08 January 2003

22° g - 8 GEN: Vagator e le spiagge di Goa

Colazione ancora al Venite. Ristorante quasi vuoto, ci sono solo due tedeschi che confabulano pacatamente in un angolo.

Mi propongono una bevanda composta da un caffè, due tè diversi e 3 tipi di miele tutto amalgamato, più o meno, in una ciotola. Superata la prima ritrosia devo ammettere che l'intruglio, di cui non ho capito il nome, è alquanto gradevole!

Aspetto... i tempi del servizio sono lentissimi, ma non mi dispiace. Leggo, scrivo il diario, mi godo l'aria tiepida ed il passaggio della gente. Meno pazienti due tedeschi arrivati prima di me: hanno ordinato la colazione ma il loro tavolo è ancora desolatamente vuoto. Dopo un po' se ne vanno borbottando, mentre il cameriere li segue dicendogli che la loro colazione è "quasi pronta"! Troppo tardi, sono andati via.

Io ho chiesto solo due uova fritte ed un toast, il tempo passa anche se siamo solo in otto avventori. Accanto a me un capellone biondo con grandi orecchini legge un libro mentre aspetta, tranquillissimo lui, che gli portino la colazione. Me ne andrò prima che gli sia servita ma lui resta lì, pacifico, con la brezza mattutina che gli muove delicatamente qualche biondo capello non ben raccolto con il codino.

Oggi gita a Vagator, nella spiaggia, frequentata soprattutto da indiani, adiacente alla fortezza di Chapora, che si raggiunge facilmente con una bella passeggiata.

Prima di prendere il bus per Vagator trovo un bancomat per prendere uun po' di rupie in contanti. Sulla porta della filiale di banca vedo che accettano euro, la nostra valuta che ha si e no un anno di età. La cosa mi inorgoglisce, ce l'abbiamo fatta a creare la moneta unica europea, passo fondamentale nella creazione degli Stati Uniti d'Europa, spero, progetto nel quale credo fermamente. L'euro è subito sceso di valore quando è stato messo in commercio ma si è ripreso presto ed oggi vale, di nuovo, più di un dollaro americano. Speriamo bene!

Ho evitato le spiagge più famose, quelle di Colva e Calangute, più sviluppate ma un po’ troppo commercializzate per i miei gusti… ed anche il decantato mercatino di Anjuna, che mi dicono essere molto decaduto rispetto ai ruggenti anni settanta: paccottiglia per turisti e poco più.

Vado invece a Vagator, proprio sotto le mure della fortezza di Chapora. La sabbia è grigia, il mare torbido, il cielo velato da un'avvolgente foschia. Mancano quei colori forti per cui l'India è giustamente famosa.

Sulla spiaggia di tutto, dalla vacche sbandate, ai gruppi di turisti indiani di varie religioni. Mi colpisce vedere alcuni ragazzi Sikh che in costume da bagno mantengono comunque il loro turbantino in testa! Un sacco di bambini, i maschietti molto capricciosi e viziati, le femminucce più tranquille, forse perché meno viziate. In India c'è ancora una forte predilezione per i maschi, per cui nessun favoritismo è considerato eccessivo, compreso quello dell'aborto selettivo se l'ecografia rivela una femmina in grembo alla mamma. Per cui, almeno in teoria, è vietata l'ecografia per sapere il genere del nascituro. Naturalmente si fanno tutti il bagno vestiti, le donne con il sari!

Venditrici di tessuti, si appropinquano con le loro mercanzie, per lo più colorati scialli e sari. Belli ma ho il bagaglio carico e proprio non so che farmene, un po' mi dispiace. Una ragazza è particolarmente simpatica, oltre che molto carina, e mi intrattengo un po' più a lungo con lei. Mi dice che ha 19 anni, un figlio da mantenere e passa le sue giornate tra i capannelli di turisti per vendere scialli. Non ha una licenza quindi si guarda sempre intorno. Mi dice che devono allungare bustarelle alla polizia perché le lasci vendere in santa pace anche senza licenza.

Però anche i poliziotti corrotti devono fare la loro figura e quindi mi rassicura che quando i militi arrivano gli ambulanti abusivi scappano, poi tornano subito dopo. Come in Italia, né più né meno... Infatti quando qualcuno dopo un po' strilla: "Polizia!" scappa via.

In realtà non era polizia ma solo un bagnino, con tanto di scritta "LIFE GUARD" sulla T-shirt bisunta. La giovane ragazza madre torna e le compro uno scialle giallo, lo regalerò a Renata, una simpatica italiana che ho incontrato a Panjim e che vorrei rivedere.

Un fruttarolo mi propone le sue banane, ma quando gli spiego che non fanno per me me ne sbuccia una e me la regala, quasi a convincermi. Non mi va di mangiare una banana, e non mi va di regalargli soldi per nulla. Allora lui mi tira un paio di banane, con un delicato pallonetto, come si farebbe con una scimmia allo zoo, e poi se ne va.

Be' in effetti qui è un po' come uno zoo. Noi bianchi siamo gli animali che attirano l'attenzione degli autoctoni. Ci vengono a guardare, a fotografare, qualcuno anche a fare quattro chiacchiere. Quando sanno che sono italiano, cosa meno frequente forse qui rispetto ad altre località balneari del mondo, il numero di richieste di fotografie aumenta, alla fine sono quasi una star della spiaggia.

Strani figuri si offrono di pulirci le orecchie dal cerume! Bah...


Mi sistemo al Reshma hotel, familiare essenziale ma sufficiente ed economico. Ce ne sono comunque molti dello stesso tipo vicino alla spiaggia. A cena al ristorante Mango Tree. Buon pesce, ricetta piccante. Non a caso siamo sulla rotta della "via delle spezie". Ambientino simpatico con musica indiana di sottofondo e biliardo accanto ai tavoli.

Tornando in albergo compro una coperta fatta di pezzi di vecchi sari e frammenti di specchio (o qualcosa del genere) da una simpatica vecchietta che aspettava pazientemente sulla strada. Non so che ci farò, non so neanche se riuscirò a portarla a casa, forse la regalerò come lo scialle, ma il prezzo era basso, così basso che non me lo ricordo, mi andava di darle una mano e la coperta è simpatica come la vecchietta!

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