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12 October 2019

Tempio Sikh e ristorante italiano

Mi avvio a piedi verso un tempio Sikh, ma fa troppo caldo e mi piego alla forza maggiore ordinando un "Grab" la versione locale di Uber, solo più economica e rapidissima.

Arriviamo dopo pochi minuti, scendo e mi avvio all'interno. Da fuori non dice nulla, non ci sarei mai entrato se non me lo avesse consigliato un conoscente locale.

Al tempio vengo accolto un po' freddamente da un omone al botteghino, mi presta un fazzoletto per coprirmi la testa. C'è una piccola sala per pregare e una molto più grande sala per mangiare.

In una enorme cucina con pentoloni che sembrano piccole vasche da bagno sono al lavoro i cuochi. Uomini e donne al lavoro, gli uomini cucinano mentre le donne preparano l'impasto per somoza. Alcuni ragazzi sulla trentina, sorridenti e disinvolti, scaldano l'olio nei pentoloni mentre altri pre

Prima scaldano olio, ne versano forse 30 litri in una pentola, quando bolle ci versano impasto vegetariano. Intanto su una griglia grande come un tavolo da biliardo preparano le cialde rotonde e riso e quando sono pronti ne assaggio un piatto molto saporito.








La sera cambio radicalmente cucina!

vera caprese italiana

Carpaccio di ricciola
La sera cedo ad una tentazione come non faccio mai: vado ad un ristorante italiano all'estero. Non conviene quasi ma, quello buoni costano troppo e quelli economici fanno pena. Ha ragione mia moglie a dire che il rapporto qualità prezzo è molto meglio in quelli cinesi. Buon italiano estero diventa troppo spesso alta cucina. Ma non mangio italiano da oltre un mese e ne ho voglia.

Il ristorante italiano stasera si chiama "Otto", perché 8 è il numero fortunato dei cinesi e perché han cominciato nel 2008. Il patron Paolo è ligure con socio chef di Treviso, Sta da 11 anni a Singapore, propone un Fine Dining creativo. Scelgo un menù degustazione. Piatti caldi, buon segno.

Maialino da latte croccante



ravioli al brasato di vitello

L'olio d'oliva è servito in un padellino microscopico, devo sempre chiedere di rabboccare come fosse oro liquido ma sono molto gentili e generosi e me lo rabboccano un sacco di volte.

Il menù è di grande soddisfazione, sia di quantità che di qualità. L'ho recensito qui.

Accanto a me un tavolo di malesi, evidentemente danarosi, Paolo mi dice che sono clienti abituali. Partono di Solaia, resto colpito ma solo per poco per minuto dopo Paolo stappa un Sassicaia 2003! Costa 808 sing dollari, prezzi finiscono quasi sempre in 8, per invogliare i clienti cinesi.





12 February 2019

Tempi di Confucio e Dalondong Baoan, Taipei

Oggi giornata di templi. Dapprima il Tempio di Confucio. Mi pareva strano leggere che ci sia un tempio, edificio adibito al culto religioso, per un personaggio come Confucio, che per tutti i suoi indiscussi meriti non è una divinità. All'ingresso, un cartello in inglese e cinese ci informa della tribolata storia del pensiero del grande saggio:

La scuola confuciana è stata fondata da Confucio stesso. Questo evento ha segnato la prima volta che il sistema educativo delle classi dirigenti è stato scardinato in tutta la storia cinese. Il sistema  "L'apprendimento è prerogativa dei governanti" è stato ribaltato perché "l'istruzione non conosce discriminazioni pregiudizievoli", consentendo all'apprendimento e alla cultura di diffondersi a strati sempre più ampi della popolazione.

Qinshihuang, il primo imperatore della Cina unificata, rispettava però i "legalisti" alla vecchia maniera, e ordinò di bruciare libri e seppellire gli studiosi, praticamente eliminando il pensiero confuciano. Fu solo durante la dinastia Han, quando si comprese che il governo benevolo era il fondamento per una stabilità duratura, che il pensiero confuciano prese ancora una volta piede nel paese. Dal momento in cui la scuola confuciana divenne mainstream, i Quattro libri e i Cinque classici sono stati oggetto di ampie ricerche.

Tempio di Confucio

Il tempio è stato costruito e distrutto a varie riprese tra il XIX secolo e l'inizio del XX, sotto l'occupazione dei giapponesi che non vedevano di buon occhio il confucianesimo.

