31 October 2019
Condominio a Chongqing
Esco a fare una passeggiata, il quartiere non è il massimo del fascino ma mi piace immergermi nella megalopoli cinese come un locale e non come un turista.
Al piano terra c'è una guardia per la sicurezza del condominio, cosa abbastanza comune qui, ma non fa nulla. Non chiede documenti a chi entra e chi esce, non chiede neanche dove vanno. Però ha una bella uniforme blu compreso cappello con visiera. È molto preso nel suo ruolo.
Nell'ascensore c'è una TV ma trasmette solo pubblicità. Le pareti sono tappezzate di manifestini pubblicitari dei ristoranti del vicinato. Mai perdere un'opportunità per fare soldi!
Cerco sempre un contatto visivo con chi capita in ascensore, così per scambiarsi un sorriso, oppure per provare qualche parola del mio cinese, ma guardano sempre fissi il telefonino o per terra, chiaramente evitano la comunicazione. Un po’ come capitava in Italia nel palazzo dove abitavo con i miei a Roma, quando il lentissimo ascensore ci metteva 40 secondi (senza soste) a fare i sette piani. Se capitava qualcuno non si parlava mai, si schiacciavano i bottoni dei rispettivi piani e poi guardavano tutto il soffitto. Io guardavo loro, specialmente da bambino.
Nei corridoi ai piani le luci sono normalmente spente, si accendono con il rumore, per cui si sentono tutto il giorno le persone che arrivano o escono di casa che urlano o sbattono i piedi per terra per accendere! Lo faccio anche io, funziona! E si risparmia corrente.
Le porte degli appartamenti non hanno chiave ma solo lucchetti elettronici a combinazione. Così il proprietario la può cambiare ogni volta anche a distanza con una app sul telefonino. utilissimo per dare codice temporaneo ad amici, donna pulizie, inquilini, che poi viene disattivato e cambiato quando vanno via.
Subito fuori dal palazzo c'è il giardinetto di una scuola con bambini che giocano, la mattina scandiscono un uno-due-tre senza pausa per varie ore, un po’ monotono, non so cosa contino, forse è una specie di marcia anche se sono fermi in fila al loro posto.
Accanto all'entrata ci sono grandi cassette di sicurezza, anch'esse con lucchetto a combinazione, che servono per le consegne degli acquisti online. Il postino inserisce i pacchi e chiude. Poi la sera quando il compratore torna a casa scansiona il codice a barre della cassetta che gli è stata comunicata via una speciale app e lo sportello si apre. Il compratore ritira il pacco e richiude, e la cassetta è pronta a ricevere il prossimo pacco. Ingegnoso.
Poi però, forse non bastano i loculi, c'è anche negozietto buio e un po’ sudicio con consegna dei pacchi a mano. Anche qui si arriva con un codice a barre e l'impiegata trova il pacco tra i mille accatastati solo apparentemente alla rinfusa e lo consegna. C'è sempre anche un cane che scodinzola qui e lì, credo sia dell'impiegata. C'è sempre anche un bambino che gioca con il cane, forse il figlio. Pare che gli asili siano costosi a Chongqing, e non sempre è facile trovare posto.
27 October 2019
Cucinare a Chongqing
Tutti usano i balconi per asciugare i panni (abbiamo cominciato anche noi) e per deposito di roba ingombrante, tipo valigie. C'è anche un lavandino per fare il bucato a mano, attività alla quale mi sono dedicato questo mese per la prima volta nella mia vita per i capi delicati di mia moglie!
Cucinino con attrezzatura tipica cinese: rice-maker, che non può mai mancare. Un wok, di ferro, solido e pesante, che è l'unica pentola in uso nelle cucine cinesi. Un coltello, più simile ad una mannaia, ma molto affilata, anche qui spesso unica lama per i cuochi cinesi. Qualche ciotola e due cucchiai da zuppa in ceramica. Ovviamente tanti bastoncini per mangiare.
Poi ci sono anche, forse per far piacere a qualche inquilino occidentale che potrebbe capitare di tanto in tanto, una-forchetta-una, un-cucchiaio-uno ed un-coltellino-uno da tavola" con manico di plastica.
