Conferenze alquanto noiosa e di stampo vetero-comunista, nonostante Y. sia uno dei principali collaboratori di Gorbachev e uno dei principali sostenitori della trasformazione in atto in Urss: lunghe disquisizioni, ripetitive e a volte petulanti. Molto più interessante il periodo di domande e risposte, durante il quale è emerso uno Yakovlev molto più conservatore di quanto non ci fosse stato dipinto dai media occidentali.
Y. ha detto di non sapere ancora quale potrà essere la struttura della "casa europea", ma è certo che la struttura attuale dell'Europa è superata. Y. è convinto che in futuro si "riderà" quando si sentirà parlare di strutture inibitorie del contatti, come ad esempio il COCOM.
Y. sostiene che la "cosiddetta Dottrina Brezhnev" non è mai esistita come tale in URSS. É stata inventata in Occidente e chi l'ha inventata probabilmente ha guadagnato molto dal successo che ha avuto. Dice che in quel periodo non era nel gruppo dirigente dell'URSS, anzi era per lunghi periodo all'estero, ma è convinto che non sia stata mai discussa in URSS
Se qualcuno degli stati dell'Europa orientale volesse uscire dal Patto di Varsavia lo dovrà decidere democraticamente per conto suo. Ad una domanda su cosa pensasse del '68 in Cecoslovacchia, ha risposto: "Cosa potrei pensare? Cosa pensa lei che io pensi?" Su Dubcek: "Preferisco tacere."
Ad una domanda sulla riforma dei prezzi Y. ha risposto che bisognerà essere cauti, che non si potrà fare in fretta, soprattutto per i prezzi al dettaglio.