08 August 2003

2° g - 8 AGO: volo Tehran – Tabriz

La mattina alle 4 ricchissima colazione, come sarà sempre qui in Iran, dolce e salata, uova, succhi, fa da gran pasto e permette di tirare fino a cena. La giornata comincia bene! ;-)

Dovrebbe esserci il bus del corrispondente ma alle 4.30 non si vede ancora nulla e sono costretto a racimolare 4 taxi in tutta fretta per andare in aeroporto. Volo regolare per Tabriz. Prendiamo le camere all'albergo Golshan, quasi di fronte alla Moschea Blu. Pessimo, puzzolente, cameracce triple schifose, cessi fetenti, 6 dollari a testa buttati. il peggiore di tutti i miei viaggi di 25 anni.Meglio le panchine nei parchi. Personale antipatico e inefficiente. Siamo stati costretti a restarci tre giorni perché tutti gli altri erano pieni.

Quello degli alberghi sarà un problema ricorrente: non abbiamo prenotato, a parte la prima notte. Nelle grandi città c’è molta scelta, anche se qui a Tabriz a causa di un congresso siamo finiti in una topaia. Prenotare può essere però complicato, specialmente per un gruppo grande. In questo caso è indispensabile l’interprete ed il cellulare – dell’interprete!, visto che quelli italiani non funzionano e non esiste la possibilità di schede prepagate locali. Arrivare la sera e girovagare per città intasate dal traffico per negoziare con albergatori a gesti non è una buona idea.

Giornata ad esplorare la città. Tabriz è un po’ fatiscente, diroccata. Le strade sono trascurate, caotiche. Non si percepisce povertà, solo trasandatezza. Segnalo il museo, interessante per la parte archeologica e islamica, con una sinistra ma intrigante sezione di arte contemporanea nel sottosuolo.

Molto interessante la sauna sulla Khomeini (solo uomini, sigh!) dove abbiamo intrecciato svariate interessanti conversazioni con altri frequentatori evidentemente curiosi della nostra presenza. Ci sono varie sale, con sauna tipo finlandese e bagno turco di vapore caldo. Per la prima volta qui ho assaggiato il khakshir, bevanda fresca che disseta e nutre, che mi accompagnerà un po’ tutto il viaggio. Da non perdere. Bisogna portarsi tutto (asciugamani, costume), noi non l’avevamo e abbiamo comprato sul posto.

Le donne, non ammesse alla sauna, hanno provato ad andare alla piscina per donne ed hanno conosciuto R., una simpatica avvocatessa che si occupa di diritto di famiglia, e non è facile farlo da donna, visto che le donne ereditano la metà degli uomini e ce ne vogliono due per fare la testimonianza di un uomo in tribunale.

Nel pomeriggio a spasso per i giardini Elgoli, piacevoli soprattutto perché molto frequentati, ci sono infinite occasioni di contatti con i locali. Sono molto socievoli, attaccano conversazione. Soprattutto le donne. Ci soffermiamo a parlare con P. e M. due studentesse universitarie ventenni di etnia azera, che ci raccontano di come a volte siano oggetto di discriminazione da parte della maggioranza persiana. Atmosfera rilassata, pacata. Solo qualche donna più tradizionalista mi guarda un po’ in cagnesco da dietro il velo nero quando vedono le mie macchine fotografiche. La nostra guida le chiama “le cornacchie”... comunque evito problemi e non fotografo, o lo faccio da molto lontano con il teleobiettivo.

Cena in un anonimo ristorantino quasi di fronte alla Moschea blu, senza molto carattere, luci al neon, ma si mangia bene ed abbondante.

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