06 October 2016

Hong Kong traffic and storm

Today easy walking around and shopping in Central. My old Samsung wants to retire so I am obliged to go find a younger replacement. Hong Kong, contrary to popular belief, is not a shopping heaven for electronics. It is easy to be cheated and prices are not necessarily better than at a duty-free shop elsewhere. But sometimes it is possible to find a good promotion or two. 

Which I did, by chance after an amazing melt-in-your-mouth sushi lunch in a shopping mall I can't even remember. So, mission accomplished, I too to explore some more, without any particular destination in mind.

As I waited under the scorching sun for the green light to cross a street by some zebra stripes together with a lot of other quiet and well-behaved people, I saw tall blond man with a clear American accent walk across the street while the light was still red. Traffic was not too bad but still, cars were zipping by as they had a green light. A policeman stopped him and started charging him, pointing to the red light, which was still red! He mumbled something and tried to walk away from the officer but the stodgy uniformed agent followed him and alerted two colleagues at the other end of the zebra lines. They quickly converged on the tall man and asked for his ID, while calmly writing their report. I can only hear the American saying "are you kidding me?" before I walked away. They were not kidding.

A glass of Italian white at a wine bar marks the end of today's stroll, just in time before the sky opens up and a tropical storm inundates central Hong Kong. A bit later I took advantage of a break in the precipitations to make a quick run to a nearby cigar lounge I read about, called the Blind Pig. I was mostly curious about the name but found myself welcomed to a luxurious wood-paneled and perfectly air-conditioned room by a polite and well-informed cigar expert who showed me his impressive humidor. I was awed to see a sign that read "strictly no cigarettes" on the main table.

Dinner at the "Fish and Meat" restaurant nearby, on the balcony. It is still raining cats and dogs as an old British colonial officer might have put it, but it is pleasantly warm and I can eat on the balcony, protected by a large canopy. The chef today matches different foods by colors, I am enthusiastic about his red creation: raw tuna and watermelon core, I'll try and do it at home.

When it's time to go back to my hotel it was still raining beyond belief, I was not sure what to do. My polite waitress offered me an umbrella. I told her I could not take it as I was staying in Mong Kok, I would not be coming back to Central. She told me not to worry, I could take it with me tonight because I needed it. Very kind. Despite the umbrella, I still got drenched before I could make it to the subway, but I guess that is part of the Hong Kong experience.

05 October 2016

Migrazioni e maglev back to Hong Kong

Colazione molto proteica con gli avanzi di ieri: il mio preferito è il tortino di pesce. Anche l'anatra. Lo stufato di cane francamente non fa per me, sapore e aroma non mi convincono. E tanto riso, come sempre servito, anzi preso da ciascuno per sé nel cucinariso in cucina, durante la seconda metà del pasto. non dovrò mangiare per molte ore! 

Saluti sbrigativi con la famiglia, non usa abbracciarsi, tantomeno baciarsi, neanche tra genitori e figli. Il contrario diametrale di quello che sarebbe stata una partenza simile in Italia. O in Belgio, dove ho vissuto tanti anni, e i baci sulle guance sono addirittura tre invece di due. Io ci ho provato ad abbracciarli, un po' perché ci sono abituato, un po' perché gli voglio bene, hanno fatto tanto per Lifang, e un po' per vedere come reagivano. Sono stati gentili, hanno accennato a ricambiare l'abbraccio ma sono rimasti distaccati, quasi come se volessero fare attenzione a non farmi male! Credo non ci ripoverò, bisogna rispettare il loro modo di fare.

Ma non ho dubbi che nel cuore i genitori di Lifang siano altrettanto dispiaciuti di vederla partire come lo sarebbero genitori italiani. Anche se ci sono abituati, è da quando ha 12 anni che parte di casa, per studio, per lavoro, e adesso anche per amore, per me.


Poi via in Didi, l'Uber cinese, fino alla modernissima stazione ferroviaria di Chenzhou, da dove prendo il treno veloce per Changsha. La stazione è molto ben organizzata, a parte i controlli a raggi x dei bagagli cui le guardie della sicurezza non sembrano prestare alcuna attenzione. C'è moltissima gente, la prima settimana di ottobre è di festa in Cina, il 1° Ottobre infatti cade l'anniversario della fondazione della Repubblica Popolare, nel 1949, e tutta la settimana è di festa. 

