri cinesi, un passaporto blu che gli permette di viaggiare per gran parte del mondo senza visti. Noto che quando arriva il loro turno parlano prima in cinese con l'addetto al controllo passaporti ma poi (forse perché non si capiscono tra mandarino e cantonese) passano all'inglese. In effetti c'è un motivo perché stanno nella mia stessa fila.

In realtà c'è una terza fila, con un cartello che dice che è riservata ai paesi del "Belt and Road Initiative", il progetto di mega infrastrutture che dovrebbe collegare la Cina all'Europa. Ma non ci va nessuno. Il poliziotto si annoia da solo. In effetti avrei dovuto provare ad andarci, l'Italia ha firmato un accordo recentemente per partecipare. Ma non mi viene in mente, e poi avrei probabilmente solo perso il mio posto in fila.

12 October 2019

Tempio Sikh e ristorante italiano

Mi avvio a piedi verso un tempio Sikh, ma fa troppo caldo e mi piego alla forza maggiore ordinando un "Grab" la versione locale di Uber, solo più economica e rapidissima.

Arriviamo dopo pochi minuti, scendo e mi avvio all'interno. Da fuori non dice nulla, non ci sarei mai entrato se non me lo avesse consigliato un conoscente locale.

Al tempio vengo accolto un po' freddamente da un omone al botteghino, mi presta un fazzoletto per coprirmi la testa. C'è una piccola sala per pregare e una molto più grande sala per mangiare.

In una enorme cucina con pentoloni che sembrano piccole vasche da bagno sono al lavoro i cuochi. Uomini e donne al lavoro, gli uomini cucinano mentre le donne preparano l'impasto per somoza. Alcuni ragazzi sulla trentina, sorridenti e disinvolti, scaldano l'olio nei pentoloni mentre altri pre

Prima scaldano olio, ne versano forse 30 litri in una pentola, quando bolle ci versano impasto vegetariano. Intanto su una griglia grande come un tavolo da biliardo preparano le cialde rotonde e riso e quando sono pronti ne assaggio un piatto molto saporito.








La sera cambio radicalmente cucina!

vera caprese italiana

Carpaccio di ricciola
La sera cedo ad una tentazione come non faccio mai: vado ad un ristorante italiano all'estero. Non conviene quasi ma, quello buoni costano troppo e quelli economici fanno pena. Ha ragione mia moglie a dire che il rapporto qualità prezzo è molto meglio in quelli cinesi. Buon italiano estero diventa troppo spesso alta cucina. Ma non mangio italiano da oltre un mese e ne ho voglia.

Il ristorante italiano stasera si chiama "Otto", perché 8 è il numero fortunato dei cinesi e perché han cominciato nel 2008. Il patron Paolo è ligure con socio chef di Treviso, Sta da 11 anni a Singapore, propone un Fine Dining creativo. Scelgo un menù degustazione. Piatti caldi, buon segno.

Maialino da latte croccante



ravioli al brasato di vitello

L'olio d'oliva è servito in un padellino microscopico, devo sempre chiedere di rabboccare come fosse oro liquido ma sono molto gentili e generosi e me lo rabboccano un sacco di volte.

Il menù è di grande soddisfazione, sia di quantità che di qualità. L'ho recensito qui.

Accanto a me un tavolo di malesi, evidentemente danarosi, Paolo mi dice che sono clienti abituali. Partono di Solaia, resto colpito ma solo per poco per minuto dopo Paolo stappa un Sassicaia 2003! Costa 808 sing dollari, prezzi finiscono quasi sempre in 8, per invogliare i clienti cinesi.





07 October 2019

Al supermercato di Chongqing

Piccolo supermercato sotto casa, molte verdure fresche, anche una bella lattuga da insalata, che però qui cucinano, chissà che penserebbero se sapessero che me la mangerò cruda con i pomodori, anch'essi crudi? Loro i pomodori li usano rigorosamente per la zuppa o nel hot pot per cui il Sichuan è famoso.

