Partenza alle 8, e prima visita a Rizong, monastero particolarissimo abbarbicato sulle pendici di una montagna. Bisogna salire circa 10 minuti per arrivarci dal parcheggio. Dopo la visita ci attardiamo presso la scuola di novizi che si trova ai piedi del monastero, assistiamo ad una preghiera dei bambini, prendiamo il tè. Si possono comprare alcune pubblicazioni, interessante un libro scritto da un inglese che ha vissuto lì.
31 July 2006
Book Review: An Englishman in Rizong Monastery, by Lobzang Jivaka, ***
Review
The author is Michael Dillon, an Englishman otherwise known for having been the first person to undergo phalloplasty. This book is an interesting account of the several months he spent in Rizong Monastery, in Ladakh, in the early sixties, just before he died. It is mainly a travelogue, detailing his unique personal experience in the monastery. In this, it is unprecedented, to my knowledge, as no other Westerner had been ordained and allowed this kind of access before. And this to me is the most interesting dimension of this work. The book is however also a deeper reflection on Tibetan Buddhism. Quite a few good drawings and some pictures from Rizong complete the volume.
The author is Michael Dillon, an Englishman otherwise known for having been the first person to undergo phalloplasty. This book is an interesting account of the several months he spent in Rizong Monastery, in Ladakh, in the early sixties, just before he died. It is mainly a travelogue, detailing his unique personal experience in the monastery. In this, it is unprecedented, to my knowledge, as no other Westerner had been ordained and allowed this kind of access before. And this to me is the most interesting dimension of this work. The book is however also a deeper reflection on Tibetan Buddhism. Quite a few good drawings and some pictures from Rizong complete the volume.
Location:
Ladākh Range
30 July 2006
7° g - 30 LUG: Leh – Likir – Alchi
Partenza alle 8.30 diretti per il monastero di Likir, in posizione spettacolare e contraddistinto da un enorme Budda dorato all’esterno. Assistiamo ad una puja particolarmente coinvolgente per la musica e per la partecipazione dei tanti monaci. Si può star seduti in mezzo a loro, fotografare (senza flash) e magari concentrarsi noi stessi un una meditazione. Il complesso vale una visita lenta, senza fretta. C’è una scuola adiacente, i bambini in uniforme leggono libri e recitano.
Pranzo al sacco, stavolta tocca al formaggio catalano di Elisabeth, ottimo con il pane che abbiamo comprato a Leh stamattina... all’ingresso del monastero c’è sempre un camion che vende bevande.
Proseguiamo poi il tragitto per Alchi, dove arriviamo nel primo pomeriggio, in tempo per prendere le camere ed andare a visitare il monastero, che ora è un museo e non più in uso attivo. Preziosissimi gli affreschi del XI secolo, restaurati poi nel XVI sotto Akbar.
Cena buffet al ristorante dell’albergo, vegetariano, ottimo.
Pranzo al sacco, stavolta tocca al formaggio catalano di Elisabeth, ottimo con il pane che abbiamo comprato a Leh stamattina... all’ingresso del monastero c’è sempre un camion che vende bevande.
Proseguiamo poi il tragitto per Alchi, dove arriviamo nel primo pomeriggio, in tempo per prendere le camere ed andare a visitare il monastero, che ora è un museo e non più in uso attivo. Preziosissimi gli affreschi del XI secolo, restaurati poi nel XVI sotto Akbar.
Cena buffet al ristorante dell’albergo, vegetariano, ottimo.
Location:
Alchi
29 July 2006
6° g - 29 LUG: Varie attività nella valle di Leh, rafting, birra chang
Oggi il gruppo si divide. Io vado con una metà a fare rafting sul fiume Indo (900 Rs/pax, no TLF, compreso pranzo caldo buffet servito in un ristorantino a fine navigazione). Mehraj organizza tramite una ditta locale specializzata, vengono a prenderci in albergo e si va fino al fiume, dove ci si imbarca in grandi canotti da 7-8 persone. La navigazione è lenta e molto piacevole, si gode di una prospettiva diversa a vedere la valle dell’Indo dal basso, con la strada su in alto, tagliata sul costone brullo. Ci si bagna nelle rapide (sono sei) ma non c’è assolutamente alcun pericolo. Forniscono salvagenti ed un contenitore stagno per macchine fotografiche, vestiti ecc. La navigazione dura 3 ore circa finisce poco dopo la confluenza dell’Indo con il fiume Zanskar, presso Nimu.
