23 August 2010

12° g - 23 AGO: Kungri – Kaza – Langza (4300 m) – Kaza (3680 m) km 86

La mattina presto un paio di monaci artisti stanno lavorando alle sculture sul tetto del gompa nuovo, modellano l'argilla e poi la dipongono di colori sgargianti. Partenza alle 8.30 e risalita del fiume Pin, spazi infiniti, costoni ripidissimi. Arriviamo presto a Kaza e prendiamo le camere poi a spasso fino a pranzo nel paese, dove c'è qualche negozietto di artigianato. Il paese non dice molto. Dall'albergo si attraversa uun fiumiciattolo saltando sui sassi che emergono dall'acqua, e si arriva al "centro", con negozietti e internet cafè. Rigagnoli di acqua e scarichi di fogne a cielo aperto, puzza notevole, anzi direi un certo schifo, anche perché non si capisce perché non puliscano, non ci vorrebbe molto...

Recensione: Dei, demoni e oracoli, di Giuseppe Tucci, ****

Sinossi

Con cinquanta muli, sherpa, guide, cuochi, fotografi, tra frane e tempeste di neve, Tucci si addentra nella regione più impervia, pericolosa e meno conosciuta di tutto il Tibet occidentale, lo Shang Shung, la zona in cui nacque la cultura tibetana pre-buddhista, tantrica, magica e sciamanica. I paesaggi sono da sogno e da incubo, i personaggi inquietanti e affascinanti, le arti e le pratiche tantriche di culto (Dzog Chen) di cui si parla terribili e attraenti.


Recensione

Giuseppe Tucci ha effettuato un viaggio straordinario nell'Himachal che è raccontato in questo libro. Uno dei tanti... Qui ci racconta soprattutto le valli dello Spiti e del Kinnaur, i contatti con le popolazioni, le scoperte artistiche, la documentazione. Tucci aveva un'energia inesauribile, un entusiasmo senza limiti per la conoscenza e l'avventura. In questo libro questo suo atteggiamento traspare ad ogni pagina. Dovizia di dettagli, aneddoti, e osservazioni puntuali, a volte molto dirette (non esisteva il "politically correct") che sono ancora utilissime a chi voglia recarsi in quei luoghi, oggi molto più facilmente accessibili di allora.

L'itinerario del viaggio, disponibile con molta altra documentazione sul sito dell'Isiao, è questo:


Tucci è stato criticato come accaparratore, cercava di comprare tutto quello che trovava di prezioso. Io mi sento di difenderlo, perché come già allora, anche oggi spesso i tesori culturali di questa regione sono lasciati all'abbandono e destinati ad essere persi per sempre se non recuperati, protetti, catalogati. Tucci non era un predatore, aveva profondo rispetto per la cultura che studiava e non agiva a fine di lucro ma di conoscenza.

Peccato che questa pubblicazione non sia di facile consultazione: non c'è un indice, un sommario, una cartina geografica con l'itinerario el viaggio. Dato che il libro sembra esaurito, o almeno difficilmente reperibile qui su Amazon, speriamo in una prossima riedizione?

Per approfondire il lavoro di Giuseppe Tucci leggi questo blog di Enrica Garzilli: http://giuseppetucci.garzilli.com/

Puoi comprare il libro di Tucci qui



Puoi comprare la biografia scritta da Garzilli in due volumi qui:





Guarda l'introduzione al libro qui

22 August 2010

11° g - 22 AGO: Dhankar – Lalhung (3750m) – Kungri (3600m) km 50

Puja la mattina presto, solo cantata e recitata stavolta, niente strumenti, e poi si parte. Deviazione per Lahlung su una lunga strada con mille tornanti strettissimi. Il gompa è in una posizione spettacolare. Tenuto malino ma pieno di opere preziosissime. Mi fanno fotografare, senza flash, molto cortesi salvo poi chiedere 500 Rupie! Comunque sono contento perché con le piccole torce elettriche che avevamo siamo riusciti ad illuminare quel che bastava per fotografare decentemente.

21 August 2010

10° g - 21 AGO: Tabo – Dhankhar (3890 m) km 47

Colazione nel refettorio del monastero adiacente alla cucina. Ambiente buio, spartanissimo, moooooolto monacale. Alle 8.45 partenza, solo alcuni di noi vanno a Mane, che raggiungiamo in auto su per una strada pazzesca, strettissima, dissestata, al limite del pericoloso. Non avevamo tempo per fare il percorso a piedi. La vista però ripaga il rischio. Sotto di noi scorre, lontanissimo, lo Spiti tra due pareti di montagna argentate dai riflessi del sole sulle superfici bagnate.