La folla è ordinata, si sta tutti stretti nella enorme sala d'attesa aspettando che il tabellone indichi con caratteri verdi il numero e la destinazione del proprio treno, e solo allora è permesso scendere al binario. Ordinata ma non sempre educata: c'è chi occupa due posti, magari con il bagaglio di qualcuno che è andato al ristorante, mentre altri sono costretti a stare in piedi. Mamme che mettono i bambini a dormire occupando tre posti e guardano dall'altra parte se qualcuno si avvicina, magari un'altra mamma con bambino: è la giungla!

Una volta giù al binario devo trovare sa scritta del mio treno, ciascuna carrozza di ciascun treno è indicata con un diverso colore. Tutti in fila davanti al punto dove si apriranno le porte, e puntualissimo il treno si ferma con precisione millimetrica proprio lì. Un po' di trambusto per sistemare i bagagli (non c'è mai abbastanza posto, abbiamo tutti tante valigie, regali per le famiglie, cibarie fatte in casa che i cinesi amano riportarsi verso il luogo di lavoro.

E non solo i cinesi: anche io ho la valigia piena di noccioline coltivate dai miei suoceri (imbattibile per fragranza e croccantezza), bottiglie di salsa piccante al peperoncino, aglio e zenzero, germogli di bambù selvatici raccolti con fatica in mezzo a rovi spinosi dalla mia suocera nelle colline circostanti il villaggio di famiglia di YanJia. Stamattina me ne hanno dato più di quanto potessi farne entrare in valigia, il resto li porterà Lifang che resta qualche giorno in più per aspettare il compleanno del padre.

E poi tutti seduti e  via il treno accelera con decisione verso nord. L'annunciatrice ci spiega in perfetto inglese che siamo benvenuti sul treno "Dell'armonia" della compagnia CHR (China High-speed Railways). Poi ci raccomanda anche di non fumare, "perché come tutti sanno il fumo fa male alla salute e  potrebbe attivare l'annunciatore e causare l'arresto del treno. Poi finisce con il raccomandare a tutti di fare attenzione al momento di lasciare il treno e aiutare gli anziani ed i bambini. In caso di incidente, infine, esorta a non uscire da treno e soprattutto a non fumare. Peccato che l'annunciatrice non dica che non è consentito ascoltare video con il volume a palla durante tutto il tragitto perché questa è l'attività piuttosto fastidiosa (per me!) che sembra accomunare tutti i miei compagni di vagone!

A Changsha scelta amletica: come andare in aeroporto? Bus o trenino navetta? Scelgo senz'altro il secondo, perché sono curioso di provare le carrozze a levitazione magnetica. A parte il fatto che ovviamente ci mettiamo molto meno tempo del bus, devo dire che però mi aspettavo più velocità, più silenziosità, mentre il trenino è sì comodo ma sobbalza un po', insomma non sembra così speciale, ma forse sono un incontentabile!

All'arrivo a Hong Kong si nota subito che la temperatura è decisamente più alta, direi tropicale, anche se siamo relativamente vicini, ma le montagne dello Hunan isolano la provincia anche climaticamente. E c'è che è preoccupato anche della temperatura corporea dei viaggiatori in arrivo: alcuni di noi, credo a caso, vengono avvicinati da impiegati dell'aeroporto con un termometro che viene mirato alla fronte, ma per fortuna siamo tutti sani e  possiamo passare.

Mi sistemo all'hotel Cordis, a Mong Kok, gran bel posto senza i prezzi dei concorrenti più famosi di Kowloon.

Primi inviti nel nostro appartamento e Parco della Cultura

Mattinata a casa a ricevere amici e soprattutto parenti che vengono a far visita per vedere il nostro appartamento. Un paio di dozzine di persone vanno e vengono, in ordine sparso. I più giovani non sono (e si capisce!) particolarmente interessati, giocano con i loro telefonini o guardano la TV. Gli adulti salutano e ci porgono, rigorosamente con due mani, le tradizionali buste rosse con dentro un po' di denaro, porta fortuna.

Commenti pacati, non particolarmente entusiasti anche se in fondo il nostro è proprio un gran bell'appartamento. Forse proprio per questo. Sono gelosi? Difficile capire. Solo uno zio, fratello di mio suocero, sembra sincero nel complimentarsi. Strano però che gli altri, quelli più freddini, invece tessano le lodi del nostro attico quando sono al telefono con chissà chi, amici, parenti, vicini di casa, colleghi. Forse pensano di far bella figura dicendo ad altri che in famiglia c'è una bella casa, sopra la media, ma non vogliono dare soddisfazione a noi direttamente. Piccolezze, la cosa non mi disturba poi tanto, anzi per nulla ma i miei familiari sono un po' delusi.

