From my honeymoon in Fenghuang, Hunan |
From my honeymoon in Fenghuang, Hunan |
His first carbonara |
Dopo pranzo Ouyang, l'ex padrone di casa con cui abbiamo fatto amicizia, ci invita al suo centro di massaggi e spa preferito. Ci offre un trattamento completo, con massaggi alternati in acqua calda aromatizzata con un sacchetto di erbe e infusioni calde per idratare il corpo. Sublime! Le massaggiatrici sono evidentemente divertite dalla mia presenza, sono sicuramente il primo straniero che abbiano mai massaggiato. Forse il primo straniero che abbiano mai incontrato di persona. In questi anni non ne ho mai visti o sentiti a Guiyang.
Oggi mi sono iscritto ad un corso di cucina cantonese da Martha Sherpa, una scuola che ho trovato online e che riceve sempre ottime recensioni. Sono molto curioso.
La scuola si trova in un appartamento in uno dei tanti enormi palazzoni che caratterizzano Hong Kong, qui siamo nella zona di North Point, sul lato settentrionale dell'isola principale.
Martha mi ha mandato le indicazioni per arrivare da lei per email, messaggi quasi furtivi, non ci sono indicazioni visibili dall'esterno per arrivar e da lei. Come se si volesse nascondere, o comunque tenere un bassissimo profilo. Strano per una scuola che dovrebbe alimentarsi di pubblicità per trovare sempre nuovi clienti. Quando arrivo (con dieci minuti di anticipo sull'orario, aveva specificato a caratteri rossi e nerettati nella sua email di conferma di NON ARRIVARE IN ANTICIPO!) mi accoglie il marito, che poi però sparisce e non si rivedrà più.
La scuola offre lezioni molto diversificate, che spaziano dai dolci all'agrodolce cantonese, allo speziato. Oggi lezione sul wok, la padella onnipresente nelle cucine cinesi. Cucineremo un po’ di pollo, in po’ di pesce e qualche verdura. Non posso scrivere le ricette perché Martha ci ha fatto promettere di non pubblicarle online o su carta stampata.
Ce le ha date stampate su un foglio pezzo di carta, dicendo di conservarle con cura perché non ce ne avrebbe mai data una seconda copia in nessun caso e per nessun motivo. Ci ha intimato a voce e per iscritto di evitare di scriverle o chiamarla per avere una copia digitale delle sue ricette!
Il corso di oggi verte sulla cucina nel wok che è poi l'unica pentola che si trova in una cucina cinese tradizionale.come del resto si trova un solo coltello. Una specie di mannaia ma molto affilata con la quale un bravo cuoco cinese riesce sia a pulire uno spicchio d'aglio, o affettare un piccolo peperoncino piccante, sia a disossare un pollo di 2 kg.
Durante tutto il tempo Martha ci fa seguire principi estremi di legge e igiene e pulizia sia per gli strumenti che usiamo sia per le nostre mani. Per esempio ogni volta che tocchiamo il cellulare durante una pausa dobbiamo immediatamente lavarci le mani: quand'è l'ultima volta che avete lavato il cellulare? Ci chiede retoricamente la maestra di cucina.
Marco e Martha |
Siamo in tre alunni: io e due cameriere filippine che lavorano presso famiglie di Hong Kong. È pratica comune mandare il personale a scuola di cucina. Anche a Singapore capita spesso di sentirlo, non costa molto e se lo possono permettere in tanti. Un buon modo per il datore di lavoro di assicurarsi una tavola variata!
In Italia sarebbe una cosa da ricchissimi. Adesso. Una volta no, a casa i miei avevano una cuoca fissa e così tanti nostri amici. Ma era diventata una persona di famiglia, è stata con noi tutta la vita, non era una semplice impiegata che viene per qualche anno come le filippine qui. E poi erano tempi diversi, parliamo di vari decenni fa. E naturalmente erano situazioni diverse, l'Italia del dopoguerra e Hong Kong nell'era digitale. Insomma difficile fare paragoni.
