29 August 2010

18° g - 29 AGO: Delhi, tempio Sikh e partenza per l'Europa

Ultimo giorno di viaggio. Ancora una volta, molto a malincuore, lascio l’India. Ma so che tornerò presto. Quasi non mi sembra più di essere in viaggio quando vengo in India....


28 August 2010

17° g - 28 AGO: Chandigarh – Delhi TRENO: km 300

Alle 9 alcuni di noi partono in rick-shaw a motore per il Neck Chand Rock Garden, un enorme parco/giardino surreale, pazzesco, iperbolico, creato da Neck Chand, un artista locale, con materiali di scarto riciclati. Sculture, allestimenti, corsi d'acqua, cascate... Un mix di kitsch, postavanguardia e delirio puro. Da non mancare. Caldo umido già la mattina presto, ma il rickshaw a motore fila fresco per i grandi viali alberati della città...

27 August 2010

16° g - 27 AGO: Manali – Chandigarh, km 350

Partiamo alle 8, Thakur ci affida a due Toyota Innova fiammanti, con due autisti impeccabili e un po' formali e taciturni, ma comunque bravi nel loro mestiere. Scendiamo nella valle di Kullu. Verdissima, meleti e fabbriche di scialli. Ci fermiamo al mercato di Manali, frutta, verdura di più... coloratissimo e puzzonentissimo, ma ovviamente anche molto fotogenico!

26 August 2010

15° g - 26 AGO: Chandra Taal – Manali (2050 m) km 129

Colazione all'aperto contornati dalle montagne, molto suggestivo anche se fa freddo. Partiamo a piedi sulla strada del ritorno mentre l'equipaggio smonta il campo. Un'occasione per godersi il paesaggio con il silenzio e la luce del mattino, anche se per Luisa e Paola il motivo principale sembra essere quello di minimizzare il tempo a bordo dele Toyota su quelle strade strettissime e sgarrupate, con centinaia di metri di strapiombo sotto di noi...!

25 August 2010

14° g - 25 AGO: Kaza – Kunzum La (4550 m) – Chandra Taal (4270 m) km 102

Sveglia prestissimo e colazione indiana alle 7! Che vi devo dire? A me il chai con ceci e patate a colazione proprio piace da pazzi! Ma sono praticamente l'unico. Gli altri saltano la colazione, salvo sgranocchiare qualche pezzo di pane con burro. Mi sento un po' in colpa perché avevo chiesto specificatamente (ma di nascosto) a Puran di farci la colazione indiana... Il nostro cuoco era tutto contento! Però pensandoci bene non mi sento in colpa, dopo tutto, in fondo sto cercando solo di far apprezzare il viaggio ai miei compagni anche sotto l'aspetto gastronomico. Pane burro e marmellata, certamente miglio di di quelle che ci propongono qui, li possono mangiare anche in Italia. Arrivo (apposta) per ultimo a tavola, con Francesco cui avevo confidato la cosa all'ultimo momento, e trovo tutti gli altri affamati e disperati! :-D Alla fine anche Aleardo ci prova e si trangugia un bel po' di ceci e patate. Io e Francesco facciamo strage! OTTIMO!

24 August 2010

13° g - 24 AGO: Kaza – Kibber (4205 m)–Kee Gompa (3957 m)– Kaza, km 42

Giornata in giro per la valle dello Spiti. Partiamo da Kaza in direzione di Kee. Ci inerpichiamo su per i pendii vertiginosi, ma ormai ci siamo abituati, non fanno più così impressione come i primi giorni! Assistiamo ad una puja nel gompa di Kee, una ventina di monaci con tutti i loro strumenti. Molti bei tangka antichi, tenuti male però. Alcuni sono coperti da teli protettivi che li nascondono completamente alla vista, però possiamo sollevare i terli per ammirare le opere.

