La mattina mi dò da fare per cercare una guida, e tramite l’albergo riesco a rintracciare Gyalpo, che pure aveva lavorato per altri gruppi di AnM. Viene subito in albergo e facciamo un programma di massima per i prossimi giorni. Incontriamo anche i nuovi autisti localo zanskariani, che sembrano subito più simpatici di quelli di Kargil. Per auto abbiamo le solite Tata Sumo, almeno queste sono in discrete condizioni.
Gyalpo Khngsar, dgyalpo2001@yahoo.co.in fa la guida da anni, se lo contattate pazienza, può non rispondere subito alle email, nel 2006 poteva accedere solo quando andava a Leh o Kargil, dategli qualche giorno. Gentile, disponibile, simpatico ed efficace. L’abbiamo pagato 15 dollari al giorno, ma gli abbiamo anche pagato la cena a casa sua che invece ci voleva offrire. Non ha cambiato le tariffe da tempo, credo che dal 2007 bisognerebbe dargli di più, almeno 20 al giorno, sono 15 Euro e divisi nel gruppo non fa molta differenza, per noi, per lui invece sì. Se li merita! Ci ha anche invitato a casa per una cena ticipa zanskariana, che ho dovuto insistere per pagare dato che lui e la moglie avevano fatto uno sforzo enorme.
Alle 11.00 partenza con le auto e Gyalpo per Dzonkul, attraversiamo i campi in direzione di Sani, lungo il fiume Doda (colloquialmente chiamato Stot), affluente dello Zanskar, che comincia a Padum. dove fra qualche giorno assiteremo al festival. Il raccolto di orzo è pronto alla mietitura; anzi... sarebbe pronto, se non fosse per un’invasione di miliardi di locuste che stanno divorando tutto fino all’ultimo chicco. Le spighe restano nude, esili steli spogliati di tutto. Ci dicono che questo è già il secondo anno di seguito che questo accade ed è sempre peggio. Se non interverranno aiuti di stato per combattere le bestiaccie non resterà nulla da mangiare. Paradossalmente un monaco a cui diamo un passaggio, a mia domanda su che ne pensa, dice che dopotutto anche le locuste devono mangiare! Alla successiva domanda su cosa pensa di mangiare lui se non gli lasciano nulla sulle spighe lui dice che ci penserà il governo. Le locuste sono anche sulla strada, le auto ne fanno strage passando. Qualche volta sembra di vedere gli autisti (buddisti anche loro) che quasi cercano di evitarle. Una compagna di viaggio è ammirata da questo rispetto estremo per la vita. A me, che pure simpatizzo sinceramente per la filosofia buddista, sembra una cretinata... il buddismo non è così assoluto nel difendere la vita degli animali. I buddisti non sono neanche tutti vegetariani, neanche il Dalai Lama lo richiede. E comunque se sparisce tutto l’orzo non si mangia più da queste parti! Provvedimenti contro le locuste urgono come autodifesa.
Parlo un po’ con Gyalpo, mi dice che circa la metà della popolazione dello Zanskar vive di agricoltura, solo un 10% di turismo ed un 40% lavora per il governo o vive di sussidi pubblici. Ci sono circa 13.000 abitanti qui, un 10% nella capitale Padum. I musulmani sono circa 500, gli altri pressoché tutti buddisti, e convivono più o meno pacificamente anche se non ci sono matrimoni misti oggi, ce n’erano di più prima, una cinquantina di anni fa.
Lasciata la valle della Doda ci inerpichiamo sulle montagne per una mulattiera di ciottolato molto dissestata, segnata accanto ad un grande torrente che porta l’acqua dei ghiacciai alla Doda. Incontriamo qualche pellegrino a piedi (wow!) e qualche bus che viene anche da lontano con buddisti tibetani. Procediamo per forza molto lentamente. Arriviamo al gompa nel primo pomeriggio e sfoderiamo coppa stagionata e leggermente affumicata per un pranzetto sui sassi con una vista stupenda sulla valle che separa la catena dello Zanskar da quella Himalayana. Una vista di paesaggio montano come poche. I monaci hanno un cane che tengono legato perché non entri nel monstero e non dia fastidio alle persone, la cosa irrita una cinofila del gruppo che per fortuna borbotta qualcosa in italiano che loro non capiscono poi lascia perdere. Il gompa in sé non vale molto, anche se custodisce non pochi cimeli di grande interesse, libri di mantra antichi (riesco, unica volta in tutto il viaggio, a farmene aprire uno per ammirarne la calligrafia), armi, strumenti musicali. Terminata la visita saliamo ancora 15 minuti a piedi verso il gompa vecchio, una caverna dove dicono sia stato Naropa in persona, c’è pure una sua orma nella roccia, perché avevate dei dubbi????? Una ragazza forse trentenne sta in posizione di loto in meditazione con un monaco. L’atmosfera dentro la caverna è di grande raccoglimento, ci si entra solo a 2-3 per volta e senza scarpe.
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