Il comportamento la dice lunga su come sia ancora importante in questa società cosa pensano e cosa dicono quelli che ci circondano. È un argomento che tornerà spesso nelle conversazioni che io posso beatamente ignorare perché non capisco nulla, ma Lifang mi traduce quel che basta per intuire uno spiraglio della mentalità.

Grande pranzo sul tardi, verso le 2 del pomeriggio, che si protrasse per un paio d'ore. Finalmente (dico finalmente perché cominciavo ad essere un po' stufo delle formalità) verso le 16.30 andiamo al Parco della Cultura, un enorme spazio verde pubblico ad una quindicina di minuti a piedi da casa.

Non è ancora finito, ci dicono che l'investimento sia stato di circa 500 milioni di Rmb (60 milioni di euro, più o meno) e il parco si estenderà per 144 ettari. Stanno completando una grande pagoda ed alcune piccole strutture accessorie, dicono un teatro, un tempio, vedremo, ma già si passeggia lungo sentieri curatissimi e puliti, fiancheggiati da aiuole fiorite. Piccoli altoparlanti nascosti nei cespugli irraggiano dolci melodie. 


Ci sono sculture di pietra di saggi del passato ed una grande statua di Shennong, il "Contadino Divino" cui la mitologia da lungo tempo ha attribuito il merito di aver introdotto le prime tecniche agricultura in Cina.

Shennong

Un grande lago curvilineo si spiega per forse un chilometro, e si può attraversare con ponticelli in stile tradizionale o pietre piatte disposte a pelo d'acqua. Non c'è pericolo, ci saranno massimo 50 centimetri di profondità, ma quello che basta per far nuotare beatamente migliaia di enormi pesci rossi che i bambini si divertono a nutrire con cibo venduto in bustine all'entrata. Un luogo sereno.


Tutto intorno grandi condomini, di almeno venti piani, forse di più, molti ancora in costruzione. Guiyang cresce. Avevamo pensato di comprare qui, ma alla fine Lifang saggiamente ha pensato che la nostra posizione sia migliore. Tanto per cominciare qui i prezzi sono molto più alti, edifici nuovissimi e location più sfarzosa, specialmente per gli appartamenti con vista sul parco. Ma la nostra è più vicina a tutti i principali servizi  e mercati, e comunque in un quarto d'ora a piedi possiamo comunque venire qui. Inoltre proprio accanto a casa nostra c'è il Parco della Giada, più piccolo ma altrettanto carino, di cui racconterò un'altra volta.


04 October 2016

Natura, cultura e i bambù di Guiyang

Alle 8.30 del mattino mio suocero scende in strada, da solo, e spara ancora un bel po' di fuochi d'artificio, per completare l'opera della sera prima. Non si sa mai con gli spiriti. Porta con sé un paio di dozzine di petardi, niente in confronto a quello che abbiamo sparato ieri sera, ma comunque sufficienti allo scopo.

A colazione ci finiamo la cena della sera prima, come da tradizione: zuppa con fettuccine cinesi e maiale con melanzane sott'olio preparate da mia suocera.

Zuppa di fettuccine maiale e melanzane a colazione

Poi passeggiata al Parco della Giada, vicino casa. Molto pulito, curatissimo, direi un grande giardino piuttosto che un parco. Tanti fiori, persino una piccola biblioteca per i cittadini che oltre alla natura vogliano pensare anche alla cultura. Un cartello per terra intima di non raccogliere germogli di bambù (ci sono tanti bambù tutto intorno!), pena una multa di 100 Rmb.

Il Parco della Giada

Natura e cultura in Cina, ho l'impressione ma devo approfondire, fanno parte dello stesso tutto, dell'insieme del mondo, complementari. Mentre da noi in occidente sono visti come alternativi, se non in conflitto quantomeno in competizione. Confucio parla molto di morale, politica ma anche di armonia con la natura. Non che anche grandi pensatori occidentali, o artisti, non abbiano pensato al valore della cultura.

Ma noi in occidente abbiamo curato più lo scetticismo, la razionalità, la comprensione, il valore dell'individuo. Anche se in realtà è ovvio che noi, genere umano raziocinante, siamo pure parte della natura, dello stesso ecosistema del nostro pianeta. Una volta un amico storico della filosofia mi disse che la natura era evanescente, inafferrabile, mentra la cultura era solida, affidabile. non lo capii allora e non lo capisco adesso, ma era una persona di grande intelletto, non parlava a vanvera, ci devo ragionare su.

