25 July 2006

2° g - 25 LUG: volo Delhi – Leh, acclimatamento, acquisti

Volo spettacolare, paesaggio himalayano innevato fantastico. Scalo a Srinagar in Kashmir. Il Kashmir è molto più verde del Ladakh, ed il paesaggio molto meno duro. Ci fa un po’ impressione far sosta qui perché saremmo voluti venire a finire il nostro viaggio in Kashmir, ma i famigerati problemi di sicurezza ancora lo sconsigliano. Peccato, sarà per un’altra volta.

All’aeroporto di Leh ci vengono a prendere quelli della Shangloo Travel con due pullmini. Appena usciti dall’aeroporto il mio pullmino si rompe, dobbiamo aspettare una ventina di minuti perché l’altro se ne accorga e ci venga a riprendere... cominciamo bene!

Ci sistemiamo all’Hotel Manser, accolti dal simpatico gestore nepalese con un tè caldo. Fa molto caldo nonostante siamo a 3500 metri. Viene a far due chiacchiere Nazir, il fratello di Mehraj che gestisce l’agenzia corrispondente. Li conosco dall’anno scorso, sono due simpatici kashmiri, uno agenzia di viaggio e l’altro negoziante di stoffe e tappeti, sanno fare i loro affari ma tutto sommato sono affidabili e disponibili.

Nel pm riposo, indispensabile per l’acclimatamento. Dopo aver organizzato un po’ le cose del viaggio con Mehraj me ne vado in giro per negozi, e soprattutto vado a ritrovare il sig Karma, padrone dell’omonimo negozio vicino al Soma gompa. Mi racconta la sua storia: è scappato a piedi dal Tibet nel 1972, attraverso il Sikkim, quando è riuscito ad ottenere il visto in quanto suo padre era ladako. Due fratelli sono rimasti in Tibet. Da quest’anno ha la cittadinanza indiana. E’ potuto tornare in Tibet nel 1986 e poi nel 2006 a visitare la famiglia. Costoso per lui, visti, permessi, trasporto... La sorella è pure lei a leh, con marito e figli. Madre tibetana era restata in Tibet con i due fratelli. Una tragedia familiare, una microstoria tra le centinaia di migliaia che son seguite alla repressione comunista in Tibet.

Leh è abbastanza affollata di turisti, molti di più di quelli che c’erano l’anno scorso a giugno per il festival di Hemis, ma tutto sommato la folla non è poi fuori misura come invece sarà a metà agosto alla fine del nostro viaggio.

Sonam è sparito ed irrintracciabile, ed allora incontro Mansoor, una guida dello Zanskar di cui avevo letto nelle relazioni e avevo contattato prima del viaggio. Concordiamo date e prezzo del suo servizio, e ci diamo appuntamento a Kargil il 2 Agosto.

Primo passaggio dal negozio di Nazir, che ci offre il tè. Ne approfitto per fargli qualche domanda sulla situazione in Kashmir; lui sostiene che la maggioranza son ben contenti di stare in India perché c’è democrazia e turismo, ma una consistente minoranza vorrebbe l’indipendenza, mentre pochissimi vorrebbero andare con il Pakistan.

Dopo una buona cena al Dreamland (270Rs/pax, sconto TL) con birra artigianale clandestina (qui sarebbe vietata) servita in teiere (!) vado ad ispezionare il bus che ci offrirebbero per il viaggio. Non mi piace, ed il gruppo decide 8 contro 2 di affittare invece delle jeep.

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