Martha ci fa lavorare sodo per tutto il giorno, con una pausa durante la quale mangiamo quello che abbiamo cucinato. Alla fine le mie due compagne di classe si portano via tutto quello che abbiamo cucinato, le ho regalato anche le mie porzioni, non sarebbe stato facile portarsele in giro per il resto del pomeriggio e comunque avrebbero fatto più comodo a loro che a me.
Finita la lezione di cucina mi avvio verso la filiale locale di Uniqlo. Mi serve un paio di jeans, e la marca giapponese è sempre interessante, economica, comoda e classica nelle linee, almeno per i jeans. Ha un successo enorme in tutta la Cina, compresa Hong Kong.
Mentre passeggio verso il negozio Uniqlo più vicino, dove voglio comprare un paio di jeans, Googlemaps mi instrada sotto una strada sopraelevata nel quartiere di North Point. C'è un fitto assembramento, e avvicinandomi capisco che sono tutte ragazze filippine, come le mie compagne di classe di oggi: donne di servizio, cuoche, bambinaie che vengono qui a frotte a lavorare.
Poi quando hanno tempo libero si vedono nei soli posti dove possono passare il tempo gratuitamente, all'aperto: sotto i ponti. Anche perché oggi c'è stato un "typhoon warning", un'allerta uragano, che quando arriva, qui ad Hong Kong come a Taiwan e in tutta la costa meridionale della Cina, può essere veramente devastante.
La mia giornata finisce al Humidor @L’étage, un cigar lounge un po’ Nascosto che ho trovato cercando su Internet. Al piano alto di un anonimo edificio si apre un appartamento con poltrone comodissime e aria condizionata per aspirare il fumo. Humidor con sigari da tutto il mondo, accessori in vendita e naturalmente vino, birre e whisky per accompagnare i profumati bastoncini.
Scelgo un Trinidad cubano ed una birra giapponese. La ventilazione è perfetta, tutto il fumo che produce il mio sigaro sale su su e sparisce nei bocchettoni del condizionatore, l'aria nella sala resta fresca e pulita. Sono da solo e soltanto il rumore del condizionatore mi dà un leggero fastidio nella quiete totale, ma non si può avere tutto!
Colazione molto proteica con gli avanzi di ieri: il mio preferito è il tortino di pesce. Anche l'anatra. Lo stufato di cane francamente non fa per me, sapore e aroma non mi convincono. E tanto riso, come sempre servito, anzi preso da ciascuno per sé nel cucinariso in cucina, durante la seconda metà del pasto. non dovrò mangiare per molte ore!
Saluti sbrigativi con la famiglia, non usa abbracciarsi, tantomeno baciarsi, neanche tra genitori e figli. Il contrario diametrale di quello che sarebbe stata una partenza simile in Italia. O in Belgio, dove ho vissuto tanti anni, e i baci sulle guance sono addirittura tre invece di due. Io ci ho provato ad abbracciarli, un po' perché ci sono abituato, un po' perché gli voglio bene, hanno fatto tanto per Lifang, e un po' per vedere come reagivano. Sono stati gentili, hanno accennato a ricambiare l'abbraccio ma sono rimasti distaccati, quasi come se volessero fare attenzione a non farmi male! Credo non ci ripoverò, bisogna rispettare il loro modo di fare.
Ma non ho dubbi che nel cuore i genitori di Lifang siano altrettanto dispiaciuti di vederla partire come lo sarebbero genitori italiani. Anche se ci sono abituati, è da quando ha 12 anni che parte di casa, per studio, per lavoro, e adesso anche per amore, per me.