Ho imparato a cucinare un po’ di tutto nel wok, per esempio a fare frittate, che vengono fuori un po' bombate ma buone. Mangiare le frittate con i bastoncini ha richiesto un po' di allenamento ma niente problema.
Tra le dotazioni della cucina una serie di salse di soia, ottime, e anche aceti che non mi hanno stuzzicato particolarmente. Invece mi ha entusiasmato un olio al pepe del Sichuan. Il Sichuan, di cui Chongqing fa parte culturalmente anche se ne è stata distaccata amministrativamente, è famoso per il pepe. Questo olio aggiunge un sapore pungente, titillante per le papille. La prima volta ne ho messo un po’ troppo in una frittata e il risultato è stato un po’ troppo aggressivo. Ma usato con parsimonia serve perfettamente a dar vitalità a piatti di ogni tipo.
Per colazione sempre fagioli di varie dimensioni, colori e consistenza. Preparati nel rice-maker, facile e durano anche vari giorni.
25 October 2019
Caffè a Chongqing
Si sa che i cinesi sono bevitori di tè, nonché di infusioni diversissime, di fiori, frutta ecc., ma generalmente non amano il caffè. Tutte le volte che provo ad offrirne ai miei parenti mi dicono che puzza di bruciato.
Dunque mi fa piacere trovare Lukin Coffee e oggi ho deciso di provarlo. Del resto non sono da solo Lukin ha aperto oltre 4000 negozi in Cina dal 2017 quando ha inaugurato il primo, a Pechino. Oggi ne ha più di Starbucks.
Ordino un Mocha, qui interpretato così: caffè, latte caldo e sciroppo di cioccolato, con polvere di cacao in cima e un po’ di panna. L'indaffaratissima barista mi dice, in inglese, di aspettare un momento perché ha molto da fare. Vedo infatti che le sono arrivati molti ordini via internet, e dopo qualche minuto cominciano a manifestarsi i fattorini che ritirano gli ordini.
In un quarto d'ora circa che sono stato nel locale nessun altro ha consumato sul posto. Un paio di persone hanno ritirato il caffè ordinato in precedenza (e che li aspettava da chissà quanto tempo, bisognerà che capiscano che il cappuccino va bevuto caldo) e vanno via. Tutti gli altri sono ordini da consegnare nelle case del circondario.
Lei ha preparato ogni ordine etichettando i bicchieri e mettendoli, ben chiusi, in buste di carta con attaccato lo scontrino. Quando arrivano a ritirare, pagano (ovviamente con il telefono e codice a barre, io sono l'unico obsoleto occidentale ad usare banconote) acchiappano la busta e filano via.
La ragazza lavora velocissima, sa usare la macchina con disinvoltura, qualche volta sembra incepparsi ma qualche schiaffetto e riparte. Dopo qualche minuto ricarica il serbatoio scaricandogli dentro un bustone di caffè in grani. Poi arriva un altro barista maschietto a darle una mano, anche se lui è decisamente più lento.
Dopo una decina di minuti mi prepara il mio (ottimo!) mocha, pago e vado via dopo aver scambiato qualche saluto in cinese, così tanto per far pratica. Costo dello scherzetto: 27 Rmb, 3 euro e mezzo! Caro il mio mocha, forse più che a Piazza di Spagna a Roma. Domani torno per un cappuccino, mi manca troppo, pagherò!
19 October 2019
Arte ed ostriche a Chongqing
SI trova a Times Square, con un grattacielo copia molto approssimativa del Chrysler Building di New York! Ovunque Cartelloni elettronici di pubblicità come nella Time Square originale.
Marche superbrands, Giorgio Armani, Longines, Rolex di fronte al negozio un tipo si avvicina e mi chiede con grande naturalezza se sono interessato a comprare dei Rolex finti a prezzi molto convenienti.
Pranzo in un food court non so come tradurre, ma è una zona che assomiglia ad un mercato coperto con molti ristoranti che servono pietanze cotte al momento da piccole cucine. Per mangiare ci si sistema su tavolate comuni a tutti i ristoranti, spesso condividendo tavola e sedie con perfetti sconosciuti.