In Cina invece conta più quello che viene dalla natura, basti pensare alla medicina tradizionale cinese. Oppure al valore che si attribuisce al Feng-Shui, il fluire di vento e acqua. Non trovo equivalenti in occidente. Sicuramente sto semplificando ma credo che questi siano i termini del discorso. Devo approfondire.

Tutto intorno grandi palazzi, nuovi condomini per migliaia di famiglie che arrivano a Guiyang dalle campagne circostanti, come la mia! Quasi un milione di abitanti adesso, e Lifang continua a dire che è una piccola cittadina, non merita neanche il nome di città.

Tardissimo pranzo con anatra e germogli di bambù selvatici, non presi dal Parco della Giada ma raccolti dai suoceri nelle colline intorno a Yanjia, il villaggio della famiglia dove forse, un giorno, sarò ammesso in visita. Li prendono quando possono, questi sono di qualche mese fa, li hanno fatti essiccare.   Poi basta metterli a mollo qualche ora e tornano flessibili, pronti per essere cucinati. Ce ne danno anche un paio di grandi buste da portarci in Europa, ci dureranno mesi (solo perché li centelliniamo, son troppo buoni da finire in fretta) fino a che torneremo a riprenderli. 

02 October 2016

Inaugurazione della nostra nuova casa e "hot pot"

Oggi è il giorno del trasloco formale della nostra famiglia nell'appartamento di Guiyang. È stata una ricerca abbastanza faticosa, ma Lifang ha cercato molto in lungo e in largo, qui e anche a Chenzhou, ma alla fine il risultato ripaga lo sforzo. Abbiamo trovato un duplex all'ultimo piano di un palazzo abbastanza moderno, costruito da una cooperativa di dirigenti di banca. Molti ancora ci abitano, alcuni lo hanno rivenduto. Dodici piani, più il nostro superattico sarebbero 13, per fortuna che qui il numero non è carico di cariche negative come per i superstiziosi in occidente.

La giornata di oggi non è casuale. In realtà l'appartamento è pronto da tempo, infatti lo abbiamo comprato già completamente arredato. Una pulita e siamo dentro. Solo che bisognava aspettare che un astrologo confermasse una data di buon auspicio. Non ho incontrato questo signore, è uno specialista di date che conoscono da anni in famiglia, ha consigliato buone date per matrimoni, nuove case, funerali, nuovi posti di lavoro ecc. Non mi resta che adeguarmi! Comunque la data va benissimo per noi, ci siamo sposati da un paio di settimane ed abbiamo appena completato un bel giro della provincia dell'Hunan. Un paio di giorni fa siamo arrivati per dare una pulitina, e siamo stati alloggiati da uno zio di Lifang a qualche isolato di distanza.

Abbiamo cercato una donna delle pulizie tramite amici e parenti, via Wechat, online ma niente da fare. Non è uso da queste parti. Non ho capito perché, tanti potrebbero permetterselo. Alla fine si offre di aiutarci una zia di Lifang, cui siamo molto grati perché senza di lei sarebbe stato difficile. Dopo due giorni a ramazzare (ma non era il mio viaggio di nozze?) le vogliamo fare un regalo, un po' di soldi in una busta rossa, sicuramente le farebbero comodo. Ma non c'è verso, non accetta, quasi si offende.

Adesso che la casa è pulita, o abbastanza pulita, oggi sono arrivati tutti da Yanjia per iniziare ufficialmente la residenza qui. In mattinata Lifang ed io abbiamo sistemato il sistemabile, mobili, cucina, letti. I genitori hanno portato noccioline della loro fattoria, frutta secca e vino rosso. Sono arrivati verso le 14, e poco dopo hanno cominciato ad affluire parenti ed amici. Ci si siede attorno ad un tavolo e si sgranocchiano noccioline e altre leccornie parlando del più e del meno.

Non siamo ancora pronti a cucinare una cena vera e propria, quindi andiamo tutti fuori in cerca di un ristorante, Ne abbiamo provati un paio con Lifang nei giorni scorsi, ma non ci hanno entusiasmato, per cui decidiamo di scoprirne uno nuovo. Ci ispira un cartello di "hot pot" (pentola calda), una specialità del Sichuan. L'insegna legge  "Xiao Hei Niu" che vuol dire "la piccola mucca nera".

