24 September 2018

Festival della Luna a tavola

La festa del "mezz'autunno" lunare. In pratica coincide, con date variabili di anno in anno, approssimativamente con l'equinozio d'autunno solare.

Dopo il capodanno cinese è la festa più sentita, più partecipata in famiglia, anche se non si vedono le migrazioni di massa bibliche del capodanno. Ci viene a trovare qualche parente, ci si scambia qualche invito con i vicini.

Gran pranzo a casa, tutto cucinato fresco: il giorno di mezz'autunno è proibito mangiare cibi cotti precedentemente. Niente minestre riscaldate!

Si pasteggia con l'alcol fatto da mio suocero facendo fermentare patate dolci. Colore ocra gialla, profumi di mele e pere cotte di media intensità, mediamente secco, ed equilibrato al palato, e di media lunghezza anche se non molto complesso.

Piccoli bicchierini per tutti, tranne ovviamente la nipotina e mia suocera che ultimamente non beve alcol, non ho ancora capito perché. Tocca a me, il genero, come uomo meno "senior" di versare a tutti. Poi brindo, con il Jian kang! (Alla salute!) di rito, facendo attenzione che il bordo del mio bicchiere tocchi il lato del bicchiere di mio suocero, quindi sotto il bordo del suo bicchiere, in segno di deferenza.

Se provo a bere un sorsetto senza brindare a mio suocero (mi capita, anche perché sono quasi sempre inevitabilmente tagliato fuori da ogni conversazione in dialetto hunanese) mia moglie mi redarguisce e devo subito rimediare. Idem se il bicchiere di mio suocero resta vuoto e io non lo rabbocco all'istante. Per gli altri commensali basta brindare una o due volte nel corso del pasto. Comunque mia moglie è paziente, non si scompone troppo e mi continua a rammentare di rabboccare.

Il "vino" di prugna è una novità, ma devo ammettere che con il cibo medio-piccante che preparano i suoceri si abbina alla meraviglia. La morbidezza del resto, me lo hanno insegnato all'AIS, anzi è stata addirittura una mia domanda all'esame da sommelier, è la migliore amica del piccante.

A pensarci bene è un po’ come tra due innamorati, lei morbida e delicata, lui piccante, leggermente aggressivo ma pronto ad arrendersi e farsi avvolgere dalla seduzione.

Solo alla fine, quando non si beve più alcol, l'ultimo brindisi è preceduto da un Gan bei! (pulisci il bicchiere!) che indica l'impegno a svuotare completamente il bicchiere, fino all'ultima goccia.

Chissà perché, una volta che tutti hanno fatto gan bei, si comincia ad aggiungere riso al vapore nei piatti. Non ho mai capito la ratio di questa consuetudine anche se ho chiesto ripetutamente. Forse, ma è solo una speculazione, quando una volta c'era poco da mangiare a tavola, prima si finivano i cibi nobili (carne, verdure) e poi, se si aveva ancora fame, si riempiva la pancia con il riso. Che comunque non era necessario finire, poteva aspettare nella pentola fino al giorno dopo. Forse un giorno scoprirò se è veramente così.

A fine pasto mio suocero tira fuori anche un distillato, sempre prodotto dalle patate dolci. Pungente all'attacco, ma con finale morbido, si sente quando scende in gola. Ne prendo un assaggio, dopo vari bicchierini del fermentato non vorrei trovarmi sotto al tavolo.

Ma nessuno si può alzare da tavola senza aver provato il liquore di prugna: semplicemente prugne affogate per qualche mese in alcol puro, al quale cedono il loro sapore. Un goccio e mi fermo, il gioco si sta facendo pericoloso!

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