20 August 2010

9° g - 20 AGO: Nako - Tabo (3260 mslm), 89km

Partiamo verso le 8.30 ma dopo pochi chilometri ci dobbiamo fermare perché una frana blocca la strada. L'acqua che viene giù dai ghiacciai taglia la strada con allegri ruscelletti. Le auto affondano con tutte le ruote nell'acqua prima di passare. Ancora strade scassate, frane, allagamenti. Le auto fanno un po' di fatica ad attraversare i punti più allagati. Sosta a Changlo per visita al monastero di monache. Nuovo e ben fatto. Statuette fatte di tsampa e molte statue antiche custodite in bacheche di vetro.

Oggi lasciamo il Kinnaur per entrare nello Spiti, vedi cartine qui.

19 August 2010

8° g - 19 Ago: Nako: gompa e raccolta di piselli

Giornata in giro per il paese di Nako e dintorni. Appena usciti dal campo tendato incontriamo Sebastien, un francese, con la moglie americana e due figlie di nove e 2 anni. Stanno girando lo Spiti ed il Kinnaur come noi, stesso itinerario, solo qualche giorno in più per completarlo. Viaggiano leggeri, molto meno bagaglio di noi. Anche perché... sono in bicicletta! Sebastien traina una specie di rimorchio con la piccola dentro, riparata da una tendina per la pioggia. Moglie e figlia grande con la loro bici. Ammirevoli, anzi direi un po' al limite dell'incoscienza come vedremo qualche giorno dopo quando li incontreremo durante uno scroscio monsonico col fango fino agli assi delle ruote...

18 August 2010

7° g - 18 ago: Kalpa – Khanum – Nako (3660 mslm) km 135

Colazione e partenza già prima delle 8. Torniamo a Rekong Peo, e riprendiamo a risalire il Sutlej. Arriviamo a Kanam verso le 10.30, peccato che i gompa siano chiusi. Nessuno ha le chiavi, peccato perché pare che vi siano custoditi begli oggetti antichi dei monaci. Un po' sconsolati ce ne andiamo in giro per il villaggio. Vedo il portone di una vecchia casa nobiliare, alquanto malandato ma di fattura evidentemente pregiata. Busso alla porta ma non risponde nessuno...

17 August 2010

6° g - 17 Ago: Da Sangla via Rekong Peo (2278mslm) a Kalpa (2960mslm), 58km

Lasciamo le nostre camere umidiccie e puzzolentine e partiamo verso le 9. Continuiamo a risalire il corso del fiume Baspa discendendo la strada tagliata nella roccia. Arrivati alla confluenza con lo Sutlej (o Satluj) giriamo a destra e riprendiamo il percorso interrotto ieri verso Rekong Peo dove bisogna ottenere i permessi per la zona di frontiera: moduli, timbri, fotografie ecc. Un modulo ci chiede di indicare quali persone "ci conoscono bene". Ci devo pensare un po', non credo di conoscermi bene neanche io, figuriamoci altri. Poi ho scritto qualche nome di amico, così a caso, non credo mai nessuno li disturberà per conoscermi meglio! Poi fotocopie del passaporto e del visto, e quindi una bella foto digitale che il funzionario fa con cura a ciascuno di noi con la sua webcam fissata allo schermo del computer.

16 August 2010

5° g - 16 Ago: Da Sarahan a Sangla (2680 mslm), 89km

La mattina presto andiamo ad assistere alla puja (preghiera) al tempio. Ancora a letto, alle 5, ne sentiamo la versione registrata che gracchia dagli altoparlanti posti in alto sulla torre. Poi, verso le 7, il richiamo di tamburi e piatti di ottone chiama i fedeli per la cerimonia vera e propria. Entrati nella torre e saliti al piano superiore vediamo un celebrante che agita un piattello con su cinque candele, quindi si mette a pulire per terra con una scopa di crine di cavallo. Infine serve una specie di riso soffiato ai fedeli e ci lava le mani con acqua. Il tutto alquanto mestamente, in silenzio.

15 August 2010

4° g - 15 Ago: Da Shimla a Sarahan (2000 mslm), 170km

Our cars for this trip
Partenza alle 9. La strada è in pessime condizioni a causa delle forti pioggie e conseguenti smottamenti, è una cosa alla quale dovremo fare l'abitudine. Paesaggio dantesco, enormi nuvole basse che affondano nelle valli. In molti punti si va avanti a senso alternato, si formano lunghe colonne di auto ferme che aspettano che scorra la colonna in senso inverso. Fango, macigni rotolati giù dalla montagna, sterco dappertutto, rivoli d'acqua che si ritagliano spazi ritorti sulla via della valle.

