18 September 2018

Il "Lago occidentale" di Hangzhou di sera


Stasera Lifang è andata a cena con un'amica che non vede da qualche anno. Una collega insegnante con cui è rimasta in contatto dopo aver lasciato la Cina tramite l'onnipresente Wechat, l'incredibile app cinese che fa le funzioni di Whatsapp, Facebook, Paypal and Instagram tutte insieme.

Io ne approfitto per una lunga passeggiata sul lungolago, che sarà pure considerato un posto turistico ma è piacevole, tenuto bene e comunque frequentato anche da tanti locali. 

Che poi non ho mai capito quelli che dicono che quando viaggiano non vogliono andare dove vanno i turisti, come se loro fossero esploratori. I turisti fanno parte del paese che visitano per il tempo che ci si soffermano, dunque stare in mezzo ai turisti è comunque visitare il paese. Anzi, evitare i turisti è una finzione, come quelli che quando fotografano cercano sempre di inquadrare come se non ci fosse nessuno intorno a loro. Sono foto false.

Una volta ho discusso con un sedicente fotografo viaggiatore che a chiamarlo turista si offendeva. Andava a Roma per la prima volta ed era fiero di dirmi che avrebbe evitato il Colosseo, San Pietro, la fontana di Trevi ecc. Mi disse che voleva vedere la "vera" Roma. Gli dissi che quei luoghi erano la vera Roma da secoli. Se poi avesse avuto tempo anche per andare a fotografare le borgate, i quartieri popolari, gli angoli nascosti, , benissimo. Ma se fosse ripartito senza aver messo piede a Piazza di Spagna non avrebbe potuto dire di aver visto Roma.

Per tornare al Lago Occidentale, col buio si accendono le luci e l'atmosfera si fa tiepida, un po' umida, ma una lievissima brezza rende l'aria piacevole ed invitante alla camminata. Per me come per migliaia di locali e di turisti cinesi provenienti da tutto il paese-continente. 

Dopo un po’ mi siedo su una panchina e guardo il flusso ininterrotto di umanità che scorre liscio lungo l'acqua nera, disordinato ma disciplinato. Nessuno parla a voce alta, nessuno butta niente per terra.

Ci sono alcuni ristoranti dall'apparenza piuttosto tristanzuola, menù striminziti, aspetto sciatto e qualche cantante con le cosce bene in vista ma  la voce stonata che in teoria dovrebbe attirare clienti. Senza molto successo, i locali sono vuoti. Evito. Torno invece da Grandma, una sicurezza, do mangio ancora benissimo e sono sempre l'unico a pagare con i soldi, tutti gli altri con il telefonino e WeChat.

Ci sono tanti negozi di lusso: Cartier, Rolex, Hermes. Grandi negozi sfavillanti. E pieni di gente. Non so quanti di loro poi effettivamente comprino, ma è chiaro che di denaro ne gira. Entro da Cartier e faccio finta di voler comprare un anello per mia moglie, tanto per farmi dire i prezzi da una delle commesse tirate a lucido. Prendo nota e dopo, online, verificherò che i prezzi sono anche più alti che in Europa. Ma i cinesi comprano.

Ammiro alcuni padiglioni sul bordo dell'acqua. Ci sono sempre le "coppiette" di versi scritte sulle colonne. Scatto qualche foto per potermi poi far tradurre i caratteri da Lifang. Una recita:

The Spring is long on the lake with the greenery and the plans you get drunk

Un'altra:

Everybody is saying that this pavilion is beautiful and when you stand in front of it you can feel it energy right away

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