In auto fino alla base della montagna del monastero di Tongde, poi 45 minuti a piedi fino al monastero lungo una rampa a gradoni abbastanza ripida. Ottima vista sulla valle, si vede la confluenza del Lunak e della Duda che forma lo Zanskar. Si vede anche Karsha in lontanza dall’altra parte del fiume. Terrazza del monastero con ambiente di massima suggestione, mi metto con alcuni amici a meditare e contemplare, disturbato solo dal cicaleccio di un paio di compagne di viaggio che non riescono mai a stare zitte. Da qui si vede il percorso a piedi che porta fino a Pukhtal, il monastero nella roccia che purtroppo non avremo tempo di andare a visitare. Ne scendono alcuni locali con un mulo. Un piccolo timido torrentino scende dal ghiacciaio ma si insabbia prima di raggiungere lo Zanskar. Mi immagino un viaggio in canotto... rafting da Bardan a Nemu, sull’Indo, chissà un altr’anno...
Proseguiamo per Zangla, dove arriviamo e ci fermiamo per un pranzo lungo un torrente, c’è un bel sole. Poi rientriamo a Zangla e ci imbattiamo in un matrimonio e siamo i benvenuti ad assistere. La cerimonia è molto elaborata, e si svolge in un grande cortile sterrato con un tendone. Vi partecipano centinaia di persone, musica, mi danno da bere un liquore stranissimo che non riesco a definire. Ci fermiamo un bel po’, pioviggina. Appare lo sposo, timido, si apparta. La sposa lì vicino, silente. Alcuni anziani notabili in fila seduti per terra, le adolescenti guardano da un lato con apprensione. Le mamme portano i bimbi sulle spalle, i vecchi attoniti, chissà, forse un po’ brilli di chang?, stanno in disparte. Durante la cerimonia mi viene a cercare Gyalpo. Lungo la strada, così un po’ per scherzo, gli avevo detto che mi sarebbe piaciuto incontrare l’ultimo Re dello Zanskar che è ancora formalmente in carica anche se ovviamente non ha alcun potere reale. Ebbene Gyalpo mi dice che il Re ci aspetta nel palazzo reale. Non ho mai incontrato un Re, sono un po’ emozionato, e poi il pensiero di entrare in una reggia con i miei scarponcini infangati un po’ mi disturba.
Il palazzo reale in realtà è una casa proprio accanto al cortile dove si svolge il matrimonio, con lo stesso odori di animali domestici e le stesse pareti fatiscenti di tutte le altre case. Saliamo due rampe di scale buie ed arriviamo in un cortile sul tetto, da cui siamo ammessi alla presenza del sovrano, in un appartamentino all’ultimo piano. Mi diverte usare la forma protocollare, “Buongiorno Sua Maestà!”, anzi “Your Majesty”, in inglese...
Il re Gyalses Nima Norboo siede con la moglie e ci offre il tè, non ha la corona ma un cappellone occidentale. Poi ci parla con una voce pacata, misurata, in un discreto inglese. Dice che è stato in Italia, a Milano, ma non a Roma. Gli faccio un po’ di domande, qui una sintesi delle sue risposte. Ha 5 figli, uno è in Zanskar, 3 a Leh ed uno a Deradum. Nuove strade (con buona pace dei verdi) e istruzione pubblica sono le priorità per lo Zanskar. La strada asfaltata da Padum per Leh dovrebbe essere pronta fra 5-6 anni, sono 160km da completare. Istruzione importante soprattutto per le donne, prima non andavano a scuola. Dice che due funzionari di Delhi assicurano l’aiuto dello stato, ma non basta (e quando mai?) ci vorrebbero due milioni di Rupie in più per restaurare il vero palazzo reale, che non è questo dove lui abita ma si trova in cima ad una collina vicina (lo vedremo dopo). Lui adesso non ha introiti, le terre sono state distribuite ai contadini. La democrazia va bene, non pensa certo a restaurazioni, ma conta di fare ancora il possibile con il suo carisma per aiutare il suo popolo. Le relazioni con il Kashmir confinante sono buone anche se il terrorismo ha portato problemi di riflesso anche nello Zanskar.
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