Location:
Leh
28 July 2006
5° g - 28 LUG: Festival di Phyang
La stanchezza del viaggio si sente ancora, decidiamo di partire con comodo alle 11. Sosta sulla strada a Spitok, visita del monastero con bella veduta sulla valle di Leh da una parte (vista sull’aeroporto, vietato fotografare!) e sulla catena dello Zanskar dall’altra parte.
Oggi al festival c’è poca gente, solo qualche centinaio di locali e pochissimi stranieri. Le danze si godono molto meglio. Finisce tutto verso le 4. Molta polvere, resa più fastidiosa dal vento. Rispetto al Festival di Hemis che ho visto l’anno scorso, Phyang è meno coreograficamente spettacolare, ed anche meno scenografico, ma forse più intimo come atmosfera, soprattutto nei due pomeriggi quando non ci sono tanti turisti. Essendo più piccolo, il cortile di Phyang si sovraffolla facilmente, mentre ad Hemis c’era più spazio.
Oggi al festival c’è poca gente, solo qualche centinaio di locali e pochissimi stranieri. Le danze si godono molto meglio. Finisce tutto verso le 4. Molta polvere, resa più fastidiosa dal vento. Rispetto al Festival di Hemis che ho visto l’anno scorso, Phyang è meno coreograficamente spettacolare, ed anche meno scenografico, ma forse più intimo come atmosfera, soprattutto nei due pomeriggi quando non ci sono tanti turisti. Essendo più piccolo, il cortile di Phyang si sovraffolla facilmente, mentre ad Hemis c’era più spazio.
Location:
Phyang
27 July 2006
4° g - 27 LUG: Festival di Phyang
Prima giornata al festival. Partiamo verso le 8 dall’albergo. Interessante il percorso lungo l’Indo. Tra le curiosità, si passa davanti ad una base militare, declamata con orgoglio “World’s Highest Training Ground” e poi vicino al “World’s Highest Bottling Plant”.
All’inizio al festival c’è tanta gente, quasi inutile arrivare tanto tempo prima per prendere dei buoni posti tanto il numero di maleducati che arrivano dopo e ti si piazzano davanti sarà sempre sufficiente ad obbligarti a spostarti. Particolarmente insopportabili oggi i turisti israeliani e russi, più rispettosi francesi ed americani. Il festival dura due giorni, io consiglierei di saltare la prima mattinata quando la ressa è massima ed andare nel pomeriggio, verso l’una, e poi il secondo giorno. Inoltre quando vanno via tutti gli stranieri è più facile anche un minimo di contatto con i locali, in fondo è la loro festa. Nel pm di stranieri ci siamo quasi solo noi. Per far foto bisogna stare giù nel cortile e spostarsi, altrimenti buon punto di osservazione anche sulle balconate e dalle finestre del palazzo del monastero adiacente.
All’inizio al festival c’è tanta gente, quasi inutile arrivare tanto tempo prima per prendere dei buoni posti tanto il numero di maleducati che arrivano dopo e ti si piazzano davanti sarà sempre sufficiente ad obbligarti a spostarti. Particolarmente insopportabili oggi i turisti israeliani e russi, più rispettosi francesi ed americani. Il festival dura due giorni, io consiglierei di saltare la prima mattinata quando la ressa è massima ed andare nel pomeriggio, verso l’una, e poi il secondo giorno. Inoltre quando vanno via tutti gli stranieri è più facile anche un minimo di contatto con i locali, in fondo è la loro festa. Nel pm di stranieri ci siamo quasi solo noi. Per far foto bisogna stare giù nel cortile e spostarsi, altrimenti buon punto di osservazione anche sulle balconate e dalle finestre del palazzo del monastero adiacente.
Location:
Phyang
26 July 2006
3° g - 26 LUG: Giro per i monasteri della valle di leh
Giro classico per Tiksey, Hemis, Palazzo di Shey, Takthok, Matho. Una prima infarinatura di monasteri, ce ne sono tanti nella valle, forse se ne potrebbero fare meno con più calma, ma è difficile scartarne qualcuno. Meglio partire presto la mattina ed assistere alla preghiera (puja) di Tiksey, sempre interessante. Si paga un ingresso in ciascun monastero, 20 o 25 Rs.
Location:
Leh
25 July 2006
2° g - 25 LUG: volo Delhi – Leh, acclimatamento, acquisti
Volo spettacolare, paesaggio himalayano innevato fantastico. Scalo a Srinagar in Kashmir. Il Kashmir è molto più verde del Ladakh, ed il paesaggio molto meno duro. Ci fa un po’ impressione far sosta qui perché saremmo voluti venire a finire il nostro viaggio in Kashmir, ma i famigerati problemi di sicurezza ancora lo sconsigliano. Peccato, sarà per un’altra volta.