Anche un negozio di Apple computers è praticamente una fotocopia di quello di New York, solo che qui sta accanto ad una grande fioriera che commemora i 70 anni della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, con tanto di bandiera rossa e stellette, che a New York mancano!
Mangiamo ottimo pollo con ortaggi e riso. Poi Lifang trova una specialità: ostriche grigliate in salsetta piccante (dopo tutto siamo in Sichuan!) che dopo aver superato una prima ritrosia si sono rivelate squisite.
Museo delle Belle Arti, edificio rosso molto moderno, circondato da giardini on famiglie che giocano e un paio di signori di mezza età che corrono. Panchine di pietra, Lifang si fa una siesta mentre io guardo il mondo che mi passa davanti.
Nel museo, gratuito, due piani di quadri di autori di Chongqing e di Taiwan. Chissà perché questo gemellaggio, fra l'altro in un momento politicamente delicato per i rapporti "tra le due parti dello stretto" come si dice in termini diplomatici. Misto di quadri moderni, anche astratti, e soggetti più classici e politici, come soldati comunisti che liberano il paese.
Andiamo a piedi verso Hongyadong, non ci orientiamo e il mio navigatore Google Maps sul telefono non funziona perché Google è censurata in Cina. Il navigatore di Lifang non ci indica la strada giusta ma ogni volta che chiediamo indicazioni cercano di venderti qualcosa, un tour organizzato, un pranzo, persino un guardia della sicurezza stradale!
Ci arriviamo dopo un po’ di tentativi, troppa gente, troppo commerciale, ha perso il fascino che aveva una volta. Comunque restano alcuni scorci interessanti, soprattutto la sera quando si accendono le luci gialle sui tetti, che creano un'atmosfera antica.
Strapaghiamo un cocktail in un bar che però offre una vista strepitosa sullo Yangtse dalla terrazza di legno.
Il bar ha anche un utilissimo bagno, le due porte del quale (uomini e donne) sono indicate da un segnale speciale: una pipa per gli uomini e due orecchini per le donne. A ognuno il suo.
Ancora due passi dopo il bar. Lungo una scalinata che si arrampica su per il ripido pendio sulla riva destra del fiume vedo molti pezzi di carta attaccati al muro, con una descrizione e numero di telefono per contatto. Mi spiega Lifang che si tratta di annunci matrimoniali, attaccati dai genitori di celibi e nubili, che decantano le qualità della prole e specificano le caratteristiche ricercate per eventuali futuri coniugi.

Torniamo a casa in metropolitana, pulita, veloce e con frequenti treni che portano in tutta la città. Accanto alla stazione di Shapingba vicino casa un Carrefour ed un supermercato cinese, si chiama Bravo, che mi ripropongo di andare a visitare.
15 October 2019
Rientro a Chongqing
Durante il volo per Chongqing il capitano, un bianco anglofono, come tanti che comandano gli aerei della Cathay, annuncia che stiamo per atterrare a Ciongking, ma dico neanche impari il nome della città dove vai?
Curiosità al controllo passaporti: ci sono due file, una per cittadini cinesi ed una per "foreigners", stranieri. Entrambe con una discreta fila di persone che aspetta il proprio turno. Davanti a me un gruppo di turisti di Kong Kong va verso la fila per cittadini cinesi. È quello che la dirigenza di Pechino continua a ripetere: Hong Kong è Cina. L'ufficiale di turno però li manda alla fila per stranieri, dove sto io!
Immagino perché i cittadini di Hong Kong hanno un passaporto diverso dagli altri cinesi, un passaporto blu che gli permette di viaggiare per gran parte del mondo senza visti. Noto che quando arriva il loro turno parlano prima in cinese con l'addetto al controllo passaporti ma poi (forse perché non si capiscono tra mandarino e cantonese) passano all'inglese. In effetti c'è un motivo perché stanno nella mia stessa fila.
In realtà c'è una terza fila, con un cartello che dice che è riservata ai paesi del "Belt and Road Initiative", il progetto di mega infrastrutture che dovrebbe collegare la Cina all'Europa. Ma non ci va nessuno. Il poliziotto si annoia da solo. In effetti avrei dovuto provare ad andarci, l'Italia ha firmato un accordo recentemente per partecipare. Ma non mi viene in mente, e poi avrei probabilmente solo perso il mio posto in fila.