La Sala Dacheng è l'edificio principale del Tempio, progettato da un maestro falegname, Yishun Wang, di Quanzhou nel 1925 e completato nel 1929. Qui sono custodite le tavolette di Confucio, insieme con le spoglie di quattro "santi" e 12 filosofi. Lo stile architettonico è stato ispirato dall'arte tradizionale del sud della Cina. Costruita con 42 enormi pilastri in pietra, la sala è stata pensata per essere grandiosa. Sul soffitto ottagonale, 24 mensole concentriche, dette "ragnatela". Questo design delicato e allo stesso tempo imponente è una delle opere architettoniche distintive di Yishun Wang.

Ci si pone il problema del pranzo, non ci sono ristoranti in vista e non vorremmo allontanarci troppo dalla zona: abbiamo in programma per il pomeriggio il tempio di Dalongdong, o Baoan, dedicato alle religioni tradizionali di Taiwan, appartenenti alla cultura delle etnie che abitavano qui prima che arrivassero i cinesi.

Dalondong



Offriamo incenso che compriamo da una signora dallo sguardo molto serio, è un rito che mi tocca ogni volta quello di accendere i bastoncini e infilarli nella cenere delle migliaia di altri bastoncini che riempie i grandi calderoni di bronzo.


Subito fuori il tempio si staglia verso il cielo una grande torre, alla base della quale è ricavato un grande foro che potrebbe sembrare un forno a legna, nel profondo del quale si scorgono le vampate di un grande fuoco, vivacissimo, nel quale i fedeli bruciano finte banconote in omaggio agli antenati. Cosa che naturalmente facciamo anche noi.

Troviamo un buchetto di ristorantino che ci prepara un vassoio di riso e carne da asporto, e ce l'andiamo a mangiare in un giardino accanto al tempio di Confucio, attrezzato con comodi tavolini sistemati sotto alcune tettoie rosse tipo pagoda. Piacevole mangiare al fresco davanti ad allegri zampilli lanciati dalle paurose bocche di dragoni che troneggiano nel bel mezzo di fontane multiformi.

11 February 2019

Taipei Tianhou and Qingshui temples

Giornata dedicata ai templi, una parte così importante di Taipei. Per primo il tempio di Tianhou (la principessa del cielo) dedicato a Mazu. 

Il tempio è talmente seppellito in anonimi palazzoni moderni che quasi non si vede, anzi senza quasi, non si vede proprio se uno non lo cerca. Quando ci siamo arrivati non lo abbiamo neanche notato, mi credevo di aver sbagliato con il mio navigatore. Ma avendo notato su Googlemaps che c'era un importante tempio sulla nostra strada abbiamo cercato meglio.

Il tempio è talmente seppellito in anonimi palazzoni moderni che quasi non si vede, anzi senza quasi, non si vede proprio se uno non lo cerca. Noi stavamo andando altrove (vedi sotto) e confesso che lo abbiamo trovato solo quando ho aguzzato gli occhi, avendo notato su Googlemaps che c'era un importante tempio sulla nostra strada. 

Nello stesso edificio c'è un museo della moda, che per un attimo ci ha distratto ma poi abbiamo lasciato perdere.

Un posto dove si respira misticismo. Molte donne. 

Alcune offrono il tradizionale incenso, ma ce n'è un gruppo che canta preghiere.

 

 Dopo il museo acciuffiamo un rapido spuntino: zuppa di intestino di maiale, si chiama "lu rou fan" ed è molto tipica di Taiwan. Sapore agrodolce, consistenza morbida ma corposa.

Taipei si conferma il paradiso dello "street food", ma il meglio verrà più tardi.



Bangla Qingshui temple found by chance on my way to Bangka old street.


 

Infine Lunshan temple, bombes mosquitoes people escaped Buddha not hurt (to be completed)

Cena al mercato notturno di Huazi: jiao zi, raviolone al vapore con grasso di maiae e noccioline grattugiate e spolverato di coriandolo. E poi ... "deretani di gallina allo spiedo"! Ottimo, caldo e croccante, anche se c'è molta pelle del pollo, che il mio dottore mi ha detto di non mangiare se possibile, ma stasera il mio dottore non c'è e ho deciso che non glielo dirò!




21 September 2018

Temples in Hangzhou

After breakfast we take a trusted Didi car to the old city street, then walk up to the Dongyue temple. As soon as we arrived and walked inside the temple it started pouring cat and dogs. Not so convenient for walking around but it made for a picturesque scenery and it cooled down the air.

