07 February 2022
Recensione libro: Metà Cielo, Mezza Luna (2005) di Silvia Codecasa, *****
27 July 2020
Film review: Queen of the Desert (2015) by Werner Herzog, *****
Gertrude Bell, a daughter of wealthy British parents, has no interest in the social life of the London elite. Balls, receptions and the British aristocracy bring her only boredom. She wants to study, learn and above all see the world.
Aspiring to have at least some kind of activity in her life, Gertrude decides to find freedom and move to be with her uncle, who occupies a high diplomatic position in Tehran. From Iran she moves on to Amman and Damascus, some of the main political centers in the crumbling Ottoman Empire.
So begins her lifelong adventure across the Arab world, a journey marked by danger, a passionate affair with a British officer, Henry Cadogan, and an encounter with the legendary T.E. Lawrence.
With an all-star cast, including Nicole Kidman, Robert Pattinson, Damien Lewis and James Franco, Queen of the Desert is the uplifting, inspiring and extraordinary true story of one woman who, against all odds, changed the course of history.
Review
A gripping historical film on the life of an extraordinary woman who carved the life she wanted out of a hard world made for men.
We learn a lot about life in the latter part of the Turkish occupation of what is now Jordan and Iraq, areas where nomads roamed free without borders and ancient religions perpetuated irreconcilable conflicts.
Never seeking power she ended up making political decisions that are still relevant in the Middle East a century later. It would have been interesting if the movie had shown why she helped certain tribes rise to power through British help and not others. In the end, a successful but unhappy woman who spent most of her life alone.
27 November 2009
Film review: Carnet d’un combattant kurde, by Stefano Savona, ****
Akif left Germany to join up with the PPK guerrilla fighters. His diary records the doubts, dreams and political discussions that the fighters share as they march through the mountains, and in the meetings where the women criticise male prejudices.
You can watch a trailer of the movie here.
Review
Stefano Savona proposes a unique opportunity to look at the Kurdish fighter groups from inside. We see how they train, eat, sleep, study and organize their society on the run. While one may feel some sympathy for young idealists trying to gain a homeland for their nation, I was rather appalled at how the commanders both indoctrinate these fighthers and send them to a hopeless death against the Turkish army.
Buy it on Amazon.fr, or Amazon.co.uk in both English and French.
La versione italiana è disponibile qui.
01 August 2009
Book Review: Monsieur Ibrahim and the Flowers of the Qu'ran, by Eric-Emmanuel Schmitt, ****
Internationally acclaimed play of cross-cultural friendship Paris in the 1960s. Thirteen-year-old Moses lives in the shadow of his less-than loving father. When he's caught stealing from wise old shopkeeper Monsieur Ibrahim, he discovers an unlikely friend and a whole new world. Together they embark on a journey that takes them from the streets of Paris to the whirling dervishes of the Golden Crescent. This delightful, moving play has already been a huge hit in Paris and New York. Performed in thirteen countries and published in twelve languages, it is also an award-winning film starring Omar Sharif.Monsieur Ibrahim and the Flowers of the Qur'an received its UK premiere at the Bush Theatre on 17 January 2006.
Recensione: Monsieur Ibrahim e i Fiori del Corano, du Eric-Emmanuel Schmitt, ****
Il breve intreccio di strade di un popolare quartiere parigino annovera vie che hanno il sapore delle favole: Rue Bleue, Rue de Paradis. Il quartiere dove abita l'adolescente Mose detto Momo, è pieno di vita e di luce, percorso da un'animazione popolare colorita e gaia, proprio l'opposto dell'appartamento in cui Momo vive con un padre, perennemente immerso nella penombra, eccettuato per il cono di luce serale che avvolge l'avvocato, senza affari e senza moglie, intento a leggere uno dei ponderosi volumi. Nonostante l'atmosfera pesante di una casa dalla quale l'amore sembra fuggito, Momo è un ragazzo dallo spirito aperto e curioso, ferito dalle accuse del padre e dalla sua indifferenza ma capace di reagire con una serie di spensierate trasgressioni.
22 August 2008
Recensione: La Quarta Sponda - La Guerra di Libia 1911-1912 (ed. 2007), di Sergio Romano, *****
Nascita e crescita dell'occupazione italiana in Libia |
Considerata a lungo un episodio poco luminoso del nostro nazionalismo, la guerra italo-turca fu in realtà molto più complessa, e meno provinciale, di quanto possa sembrare. La vollero non solo i nazionalisti, ma anche i cattolici, buona parte dei democratici e persino alcuni socialisti. Per ragioni diverse suscitò consensi nella borghesia del Nord e fra i contadini del Sud. Giovanni Giolitti, allora primo ministro, la preparò forse controvoglia perché il Paese gliela chiedeva.
L'Italia che guardava alla "quarta sponda" come alla terra promessa andò alla conquista della Libia per ansia di riscatto, ma, attaccando l'impero ottomano, rischiava di riaccendere un braciere tutt'altro che spento, con focolai prossimi a nuove scintille (crisi marocchina e guerre balcaniche) e che sarebbe esploso, due anni dopo, nel primo conflitto mondiale.
Ho letto l'edizione del 2007 ma il libro è di esattamente 30 anni prima.
Recensione
L'Italia il primo paese ad effettuare un bombardamento aereo |
Lettura piacevole ma che richiede un certo impegno e concentrazione, molto stimolante. Non molto utile invece il capitolo finale su Gheddafi, e destinato ad diventare obsoleto in breve tempo, al contrario del libro che probabilmente resterà valido nel tempo.
Utile anche un breve glossario alla fine, mentre come quasi sempre per i libri italiani manca un vero indice, c'è solo un indice dei nomi ed un sommario con titoli dei capitoli che comunque ne svelano il contenuto e facilitano la ricerca.
13 December 1992
Occidente e Turchia
Mi chiedono un appunto sulla Turchia per la direzione dello IAI. Eccolo.
Il crescente ruolo internazionale della Turchia pone l'Occidente di fronte ad una scelta: da una parte si potrebbe integrare sempre più il paese nelle istituzioni occidentali, per poterne influenzare quindi in modo decisivo la politica di potenza regionale verso forme democratiche, integrazioniste e secolarizzate.
Questa prima scelta comporterebbe però degli ovvi costi politici ed economici.
Oppure si può continuare a tenere la Turchia ai margini del sistema Occidente, comoda base militare per la NATO ma fuori dal circolo ristretto delle democrazie europee. Per esempio, da alcune parti si ritiene di non dover ammettere la Turchia nell'Ueo così da non far divergere la membership Ueo da quella della CE.
Questa scelta comporterebbe però il rischio di una progressiva nazionalizzazione della politica estera di Ankara e magari anche di una sua futura islamizzazione in senso integralista, con i rischi che questo significherebbe per la regione balcanica, per l'Asia centrale ex-sovietica e per il vicino oriente.
La recente ammissione del paese all'Ueo come membro associato sembra indicare una tendenza verso la prima soluzione, che deve essere ulteriormente incoraggiata in futuro.