20 August 2007

16° g - 20 AGO: addio Esi 'o Ma 'afu e trasferimento a Sandy Beach (Foa)

Mattinata ancora a zonzo per l’isola. Ripassiamo dalla nostra signora maestra del minimarket e riprenotiamo le nostre bibite fredde! Coca Cola, Fanta ecc fatte a Figi. Ci fermiamo a chiacchierare con una famiglia che sta per strada davanti a casa, ci raccontano delle loro terre. Qui le terre appartengono alle famiglie nobili che spesso non vivono sull’isola ma a Nuku’alofa (il nome vuol dire “luogo dell’amore”). Bel nome però...

Loro hanno un accordo con i proprietari per cui possono coltivare e allevare a piacimento e gratis, ma c’è sempre il pericolo di essere mandati via se i padroni della terra facessero progetti diversi. Il sistema è un po’ medievale, una specie di latifondismo ...alla tongana, ammorbidito, bonario. Almeno in apparenza, è difficile capier più in dettaglio. Le abitazioni comunque sembrano quasi tutte più che decorose,, magari povere ma non misere e certamente non disperate. Comunque anche qui sussiste un problema di alimentazione, nel senso che mangiano tutti TROPPO!! Forse si potrebbe organizzare un ponte aereo per sottrarre cibo ai tongani e portarlo in Africa, certamente ne beneficierebbero entrambe le parti!

Poi due dei loro bambini di fanno da guida per un giretto giro per la parte nord dell’isola e quando torniamo indietro gli offriamo una coca ghiacciata.

Ci dispiace andarcene siamo stati proprio bene. L'incontro con i cantanti , i suonatori ed i bevitori di kava resterà il momento più toccante del viaggio a Tonga. Sappiamo che qui finisce il nostro viaggio e comincia la vacanza. Stiamo per trasformarci da viaggiatori in vacanzieri, o turisti che dir si voglia: una metamorfosi tanto invisibile, anche indescrivibile, quanto innegabile. Non che la cosa mi crei particolari problemi, sia ben inteso! La prospettiva delle escursioni in barca per nuotare con le balene qui a Foa mi entusiasma. Anzi comincia già a girare l’adrenalina!

Ciao Kaloni, Kepu, Kapeta, Lisieli e Ileta, e grazie di cuore per averci accolti come amici e non solo come clienti. Non so se vi rivedremo, ma certamente non vi dimenticheremo.

È ora di partire da U’iha. Alle 14 transfer in barca a Lifuka. Mare piatto, calma di vento, in 45 minuti siamo a dstinazione al porto di Pangaimotu sull’isola di Lifuka.

Al porto ci viene a prendere Jürgen e ci porta a Sandy Beach, sull’isola di Foa cui si accede da Lifuka con un ponte, e qui ci riuniamo tutti, anche quelli scappati da Esi qualche giorno fa. Questo “tedesco” è molto diverso da Feleti. Qui tutto è ordinatissimo, preciso, allineato, organizzato, quasi militare! Si cena alle 7 in punto, tutti insieme, in una sala refettorio funzionale ma asettica, senza carattere, serviti in modo preciso ma meccanico dal figlio di Jürgen che si occupa della cucina. La mattina è obbligatorio indicare una preferenza (carne o pesce) su un pezzo di carta, altrimenti si rischia! In perfetta fila anche tutte le piante del giardino! Anche i bungalow sono tutti uguali, perfetti, squadrati, senza finestre, ogni camera ha solo grandi buchi quadrati al muro con retini antizanzare.

Dopo un pomeriggio tranquillo a programmare le prossime giornate, ed una succulenta aragosta, mi addormento accompagnato dalla debole eco della risacca.

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