Calsìzone di manzo, tradizione halal |
Si prepara la pasta |
Piedi di maiale |
Calsìzone di manzo, tradizione halal |
Si prepara la pasta |
Piedi di maiale |
anatra in forno |
Strisce di budino di sangue di anatra in zuppa piccante |
Torno a ispezionare l'esercito di terracotta di Xian, venti anni dopo la prima visita. Molto è cambiato. Non l'esercito, che sta sempre fermo lì, da 2000 anni, protetto dallo stesso capannone di venti anni fa. Ma c'è molta più gente, molta di più. L'ingresso/biglietteria è una specie di tritacarne con un'infinità di botteghini dietro i quali si allineano migliaia di persone con biglietto prenotato online. Per noi lo ha preso la nostra amica Fang, che ci accompagna molto gentilmente in auto ma poi ci dice che ci aspetterà fuori, ha visto l'esercito tante volte e potrà fare un po’ di telefonate mentre noi visitiamo.
Mentre siamo pazientemente in fila aspettando di obliterare il biglietto per accedere al primo dei tre capannoni mi passa davanti una vecchietta, una delle tante persone che cercano di tagliare la fila. Ci opponiamo con energia, dobbiamo difendere la posizione altrimenti non entreremo mai. Il concetto di fare la fila per entrare in qualunque posto, per fare un biglietto, per andare al bagno, è un concetto che in Cina, diciamo così, si deve ancora consolidare.
Una volta dentro mi torna alla memoria l'ammirazione per la gigantesca opera che già mi aveva compreso l'animo la prima volta. Un esercito di terracotta per accompagnare il primo imperatore che unificò la Cina. C'è chi dice che era un progressista, altri prima di lui si erano fatti seppellire con soldati vivi, in carne ed ossa, oltre a mogli e animali.
Negli enormi capannoni possiamo anche vedere archeologi all'opera, puliscono, disegnano, compilano dati, fotografano l'infinità di reperti che gli sono stati affidati.
Yang Zhifa nel 1998 |
Venti anni fa lo avevo incontrato, e conservo con gelosia il libro che mi firmò di persona. Aveva appeso la vanga al chiodo, adesso il suo lavoro era di pennarello, per firmare ogni giorno centinaia di copie del libro in vendita al negozio del museo, con le fotografie e la storia della sua scoperta.
Gli scavi continuano, dicevo, ma la cosa che mi piacerebbe vivere abbastanza a lungo per poter vedere non tanto altre centinaia di soldati, bensì la tomba dell'imperatore Qin Shihuang, che si trova sotto una collina qui vicino. Ma i tecnici hanno paura che, aprendola senza le dovute attenzioni, si potrebbero irreparabilmente danneggiare i reperti, forse anche la salma imperiale. Meglio aspettare di avere tecnologie sicure, magari facendo prima scendere un robot, senza far entrare aria esterna.
Il sito è impressionante ma i soldati si vedono da una certa distanza. Ci sono tre livelli di balconata concentrici, come le tribune di uno stadio. Il primo, più in alto e più lontano dai soldati, è per il popolino, come me. Il secondo, più in basso, è per dignitari e ospiti d'onore.
Venti anni fa, quando ero qui, vidi arrivare una macchinona presidenziale e ne uscì fuori Massimo d'Alema, allora presidente del consiglio dei ministri italiano. Accompagnato da qualche funzionario, scese al secondo livello. Ero abbastanza geloso, ma in fondo lui era stato comunista, quindi è giusto che fosse premiato dal partito fratello cinese, mentre io lavoravo alla NATO, l'alleanza dei capitalisti! Il terzo livello è il piano dove sono i soldati, e vi sono ammessi soltanto pochissimi eletti, la crème de la crème nazionale e internazionale. Uno fu il presidente americano Ronald Reagan, che peraltro è stato un nemico giurato del comunismo fino alla fine dei suoi giorni.
Comunque per noi mortali il modo per avvicinarsi a soldati è il museo, dove alcuni esemplari sono esposti in bacheche di vetro.
cavaliere di terracotta |
arciere in ginocchio |
Finita la visita ritroviamo Fang e, sulla strada del ritorno verso la città, ci fermiamo a pranzo in un ristorantino locale, dove Fang insiste che proviamo quelli che chiama gli "hamburger cinesi": hamburger di carne di maiale serviti in piccoli panini rotondi. Niente male!
Ultima tappa il museo della civiltà Banpo, una civilizzazione neolitica di questa regione. Vediamo i loro strumenti, i resti delle abitazioni, pannelli illustrativi, tutto molto interessante. Strano, ma con una famigliola cinese siamo i soli turisti nel sito, ce l'abbiamo tutto per noi. Fortemente consigliato.
in compagnia di una coppia Banpo |
Late start for our first day visiting the town. We met Fang at our hotel and went to the old city walls. Today is spent mostly chatting and catching up with her, not really visiting the city. We reminisce about our time in London, and she tells us about her adjustment to her own home town, her job, her family.