Ci sono infinite qualità di riso, con prezzi diversi. Quello a grani lunghi è più caro, anche il doppio di quello a grani corti. Non sapendo che fare ho comprato quello a grani lunghi, poi chiederò a mia moglie. Il riso è offerto in enormi contenitori, ognuno per decine di chili di riso, forse quintali, difficile a dirsi. Poi c'è un enorme cucchiaio col quale il cliente riempie la solita bustina di plastica, la sigilla con un nodo e la porta alla bilancia posta al centro del supermercato, dove una commessa pesa, stampa l'etichetta col prezzo e via alla cassa a pagare.

Acquari con pesci vivi, divisi per taglia e tipo. I clienti li pescano con un retino, li tramortiscono con un bastone di legno a loro disposizione e li mettono in una bustina di plastica trasparente per essere pesati. Oppure anche senza tramortirli, nella bustina ancora vivi e saltellanti. Sostengono che così si è sicuri che il pesce sia fresco. Il pesce non viene pulito, si mangia tutto. La testa è considerata prelibata, come nel sud Italia forse, ed anche le interiora del pesce, fritte, sono buonissime, le ho provate, non capisco perché noi li buttiamo via.

C'è anche un acquario per gamberi e il sistema è lo stesso anche se leggermente meno cruento a vedersi perché i crostacei non vengono bastonati ma semplicemente infilati nella busta di plastica per essere pesati.

I maiali invece non sono vivi. Ci sono vari tagli, diversi dai nostri ma il più comune è il lardo, grandi pezzi, generalmente molto grassi e con la cotenna. Ne scelgo uno da aggiungere alla frittura di verdure che piace tanto a Lifang. Il commesso lo pesa poi prende una grande torcia a gas e brucia via i peli dalla spessa cotenna. Pesa, etichetta e mi consegna il tutto ancora un po’ tiepido.

Molta scelta anche di datteri secchi, son buoni nelle zuppe di fagioli a colazione, Lifang li prepara molto bene, o anche come snack, così secchi.

Verdura a piacere: broccoli, cipollotti, cavoli, pomodori, peperoni, mi posso sbizzarrire a cucinare in questi giorni. Anche funghi, di forme che non conosco ma mi fido, li compro e si riveleranno ottimi!

Al piano di sopra molti cibi sottovuoto. Mi piace la carne di oca piccante, va moltissimo. Preparata in porzioncine formato boccone, in micro confezioni sottovuoto, molte con una figura di anatra che sorride. Non so che potrebbe avere da sorridere un'anatra prima di essere mangiata ma vai a capire!

Non ci sono cibi occidentali, strano in una grande città come questa. Ma ho notato che non lontano c'è un Carrefour, forse lì ci sarà da scegliere di più, chissà se troverò dell'olio di oliva, magari un barattolo di conserva di pomodori, non mi dispiacerebbe ogni tanto un piatto di spaghetti. Ma non mi mancano, sono in Cina, una cultura gastronomica ricchissima, posso aspettare di tornare in Italia.

06 October 2019

Pranzo e polizia a Chongqing

Complesso residenziale moderno, quattro palazzi con 25 piani di sinuose linee curve, tutti con balcone, su cui si vedono panni stesi ad asciugare.

Molti terrazze sui palazzi sono verdi, alberelli ma anche orti di famiglia. Spesso si sentono molti cani che abbaiano, sempre meno cinesi li mangiano e sempre più se li portano negli appartamenti. Anche qui, come in Italia, non sempre i padroni evitano di dare fastidio al prossimo, con gli escrementi dei loro quadrupedi, il loro abbaiare a tutte le ore ed il lasciarli girare senza guinzaglio, liberi di leccare o impaurire chi si trovi a passare.

