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13 February 2019

Taipei tour, food and baths


Giro guidato con Chen (non il suo vero nome) una guida di "Toursbylocals", un'originale agenzia che mette in contatto turisti e guide locali. 

Spesso queste non sono professionisti, ma persone che conoscono la propria città e desiderano presentarla ai visitatori nel migliore dei modi. Non sono professionisti, a volte sono pensionati.

Con Chen abbiamo parlato un po' di tutto nel corso della giornata. Ci racconta come i taiwanesi si autodefiniscono "locali", per distinguersi non solo dai cinesi della repubblica popolare (la "terra madre") ma anche da quelli che da lì sono venuti qui con Chiang Kai-shek e nei decenni a seguire.

In effetti, dopo la morte del dittatore, con il consolidarsi della democrazia a Taiwan, i "locali", precedentemente sottoposti ai cinesi, hanno cominciato a far valere le loro ragioni culturali, politiche ed economiche.

I "cinesi" vengono in gran parte, per il 70 percento dice Chen, dalla provincia del Fujian. Invece ci sono 16 tribu aborigene di Taiwan.

Adesso il partito DPP (Partito Popolare Democratico) ha rallentato molto i contatti con la Repubblica Popolare, e di conseguenza il turismo dei cinesi a Taiwan, che negli anni precedenti era costantemente cresciuto, è crollato. Lui è un ex militare, in pensione da qualche anno e gli piace portare in giro i turisti. Parla un ottimo inglese. 

Dice che fa fatica a far capire ai suoi figli che le loro due generazioni sono state fortunate a godere di 70 anni di pace. I figli lo danno per scontato, e sbagliano. Naturalmente è preoccupato dalla possibilità di un conflitto con la Cina, l'unica possibile minaccia per Taiwan nel contesto geopolitico attuale.

A Taiwan esiste un problema demografico, si fanno pochi figli, ben al di sotto della soglia minima, necessaria a mantenere il livello della popolazione, di 2.1 bambini per ogni donna. Di conseguenza la popolazione si riduce di numero e invecchia.

Arrivano fortunatamente immigrati dal sud-est asiatico, dall'Indonesia e dalle Filippine. Molti sono preparati, studiano anche il cinese prima di venire, per non trovarsi spiazzati.

Visitiamo il ponte sospeso di Jiufen, dove ci fanno salire al massimo in 100 persone alla volta.


Mangiamo un curioso frutto, un misto tra una mela e una banana!

Poi un frutto Sakyamuni, molto dolce (metti foto)

A seguire una "giada dell'amore", della quale si mangiano solo i semi, e con cui si fa una gelatina quasi liquida, da bere. Gusto di limone un po’ acido per bilanciare il quale si aggiunge, a piacere, zucchero di canna integrale.

Il piatto principale oggi sono 5 polpette assortite, di maiale, pesce, calamaro, manzo e bamboo, grigliate sulla carbonella in un bugigattolo tra i tanti che ci capitano davanti. Chen lo conosce e ce lo consiglia, quindi noi ovviamente ci accomodiamo. Lui è molto gentile, ci consiglia e ci serve.




 

Today is the day when the locals send a paper balloon, kept aloft with a small fire, and inscribed with their wishes, up into the air, I wonder where do they all go and if any of them ever started a fire!



We also visit a Japanese movie theater, opened in 1930s, then closed then open again when the director of Sad City won golden lion in Venice 1989.

It is an old-fashioned cinema, it reminds me of the theatre of Nuovo Cinema Paradiso the Oscar-winning film by Tornatore.

There is no toilet paper in bathroom, I asked lady guardian and she said they took paper rolls out because there are too many Koreans! I looked at her slightly perplexed... She said they use too much and throw it all over the place and also steal rolls! To be honest I find it hard to believe her, but then who knows. 





 





La prossima tappa della giornata è al museo dell'oro. Furono i giapponesi a iniziare l'estrazione in grande scala dell'oro, anche se i locali avevano sfruttato le mine per secoli. Ci fanno anche visitare la casa del direttore dei tempi dell'occupazione giapponese, mezzo secolo giusto dal 1895 alla fine della guerra mondiale, nel 1945. 

In bella vista c'è un lingotto che ci dicono essere il più grande del mondo, e non faccio fatica a crederci dato che pesa 220 kg. La regola è che si può toccare, accarezzare e fotografare attraverso due grandi buchi sulla bacheca. E chi riesce a sollevarlo può portarselo a casa!

Chiang, oltre ai tanti reperti del National Palace Museum, portò via da Pechino anche tanto oro, che ora fa parte delle riserve della banca centrale di Taiwan.

Non lontano dal museo aureo il nostro Chen ci vuol far sostare alle cosiddetta "Cascate d'oro". No, non sono d'oro, solo la roccia è giallognola per sedimenti minerali che fuoriescono dalle falde, ma comunque spettacolare!










