27 August 2010

16° g - 27 AGO: Manali – Chandigarh, km 350

Partiamo alle 8, Thakur ci affida a due Toyota Innova fiammanti, con due autisti impeccabili e un po' formali e taciturni, ma comunque bravi nel loro mestiere. Scendiamo nella valle di Kullu. Verdissima, meleti e fabbriche di scialli. Ci fermiamo al mercato di Manali, frutta, verdura di più... coloratissimo e puzzonentissimo, ma ovviamente anche molto fotogenico!

Poi comincia un'estenuante scammellata per 250 km che prenderà tutto il giorno, traffico, controlli, infinite soste ai passaggi a livello... Ma media scende sotto i 30 km/h. Siamo calati nel cuore pulsante dell'India che si modernizza sulle spalle di un'infrastruttura che scricchiola sotto sforzo. Motorini con cinque persone a bordo, sorpassi folli in salita tra megacamion con rimorchio. Percorriamo anche un breve pezzo di autostrada, il resto è strada normale a due corsie, intervallati da budelli pieni di buche, mucche che attraversano la strada a piacimento, mucche morte sul ciglio. E poi sempre tanti bambini, inconfondibili quelli che vanno a scuola con le divise ordinate, si tengono per mano a gruppetti di tre o quattro, di tutte le età. Fa impressione vederli camminare, svelti e sorridenti ma indifesi, sul ciglio della strada, a pochi centimetri dagli enormi camion sovraccarichi di ogni cosa che arrancano prepotentemente sulle salite.

Il viaggio non è reso più gradevole dalla musica indiana, alquanto monotona ai nostri orecchi non abituati, che l'autista ci propina senza sosta da una chiavetta USB di 1 GB sulla quale ha memorizzato oltre 300 canzoni!! Gianni è stremato, ma ci pare scortese dirgli di cambiare, e poi non sapremmo con cosa cambiare. D'altra parte imporgli il silenzio non sarebbe carino e forse potrebbe essere anche pericoloso se lui si addormentasse! Dunque assorbiamo stoicamente almeno la metà delle 300 canzoni nel corso della giornata! La temperatura sale, abbiamo definitivamente abbandonato le montagne.

Ci fermiamo per un delizioso pranzetto in un dhaba lungo la strada, "paneer malai" e lassi dolce, slurp!! Ovviamente accompagnati dalla mitica Coca Cola! (Birra a mezzogiorno a queste temperature non è il caso...)

Quindi ci fermiamo per visitare il tempio Indu di Baserara Mahadeva, del IX secolo, uno dei più importanti in questa valle di Kullu, segnale incontrovertibile che abbiamo lasciato la zona buddista dell'India per entrare nel cuore induista del paese. Subito accanto al tempio campi coltivati, uno dei quali sfoggia un grande cartello con scritto "Indo- Italian Fruit Development Project".

Arriviamo in serata a Chandigarh, ci sistemiamo al Komfort Inn. La giovane "administrative manager" alla reception, visto che sono italiano, mi chiede da quale città provenga. Quando glielo dico sorride..."Ma io mi chiamo Roma!" mi annuncia contentissima! Poi fuori a mangiare qualcosa in una specie di fast food indiano davanti all'albergo, il Subway, una catena nazionale, discreti panini assortiti ma un gran casino indiano, non c'è fila alla cassa, si buttano tutti avanti per ordinare... siamo lontani dalla pacatezza dei villaggi di montagna che abiamo appena lasciato.

Poi una passeggiata per il centro urbano progettato da Le Corbusier, oggi casca a pezzi ed è molto discutibile quella scelta che fu fatta da Nehru per creare le nuove comunità dell'India socialista che lui sognava. Lungo i grandi viali saltellano migliaia di enormi cavallette, ma si fanno perlopiù i fatti loro... non ci danno fastidio. Certo Le Corbusier non le aveva previste.

Finiamo la serata a prendere un lassi bello fresco e dolce in un locale seminterrato del nostro isolato, una sorpresa. Aria condizionata a palla, tavolini puliti, file ordinate... In vendita un po' di tutto, prodotti indiani ovviamente ma anche molti d'importazione, persino uno "champagne" belga!! E molto italiano, Ferrero, Lavazza...

Subito fuori, in un parcheggio sulla strada, il contrasto dell'India di oggi: un gruppo di senzatetto cucinano qualche legume in un enorme pentolone sistemato alla meglio su un focherello per terra.

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