Alle 10 mi viene a prendere il sig. Wang, un ragazzo gentile che gestisce l'appartamento dove soggiorniamo per accompagnarmi alla stazione di polizia dove devo registrare la mia presenza in città. Ci tien a precisare che va fatto subito oggi, dato che siamo arrivati ieri. Lifang resta a casa, deve preparare gli ultimi dettagli per il corso che comincia domani. Sono leggermente preoccupato di mettermi nelle mani della polizia cinese da solo, e Wang parla pochissimo inglese.

Dopo dieci minuti di taxi siamo accolti da una rubiconda poliziottona che mi fa entrare, da solo, e mi accompagna in un ufficio dove c'è una collega in jeans, minuta e dal viso delicato di porcellana, che lavora ad un computer in compagnia di un orsacchiotto grigio. Mi chiede quando comincerò a lavorare, dando per scontato che un lavoro possa essere l'unico motivo che mi porta a Chongqing, non si immagina che sono qui per accompagnare mia moglie.

Anche mio suocero, quando lo verrà a sapere, sarà sorpreso: una moglie, o una madre, che accompagna il marito (o il figlio) per lavoro in un'altra città si può capire, ma non il contrario. Almeno il suocero ne sarà contento, lo leggerà come un segnale del mio amore per la figlia e per l'importanza del lavoro della stessa.

Comunque rispondo, in cinese, che mia moglie lavora, io cucino a casa. Il che è vero e poi conosco tutte le parole che servono a dirlo. Lei mi guarda e ripete le mie parole, poi sorride! È fatta.

La scena mi tranquillizza anche se la poliziottina non parla inglese. Decido che la cosa migliore sia di spiegare che mia moglie è cinese e forse sarebbe più facile se si parlassero direttamente fra loro. Nel frattempo arriva Wang, forse chiamato per dare spiegazioni. Comunque lei controlla il passaporto ed il visto, fa un paio di fotocopie, mi restituisce il passaporto tenendolo con due mani e sono libero, ufficialmente registrato!

Pranzetto di zuppa di spaghetti cinesi di riso con fettine di manzo. Sulla fotografia 4 grandi fettine ma nella scodella mi trovo quattro schegge, così chiedo alla cameriera che chiama la cuoca che mi dice di aver messo quattro pezzi. Col mio cinese maccheronico provo a dire che i 4 pezzi sì ci sono ma sono piccolissimi, loro confabulano un po’ e poi me ne portano altri due! Non so se provare più soddisfazione per il manzo recuperato o per essere riuscito a comunicare in cinese! E poi la zuppa ê molto saporita, 18 Rmb ben spesi.

Zuppa di spaghetti con manzo peperoncino e uovo sodo


serata ancora fuori, andiamo ad un "ristorante di carne bovina" e ordiniamo un hot pot (tradizione del Sichuan, di cui Chongqing fa culturalmente parte) di manzo. La cameriera accende il gas sotto un enorme wok che riempie di acqua minerale e ogni genere di verdure: pomodori, cavoli, yam, turnips, datteri, goji e una mezza dozzina di strisce di manzo.

05 October 2019

Partenza in bus per Changsha e arrivo a Chongqing

Partiamo alle 7 di mattina da casa, una rapida corsa in Didi e siamo alla stazione dei bus. Siamo costretti a prendere il bus per Changsha, da cui parte il volo per Chongqing, perché i comodissimi treni veloci sono pieni, è la settimana della festa nazionale, anniversario della fondazione della repubblica popolare, e tanti cinesi ne approfittano per andare a casa o in vacanza, non è restato che qualche posto in bus, e dobbiamo considerardi fortunati, Lifang ha controllato tre giorni fa, quando li abbiamo comprati, e dopo un'ora anche il bus era tutto esaurito!

Stazione nuova di zecca, pulita. Passiamo come di regola i bagagli ad una macchina di raggi X e, come sempre capita, sentiamo un sacco di BEEEEEEP, come quelli prima di noi e come quelli dopo di noi, ma l'impiegato in uniforme addetto al controllo non batte ciglio e fa passare tutti senza controllare nessun bagaglio.