You can walk all around it, but it would take a couple of hours at least, maybe more if you do not rush. I wish we had started earlier. Anyway, we have a good idea of the impressive fortifications of the ancient Chinese capital.Most interesting museum, I am especially attracted to the gold statuettes.
I remember when I came here in 1998 and the staff at the museum shop sold me a painting of Mulan. They wanted 1000 dollars, and I refused to even start a negotiation. Then, as I was making my way to the exit, they came after me and asked how much I was willing to pay. I hesitated, I said I could not make a reasonable offer. They insisted. They just wanted me to come up with a number. So I said "100 dollars", as the euro did not exist yet. And they said, faster than the blinking of an eye, "OK, it's yours". I always wondered about the provenance of that painting, which came with its own certificate but never knew and never will know more.
Dinner with street food in Muslim street, so many more tourists compared to 19 years ago. Lots of different food, especially lamb and seafood, notably grilled squid and crabs. Obviously not pork, it is still a Muslim street after all.
Lovely freshly squeezed juices of pomegranate, sugar cane, I prefer coconut.
Coscia di anatra |
Dopo pranzo prendiamo un Didi per la stazione ferroviaria di Chenzhou Ovest. La conducente (una donna, per la prima volta!) è molto gentile, parla a bassa voce, ha un portamento elegante, viso rubicondo leggermente truccato e qualche gioiellino d'oro.
L'auto, bianca e pulitissima, è di una marca cinese che non ho riconosciuto, solida, silenziosa, ben rifinita. Noto che ha una guida al limite dell'aggressivo, diciamo così che è chiaramente appassionata del suo lavoro. Mi sottolinea che le piace il cambio automatico, vuole essere avere il controllo assoluto della macchina in ogni fase di traffico.
Il suo stile di guida mi ricorda Roma: sta spesso in mezzo a due corsie, non si fa problemi di parlare al telefono mentre sorpassa. Ma almeno, a differenza dei romani, si ferma sempre ai semafori rossi e non si incavola con gli altri autisti.
Poi l'ormai solito treno superveloce per Changsha, 300km e spicci all'ora, viaggiatori tutti rigorosamente tengono stretto il telefonino con il volume a palla, a giocare schizofrenici videogiochi o guardare video punteggiati di accese battaglie piuttosto che alterchi tra bellissimi attori di commedie romantiche.
Una volta arrivati nella capitale provinciale qualche minuto a piedi per prendere il trenino a levitazione magnetica che in una ventina di minuti ci porta all'aeroporto, e poi via in volo per Xi'an.
Dopo pranzo Ouyang, l'ex padrone di casa con cui abbiamo fatto amicizia, ci invita al suo centro di massaggi e spa preferito. Ci offre un trattamento completo, con massaggi alternati in acqua calda aromatizzata con un sacchetto di erbe e infusioni calde per idratare il corpo. Sublime! Le massaggiatrici sono evidentemente divertite dalla mia presenza, sono sicuramente il primo straniero che abbiano mai massaggiato. Forse il primo straniero che abbiano mai incontrato di persona. In questi anni non ne ho mai visti o sentiti a Guiyang.
Ce la macellano davanti a noi, tutto sommato in modo abbastanza rapido e incruento. Le piegano il collo a 180 gradi e la sgozzano, facendo fuoriuscire il sangue. Dopo poco l'uccello è esanime e viene preparato per la cottura: prima viene passata in acqua bollente e poi si spiuma; infine si tolgono le interiora, che però si mettono da parte e si mangiano fritte.
Poi in giretto al supermercato, dove mi soffermo al dipartimento camera da letto. Vendono le stuoie di vimini che in Cina sono usate d'estate al posto dei materassi. Ce l'abbiamo anche noi.
Quando siamo arrivati, qualche giorno fa, Lifang mi ha detto che suo fratello ci aveva preparato il letto. "Che carino," pensai, "arriviamo stanchi del viaggio e troviamo il letto fatto."
Fui stupito non poco, entrando in camera da letto, nel vedere due stuoie di vimini affiancate, con un lenzuolo piegato da una parte.
Ma allora dobbiamo farcelo noi il letto, pensai tra me e me, ma non dissi nulla. Ero un po’ deluso date le aspettative ma non era poi così grave. Invece mia moglie entra sorridente e mi dice compiacente: visto che bel letto fresco?