Three ladies are silently practicing tachi by entrance to the temple, completely oblivious to our presence.

The temple is from the Song dynasty and it contains Tao figures from before tang dynasty as well as big paintings celebrating inauguration of an emperor of the dynasty. We spend quite a bit of time looking at pictures for details. These celebrations lasted 67 days and cost 8 million yuan which at the time was an enormous amount of money.

The highlight of the day is our visit to the temple of the Soul's Retreat. It is a huge complex of several temples. As we walk in past the electronic ticket check we are greeted by a long series of Buddhas carved in the stone of the adjacent hills.

In the first temple a couple paid the monks to get their blessing. It was not their wedding, that had been done before, but a kind of enactment of a ceremony that to my untrained eye looked like a wedding. The groom is dressed very casually, just a cheap t-shirt really, while she is a little bit more elegant, but still no wedding attire of any kind. The monks, some thirty of them, gather at one corner of the temple and recite their mantras while the couple make an offer to a small altar lit by a few candles.

They then move to centerstage for more blessings and some drum playing by the monks.

We finally go outside with them and place incense sticks in a large bronze cauldron by the back door.

We spend the rest of the afternoon wandering around the huge complex. I can't see any foreign tourist, though there are many Chinese visitors, including quite a few pilgrims.

In one building we find a traditional writing desk with brushed and ink for people to try their calligraphy. More interestingly, there is a set of traditional robes and hats, for man and woman, for any one to try on for free. There is no one to be seen so my wife and I take our turns at dressing up and posing as a traditional Song dynasty family!

I rang a huge bell after reciting some vows.




Dinner is back at Grandma, this time we share a table with a couple of middle-aged and rather large Chinese guys who keep ordering more food than they can possibly ingest. That seems to be a recurring trait in upscale restaurants in China. Maybe they do it to show off, I am not sure. Maybe the sudden abundance of wealth and food over the last few years still needs to be matched with a culture of avoiding waste.

19 September 2018

Hangzhou: Confucius temple and pork intestine

Large temple dedicated to Confucius near our hotel. I am almost the only visitor or maybe just three or four couples share the quiet air conditioned rooms and courtyards with me

There is a large collection of Stèles inscribed with figures of wise men and confucian texts. Many have been heavily damaged over the centuries but have now been meticulously restored and preserved. A serene place that I am sorry to leave.

I reflect how this is in stark contrast with the way that treasures were treated in recent past when doing the cultural revolution the red the guards destroyed with abandon anything that had to do with ancient Chinese culture.

Later took a walk around the west lake shore. I sat down and absorbed the landscape on a bench by the water. Lots of Chinese tourists and and all the German or French here and there. it is very hot and humid otherwise I would have taken a ride on one of the gondolas that ferry tourists around the lake.

I have lunch at the Grandma restaurant, which served all kinds of enticing food whose pictures were printed on a large menu together with the English translation . Today I went for green peas and braised intestine of pig. Peas are not that different from how we would prepare them in Italy, sweet tendency. Intestine is tender, a tad on the rubbery side but not chewy. It melts well in the mouth with minimal effort.

When I was finished the waiter presented the alipay barcode to me to pay electronically which however I could not do it. I am not allowed to open an Alipay account without a Chinese identification. I will have to look more into it as I have seen Alipay used outside China. So I have to pay with cash which made me look very much XIX century. Everybody else paid with their phones. I am not sure they even take credit cards I haven't seen anybody using credit cards in China these days except perhaps at big hotels. It seems China has leapt forward from cash to electronic payments via mobile telephone, largely skipping the credit card era together.

After lunch I walked around a bit more and then made it back to my hotel just in time before the heavens opened up and a heavy downpour put an end to my explorations for the day.

17 September 2016

Nanshan: tempio e parco

Oggi gita a Nanshan, un parco di natura e cultura incentrato sulla grande statua della dea Guan Yin. 

In albergo chiamiamo un fidato Didi: 110 Rmb (13 euro circa) e via! La strada è eccellente, il traffico fila via liscio, in meno di un'ora siamo arrivati.