Un passeggero in attesa si mette a fumare nel bel mezzo della sala proprio vicino al cartello che dice che è vietato. Arriva una bigliettaia e lo fa smettere ma altri se ne fregano e contunuano a fumare. A quel punto anche l'impiegata si arrende e nell'ampio salone a comincia a spandersi una lieve cortina fumogena.

Fila per salire sul bus, un vecchietto passa davanti a tutti i passeggeri in attesa di salire e prendere posto sul vecchio bus scalcagnato, Lifang lo ferma e gli intima di aspettare il suo turno ma lui insiste che deve salire perché ha fretta di partire! ... 😁

Anche qui un paio di persone fumano, compreso l'autista, però smettono quando partiamo. Dopo un'ora tra risaie e villaggi il bus scalcagnato ci deposita ad un grande incrocio e l'autista ci rassicura: in mezz'ora arriverà bus per changsha... Speriamo!

Viaggio verso changsha ma hanno annullato corsa diretta, solo 4 passeggeri. Quindi ci tocca andare a Liufengzhen e cambiare. Apettiamo una buona mezz'ora l'arrvo della coincidenza, non c'è niente e nessuno, stiamo al sole, seduti sulle valigie.
Lottare per la felicità del popolo e il risveglio della nazione

Combattere le tenebre per la stabilità



Grande poster davanti a noi: lottare per la felicità del popolo e il risveglio della nazione.

Secondo poster è biblico: "Combattere le tenebre per la stabilità".

La campagna dell'Hunan è tappezzata di piccoli appezzamenti, orti familiari. Nessuna economia di scala pare. Mezzi rudimentali, pochi investimenti in macchine ed infrastrutture.

Casette a due piani ovunque fino ad arrivo a Changsha.

Oggi fa un caldo torrido, i colori cielo e della terra sono sbiaditi.

La strada è buona e il traffico di media intensità fila liscio, l'autista del nostro bus è bravo.

Arriviamo all'aeroporto di Changsha e ci dirigiamo verso il terminal dei voli interni. A parte noto quello per "voli internazionali + Hong Kong + Taiwan + Macau" le parti della Cina che godono di uno status diverso e per andare ai quali occorre passare una vera e propria frontiera, controllo passaporti ecc.

Il volo Chongqing Airlines, parte del gruppo China Southern, niente di speciale. Arrivo a Chongqing in serata, bell'aeroporto, migliaia di taxi ad aspettare. Ne prendiamo uno ma non è molto gentile. Non lo sono mai, non aiutano con le valige, parlano poco, spesso fumano.

A Chongqing aeroporto grande e ordinato, pulito. Centinaia di taxi che aspettano clienti, partiamo e arriviamo a casa, in centro della megalopoli, in poco più di mezz'ora, traffico abbastanza intenso ma scorrevole. Lifang paga con WeChat (Of course, no cash we are Chinese) e siamo a casa.

Sistemati i bagagli scendiamo a cena. Vivremo per un mese in un quartiere abbastanza moderno, con molti negozi e ristoranti. Tra questi innumerevoli hot pot, la specialità del Sichuan di cui Chongqing fa culturalmente parte.

Grande padellone al centro del tavolo con brodo piccante o no, spesso entrambi in vaschette separate, in cui i commensali mettono pezzi di carne, pesce e verdure per cuocerli a loro piacimento.



04 October 2019

Grappa con mio suocero a Guiyang

Il rapporto con i miei suoceri non è facile, il che non costituisce in sé una grossa sorpresa. La difficoltà, anzi l'impossibilità, di comunicare se non tramite l'interpretazione di Lifang, è il problema minore. Forse magari rende le cose meno difficile e complicate. Loro non possono lamentarsi direttamente con me di nulla, io non posso dire mai una parola sbagliata al momento sbagliato, come probabilmente farei, come fanno tutti i generi, se potessimo parlarci. 

