07 August 2003

1° g - 7 Agosto 2003: volo Roma – Tehran, inizio del viaggio in Iran

Viaggio di grande interesse umano. Moltissimi iraniani ci hanno avvicinato per farci 1000 domande e raccontarci le loro cose. Spesso la lingua è un ostacolo all’approfondimento della conversazione ma con l’inglese si fa molto. Francese e tedesco pure utili qualche volta. Persino con l’italiano ce la siamo cavata in qualche occasione...

Sottolineo che per questo viaggio è assolutamente indispensabile prepararsi culturalmente su storia, religione, arte e politica, e magari un minimo anche in economia, altrimenti non si capirebbe niente del grande travaglio che sta attraversando il paese; allora meglio non andare in Iran.

Appuntamento a Fiumicino e partenza in orario con Iran Air: Sull’aereo siamo già in territorio iraniano e appena imbarcati le donne italiane si cominciano a coprire la testa di veli, anche se è buffo notare come in aereo siano spesso più timorose delle iraniane, che invece in maggioranza aspettano fino allo sbarco a Tehran per imbacuccarsi! Del resto le autorità iraniane le avevano un po’ impaurite già al momento di chiedere il visto, che richiede una fotografia con la testa coperta! Servizio a bordo ottimo.

All’arrivo formalità doganali non troppo complicate; ci viene a prendere il bus del corrispondente locale che ci porta in albergo, e ci offre di portarci in aeroporto domani mattina ma ci chiede di essere pagato subito. Ingenuamente mi fido e accetto.

Incontriamo S., un iraniano residente da anni in Italia che parla benissimo l’italiano e che durante le vacanze porta in giro turisti. Con il suo inseparabile telefonino ha fatto moltissimo per risolvere mille problemi, ci ha fatto risparmiare ed è stato una persona simpatica nel gruppo. Lo consiglio caldamente, e sono a disposizione per ulteriori ragguagli in merito. Basta dargli l’appuntamento una buona mezz’ora prima di ogni partenza, dato che gli piace dormire e non sempre è il primo ad essere pronto!!!! Lo abbiamo pagato 40 dollari al giorno, inoltre lui qualche volta ha beneficiato della solita commissioncina da parte degli alberghi; soldi spesi benissimo, ripeto, lo consiglio. Invece abbiamo fatto uso sporadico di guide locali, nei singoli siti. Sono poco costose e possono essere utili, il problema è che non parlano mai lingue occidentali, dunque si deve ascoltare tutto tramite la traduzione consecutiva dell’interprete il che rende la cosa alquanto tediosa e lenta.

Il nostro albergo si chiama “Engelab” (Rivoluzione), asettico ma buono, ottima colazione a buffet, ce l’hanno preparata apposta la mattina dopo alle 4. Per cena siamo andati al “Traditional Iranian”, sulla Keshavarz, vicino all’albergo, buono, bell’atmosfera, con solo 5 USD a testa abbiamo goduto di una bella cena di cucina locale, agnello e molta verdura. Ovviamente niente alcol, come sarà per (quasi) tutto il viaggio.

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