Materassi estivi cinesi |
Zampe di pollame bollite |
Scegliamo una canzone |
Serata fresca, niente di meglio di una passeggiata alla collina del Parco Nazionale della Miniera di Baoshan, che commemora la lunga storia delle miniere della regione, che risale alla dinastia Han Dynasty (206 ac – 220 dc). Nel 2019 era in costruzione un nuovo museo multimediale che avrebbe illustrato al pubblico la storia della miniera, non vedo l'ora di andarlo a visitare quando sarà pronto!
Ogni casa in Cina ha un tempietto. Forse non proprio ogni ogni casa, ma sicuramente la stragrande maggioranza e tutte quelle di famiglie tradizionali come la mia. Il tempietto in genere sta appeso ad un muro, con una lucetta, di solito rossa, efigure varie di Buddha, animali, immagini di antenati notabili.
Quando abbiamo comprato casa il tempietto c'era già, installato dalla famiglia di Ouiyang, ma naturalmente mio suocero lo ha adottato alla nostra. Veramente voleva dedicarlo alla mia, per riconoscenza all'aiuto dato in famiglia ma anche, forse soprattutto, perché i miei non ci sono più, loro non hanno mai potuto incontrarli e quindi questo sarebbe stato un modo per onorarli anche qui, in Cina.
Ho apprezzato molto il gesto ma ho insistito perché il tempio fosse dedicato alla famiglia Yan. Poi, successivamente mi è venuto in mente che in realtà non fosse necessario scegliere una della due, si poteva dedicare il tempietto a tutti i nostri antenati, e loro sono stati d'accordo. La prossima volta porterò una copia del mio stemma di famiglia e lo metteremo accanto al tempietto.
Ho cercato di farmi spiegare il significato dei caratteri che il papà di Lifang ha dipinto sui cartelli rossi, uno dentro al tempietto ed uno sotto, ma non è facile. Sono frasi antiche, ermetiche, che mio suocero ha copiato da vecchi testi adattandole con il nome di famiglia.
Il nostro tempietto di famiglia |
Ho provato varie volte a chiedere a Lifang di tradurli, o di interpretarli, ma la mia povera mogliettina, che pure è un'insegnante di lingua, può solo disegnare a larghi tratti il significato generale di alcuni caratteri, di alcune frasi. Ecco quello che sono riuscito a mettere nero su bianco:
Altare agli antenati: ci sono caratteri per il cielo e i fiumi, che simboleggiano il fluire continuo della vita, il Feng/shui (vento e acqua) che sono alla base di tante scelte in Cina, anche scelte importanti come quale casa comprare.
Poi c'è il carattere della famiglia, cui arriva il buon auspicio del cielo e dell'acqua che fluisce e sui cui sorvegliano gli antenati, uniti in questo altare alle generazioni di oggi da "un solo sangue pulsante".
Un secondo manifesto, più in basso, fa riferimento al dio della terra e del cielo. Strano che un manifestino dedicato ad un dio così importante stia sotto quello dedicato agli antenati. Mio suocero è membro del partito, crede nel sistema che da Pechino continuano a chiamare comunista, ma questo non gli impedisce, a lui come a centinaia di milioni di cinesi, di continuare a praticare anche riti antichi ed in particolare a rispettare le "divinità" che risalgono ad ancora prima del buddhismo, affianco naturalmente ai sacri antenati. Inutile cercare di farsi spiegare il perché ed il per come. Sono tradizioni talmente radicate che non si discutono più, e forse non si capiscono più neanche a fondo, ma fanno parte del DNA sociale. Forse una volta, chissà, cercherò di fare qualche domanda in più.
Accanto al tempio, su una parete a 90 gradi, Lifang ha voluto mettere un manifesto che non fa parte del tempio ma è assolutamente in sintonia con il significato. Il significato è RISPETTA IL CIELO E AMA LE PERSONE. È dedicato al dio della Terra e del Cielo, con l'Imperatore che sta in mezzo, difficile capire. La Cina del resto si chiama Zhong Guo, il regno di mezzo, tra cielo e terra, più in alto delle altre nazioni ma non così presuntuosa da porsi in cielo. Fa pensare.
Everything is red and white, with many flags flying the distinctive maple 🍁 leaf. Bruce is proud of his flag because it is distinctive of its country, flags should be unique and immediately associated with the idea of the country they represent, a symbol. I agree, Italy's red white green is the same trio of colors used by many countries, kind of boring.
PM Justin Trudeau makes a bilingual speech.
My main takeaway is that Canada is not a melting pot like it big southern neighbor. Each culture of its constituent peoples remains distinct, each Canadian keep his or her identity which being part of the national society.
Yesterday we celebrated with our Ottawan friends, who organized a great garden party for the occasion. A whole pig on the spit, good wines and croquet for all in a lush garden. What a civilized way to celebrate!
Jf and Marco at Stratus |