Ma il mio cinese è troppo limitato e poi studio il mandarino, mentre loro parlano rigorosamente in dialetto hunanese. Il mandarino lo capiscono, e mio suocero lo parla pure, ma mia suocera nulla. Ho imparato a dire qualche parola in dialetto, così tanto per fare, tipo quanto mi piace questo piatto cucinato da te, o come fa caldo oggi.

Il problema è che, anche se mi hanno accettato in famiglia dal 2015, quando Lifang mi ha presentato a loro, in realtà sono sempre un po' un corpo estraneo, soprattutto agli occhi dei parenti, cugini, zii, e poi degli altri clan del villaggio (il cognome Yan è condiviso da tutto il villaggio di Yan Jia, che vuol dire "la casa degli Yan", in pratica un grande clan anche se non sono tutti imparentati tra di loro a rigor di termine) la cui opinione conta più qualunque regolamento promulgato dal partito. Un po’ perché straniero, un po’ per la differenza di età.

Anche questo non mi dovrebbe sorprendere, era la stessa cosa con la mia famiglia quando avevamo contatti più frequenti con i parenti del sud dell'Italia. La decisione di fare qualcosa dipendeva da considerazioni come "ma che figura ci facciamo", oppure " ma che diranno i parenti?", o ancora "che penserà la gente?"

Però per me di tempo ne è passato, ed ora, come si dice a Roma, non me ne potrebbe fregare di meno di quello che pensano o dicono i parenti ed i vicini delle mie scelte di vita. Del resto i parenti ed i vicini neanche sanno molto di quelle scelte, quindi non hanno modo di farsi un'opinione di qualunque genere.

Ma nel villaggio tutti sanno ancora tutto di tutti gli altri. E anche di quelli che non ci sono ma che sono in qualche modo imparentati. Quindi un italiano "maturo" che sposa la stella ascendente del villaggio (mia moglie Lifang) fa scalpore. E quindi io ne devo restar fuori: non andare al villaggio ed avere contatti solo con alcuni sceltissimi parenti, quelli che comunque storceranno il naso ma forse meno di altri. 

Invece va molto meglio, almeno mi pare, con i vicini di casa di Guiyang, gente più moderna, ricca, forse anche un pochino più istruita. Non che siano particolarmente aperti o cosmopoliti. Nessuno di loro ha mai viaggiato fuori del paese, la maggior parte non ha mai lasciato l'Hunan, non parlano una parola di lingue straniere e fanno di tutto per tenere i figli vicino casa per gli studi e anche quando si sposano.

Però hanno un'idea che c'è un altro mondo, da qualche parte, là fuori. Intanto hanno la televisione e i giovani sono su internet dalla mattina alla sera. Veramente la televisione e internet ce l'hanno anche al villaggio di Yan Jia adesso, ma forse li usano meno, non sono sicuro.

Fatto sta che con i vicini di casa di Guiyang andiamo d'accordissimo, parliamo in mandarino (sempre con traduzione oppure con mie frasi molto semplici), scherziamo, ci scambiamo regali e ci portiamo cibo a vicenda attraversando il piccolo pianerottolo. 

L'altro giorno ho cucinato i bucatini alla carbonara e ho suonato al campanello, ha risposto Aiyi e gliene ho offerto un piatto fumanti, davanti all'ascensore, raccomandandole di mangiarli caldi! Era visibilmente contenta, non so se più per la novità gastronomica o la sorpresa.

Chissà forse un giorno passerà tutto. Forse andrò a Yan Jia. Forse quando avremo dei figli, se li avremo. O forse quando saremo tutti troppo vecchi e nessuno ci farà caso. Spero presto potrò vedere i luoghi dove è nata e cresciuta mia moglie. Potrò vedere la grande porta del villaggio con l'architrave su cui sono dipinti i ritratti di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Ho il sentore che non saranno lì per sempre. Forse ci dipingeranno sopra quello di Xi.

Comunque mio suocero è molto simpatico, soprattutto quando condividiamo una bottiglia di grappa italiana portata qui da amici in visita dal Trentino. Anche mia suocera è (quasi sempre) simpatica, mi piacerebbe sapere quanto sono simpatico io a lei.

