12 August 2010

1° g - 12 Ago: Partenza per lo Spiti ed il Kinnaur, Himachal Pradesh. Arrivo a Nuova Delhi

Torno in India, sarà la settima o ottava volta, mi sento un po' a casa mia. Questo promette di essere un viaggio di grande interesse culturale, incentrato sul Buddhismo lamaista. Soprattutto nello Spiti, ma in misura minore anche in Kinnaur, c'è una forte presenza di questa religione da secoli, rafforzata recentemente dai profughi del Tibet invaso dalla Cina. Per chi è stato in Ladakh e Zanskar qui i monasteri sono forse meno ricchi, o almeno appariscenti. Ma per chi, come me, è stato stimolato dalle visite del Ladakh e dello Zanskar ad approfondire, questo viaggio sarà senz'altro un valido complemento...






Le condizioni di viaggio sono più difficili che nel Ladakh o Zanskar dove sono stato nel 2005 e 2005. Le strade sono pessime, spesso interrotte da frane, allagamenti, smottamenti, traffico. In svariati punti le strade sono strettissime ed al limite del pericoloso. Le medie orarie sono lentissime, impossibile fare previsioni realistiche sui tempi di percorrenza. Può capitare, e a noi capiterà, che a causa di alluvioni o frane la strada sia interrotta per molti giorni, e non ce ne sono di alternative. Dunque prepararsi a dover fare dietro front soprattutto nella zona tra Nako e Tabo. Consiglio a chi vuole visitare la regione di effettuare il giro in senso antiorario, sia per salire in quota più gradualmente, sia per crescere di intensità, dato che lo Spiti è sicuramente più emozionante del Kinnaur.

In compenso i paesaggi sono mozzafiato, io li ho trovati ancora più affascinanti, se possibile, del Ladakh e dello Zanskar. Un aspetto interessante è la vita delle fattorie, abbiamo incontrato contadini al lavoro un po' ovunque, soprattutto nel Kinnaur, anche perché era la stagione del raccolto dei piselli, che qui sono la produzione principale insieme alle mele. Inutile sottolineare che la cosa offre innumerevoli spunti fotografici e opportunità di incontri, anche se la barriera linguistica (pochi parlano inglese) è difficile da superare.

Partenze dai vari aeroporti e ritrovo del gruppo a Zurigo. Arriviamo all'aeroporto di Delhi a mezzanotte in perfetto orario con la Swiss via Zurigo. Già nella mente scorrono le immagini delle precedenti visite, condite della puzza ed i locali fatiscenti dell'Indira Gandhi International Airport. Invece questa volta mi sembra di essere su un altro pianeta, al punto che mi chiedo (e chiedo ad un impiegato!) se siamo veramente a Delhi. Usciamo dal dall'aereo e siamo in un terminal nuovo fiammante, vetro e acciaio, scopro che è stato inaugurato solo qualche settimana fa! I bagagli arrivano subito, rapidi controlli ai passaporti e dogana e siamo fuori. Invece della solita bolgia di turisti, facchini abusivi e automezzi scassati che si accalcavano all'entrata in passato, una fila ordinata di taxi regolari ed ancora lavori in corso per l'ampliamento dell'aeroporto. Sintomo di come l'India stia cercando di recuperare il terreno perduto con la Cina.

State Express ci viene a prendere con un minibus e andiamo direttamente alla stazione ferroviaria di Rohilla. L'autista fa fatica, molte strade sono transennato la notte, per "sicurezza" lui dice, gli abitanti non vogliono estranei in giro per paura di furti, ma la cosa ci costringe ad una lunga deviazione. La stazione, al contrario dell'aeroporto, è ancora la vecchia India. Fatiscente, puzzolente. Un guardiano all'entrata ci fa passare per un metal detector che suona all'impazzata perché ovviamente abbiamo un sacco di oggetti metallici, ma lui è completamente indifferente, assonnato e stravaccato su una sedia. La stazione è piena di gente che aspetta i treni della notte, chi bighellonando in giro, chi sta lì perché non ha altro posto dove stare. C'è un baretto di bibite fresche, ma è chiuso, è mezzanotte.

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