14 October 2019
Hail a ride in Singapore
Uber was present in Singapore but sold its business to Grab in exchange for a 30% share in the company I was told. My driver tells me there are some 5,000 drivers as far as he knows, many like himself are part-time: have another full-time job and drive when they want to make an extra buck. Grab is top now, though an Indonesian company called Go-Jek provides competition. They are popular in Indonesia where they run lots of motorcycle taxis, but in Singapore, they are not allowed, only cars.
Fares are marginally cheaper than taxis but can't beat the convenience especially during rush hours or when it rains. Chinatown to the airport is SGD 26.
My driver is a typical Singaporean: half Chinese and half Malay on his father's side, half European and half Indian on his mother's side. Well maybe not so typical, most Singaporeans belong more clearly to one of the ethnicities which make up the cosmopolitan island. They keep to their food, their religions and their language, though of course everyone speaks English and feels equally Singaporean. He tells me mixed marriages are on the increase now.
12 October 2019
Tempio Sikh e ristorante italiano

Arriviamo dopo pochi minuti, scendo e mi avvio all'interno. Da fuori non dice nulla, non ci sarei mai entrato se non me lo avesse consigliato un conoscente locale.


Prima scaldano olio, ne versano forse 30 litri in una pentola, quando bolle ci versano impasto vegetariano. Intanto su una griglia grande come un tavolo da biliardo preparano le cialde rotonde e riso e quando sono pronti ne assaggio un piatto molto saporito.
La sera cambio radicalmente cucina!
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vera caprese italiana |
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Carpaccio di ricciola |
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Maialino da latte croccante |
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ravioli al brasato di vitello |
L'olio d'oliva è servito in un padellino microscopico, devo sempre chiedere di rabboccare come fosse oro liquido ma sono molto gentili e generosi e me lo rabboccano un sacco di volte.
Il menù è di grande soddisfazione, sia di quantità che di qualità. L'ho recensito qui.
Accanto a me un tavolo di malesi, evidentemente danarosi, Paolo mi dice che sono clienti abituali. Partono di Solaia, resto colpito ma solo per poco per minuto dopo Paolo stappa un Sassicaia 2003! Costa 808 sing dollari, prezzi finiscono quasi sempre in 8, per invogliare i clienti cinesi.
07 October 2019
Al supermercato di Chongqing
Ci sono infinite qualità di riso, con prezzi diversi. Quello a grani lunghi è più caro, anche il doppio di quello a grani corti. Non sapendo che fare ho comprato quello a grani lunghi, poi chiederò a mia moglie. Il riso è offerto in enormi contenitori, ognuno per decine di chili di riso, forse quintali, difficile a dirsi. Poi c'è un enorme cucchiaio col quale il cliente riempie la solita bustina di plastica, la sigilla con un nodo e la porta alla bilancia posta al centro del supermercato, dove una commessa pesa, stampa l'etichetta col prezzo e via alla cassa a pagare.
Acquari con pesci vivi, divisi per taglia e tipo. I clienti li pescano con un retino, li tramortiscono con un bastone di legno a loro disposizione e li mettono in una bustina di plastica trasparente per essere pesati. Oppure anche senza tramortirli, nella bustina ancora vivi e saltellanti. Sostengono che così si è sicuri che il pesce sia fresco. Il pesce non viene pulito, si mangia tutto. La testa è considerata prelibata, come nel sud Italia forse, ed anche le interiora del pesce, fritte, sono buonissime, le ho provate, non capisco perché noi li buttiamo via.
C'è anche un acquario per gamberi e il sistema è lo stesso anche se leggermente meno cruento a vedersi perché i crostacei non vengono bastonati ma semplicemente infilati nella busta di plastica per essere pesati.
I maiali invece non sono vivi. Ci sono vari tagli, diversi dai nostri ma il più comune è il lardo, grandi pezzi, generalmente molto grassi e con la cotenna. Ne scelgo uno da aggiungere alla frittura di verdure che piace tanto a Lifang. Il commesso lo pesa poi prende una grande torcia a gas e brucia via i peli dalla spessa cotenna. Pesa, etichetta e mi consegna il tutto ancora un po’ tiepido.
