Un vero viaggio di avventura per una donna sola che si mette in testa di attraversare una collana di paesi islamici, dalla Turchia all'Iran, all'Afghanistan, al Pakistan, fino all'India e qui si ferma il racconto mentre il viaggio prosegue fino all'Asia estrema. Una donna sola nel profondo dell'islam con i mezzi più disparati, sulle vie più diverse, treno, tram, auto, autobus, a piedi. Nel 1973 l'integralismo islamico non si era ancora risvegliato, erano in evidenza la grande poesia musulmana e i valori culturali delle etnie turche e curde, e quella del nobile, eroico popolo afgano. Però attraversare Turchia, Iran, Afghanistan e Pakistan voleva dire addentrarsi nel cuore di una civiltà in cui le donne non hanno personalità giuridica, possiedono diritti parziali sulla proprietà e nessun diritto sui figli, e dove il fatto che una donna cammini per strada da sola è talmente insolito da essere pericoloso. Accanto al racconto del viaggio vero e proprio, l'autrice ci intrattiene con le sue ricerche di carattere antropologico attraverso osservazioni che fanno del libro una raccolta di informazioni scientifiche.
Recensione
Un'occhiata al mondo musulmano dell'Asia sud-occidentale da una donna di grande sensibilità. Mi ha toccato specialmente la descrizione dei suoi incontri in Afghanistan. Da allora le cose sono peggiorate.