Il tempio principale è stato costruito nel 1988 per celebrare 2.000 annid di buddhismo in Cina. Meno male che l'anniversario cadeva nel 1988, fosse stato il 1958 o il 1968, con Mao al potere, sarebbe stata tutta un'altra musica. Comunque questa data è ovviamente da considerarsi convenzionale. Duemila anni nel 1988 vorrebbe dire che il buddhismo sarebbe arrivato in Cina nel 12 a.C., mentre ci sono numerose testimonianze che in realtà sia arrivato molto prima. Ma non è importante.


Il maestoso complesso, oltre 34 chilometri quadrati, di cui 4 ettari per il tempio, è molto piacevole, sereno. Si paga un biglietto di ingresso e poi si può scorrazzare tutto il giorno su e giù per i vialetti fioriti, ed entrare nei templi a pregare o meditare. Ovviamente ci sono diversi ristorantini di cucina locale.

Il punto forte del tutto è la statua della dea Guan Yin, la dea della compassione. Alta 108 metri (sempre il numero 8 finale, portafortuna onnipresente in Cina), è la più alta statua della dea al mondo.

la dea Guan Yin

Non mancano gli altari dove deporre tavolette votive, e naturalmente non ci facciamo scappare l'occasione per rafforzare i buoni auspici al matrimonio che abbiamo appena celebrato l'altro ieri.

tavoletta votiva per suggellare un buon matrimonio!

Ci sarebbero state altre cosa da vedere, tempietti, giardini, ma alle 4 del pomeriggio i miei suoceri avevano fame e ci siamo fermati in un ristorantino a mangiare un po' di carne e ortaggi ripassati nel wok. È subito venuta fame anche a me! Il complesso è enorme, spero ci potremo tornare.

Hainan è stato un posto indimenticabile per il nostro matrimonio cinese, spero di tornare e passarci più tempo senza lo stress del matrimonio (scherzo ero contento!) per poter girare e visitare in lungo e in largo.

16 May 2012

Film Review: Samsara (2001), by Pan Nalin, ****

Synopsis

The film was released in 2001 and remains a classic in its genre. A spiritual love-story set in the majestic landscape of Ladakh, Himalayas. Samsara is a quest; one man's struggle to find spiritual Enlightenment by renouncing the world. And one woman's struggle to keep her enlightened love and life in the world. But their destiny turns, twists and comes to a surprise ending... Written by Monsoon Films. Tashi has been raised as a Buddhist monk since age five. When he gets erotic phantasms as an adolescent, his spiritual master decides it's time to taste profane life, sending him on a journey in the real Himalayan world. Once he is told his hottest dream was real, Tashi decides to leave the monastery and marries Pema, the daughter of a rich farmer, who was actually engaged with local stone-mason Jamayang. The ex-lama soon becomes a rich land-owner himself, and makes a killing from his harvest by bringing it to the city instead of selling at half price to the local merchant Dewa, but half of his next harvest perishes in a fire, yet he comes trough and raises a bright son, Karma. After committing infidelity, contemplated for years, and as he later hears from the promiscuous Indian labourer girl, Tashi reconsiders his life... Written by KGF Vissers

27 August 2010

16° g - 27 AGO: Manali – Chandigarh, km 350

Partiamo alle 8, Thakur ci affida a due Toyota Innova fiammanti, con due autisti impeccabili e un po' formali e taciturni, ma comunque bravi nel loro mestiere. Scendiamo nella valle di Kullu. Verdissima, meleti e fabbriche di scialli. Ci fermiamo al mercato di Manali, frutta, verdura di più... coloratissimo e puzzonentissimo, ma ovviamente anche molto fotogenico!

21 February 2010

Taipei: National Palace Museum, 101, Longshan temple

National Palace Museum
My morning is entirely devoted to the National Palace Museum. I was here eight years ago but I am just as excited today. The best museum for Chinese art in the world. The story is well known. Chiang kai-shek took about 20,000 trunks wirth of art from the imperial collection of the forbidden city when he had to leave Beijing during the civil war. All that stuff traveled around China, but when Chiang saw that he was losing to mao, he had his staff pack "only" about 7,000 trunks of the best items and shipped it over to Taiwan. This treasure is still a major bone of contention with Beijing, though in recent years there have been cooperation programs with museums in the mainland.

This is la crème de la crème of Chinese art, collected by emperors as far back as the Tang dynasty. Chiang had a nuclear bomb proof vault buil in a mountain next to Taipei and then, next to the mountain, this museum. The world is lucky that the stuff is here, or it would probably have been dstroyed during the cultural revolution in China. Today, only about one percent of the items are on display, and the Museum's staff rotates it ever so many months. Incredibly refined, pottery, ceramics, calligraphy, jewellery, jade, bronze...

