La cartina qui sopra è presa da questo libro, forse la migliore guida per i trek in Ladakh.
Rientrati, pranziamo in hotel e partiamo alla volta di Kargil. Sole splendente, spirito alle stelle: oggi arriviamo nello Zanskar. Appena usciti da Lamayuru entriamo nella zona di confine con il Pakistan, rigorosamente sorvegliata dai militari. Colonne di camion militari intasano il traffico ma ci fanno passare al lato con le nostre jeep, se avessimo avuto il bus saremmo certamente rimasti indietro. Ci sono molte frane sulla strada che sale al Fatu-La (Passo di Fatu), ci dobbiamo fermare ripetutamente mentre liberano la strada. Al Fatu-la arriviamo con il sole che comincia a tramontare ed illumina una verdissima valle dai riflessi suggestivi: il verde del Kashmir che prende il sopravvento sulla terra brulla della valle di Leh.
Arriviamo a Kargil alle 8 di sera, accoglienza non proprio calorosa in albergo, la gente di qui ha fama di essere poco disponibile con i turisti e piuttosto burbera. Più che della “gente” dovrei parlare degli uomini, dato che non si è vista neanche una donna ingiro. Lo avevo letto nelle relazioni precedenti e lo confermo. Se continuano così quando aprirà la strada diretta da Leh a Padum perderanno tutto il traffico per lo Zanskar, che invece potrebbero forse almeno in parte preservare se fossero più accoglienti, in fondo anche il percorso che abbiamo fatto è paesaggisticamente molto suggestivo.
Come temevo una regola sulla quale insistono, ma che non ha base legale che mi sia dato di sapere, è che le auto in provenienza da Leh non possono andare oltre nello Zanskar. Per andare a Padum dovremo usare le loro auto ed i loro autisti, che si riveleranno entrambi deludenti. Buona cena in Hotel (birre contrabbandate e servite di nascosto, ed a caro prezzo, dato che qui è zona musulmana e sono “rigorosamente” vietate) e poi due chiacchiere e a letto.
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