Location:
Leh
24 July 2006
1° g - 24 LUG: Partenza dall'Italia per l'India
Viaggio su due temi costanti: montagne e monasteri. Non c’è quasi altro, eccezion fatta per il rientro facoltativo a Delhi via terra attraverso l’Himachal ed il Punjab. Interesse culturale focalizzato per il Ladakh e lo Zanskar, buddisti, stretti tra il Kashmir islamico ed il Garwal induista. Dal punto di vista naturalistico, le montagne himalayane sono sempre foriere di forti impressioni, e così pure la fauna che vi si incontra. Il Ladakh della valle di Leh è molto più avanzato, economicamente, dello Zanskar. Quest’ultimo, per questo motivo, può risultare più affascinante, ma bisogna fare attenzione a non confondere arretratezza con tradizione.
Location:
New Delhi, Delhi, India
23 July 2006
Itinerario viaggio in Ladakh / Zanskar, 24/7 - 17/8 2006
Viaggio Zanskar Festival, 24/7 - 17/8 - 2006Itinerario clicca su una data o itinerario per andare al relativo post | |||||
Data | itineraro | Notte | KM | ore | |
1 | aereo | 0 | 0 | ||
2 | Leh | 0 | 0 | ||
3 | Leh | 80 | 5 | ||
4 | Leh | 60 | 2 | ||
5 | Leh | 60 | 2 | ||
6 | Leh | 50 | 1 | ||
7 | Alchi | 80 | 4 | ||
8 | Lamayuru | 70 | 3 | ||
9 | Kargil | 120 | 7 | ||
10 | Rangdum | 120 | 9 | ||
11 | Padum | 110 | 9 | ||
12 | Padum | 50 | 3 | ||
13 | Padum | 80 | 3 | ||
14 | Padum | 70 | 8 | ||
15 | Padum | 25 | 2 | ||
16 | Padum | 20 | 1 | ||
17 | Padum | 20 | 1 | ||
18 | Kargil | 230 | 13 | ||
19 | Leh | 220 | 11 | ||
20 | Leh | 0 | 0 | ||
21 | Sumur | 180 | 6 | ||
22 | Leh | 150 | 5 | ||
23 | Agra | 150 | 3 | ||
24 | aeroporto | 150 | 5 | ||
25 | 17/8 gio | Volo alle 02:35 x Milano e arrivo in orario, poi coincidenza per Roma e Bruxelles | CASA | 0 | 0 |
H = ore di percorrenza approssimate, considerando soste | TOTALE | 2.095 | 103 |
Location:
Zanskar
04 July 2006
Film review: Raid on Entebbe (1977), by Irvin Kershner, ****
Synopsis
Raid On Entebbe tells the amazing true story of a daring mission by Israeli commandos to free hostages from a terrorist hijacking at Entebbe Airport in Uganda and is presented here in its full length version. In 1976 four militants hijacked an Air France plane, diverting it to Entebbe, their cause was to secure the release of militants in Israel and four other countries. They held the hostages captive for three days before releasing a large number, keeping 100 passengers who were Israelis or Jews on board. What followed has gone down in history as one of the most daring rescue operations ever mounted. Directed by Irvin Kershner this Golden Globe winning film grips to the very end. The stand out cast includes Peter Finch as Prime Minister Yitzhak Rabin, alongside Charles Bronson and Martin Balsam.
Review
Today it's the fortieth anniversary of what was arguably the most successful rescue operation of modern times. Director Irvin Kershner (Never Say Never Again, Starwars V: The Empire Strikes Back)recreated the events leading to German members of the Baader-Meinhof group highjacking of the plane, the emotional international response and the daring operation. One is led, day by day, to re-live those dramatic days through the eyes of the Israeli leadership and the main members of the commando. Among the latter, Yonatan Netanyahu plays a central role.
What is missing, hence the four stars, is more information about the military planning and the formidable logistical obstacles that had to be overcome. I would have appreciated very much to know more about the planes used, refueling, the navigational problems, communication procedures etc. All of which are hinted at during the film but not well explained. Perhaps could this be because the film was made just a year after the events and much information was still classified?