23 August 2010

12° g - 23 AGO: Kungri – Kaza – Langza (4300 m) – Kaza (3680 m) km 86

La mattina presto un paio di monaci artisti stanno lavorando alle sculture sul tetto del gompa nuovo, modellano l'argilla e poi la dipongono di colori sgargianti. Partenza alle 8.30 e risalita del fiume Pin, spazi infiniti, costoni ripidissimi. Arriviamo presto a Kaza e prendiamo le camere poi a spasso fino a pranzo nel paese, dove c'è qualche negozietto di artigianato. Il paese non dice molto. Dall'albergo si attraversa uun fiumiciattolo saltando sui sassi che emergono dall'acqua, e si arriva al "centro", con negozietti e internet cafè. Rigagnoli di acqua e scarichi di fogne a cielo aperto, puzza notevole, anzi direi un certo schifo, anche perché non si capisce perché non puliscano, non ci vorrebbe molto...

Recensione: Dei, demoni e oracoli, di Giuseppe Tucci, ****

Sinossi

Con cinquanta muli, sherpa, guide, cuochi, fotografi, tra frane e tempeste di neve, Tucci si addentra nella regione più impervia, pericolosa e meno conosciuta di tutto il Tibet occidentale, lo Shang Shung, la zona in cui nacque la cultura tibetana pre-buddhista, tantrica, magica e sciamanica. I paesaggi sono da sogno e da incubo, i personaggi inquietanti e affascinanti, le arti e le pratiche tantriche di culto (Dzog Chen) di cui si parla terribili e attraenti.


Recensione

Giuseppe Tucci ha effettuato un viaggio straordinario nell'Himachal che è raccontato in questo libro. Uno dei tanti... Qui ci racconta soprattutto le valli dello Spiti e del Kinnaur, i contatti con le popolazioni, le scoperte artistiche, la documentazione. Tucci aveva un'energia inesauribile, un entusiasmo senza limiti per la conoscenza e l'avventura. In questo libro questo suo atteggiamento traspare ad ogni pagina. Dovizia di dettagli, aneddoti, e osservazioni puntuali, a volte molto dirette (non esisteva il "politically correct") che sono ancora utilissime a chi voglia recarsi in quei luoghi, oggi molto più facilmente accessibili di allora.

L'itinerario del viaggio, disponibile con molta altra documentazione sul sito dell'Isiao, è questo:


Tucci è stato criticato come accaparratore, cercava di comprare tutto quello che trovava di prezioso. Io mi sento di difenderlo, perché come già allora, anche oggi spesso i tesori culturali di questa regione sono lasciati all'abbandono e destinati ad essere persi per sempre se non recuperati, protetti, catalogati. Tucci non era un predatore, aveva profondo rispetto per la cultura che studiava e non agiva a fine di lucro ma di conoscenza.

Peccato che questa pubblicazione non sia di facile consultazione: non c'è un indice, un sommario, una cartina geografica con l'itinerario el viaggio. Dato che il libro sembra esaurito, o almeno difficilmente reperibile qui su Amazon, speriamo in una prossima riedizione?

Per approfondire il lavoro di Giuseppe Tucci leggi questo blog di Enrica Garzilli: http://giuseppetucci.garzilli.com/

Puoi comprare il libro di Tucci qui



Puoi comprare la biografia scritta da Garzilli in due volumi qui:





Guarda l'introduzione al libro qui

22 August 2010

11° g - 22 AGO: Dhankar – Lalhung (3750m) – Kungri (3600m) km 50

Puja la mattina presto, solo cantata e recitata stavolta, niente strumenti, e poi si parte. Deviazione per Lahlung su una lunga strada con mille tornanti strettissimi. Il gompa è in una posizione spettacolare. Tenuto malino ma pieno di opere preziosissime. Mi fanno fotografare, senza flash, molto cortesi salvo poi chiedere 500 Rupie! Comunque sono contento perché con le piccole torce elettriche che avevamo siamo riusciti ad illuminare quel che bastava per fotografare decentemente.

21 August 2010

10° g - 21 AGO: Tabo – Dhankhar (3890 m) km 47

Colazione nel refettorio del monastero adiacente alla cucina. Ambiente buio, spartanissimo, moooooolto monacale. Alle 8.45 partenza, solo alcuni di noi vanno a Mane, che raggiungiamo in auto su per una strada pazzesca, strettissima, dissestata, al limite del pericoloso. Non avevamo tempo per fare il percorso a piedi. La vista però ripaga il rischio. Sotto di noi scorre, lontanissimo, lo Spiti tra due pareti di montagna argentate dai riflessi del sole sulle superfici bagnate.