I can see myself coming back here many, many times...

Leaving the Museum I head to the XXI symbol of pride of Taiwan, Taipei 101. When it was completed in 2004 it was the tallest building in the world, and it remained that until last month, when Burj Khalifa opened in Dubai. Taipei 101 is a controversial project. My friend S., who openly sympathizes for the independentist school of thought in Taiwan, says it was not really necessary and it was motly a trick by the Nationalists to impress an increasingly disillusioned electorate.

Taipei 101


Moving fast in 101 elevator
Be that as it may, it is still impressive. Inside, there is a slurpy food center in the basement. Then several floors of shopping mall, and what a shopping mall! Luxur brands from all over the world and a pleasant yet awe inspiring carousel of escalators, lifts, lights, and immense empty spaces that provide a welcoming and warm atmosphere.

At the top, it is cold and windy today. Not the best day to enjoy the landscape. I don't spend much time there, but again I must admit to being impressed: this time by the elevator, the fastest (at this time) in the world, going up and down at 17 meters per second without the slightest discomfort for the user. Well, may I should say the traveler, since it's over half a kilometer up from ground level!
Inside 101


An impressive 730 tons tuned mass damper is installed near the top to absorb shocks caused by wind or earthquakes.

tuned mass damper in 101
In the evening I went to the Longshan temple, where I spent some time looking at the faithful perform Buddhist ceremonies and giving offerings. It is a mystic atmosphere, welcoming and somewhat magic. Free CDs with Buddhist music ara available.
Longshan temple


03 January 2003

17° g - 3 GEN: Aurangabad, Ellora, treno per Mumbai

Giro della città: le grotte di Aurangabad sono meno grandiose di Ellora ma non ci va quasi nessuno e sono quindi molto più godibili.

Una in particolare mi è parsa interessante perché conteneva, una affianco all'altra, due statue, di Buddha e Ganesh. Induismo e buddhismo fratelli! Sappiamo che gli induisti considerano Buddha una reincarnazione di Vishnu, l'ultima, ma non mi  era mai capitato di vedere le due figure insieme.

C'è anche una sorta di mini-Taj Mahal, il Bibi Ka Maqbara, che risulta un po' patetico dopo aver visto quello "vero" ad Agra, ma che altrimenti farebbe anche la sua figura. Aurangzeb voleva chiaramente emulare il padre Shah Jahan quando lo costruì, tra il 1660 e il 1669 per la sua prima e più importante moglie. Dilras Banu Begum, di origine persiana, era morta a soli 32 anni di età (circa... non si conosce esattamente la data della sua nascita), probabilmente partorendo il quinto figlio di Aurangzeb.

Visitiamo anche una moschea, dove sono costernato di leggere all'ingresso che l'accesso è vietato alle donne. Ho visto in passato templi induisti o jainisti dove era vietato l'ingresso alle donne con le mestruazioni ( chi controlla?) ma qui non possono entrare mai!

Consiglio di tralasciare invece il mulino di Panchaki,  anche Daulatabad e concentrarsi su Ellora.

Nel pomeriggio ad Ellora, dove restiamo per circa 4 ore, fino al tramonto, ma se ne sarebbero potute passare altre 4 senza annoiarsi affatto. Spettacolare sito di templi induisti, buddisti e jainisti uno affianco all'altro. Tutti scavati nella montagna.

Abbiamo aspettato apposta il pomeriggio per la visita perché oggi è particolarmente caldo ed umido, sarebbe stato insopportabile a mezzogiorno.

Aggancio un custode che mi porta in giro con la sua torcia elettrica, mi fa vedere pitture murali che altrimenti mi sarebbero probabilmente sfuggite.

Mi avvicinano un paio di ragazzotti che mi chiedono di cambiare 4 dollari americani che hanno rimediato chissà come e gli faccio volentieri il favore. Poi capisco: cercano di vendermi monetine (probabilmente false!) del periodo Moghul. Ecco come hanno rimediato dollari, vendendo ai turisti.

Il sito è vastissimo, lunghe camminate o passaggi in rickshaw. Ci sono solo turisti indiani, pochissimi stranieri. Forse la paura del terrorismo che recentemente ha rialzato la testa in India, forse delle scaramucce con il Pakistan.

