Partenza alle 6, è importante andare presto prima di tutto a Thiksey per assistere alla puja mattutina, dove i visitatori sono ammessi. Dura fino alle 8.30 circa. Atmosfera suggestiva. Si visita poi il monastero, biglietto di 25 Rs, come per tutti quelli a venire, con qualche dicrepanza di poche rupie in più o in meno.
Altri monasteri visitati in giornata: Shey, Matho (il migliore) ed il palazzo di Stok, con piccolo museo dei gioelli dei principi di Leh che qui vi soggiornavano. I monasteri dopo un po’ cominciano a sembrare, almeno ai miei occhi profani, tutti uguali.
Non starò qui a dilungarmi sui dettagli di ciascuno; vorrei però opinare che è importante visitarli “bene”, con il giusto spirito e la dovuta concentrazione, magari fermandosi semplicemente ad assaporare l’atmosfera, oppure anche a meditare con i monaci, piuttosto che visitarne magari un numero maggiore ma di corsa.
Interessantissima visita a fine giornata al centro per i bambini dei profughi tibetani di Choglamsar, alla periferia di Leh, dove assistiamo ad una conferenza (parlavano tibetano ma era interessante l’ambiente ed i “complete independence for Tibet”, in inglese, che gli oratori intercalavano in continuazione. C’è poi da visitare (sono molto gentili ed ospitali) la scuola, i dormitori dei bambini, il vivaio, i laboratori artigianali. DA NON PERDERE, è fondamentale capire come l’India, ed in particolare il Ladakh, sia oggi il fulcro dell’esilio tibetano.
Cena al Dreamland Restaurant, sulla Fort Road, cucina tibetana e kashmira, ottimo e rapido, consigliatissim.
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