Molta scelta anche di datteri secchi, son buoni nelle zuppe di fagioli a colazione, Lifang li prepara molto bene, o anche come snack, così secchi.
Verdura a piacere: broccoli, cipollotti, cavoli, pomodori, peperoni, mi posso sbizzarrire a cucinare in questi giorni. Anche funghi, di forme che non conosco ma mi fido, li compro e si riveleranno ottimi!
Al piano di sopra molti cibi sottovuoto. Mi piace la carne di oca piccante, va moltissimo. Preparata in porzioncine formato boccone, in micro confezioni sottovuoto, molte con una figura di anatra che sorride. Non so che potrebbe avere da sorridere un'anatra prima di essere mangiata ma vai a capire!
Non ci sono cibi occidentali, strano in una grande città come questa. Ma ho notato che non lontano c'è un Carrefour, forse lì ci sarà da scegliere di più, chissà se troverò dell'olio di oliva, magari un barattolo di conserva di pomodori, non mi dispiacerebbe ogni tanto un piatto di spaghetti. Ma non mi mancano, sono in Cina, una cultura gastronomica ricchissima, posso aspettare di tornare in Italia.
06 October 2019
Pranzo e polizia a Chongqing
Molti terrazze sui palazzi sono verdi, alberelli ma anche orti di famiglia. Spesso si sentono molti cani che abbaiano, sempre meno cinesi li mangiano e sempre più se li portano negli appartamenti. Anche qui, come in Italia, non sempre i padroni evitano di dare fastidio al prossimo, con gli escrementi dei loro quadrupedi, il loro abbaiare a tutte le ore ed il lasciarli girare senza guinzaglio, liberi di leccare o impaurire chi si trovi a passare.
Alle 10 mi viene a prendere il sig. Wang, un ragazzo gentile che gestisce l'appartamento dove soggiorniamo per accompagnarmi alla stazione di polizia dove devo registrare la mia presenza in città. Ci tien a precisare che va fatto subito oggi, dato che siamo arrivati ieri. Lifang resta a casa, deve preparare gli ultimi dettagli per il corso che comincia domani. Sono leggermente preoccupato di mettermi nelle mani della polizia cinese da solo, e Wang parla pochissimo inglese.
Dopo dieci minuti di taxi siamo accolti da una rubiconda poliziottona che mi fa entrare, da solo, e mi accompagna in un ufficio dove c'è una collega in jeans, minuta e dal viso delicato di porcellana, che lavora ad un computer in compagnia di un orsacchiotto grigio. Mi chiede quando comincerò a lavorare, dando per scontato che un lavoro possa essere l'unico motivo che mi porta a Chongqing, non si immagina che sono qui per accompagnare mia moglie.
Anche mio suocero, quando lo verrà a sapere, sarà sorpreso: una moglie, o una madre, che accompagna il marito (o il figlio) per lavoro in un'altra città si può capire, ma non il contrario. Almeno il suocero ne sarà contento, lo leggerà come un segnale del mio amore per la figlia e per l'importanza del lavoro della stessa.
Comunque rispondo, in cinese, che mia moglie lavora, io cucino a casa. Il che è vero e poi conosco tutte le parole che servono a dirlo. Lei mi guarda e ripete le mie parole, poi sorride! È fatta.
La scena mi tranquillizza anche se la poliziottina non parla inglese. Decido che la cosa migliore sia di spiegare che mia moglie è cinese e forse sarebbe più facile se si parlassero direttamente fra loro. Nel frattempo arriva Wang, forse chiamato per dare spiegazioni. Comunque lei controlla il passaporto ed il visto, fa un paio di fotocopie, mi restituisce il passaporto tenendolo con due mani e sono libero, ufficialmente registrato!
Pranzetto di zuppa di spaghetti cinesi di riso con fettine di manzo. Sulla fotografia 4 grandi fettine ma nella scodella mi trovo quattro schegge, così chiedo alla cameriera che chiama la cuoca che mi dice di aver messo quattro pezzi. Col mio cinese maccheronico provo a dire che i 4 pezzi sì ci sono ma sono piccolissimi, loro confabulano un po’ e poi me ne portano altri due! Non so se provare più soddisfazione per il manzo recuperato o per essere riuscito a comunicare in cinese! E poi la zuppa ê molto saporita, 18 Rmb ben spesi.
