Pranzo con Sergej del sindacato della cultura, al Vecernij Siluet, ristorante cooperativo a Taganskaja Pl. Questo è un "caffè" aggregato nientepopodimeno che ad una sartoria, ufficialmente per servire "quelli che aspettano" di essere visti dal sarto. Tutto per minimizzare la visibilità. Gli impiegati sono stati racimolati qua e là, dice una cameriera che sono pronti a fare qualcos'altro se finisce la pacchia. Costa sui 35 R per due senza alcolici. La sera si paga 10 R extra a persona per la musica e altri 10 R se si rimane dopo la mezzanotte. entrata quasi nascosta, infatti ci dicono che è "riservato", è chiaro che non intendono farsi più del minimo indispensabile di pubblicità.
Mi dice che lui pensa che i russi vogliono al vertice l'uomo che rappresenta l'ideale, qualcosa cui aspirare, qualcuno che si prenda la responsabilità se le cose vanno male. Tutti bravi a comandare, ad esercitare la loro piccola fetta di potere, ma la colpa di ciò che non va non è mai di nessuno. Cosí come non si sa chi ha ordinato alle truppe di andare in Afghanistan o in Georgia, non si sa ancora neanche chi ordinò di sparare contro i contadini che inneggiavano allo Zar a S. Pietroburgo nel 1905.
I Russi hanno perso la lor libertà quando Vladimir ha imposto il cristianesimo nel 988. Prima erano atei ma liberi e russi. Con la cristianizzazione hanno perso sia libertà sia "russità". Al cristianesimo è subentrato il comunismo ma il principio è lo stesso: un ideale (straniero) ed un'autorità despotica che fa da tramite.
Ora il comunismo è in crisi, perfino l'ideale Lenin comincia ad essere messo in discussione; lo stato richiama la Chiesa a coorte per rafforzare il controllo sulla gente. L'alleanza PCUS-Chiesa nei fatti c'è già, l'incontro del Papa con Gorbaciov sarà solo il sigillo finale.
Gli chiedo cosa vede per il suo futuro nella perestrojka e mi dice che i sindacati sono già nei guai. Sindacati indipendenti come in Polonia si faranno presto anche in URSS, già se ne parla. Comunque non si preoccupa, potrà fare qualcos'altro, forse insegnare italiano.
Dopo pranzo vado al mercato cooperativo Rizhskij a comprare un po' di pomodori. Gli scaffali sono strabboccanti di verdure, carne, perfino ciliegie, anche se un po' rachitiche. 15 R per un chilo di pomodori, cioè cinque volte quello che costano al mercato statale, dove però i pomodori spesso non ci sono o sono di qualità inferiore; chissà se mi hanno fregato vedendomi straniero o se questo è il vero prezzo "di mercato"!
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