05 May 1989

12° g - 5 MAG: conversazioni con ricercatori dell'Accademia

Incontro con Oleg Bykov, vice-direttore dell'IMEMO e direttore del dipartimento Relazioni Internazionali

Tocchiamo vari punti: problemi nelle repubbliche in generale, affare Georgia, decision-making in URSS, Europa orientale. Superficialmente può sembrare che i fermenti nelle repubbliche siano destabilizzanti, ma in realtà non lo sono, si stanno risolvendo dei problemi che c'erano da anni, La novità positiva è che ora le autorità locali stanno dialogando con la gente, per esempio in Estonia.

Questione georgiana. Due investigazioni in corso, una del Politbjuro e una del Soviet locale, per capire chi è stato il responsabile della decisione di far intervenire forze militari. Si sa che la situazione è deteriorata all'alba del 9 Aprile dopo diverse notti di dimostrazioni. Il comandante del distretto militare era incerto sul da farsi, ma non è chiaro chi gli ha ordinato di muovere le truppe contro i dimostranti. Problemi di comando e controllo a vari livelli, più di un ordine è stato o comunicato male e/o da persone non autorizzate. Comunque la maggior parte delle forze erano paramilitari sotto il comando del ministero dell'interno, mentre la polizia proteggeva i dimostranti ed ha sofferto perdite essa stessa! C'erano anche Spetsnats (truppe speciali di guastatori, infiltratori) fatti venire da Gorki. Il Catolicos (capo della chiesa georgiana) ha implorato i dimostranti di andare a pregare in chiesa e abbandonare la piazza, ma è stato disobbedito da questi che sono invece rimasti in strada.

Non è un fatto nuovo che in URSS non si sappia che ha ordinato azioni che poi si rivelano errate e provocano ritorni di fiamma. Non è ancora chiaro per esempio chi ha ordinato l'intervento in Afghanistan (!); la decisione si è probabilmente sviluppata gradualmente, come nel caso del Viet Nam per gli USA, una "creeping decision". Decisione finale di far intervenire l'esercito sembra essere stata presa da Brezhnev, Gromyko, Andropov e Ustinov, ma non chiaro. (V. sotto, i militari sostengono di essere stati compattamente contrari.)

Per quanto concerne l'Europa dell'Est non ha paura che scivoli verso l'Europa occidentale. Anche se l'URSS lascia fare, l'incompatibilità economica con l'Europa occidentale basterebbe a fermare il processo. Secondo Bykov la Dottrina Brezhnev era solo razionalizzazione ex post facto di quanto è accaduto, non una precisa strategia messa in atto nel 1968. Faccio fatica a credere alle mie orecchie...

Incontro con Nadia e Vladimir, ricercatori del Dipartimento di Studi Europei dell'IMEMO Mi invitano al ristorante georgiano Pirosmani, vicino al cimitero Novodjevici. Molto buono, cucina con forti spezie, vino bianco un po' dolce a 12,5%! Ambiente rustico, un terzetto folcloristico per fortuna smette dopo poco cosí possiamo parlare. Mi parlano dei problemi per le cooperative private da poco sviluppatesi, per esempio quelle dei ristoranti. Non hanno vita facile: in primo luogo, le tasse sono alte. Secondo, devono comprare la merce al mercato libero, dove costa molte volte di più, e non possono rifornirsi all'ingrosso statale a prezzi sovvenzionati. Terzo, pagano di più per elettricità, affitto locali, ecc. Infine, a causa di questi alti costi, hanno prezzi alti e quindi poco competitivi. Nonostante ciò sono molto redditizie e hanno generato molte gelosie, invidie e risentimento tra la gente perché fanno troppi soldi troppo rapidamente. Il futuro porta per loro molta insicurezza, poche garanzie di stabilità professionale.

Nadia mi chiede con naturalezza il significato della parola "fottuto", che ha letto in qualche libro italiano ma non ha trovato sul vocabolario: faccio del mio meglio a spiegargliela!

Curiosità: tornati all'IMEMO per continuare la nostra conversazione noto che sul tavolo di Vladimir ci sono sei telefoni. Gli faccio notare che probabilmente neanche Gorbaciov ne ha cosí tanti e lui mi spiega che uno è per l'interno dell'IMEMO, un altro per l'esterno tramite segretaria, un altro per l'esterno diretto senza segretaria, e uno ciascuno "direttissimi" (senza tastiera) per gli uffici del direttore e di due vice-direttori (aggiunge che dato che i vice-direttori sono sette gliene servirebbero altri cinque per essere a posto). Nonostante ciò, neanche lui ha un elenco telefonico aggiornato: l'ultimo che ha potuto avere è del 1972. Quest'organizzazione dei telefoni è tipica dell'economia sovietica. Per crescere si punta sulla quantità, non sulla qualità. Invece che installare una centralina si continuano ad aggiungere telefoni sul tavolo...

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