Raid On Entebbe tells the amazing true story of a daring mission by Israeli commandos to free hostages from a terrorist hijacking at Entebbe Airport in Uganda and is presented here in its full length version. In 1976 four militants hijacked an Air France plane, diverting it to Entebbe, their cause was to secure the release of militants in Israel and four other countries. They held the hostages captive for three days before releasing a large number, keeping 100 passengers who were Israelis or Jews on board. What followed has gone down in history as one of the most daring rescue operations ever mounted. Directed by Irvin Kershner this Golden Globe winning film grips to the very end. The stand out cast includes Peter Finch as Prime Minister Yitzhak Rabin, alongside Charles Bronson and Martin Balsam.
Review
Today it's the fortieth anniversary of what was arguably the most successful rescue operation of modern times. Director Irvin Kershner (Never Say Never Again, Starwars V: The Empire Strikes Back)recreated the events leading to German members of the Baader-Meinhof group highjacking of the plane, the emotional international response and the daring operation. One is led, day by day, to re-live those dramatic days through the eyes of the Israeli leadership and the main members of the commando. Among the latter, Yonatan Netanyahu plays a central role.
What is missing, hence the four stars, is more information about the military planning and the formidable logistical obstacles that had to be overcome. I would have appreciated very much to know more about the planes used, refueling, the navigational problems, communication procedures etc. All of which are hinted at during the film but not well explained. Perhaps could this be because the film was made just a year after the events and much information was still classified?
Location:
Entebbe, Uganda
10 May 2006
Book Review: Zanskar, the Hidden Kingdom, by Michel Peissel, ****
The author, a very atypical Frenchman who writes in English, traveled across Zanskar in the seventies and wrote a detailed account of his personal experience. He conveys his emotions well and gives a lot of useful detail about the valley and its people. I read the book just before traveling to Zanskar in 2006, thirty years or so later than him, and found his book very useful to prepare my trip. I even met the (new) King of Zangla!
The book is made richer by a number of B/W and color photographs which help complete the narrative.
The only problem I have with the book is that the author every now and then falls into the trap of nostalgia of the good old days, before communication "spoiled" otherwise pristine regions... He even goes as far as arguing, half seriously, that inventing the wheel was a bad thing for Zanskar because it violated its blissful isolation. This despite the fact he himself points out how before communication everything was more difficult and more expensive for all of us...
All in all a highly recommended read to prepare your trip to Zanskar.
The book is made richer by a number of B/W and color photographs which help complete the narrative.
The only problem I have with the book is that the author every now and then falls into the trap of nostalgia of the good old days, before communication "spoiled" otherwise pristine regions... He even goes as far as arguing, half seriously, that inventing the wheel was a bad thing for Zanskar because it violated its blissful isolation. This despite the fact he himself points out how before communication everything was more difficult and more expensive for all of us...
All in all a highly recommended read to prepare your trip to Zanskar.
08 March 2006
La cernia di Felidhoo
Il più gran bel pesce della mia vita |
O meglio, ad aspettare. I minuti passano lenti sul nostro guscio di noce, è piacevolissimo farsi cullare al chiaro di luna, ma di pesci non ne abbocca neanche uno. I nostri marinai dopo un po’ si spazientiscono. Tiriamo tutto su, ancorotto, esche e tanta acqua fresca, e si riparte; altro giretto per scogli affioranti e quindi, dopo una breve consultazione tra di loro, decidono di riprovare. Pluff! Ancorotto in mare, filetti di pesce sugli ami e si ricomincia. Capiamo subito che la musica è cambiata: dopo un paio di falsi allarmi («hahaha, pesce corallo!» se la ridono i due mentre qualcuno di noi combatte con l’amo incastrato nella barriera sottostante) iniziano a venir su begli spigolotti di un buon chiletto ciascuno. Be’ l’onore è salvo. Ed anche la cena a base di pesce, con l’olio d’oliva italiano naturalmente. Comincia a far tardi, in barca ci staranno aspettando per cena, ma dobbiamo cercare di prendere ancora un po’ di pesce, siamo in tanti da sfamare a bordo. Ed è a questo punto che sento tirare veramente forte alla mia lenza. Curiosamente, non batto ciglio, sono infatti sicuro che si tratti di un corallo e do qualche strattoncino per disincagliare l’amo, che però continua a tirare il filo di nylon che si tende pericolosamente, sta per rompersi. C’è corrente, immagino la tensione sia dovuta alla barca che si sposta mentre il corallo resta fermo, e passo la lenza a Ahmed perché mi aiuti a disincagliarla. Lui dà uno strattone e, senza scomporsi, sentenzia: «Big fish!».