Piacevole la scalata per il sentiero intorno alla grotta N.16, vale la pena farne il periplo, ottimi spunti fotografici. Per fotografare nelle grotte si è ripetuto quello che ci era successo ad Ajanta: niente flash o treppiede ma con una mancetta almeno il monopiede me lo fanno usare. Non abuserò! Le mie modeste foto non saranno commercializzate.

Torniamo quindi in albergo (ci hanno lasciato tre stanze per farci una doccia) e impacchettare tutto per il trasferimento a Bombay – il nuovo nome dal 1996 è Mumbai ma gli Indiani continuano ad usare il vecchio... Mi avvicina un negoziante di seta che mi propone di portargli il gruppo che guido ed in cambio offre il solito 30% di provvigione, ma non ho né tempo né voglia e lascio perdere.

In serata ci facciamo accompagnare alla stazione per prendere il treno e affrontare un'altra notte in cuccetta.

02 January 2003

16° g - 2 GEN: Ajanta - Aurangabad, 200km, 5 ore

Al mattino presto mi si presentano gli autisti in camera che rivogliono i soldi che ci hanno prestato! Come se potessimo scappare via...

Partenza per le grotte di Ajanta, dove passiamo circa 4 ore. Ne vale la pena. Ricordarsi di portare le torce elettriche per vedere all’interno. Consiglio vivamente di non cercare di vedere sia Ajanta che Ellora nello stesso giorno. Come tempi ci si può anche rientrare ma si rischia di correre.

Per fortuna ho portato pellicole ad altissima sensibilità per far foto all’interno, in molte grotte non si può usare né flash né monopiede/treppiede. In realtà poi il custode di una grotta mi ha fatto capire che se gli davo una mancia ci avrebbe fatto usare il treppiede. Paolo allunga due euro ed è fatta. Il divieto di usare il treppiede serve ad evitare una produzione di foto commerciali senza pagare il dovuto, che non è certamente il nostro caso, quindi non mi pare si sia fatto niente di male!

Io ho usato un velvia 400 ASA tirato ad 800 ed era appena sufficiente per far foto a mano libera, magari appoggiandosi su muri o colonne.

Molti ragazzi in gita scolastica, tutti impeccabilmente vestiti con coloratissime uniformi all'inglese. Anche molte coppie di tutte le età. Noto una certa abbondanza di donne dalle dimensioni giunoniche, che però sono sempre di portamento elegante, e sprigionano un'erotismo primordiale che non saprei ben spiegare con il valore estetico delle loro caratteristiche somatiche. Forse è dovuto ai fianchi e al ventre sempre nudi sotto i veli colorati.

Il contrario di alcune turiste italiane che, come gli uomini, hanno sempre un maglione arrotolato attorno alla vita, anche se fa 25 gradi all'ombra, non si sa mai venisse un colpo d'aria fredda!!

L'autista si inventa un'altra delle sue scorciatoie, ma me ne accorgo troppo tardi per fermarlo. Quando vedo che siamo fuori rotta gli chiedo ma lui dice solo "Shortcut shortcut" scorciatoia, il che vuol dire meno chilometri ma molto più tempo per strade sgarrupate! Ma in India, almeno per gli autisti, il tempo costa poco, il gasolio di più. Per noi sicuramente il contrario ma guidano loro e ci dobbiamo adattare.

Arrivo in serata ad Aurangabad, la città che porta il nome del Gran Moghul che più di chiunque altro è responsabile per la distruzione di così tanta parte del patrimonio indù dell’India centrale.

Hotel: Meadows, consigliato da Sanjeev Chandra. Nuovi bungalow, carini e puliti, ma piuttosto decentrato. Un quarto d’ora di bus per andare in città. Non mi è piaciuto che mi sia venuto a cercare al ristorante dell’albergo, con la evidente complicità del gestore, un negoziante di stoffe ed artigianato che mi proponeva anche lui di darmi il 30% se gli avessi portato il gruppo in negozio.

Ristorante: Walla, conosciuto come “il Tandoor” vicino alla stazione ferroviaria. Ottimo tandoori, il padrone è simpatico, biascica anche un po’ di italiano (anche se noi abbiamo visto solo avventori indiani).

01 January 2002

11. - 1 January 2002: drive to Madurai

PLACEHOLDER

Start of the new year.

Morning depart for Madurai, the famous temple town (3-4hrs).

Later in the evening visit the famed Meenakshi Temple to attend athe evening prayer ceremony.

Overnight stay. Taj Garden Retreat/Madurai