01 October 2019

Festa nazionale, 70 anni dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese

La prima cosa che mi ha colpito della grande parata militare organizzata a Pechino, dicono che sia la più imponente della storia della Cinam, non sono stati i missili e i carri armati. È stata una fotografia, anzi una gigantografia posta nel bel mezzo della piazza perché tutti la potessero vedere bene, di persona o alla televisione. Il ritratto a mezzo busto era quello di Sun Yatsen. Sun, il rivoluzionario che depose l'ultimo imperatore e fondò la Repubblica di Cina. Non la Repubblica popolare il cui anniversario si festeggia oggi, fondata da Mao il 1 ottobre 1949, ma la prima repubblica della nazione cinese, fondata nel 1912.

Ovviamente queste cose non sono mai casuali. Sapevo che il PCC aveva sempre rispettato Sun come un padre della patria, come del resto fa Taiwan, ma a Pechino dopo il 1949 lo scranno più alto, l'altare più sacro, sono sempre stati riservati a Mao. 

La mia interpretazione è che con Xi Jinping la Cina stia recuperando un'identità nazionale, di cui Sun è la massima espressione storica contemporanea per tutti i cinesi, anche quelli di Taiwan, che potrebbe prendere il sopravvento sull'identità socialista rappresentata da Mao. Oppure potrebbe essere un tentativo di cooptare il carisma di Sun nell'albero genealogico della Repubblica Popolare.

Il presidente Xi Jinping sta in piedi al centro della tribuna sovrastante la grande piazza Tiananmen (Porta della Pace Celeste), e indossa un vestito sullo stile Sun Yatsen. Invece tutti gli altri alti dirigenti, membri del Comitato Permanente del politburo, indossano un completo nero all'occidentale. Non è un caso neanche questo. Xi si presenta come l'erede di Sun.

Jiang Zemin siede pallido su una carrozzella, e Hu Jintao, capigliatura imbiancata da quando non è più presidente, stanno ai fianchi di Xi, ben distanziati.

A un certo punto Xi si allontana, scende dalla tribuna e prende posto, in piedi, in un'auto aperta, e inizia un lungo giro per passare in rivista missili, cannoni e truppe di esercito, marina e aeronautica.

Ci sono centinaia di migliaia di persone tra militari in parata e civili del pubblico. Non mi sorprenderebbe se si superasse il milione. Carri enormi, ciascuno di ogni provincia della Cina, scorrono festosi in fila indiana. L'occasione è solenne ma i carri assomigliano più a quelli di una festa di carnevale, come ne ho visti a Viareggio, a Nizza, in Belgio. Lo scrivo con rispetto, so che lo spirito è diverso. E poi i carri non sono mascherati, non in modo plateale almeno, anche se molto colorati.

Ogni carro porta una ventina di persone, tranne quello di Hong Kong, su cui salutano sì e no una mezza dozzina di ragazzi.

Scorrono anche carri festosi con grandi immagini di Mao, di Deng Xiaoping e poi di Xi Jinping, sempre un po’ in disparte.

Volano aerei militari in flyby, elicotteri con enormi bandiere appese sotto di loro, tenute dritte da grosse zavorre.

Arei da caccia, da trasporto, da avvistamento (early warning) anche aviocisterne da rifornimento in volo. E poi drones, ma questi ultimi sono mostrati a terra, montati su grandi camion, non in volo.

Passano infine enormi missili intercontinentali, alcuni dei quali mostrati per la prima volta in pubblico.

I soldati marciano al passo dell'oca, hanno un'espressione seria e determinata, alcuni direi minacciosa. Sembrano urlare a squarciagola, forse inni militari o slogan, ma alla televisione non possiamo sentire cosa dicono. Anche migliaia di soldatesse, vestite con giacche rosse e gonne bianche, che però hanno un aspetto più gentile, pur accollandosi pesanti armi automatiche come i colleghi uomini.