A questo punto comincio a scaldarmi. L'adrenalina sale, deve essere veramente grosso per tirare a quel modo. Mi sento per qualche minuto come il pescatore in Il vecchio e il Mare quando abbocca la grande preda che comincia a trascinargli la barca. Ahmed comincia a recuperare la lenza, sto pronto per dargli una mano ma ovviamente non ne ha bisogno. Poi mi passa il filo di nylon, mi dice di fare piano, ed infatti, stranamente, il pesce ha smesso si strattonare. Continuo a recuperare, ma di tanto in tanto Ahmed prende lui in mano la lenza. Ci sta mettendo molta attenzione a questo pesce, deve avere i suoi buoni motivi. Ed infatti... dopo un po’ di tira e molla vediamo dimenarsi sottobordo una cernia monumentale. È sfinita, si muove poco, o forse chissà, è vecchia, malata, ferita? La issiamo a bordo, e si va a depositare senza tante storie sul fondo della barca, è uno spettacolo! Ahmed la stima sui 15 chili di peso, anche scontando un po’ l’inevitabile euforia da pescatore, sicuramente siamo oltre i dieci. Gran bel pesce...
Questo post è un estratto del mio libro sulle Maldive. Per comprare il libro cartaceo o in formato kindle su Amazon clicca qui.
Location:
Felidhoo, Maldives
10 January 2006
Bibliography: Books on Syria
Lonely planet provides a good guide according to their usual standard:
Bradt is perhaps the richest guide for the cultural and historical aspects of the country:
La guida del touring mi è stata molto utile anche se queste guide sono spesso un po' noiose da leggere.
Kociekowski, Marius: “The Street Philosopher and the Holy Fool” (Sutton, 2004) Canadian writer travels through Syia.
Lesch, David: “The New Lion of Damascus” (Yale Univ Press, 2005). The rise to power of presidente Bashar Asad nel 2000.
Lieve, Joris:: “The Gates of Damascus” (Lonely Planet, 1999) the story of a Syrian journey by a Belgian writer. Interesting insight into local life in a family where a young man is arrested for political reasons.
Bradt is perhaps the richest guide for the cultural and historical aspects of the country:
La guida del touring mi è stata molto utile anche se queste guide sono spesso un po' noiose da leggere.
Kociekowski, Marius: “The Street Philosopher and the Holy Fool” (Sutton, 2004) Canadian writer travels through Syia.
Lesch, David: “The New Lion of Damascus” (Yale Univ Press, 2005). The rise to power of presidente Bashar Asad nel 2000.
Lieve, Joris:: “The Gates of Damascus” (Lonely Planet, 1999) the story of a Syrian journey by a Belgian writer. Interesting insight into local life in a family where a young man is arrested for political reasons.
05 January 2006
9° g - 5 GEN: Damasco, fine del viaggio
È l’una di mattina quando arriva il bus per riportarci l’aeroporto. Un breve viaggio, ma un paese ricco di storia e cultura. Mi addolora che un regime spietato impedisca al potenziale umano di questo popolo di esprimersi al meglio. Parto con la speranza di tornare un giorno in una Siria libera.
Ultima costernante sorpresa da parte di Hashim, che se ne arriva con un poster dell’agenzia di soggiorno che mi regala con grande pompa, mi dice di averlo pagato 10 euro (sic!) e mi consegna sfacciatamente una busta per la mancia. Inoltre vuol essere pagato per 9 giorni, considerando anche il 28 Dicembre (anche se noi siamo arrivati il 29 mattina) ed il 5 gennaio, anche se in realtà ci lascia poco dopo mezzanotte. Basima per lo stesso lavoro ha chiesto, ovviamente, 7 giorni. Io non avrei voluto dargli nulla di mancia, ma i buonisti del gruppo hanno comunque voluto dargli 50 dollari. Ripeto: se mai a qualcuno che mi legge capitasse che gli sia proposto come guida, evitatelo a qualunque costo!
Ultima costernante sorpresa da parte di Hashim, che se ne arriva con un poster dell’agenzia di soggiorno che mi regala con grande pompa, mi dice di averlo pagato 10 euro (sic!) e mi consegna sfacciatamente una busta per la mancia. Inoltre vuol essere pagato per 9 giorni, considerando anche il 28 Dicembre (anche se noi siamo arrivati il 29 mattina) ed il 5 gennaio, anche se in realtà ci lascia poco dopo mezzanotte. Basima per lo stesso lavoro ha chiesto, ovviamente, 7 giorni. Io non avrei voluto dargli nulla di mancia, ma i buonisti del gruppo hanno comunque voluto dargli 50 dollari. Ripeto: se mai a qualcuno che mi legge capitasse che gli sia proposto come guida, evitatelo a qualunque costo!
Location:
Damascus, Syria
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