Il locale si trova al secondo piano, e dopo esserci fatti le rampe a piedi siamo accolti dall'esuberante proprietario che sembra molto eccitato dal fatto di avere un cliente straniero. Il primo, dice, e forse l'ultimo fino a chissà quando, penso io. Ci fa accomodare in una cameretta privata dove c'è solo il nostro tavolo, qui usa fare così. Luce al neon un po' freddina e aria condizionata a palla, anche eccessiva ma quando parte il fuoco sotto il nostro "hot pot" capisco il perché! Alla fine la temperatura nella nostra stanzetta da pranzo privata è perfetta, anche se i condizionatori sono un po' rumorosi. Ma non si può avere tutto!

Andiamo con tutta la famiglia, suoceri cognati e la piccola Cindy di 9 mesi! Ci sediamo tutti intorno ad un tavolo con un pentolone al centro. Ognuno ordina quello che vuole mangiare, e poi c'è un buffet adiacente la stanza dove possiamo riempire i piatti a piacimento: vige la formula "all you can eat", si mangia a volontà! Ortaggi, carni varie, pesce (d'acqua dolce) ce n'è per tutti i gusti. Il pesce è conservato in un frigorifero, basta aprire e prendere quello che si vuole. Tutto naturalmente già tagliato in formato boccone, in Cina non c'è mai il coltello a tavola.

Gran bella mangiata! A volte il pentolone è diviso a metà: una parte è piena di liquido piccante, l'altra non piccante. ma qui siamo in Hunan, si mangia piccante, e così non c'è nessuna divisione: nel brodo di cottura galleggiano peperoncini rossi a volontà! Mettiamo tutti dentro qualcosa, il problema è che il liquido di cottura non è trasparente, quindi diventa difficile tener d'occhio il proprio cibo. Mi capita di acchiappare con i bastoncini qualcosa che non avevo scelto e viceversa di non trovare i bocconcini di pesce per i quali mi era venuta l'acquolina in bocca. Ma non fa niente... 


Comprese nel prezzo anche le bevande analcoliche. Io veramente avrei pure avuto voglia di una bella birra gelata, ma mi adeguo e prendo un'infusione di erbe come tutti gli altri, e devo dire che la scelta fu invero felice, si abbina benissimo al menù. Dopo un po' però mio suocero propone di prendere un paio di birre, quasi non ci pensavo più e devo dire che ci stan benissimo anche quelle con l'hot pot piccante!

Alla fine, dopo aver pagato, torna il proprietario che mi fa qualche domanda tramite Lifang. Poi mi invita a tornare, dice che dovremmo cucinare qualcosa di italiano insieme! Gli dico che ne sarei onorato!

Torniamo a casa verso le 22, ma le incombenze dell'intensa giornata non sono ancora finite. Bisogna dar fuoco ai giochi pirotecnici di rito! Se no che inaugurazione di casa è? Mio suocero si è procurato un piccolo arsenale allo scopo. Alcuni fuochi d'artificio servono a fare tanto rumore, i "botti", per scacciare gli spiriti malvagi dalla nuova casa e per far festa. Altri invece non fanno rumore ma volano molto in alto e ci regalano belle fontane di luce. Dopo qualche "botto" arriva la guardia della sicurezza del nostro comprensorio. Ma non per intimarci di smettere, al contrario, per congratularsi con noi e darci il benvenuto nella comunità! 

Stasera si sono sentiti crepitare, scoppiare e scintillare svariati altri fuochi, oltre ai nostri. Evidentemente, mi spiega mio cognato con un'aria come se stesse ripetendo un'ovvietà, molti astrologi sono stati d'accordo ad indicare la giornata odierna come di buon auspicio per traslocare, non siamo i soli!

Ultima fatica prima di andare a dormire: attaccare le "coppiette rosse" alla porta di ingresso. Strisce rosse con caratteri gialli di buon auspicio che il maschio senior (mio suocero) attacca ai due lati e sopra la porta blindata del nostro appartamento.

Possiamo finalmente andare a dormire nei nostri nuovi letti, io ne ho proprio bisogno. Ultima sorpresa: siccome oggi è il primo giorno che Lifang ed io, dopo esserci legalmente uniti in matrimonio, siamo sotto lo stesso tetto con il resto della famiglia, i miei suoceri ci hanno regalato un completo di lenzuola rosso fuoco, ovviamente il colore dei matrimoni e del buon auspicio. Non solo: ci vengono a fare il letto di persona, tutti e due, prima di salutarci e augurarci la buonanotte e tanti figli!