La giornata finisce nella zona di Beitou, famosa per le terme. Prima però facciamo una passeggiata nel bel giardino antistante le terme. Flora lussureggiante, bacino d’acqua con pesci, insomma un vero giardino tradizionale cinese. Ci voleva, rilassante dopo il trambusto di oggi.

Il punto di forza è la prima biblioteca "verde" di Taiwan, aperta nel 2006, opera speciale perché usa pannelli solari per l'elettricità e acqua piovana per i bagni. Legno sostenibile e molta luce naturale durante il giorno, cosa non sempre riscontrabile nelle biblioteche tradizionali, che spesso sono buie e pesanti.

Finiamo la giornata in una delle terme di Beitou, anche se il nostro obiettivo di visitare la più vecchia salta perché è chiusa il mercoledì. Così ci accontentiamo della "Gold bathhouse", dove ci danno una stanza con vasca, aromi e idromassaggi per 90 minuti al prezzo di 1198 NTD, circa 35 euro.

Notare sempre il finale 8 nei prezzi cinesi, di buon auspicio. In questo caso di buon auspicio soprattutto per loro, è piuttosto caro rispetto alla media locale, e sono molto severi in viso quando ci dicono che se staremo oltre i 90 minuti ci sarà addebitato il tempo extra.

Comunque la saletta è accogliente, una bella vasca con capiente e luci soffuse. C’è anche una teiera con due tazze per un'infusione di erbe che nel contesto ...ci sta! Dalla finestra, stando a mollo nella vasca di acque sulfuree, si vede il giardino della biblioteca. Piove.

Quando usciamo abbiamo fame! Per fortuna ha smesso di piovere e possiamo fare due passi in direzione della stazione della metropolitana, decideremo poi se prendere un Uber, ma intanto buttiamo un occhio nei mille ristorantini che ci si propongono davanti. Alla fine decidiamo per una zuppa di noodles e maiale!



18 January 2019

Chinese tourists in Palau

Mrs Wan, who runs some restaurants and hotels in Palau, came over from Guangzhou some fifteen years ago with her husband. She speaks Cantonese and Mandarin but only basic English. Their kids grew up here in Palau and speak good English.

She takes a liking to us since we keep coming back every day for dinner and comes over to chat. We come back because the food is excellent, the price is fairly low and they come and pick us up from our hotel for free. And take us back after our meal. Oh, and because my wife is Chinese and there are no Italian restaurants in Koror. None that could be called that really. And not many good restaurants, period. Lots of hamburgers and junk food I am sorry to say.

Mrs Wang also gave us free food a couple of times: a delicious crab one day and fresh yellow fin tuna just caught by her cousin another evening.

She says business is slow these days because the numbers of Chinese tourists are down. In fact during a whole week we've only seen very few patrons in the restaurant, all of them Chinese, which is surprising since there are quite a few western tourists around. I guess they prefer hot dogs and hamburgers. Oh well.

The biggest table in the restaurant, a big one with a lazy Susan in the middle, is always that of Mrs Wan's family and their visiting friends!

She came to talk to us a few times. She says fewer Chinese come to Palau these days despite the allure of a not too far sunny tropical destination accessible visa-free, an unusual combination of attractive factors for the rising middle class of China. The reason, she explained, is that Palau recognizes the government of Taipei as the legitimate government of China, and not that in Beijing.

So Beijing has forbidden Chinese travel agencies to sell group tours to the country. Since most Chinese still prefer group organized travels this has had a major impact.

Tom, an American dive guide who has lived here for decades, would later explain to us that another reason for fewer Chinese is that Palau's government has withdrawn the license it had given to Chinese charter flights. The reason is that too many Chinese were flying over but not spending much money. They would stick to their tour operator's activities, eat at Chinese restaurants, even bring their own food from China. Tom said the Palau government would rather do without them and try to attract bigger spenders like Americans, Japanese, and Koreans as well as the relatively few European divers who make it all the way down here.

These days they are opening a new Chinese resort, Palau Royal Garden. Some fear Chinese intrusion into Palau, some politicians think they will use investment as a political tool. That is not inconceivable I suppose though people like Mrs. Wang are just hard-working entrepreneurs who go and find opportunity where they can find it in the world, just like the Chinese have always done.

25 December 2017

My book on the Maldives is available in English! "Journeys through the Maldives" by Marco Carnovale

Typical Maldivan boat
Tales from the many trips to the Maldives of the author. Avoiding the tourist resorts, he visited remote villages, where tradition is combined with innovation and technology, meeting local people and trying to understand their culture. Always island hopping by boat, he went from postcard perfect uninhabited islands and through the streets of the bustling capital Malé, in its hidden corners often overlooked by tourism. In dozens of dives, he witnessed the richness of wildlife and the sparkling colors of these seas.

But the islands are facing rapid changes and serious problems, and they are not always the paradise they seem. The Maldives are at a turning point, with political, economic and environmental changes that pose difficult challenges to the government and to the nation.

The book is completed by an analytical index, a chronology of the Maldivian history, a bibliography and some black and white photographs.

Available on all Amazon websites.


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