Tutta la manifestazione è incentrata sul leader, forse nasce un nuovo culto della personalità? Xi non è ancora un nuovo Mao, ma forse fra qualche tempo... La foto del grande timoniere è ancora lì, sul muro della città proibita, nessuno osa metterlo in discussione anche se oggi la Cina fa quasi tutto il contrario di quello che Mao predicava e faceva.

Ieri Xi è stato il primo presidente a visitare il mausoleo di Mao, dall'altra parte della piazza, non lo aveva mai fatto nessun altro leader il giorno prima della festa nazionale. Queste cose non succedono per caso.

30 September 2019

Preparazione dell'anniversario di domani

Piazza Ouyanghai, accanto al Parco della Giada di Guiyang. Carino il parco dietro casa, e stasera molto frequentato.

Però, a differenza degli altri giorni, oggi non è consentito ballare o vendere alcunché, perché domani è il 70° anniversario della fondazione della repubblica popolare cinese e non sarebbe rispettoso. Non sono sicuro di capire ma va bene così, atmosfera allegra. Temperatura piacevole, settembre si conferma essere il mese migliore per visitare Guiyang, non troppo caldo come agosto e non troppo freddo come l'inverno continentale.

Non si balla ma si canta, e un signore di mezza età ha sistemato un grande altoparlante con video su cui fa girare video di karaoke. Tanti ragazzi pagano per fargli suonare qualcosa e cantare. Il karaoke è di origine giapponese ma è diventato estremamente popolare in Cina.

Altri ragazzi, adolescenti più impegnati, ripassano parole, musica e danze per i festeggiamenti di domani. Gruppi di una ventina di giovani con una capobanda che scandisce parole e movimenti, mentre tutti sventolano bandierine rosse con stelline dorate. Domani sarà una commemorazione solenne.

In realtà qualcuno che vende c'è: piccoli gruppi di ragazzi e soprattutto ragazze con maglietta rossa vendono bandierine nazionali rosse con le cinque stelle e dicono che il ricavato va ricavato alle case per anziani.

29 September 2019

Amici, cena di pesce e sigaro

Nel pomeriggio a trovarci un'amica di liceo di Lifang si fa chiamare Mosquito, zanzara! Curioso soprannome. Prendiamo il tè da noi lei ci porta un dragon fruit molto dolce. Le lascio chiacchierare tra di loro, non voglio pesare chiedendo sempre di tradurre e Zanzara non parla inglese.

Poi viene a prenderci il marito in auto, appassionato di sigari, vivono in un a Pechino dove ha un buon humidor per vino e sigari! Andiamo tutti a cena resort poco fuori città, ristorante presso laghetto. Lunga passeggiata lungo il laghetto prima di cena, al tramonto.

ristorante sul lago
Il ristorante è costituito, come spesso da queste parti, di grandi sale chiuse che vengono affittate a gruppi di amici o famiglie, che così mangiano in privato. C'è anche un grande acquario pieno di pesci che assomigliano a salmoni, e che vengono cucinati su richiesta degli avventori. Grande piatto rotondo girevole al centro del nostro tavolo, abbondante menu di carne pesce... Insalata di pelle di pesce con cetrioli e peperoncino. Slurp

salmone fresco?


Mosquito vuole parlare di politica lei è membro del CPC vuole sapere cosa penso di Hong Kong, dove da vari mesi si susseguono manifestazioni anche violente di dimostranti che vogliono mantenere le libertà della loro città. Le rispondo che sono d'accordo con la frase "un paese due sistemi" escogitato da Deng Xiaoping. Lei mi chiede se quindi penso che Hong Kong faccia parte della Cina e gli altri paesi debbano farsi i fatti loro. Rispondo che sì è questione interna cinese perché "un paese", ma è altrettanto importante rispettare i "due sistemi", impegno di Deng con Thatcher.

Dopo cena fumiamo un bel sigaro insieme al marito. Non possiamo parlare, ma ci capiamo.