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Zuppa di spaghetti con manzo peperoncino e uovo sodo |
serata ancora fuori, andiamo ad un "ristorante di carne bovina" e ordiniamo un hot pot (tradizione del Sichuan, di cui Chongqing fa culturalmente parte) di manzo. La cameriera accende il gas sotto un enorme wok che riempie di acqua minerale e ogni genere di verdure: pomodori, cavoli, yam, turnips, datteri, goji e una mezza dozzina di strisce di manzo.
05 October 2019
Partenza in bus per Changsha e arrivo a Chongqing
Stazione nuova di zecca, pulita. Passiamo come di regola i bagagli ad una macchina di raggi X e, come sempre capita, sentiamo un sacco di BEEEEEEP, come quelli prima di noi e come quelli dopo di noi, ma l'impiegato in uniforme addetto al controllo non batte ciglio e fa passare tutti senza controllare nessun bagaglio.
Un passeggero in attesa si mette a fumare nel bel mezzo della sala proprio vicino al cartello che dice che è vietato. Arriva una bigliettaia e lo fa smettere ma altri se ne fregano e contunuano a fumare. A quel punto anche l'impiegata si arrende e nell'ampio salone a comincia a spandersi una lieve cortina fumogena.
Fila per salire sul bus, un vecchietto passa davanti a tutti i passeggeri in attesa di salire e prendere posto sul vecchio bus scalcagnato, Lifang lo ferma e gli intima di aspettare il suo turno ma lui insiste che deve salire perché ha fretta di partire! ... 😁
Anche qui un paio di persone fumano, compreso l'autista, però smettono quando partiamo. Dopo un'ora tra risaie e villaggi il bus scalcagnato ci deposita ad un grande incrocio e l'autista ci rassicura: in mezz'ora arriverà bus per changsha... Speriamo!
Viaggio verso changsha ma hanno annullato corsa diretta, solo 4 passeggeri. Quindi ci tocca andare a Liufengzhen e cambiare. Apettiamo una buona mezz'ora l'arrvo della coincidenza, non c'è niente e nessuno, stiamo al sole, seduti sulle valigie.
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Lottare per la felicità del popolo e il risveglio della nazione |
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Combattere le tenebre per la stabilità |
Grande poster davanti a noi: lottare per la felicità del popolo e il risveglio della nazione.
Secondo poster è biblico: "Combattere le tenebre per la stabilità".
La campagna dell'Hunan è tappezzata di piccoli appezzamenti, orti familiari. Nessuna economia di scala pare. Mezzi rudimentali, pochi investimenti in macchine ed infrastrutture.
Casette a due piani ovunque fino ad arrivo a Changsha.
Oggi fa un caldo torrido, i colori cielo e della terra sono sbiaditi.
La strada è buona e il traffico di media intensità fila liscio, l'autista del nostro bus è bravo.
Arriviamo all'aeroporto di Changsha e ci dirigiamo verso il terminal dei voli interni. A parte noto quello per "voli internazionali + Hong Kong + Taiwan + Macau" le parti della Cina che godono di uno status diverso e per andare ai quali occorre passare una vera e propria frontiera, controllo passaporti ecc.

A Chongqing aeroporto grande e ordinato, pulito. Centinaia di taxi che aspettano clienti, partiamo e arriviamo a casa, in centro della megalopoli, in poco più di mezz'ora, traffico abbastanza intenso ma scorrevole. Lifang paga con WeChat (Of course, no cash we are Chinese) e siamo a casa.
Sistemati i bagagli scendiamo a cena. Vivremo per un mese in un quartiere abbastanza moderno, con molti negozi e ristoranti. Tra questi innumerevoli hot pot, la specialità del Sichuan di cui Chongqing fa culturalmente parte.
Grande padellone al centro del tavolo con brodo piccante o no, spesso entrambi in vaschette separate, in cui i commensali mettono pezzi di carne, pesce e verdure per cuocerli a loro piacimento.