Tanti operai indaffarati a liberare la strada lungo tutto il percorso, cercano di sistemare il fondo stradale, ripuliscono le frane, rinforzano i sostegni dei parapetti precari sul baratro. At every gas station there are lots of fire extinguishers, not high tech but, I guess, functional.

I tried to practice fire extinguishing


Pranzo freddo preparato dall'equipaggio, decisamente scarso, qualche biscotto, un uovo sodo, pane rinsecchito e succhi di frutta che sembrano contenere più conservandi e dolcificanti artificiali che frutta.

Arriviamo a Sarahan alle 17, abbiamo percorso solo 170km ma ci abbiamo impiegato 8 ore. Entrando in città la coda dell'occhio mi cade su un cartello che indica una "Rest House" nel monastero.

Saharan monastery door
Immediatamente chiedo di andare a chiedere e fortunatamente ci sono stanze per tutti. Spartane ma vale assolutamente la pena dormire nel monastero. 350 rupie per una doppia con un balcone prospicente il cortile del monastero.

Saharan temple and guesthour

Per la cena, calda e appetitosa come sarà quasi sempre, ci pensano i ragazzi del nostro equipaggio, che usano la cucina del monastero e ce la servono nel ristorante.

Assurde pratiche burocratiche che si ripeteranno ogni sera in questo viaggio, fotocopie del passaporto, moduli a non finire, firme, timbri...

In serata visitiamo il tempio che si trova nel monastero, spicca un antico torrione con due sancta sanctorum ricchi di squisiti altari in argento. Un soldato armato di un fucilone fa la guardia, ma sembra più interessato a leggere il giornale comodo sulla sua sedia di plastica che a proteggerci da improbabili attacchi terroristici. A farci compagni solo qualche fedele ed alcuni turisti israeliani, pare l'India vada molto di moda tra i giovani che si prendono un anno per viaggiare dopo aver completato il duro servizio militare obbligatorio.

Maps of Kinnaur, Spiti and Lahaul - Himachal Pradesh, India

HImachal Pradesh: Kinnaur and Spiti valleys

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Kinnaur

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Lahaul and Spiti

14 August 2010

3° g - 14 Ago: Shimla (2200 mslm)

Oggi ci separiamo un piccoli gruppetti e partiamo per una visita della città libera, ognuno segue i propri interessi e curiosità. Me ne vado a spasso per il "Mall", la zona centrale creata dagli inglesi che qui avevano la loro capitale estiva.

Salgo poi al tempio di Jakhu, in circa 45 minuti di facile camminata. La città è piena di turisti indiani, da quando gli inglesi hanno trasformato quello che era un villaggio montano in una capitale. Ora va di moda e la classe media indiana ama farsi vedere qui. Molti cercano la conversazione, chiedono da dove vengo, cosa faccio nella vita. Bella domanda..:!

13 August 2010

2° g - 13 Ago: Da Delhi a Shimla in treno

Siamo in stazione aspettiamo alcune ore nell'opprimente afa notturna per la partenza del treno. Aria ferma, calda. Il treno parte alle 5 di mattina e non valeva la pena prendere una camera d'albergo per solo 3-4 ore. Chiedo al capostazione che lavora davanti an un enorme pannello illuminato di piccole lampadine che indicano la posizione dei semafori, gli scambi dei binari dei treni che portano qui. Ci vuole un po' per capire che partiremo dal binario n.2. Le sale d'aspetto sono illuminate al neon e grandi ventilatori rimescolano l'aria densa e umidissima. Le panche sono tutte occupate da viaggiatori in attesa, a noi non rimane che sistemarci alla meglio su qualche muretto. Preferiamo star fuori, è più sopportabile. Abbiamo sete ma non si può bere dalle fontanelle e il baretto vicino all'entrata è sempre chiuso.

Map of Himachal Pradesh


12 August 2010

1° g - 12 Ago: Partenza per lo Spiti ed il Kinnaur, Himachal Pradesh. Arrivo a Nuova Delhi

Torno in India, sarà la settima o ottava volta, mi sento un po' a casa mia. Questo promette di essere un viaggio di grande interesse culturale, incentrato sul Buddhismo lamaista. Soprattutto nello Spiti, ma in misura minore anche in Kinnaur, c'è una forte presenza di questa religione da secoli, rafforzata recentemente dai profughi del Tibet invaso dalla Cina. Per chi è stato in Ladakh e Zanskar qui i monasteri sono forse meno ricchi, o almeno appariscenti. Ma per chi, come me, è stato stimolato dalle visite del Ladakh e dello Zanskar ad approfondire, questo viaggio sarà senz'altro un valido complemento...