Partenza all’alba anche se in albergo ci fan perdere tempo perché la colazione non è pronta. Qualche bel ghepardo nel parco prima di uscire, fantastica luce radente per le fotografie. Fastidiosissimo ed estenuante trasferimento su una pessima strada piena di polvere. Si fa veramente fatica a non respirarla, entra dovunque. I bei paesaggi del pendio di discesa verso il cratere del Natron ripagano la pena, ma siate preparati!
Sul percorso ci fermiamo al villaggio Engaruka, di cui avevo letto bene in altre relazioni, ma dopo essere scesi dalle auto abbiamo sentito intorno a noi un’atmosfera ostile, un non so che di sospetto che ci ha fatti risalire in macchina e ripartire di gran lena. Ci fermiamo invece al villaggio Masai di Soitsambo, più accogliente. Volevano 15 dollari a persona per farci visitare il villaggio, avevo letto che ci provano, in realtà è una somma enorme, ne offro 5 e rifiutano ma appena risaliamo sulle auto accettano. SI rivelano poi molto simpatici, soprattutto i ragazzi, molto fieri delle loro armi e del loro acconciamento coloratissimo.
Arrivo al campeggio nel primissimo pomeriggio, sono decisamente antipatici e scansafatiche, il manager è decisamente ubriaco. Ci offrono una sistemazione in tendacce sporche, stiamo quasi per rifiutare ma si perderebbe troppo tempo a fare un campo nostro. Poi alle 4 partenza per la cascata. Bella gita, scarpinata lungo una stretta gola tra le rocce e poi gran bagno nel laghetto formato dalla cascata sotto gli sguardi dei locali divertiti. Vale decisamente la pena. Cena augestita.
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