Altra giornata in giro per manasteri. Cominciamo da Likir, con un grandissimo Budda seduto dorato. Gruppo in ordine sparso in giro per il monastero. Passo una buona ora da solo in compagnia di un monaco e mi immedesimo alquanto nella sua meditazione. Ripresa la strada, ci fermiamo per un pranzetto sul presto in un tipico ristorantino indiano, mangiamo il “puri”, simile ad una crescentina bolognese (a detta dei bolognesi del gruppo!), però non lievitata, solo farina integrale e acqua impastata e fritta in olio vegetale, va mangiata calda appena fatta, ottima! Poi somoza, frittelle varie... e santa Coca Cola che ci salva sempre dalla sete nelle situazioni più inverosimili. Io non capisco come possano tanti ideologizzati anti-globalizzazionisti ad avercela tanto con la Coca Cola (poi però se la bevono). Mi ricordano tanto gli animalisti che poi non sono vegetariani e si vestono con indumenti di pelle.
Il monastero successivo è quello di Phyang, arriviamo che i numerosi alunni stanno mangiando, ci invitano ma abbiamo già le pance piene di puri, da tener presente però per il futuro, il loro pranzo (riso, verdure, frutta, mi pare di aver intravisto del pollo) ha un aspetto molto appetitoso. Nella sala delle preghiere le donne sono tutte sedute intorno agli uomini che recitano le solite mantra al centro della sala. Una coppia di francesi buddisti praticanti si unisce a loro, un po’ di lato. In una camera appartata del monastero, al buio, con solo una microscopica finestrella, due donne preparano le lampade al burro tipiche di qui. Ne riempiono a centinaia e le accendono una ad una. Fa un caldo da sauna... ma la luce fioca di centinaia di lampadine al burro crea quello che è forse il posto più suggestivo del viaggio!!!!!!!!
Infine al monastero di Spitok, proprio accanto all’aeroporto di Leh (vietatissimo fare foto, non sia mai le vendessimo ai pakistani!) con un enorme mandala dalle squisite fattezze e pregevoli dettagli. Offerte e regalo di sciarpette di seta, segno tradizionale di buon augurio.
Cena al Tibetan Kitchen, Fort Road vicino al negozio di tappeti di Nazir, 260 rupie compreso il “chang”, la birra tibetana fatta con l’orzo, ottimo ma più caro degli altri.
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