04 October 2019
Grappa con mio suocero a Guiyang
Ma il mio cinese è troppo limitato e poi studio il mandarino, mentre loro parlano rigorosamente in dialetto hunanese. Il mandarino lo capiscono, e mio suocero lo parla pure, ma mia suocera nulla. Ho imparato a dire qualche parola in dialetto, così tanto per fare, tipo quanto mi piace questo piatto cucinato da te, o come fa caldo oggi.
Il problema è che, anche se mi hanno accettato in famiglia dal 2015, quando Lifang mi ha presentato a loro, in realtà sono sempre un po' un corpo estraneo, soprattutto agli occhi dei parenti, cugini, zii, e poi degli altri clan del villaggio (il cognome Yan è condiviso da tutto il villaggio di Yan Jia, che vuol dire "la casa degli Yan", in pratica un grande clan anche se non sono tutti imparentati tra di loro a rigor di termine) la cui opinione conta più qualunque regolamento promulgato dal partito. Un po’ perché straniero, un po’ per la differenza di età.
Anche questo non mi dovrebbe sorprendere, era la stessa cosa con la mia famiglia quando avevamo contatti più frequenti con i parenti del sud dell'Italia. La decisione di fare qualcosa dipendeva da considerazioni come "ma che figura ci facciamo", oppure " ma che diranno i parenti?", o ancora "che penserà la gente?"
Però per me di tempo ne è passato, ed ora, come si dice a Roma, non me ne potrebbe fregare di meno di quello che pensano o dicono i parenti ed i vicini delle mie scelte di vita. Del resto i parenti ed i vicini neanche sanno molto di quelle scelte, quindi non hanno modo di farsi un'opinione di qualunque genere.
Ma nel villaggio tutti sanno ancora tutto di tutti gli altri. E anche di quelli che non ci sono ma che sono in qualche modo imparentati. Quindi un italiano "maturo" che sposa la stella ascendente del villaggio (mia moglie Lifang) fa scalpore. E quindi io ne devo restar fuori: non andare al villaggio ed avere contatti solo con alcuni sceltissimi parenti, quelli che comunque storceranno il naso ma forse meno di altri.
Invece va molto meglio, almeno mi pare, con i vicini di casa di Guiyang, gente più moderna, ricca, forse anche un pochino più istruita. Non che siano particolarmente aperti o cosmopoliti. Nessuno di loro ha mai viaggiato fuori del paese, la maggior parte non ha mai lasciato l'Hunan, non parlano una parola di lingue straniere e fanno di tutto per tenere i figli vicino casa per gli studi e anche quando si sposano.
Però hanno un'idea che c'è un altro mondo, da qualche parte, là fuori. Intanto hanno la televisione e i giovani sono su internet dalla mattina alla sera. Veramente la televisione e internet ce l'hanno anche al villaggio di Yan Jia adesso, ma forse li usano meno, non sono sicuro.
Fatto sta che con i vicini di casa di Guiyang andiamo d'accordissimo, parliamo in mandarino (sempre con traduzione oppure con mie frasi molto semplici), scherziamo, ci scambiamo regali e ci portiamo cibo a vicenda attraversando il piccolo pianerottolo.
L'altro giorno ho cucinato i bucatini alla carbonara e ho suonato al campanello, ha risposto Aiyi e gliene ho offerto un piatto fumanti, davanti all'ascensore, raccomandandole di mangiarli caldi! Era visibilmente contenta, non so se più per la novità gastronomica o la sorpresa.
Chissà forse un giorno passerà tutto. Forse andrò a Yan Jia. Forse quando avremo dei figli, se li avremo. O forse quando saremo tutti troppo vecchi e nessuno ci farà caso. Spero presto potrò vedere i luoghi dove è nata e cresciuta mia moglie. Potrò vedere la grande porta del villaggio con l'architrave su cui sono dipinti i ritratti di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Ho il sentore che non saranno lì per sempre. Forse ci dipingeranno sopra quello di Xi.
Comunque mio suocero è molto simpatico, soprattutto quando condividiamo una bottiglia di grappa italiana portata qui da amici in visita dal Trentino. Anche mia suocera è (quasi sempre) simpatica, mi piacerebbe sapere quanto sono simpatico io a lei.