Poi via in Didi, l'Uber cinese, fino alla modernissima stazione ferroviaria di Chenzhou, da dove prendo il treno veloce per Changsha. La stazione è molto ben organizzata, a parte i controlli a raggi x dei bagagli cui le guardie della sicurezza non sembrano prestare alcuna attenzione. C'è moltissima gente, la prima settimana di ottobre è di festa in Cina, il 1° Ottobre infatti cade l'anniversario della fondazione della Repubblica Popolare, nel 1949, e tutta la settimana è di festa.
La folla è ordinata, si sta tutti stretti nella enorme sala d'attesa aspettando che il tabellone indichi con caratteri verdi il numero e la destinazione del proprio treno, e solo allora è permesso scendere al binario. Ordinata ma non sempre educata: c'è chi occupa due posti, magari con il bagaglio di qualcuno che è andato al ristorante, mentre altri sono costretti a stare in piedi. Mamme che mettono i bambini a dormire occupando tre posti e guardano dall'altra parte se qualcuno si avvicina, magari un'altra mamma con bambino: è la giungla!
Una volta giù al binario devo trovare sa scritta del mio treno, ciascuna carrozza di ciascun treno è indicata con un diverso colore. Tutti in fila davanti al punto dove si apriranno le porte, e puntualissimo il treno si ferma con precisione millimetrica proprio lì. Un po' di trambusto per sistemare i bagagli (non c'è mai abbastanza posto, abbiamo tutti tante valigie, regali per le famiglie, cibarie fatte in casa che i cinesi amano riportarsi verso il luogo di lavoro.
E non solo i cinesi: anche io ho la valigia piena di noccioline coltivate dai miei suoceri (imbattibile per fragranza e croccantezza), bottiglie di salsa piccante al peperoncino, aglio e zenzero, germogli di bambù selvatici raccolti con fatica in mezzo a rovi spinosi dalla mia suocera nelle colline circostanti il villaggio di famiglia di YanJia. Stamattina me ne hanno dato più di quanto potessi farne entrare in valigia, il resto li porterà Lifang che resta qualche giorno in più per aspettare il compleanno del padre.
E poi tutti seduti e via il treno accelera con decisione verso nord. L'annunciatrice ci spiega in perfetto inglese che siamo benvenuti sul treno "Dell'armonia" della compagnia CHR (China High-speed Railways). Poi ci raccomanda anche di non fumare, "perché come tutti sanno il fumo fa male alla salute e potrebbe attivare l'annunciatore e causare l'arresto del treno. Poi finisce con il raccomandare a tutti di fare attenzione al momento di lasciare il treno e aiutare gli anziani ed i bambini. In caso di incidente, infine, esorta a non uscire da treno e soprattutto a non fumare. Peccato che l'annunciatrice non dica che non è consentito ascoltare video con il volume a palla durante tutto il tragitto perché questa è l'attività piuttosto fastidiosa (per me!) che sembra accomunare tutti i miei compagni di vagone!
A Changsha scelta amletica: come andare in aeroporto? Bus o trenino navetta? Scelgo senz'altro il secondo, perché sono curioso di provare le carrozze a levitazione magnetica. A parte il fatto che ovviamente ci mettiamo molto meno tempo del bus, devo dire che però mi aspettavo più velocità, più silenziosità, mentre il trenino è sì comodo ma sobbalza un po', insomma non sembra così speciale, ma forse sono un incontentabile!
All'arrivo a Hong Kong si nota subito che la temperatura è decisamente più alta, direi tropicale, anche se siamo relativamente vicini, ma le montagne dello Hunan isolano la provincia anche climaticamente. E c'è che è preoccupato anche della temperatura corporea dei viaggiatori in arrivo: alcuni di noi, credo a caso, vengono avvicinati da impiegati dell'aeroporto con un termometro che viene mirato alla fronte, ma per fortuna siamo tutti sani e possiamo passare.
Mi sistemo all'hotel Cordis, a Mong Kok, gran bel posto senza i prezzi dei concorrenti più famosi di Kowloon.
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