20 December 2002

3° g - 20 DIC: da Delhi a Vrindavan, Mathura e Agra

Partiamo di buon ora dopo una ricca colazione in albergo. I km da fare in bus restano tantissimi e, siccome il paesaggio è piuttosto uniforme, sono più che sufficienti ad assorbire i colori e le forme dell’India profonda.

A parte il breve percorso iniziale da Delhi ad Agra, le “autostrade” di questa parte dell’India sono intasatissime (anche di animali!), il fondo stradale è sempre pessimo, e la velocità media raramente raggiunge i 40km/h. Quasi sempre si fanno i 25-30 km/h.

Sii capisce oggi che questo sarà un viaggio mentalmente e fisicamente impegnativo. Fortunatamente ho previsto un paio di trasferimenti in treno, senza i quali il viaggio sarebbe diventato estenuante e sicuramente meno istruttivo.

Il nostro bus ha le sospensioni scassate (anzi non le aveva proprio, ha invece le balestre come i camion, ben sfondate beninteso!), i sedili pure loro sfondati ed i vetri dei finestrini sbullonati. Sui lunghi percorsi su e giù per le buche delle strade  soffriremo, a volte più del necessario. Inoltre il radiatore perdeva e vari giunti dovevano essere regolarmente oliati. E questo nonostante avessimo un ottimo autista che ha fatto quanto possibile per alleviare gli impatti.

Partenza dunque per Agra, con fermata a Mathura (museo arte Mathura, misto di influenza classica greca e indiana, interessantissimo, ma purtroppo molte sale sono in restauro e quindi chiuse.

Visitiamo comunque una moschea e il tempio induista che si trova sul luogo della nascita di Krishna. Sicurezza ossessiva la presenza di questi due importanti luoghi di culto uno affianco all'altro rischia di creare attriti ogni momento. Ci sono moltissimo poliziotti e anche soldati. Dobbiamo lasciar fuori borse, telefoni zaini. Veniamo anche meticolosamente perquisiti (uomini e donne separati) prima di accedere finalmente al tempio.

A seguire visitiamo Vrindavan, con i suoi templi e l'ashram delle vedove. Questo è un luogo particolare, dove vengono accolte vedove indiane che non possono o non vogliono trovare un secondo marito. In India ci sono ancora molti pregiudizi contro le vedove e molte di loro, soprattutto le più povere, meno istruite e quindi più deboli, non hanno una seconda chance se perdono il primo marito. Non si può fotografare!

Attenzione al “tempio delle scimmie”, famigerate cleptomani: nonostante avessi avvertito i miei compagni di viaggio di stare attenti, un quadrumane ha rubato gli occhiali ad Alessandro, e li ha restituiti (facendoli cadere dall’alto del tempio, per fortuna che Aurangzeb aveva distrutto i piani superiori dello stesso altrimenti sarebbero caduti da molto più in alto) solo dopo che gli abbiamo tirato un sacchetto di noccioline in riscatto!

Passeggiando mi si sono rotte le suole delle mie scarpe: vecchi scarper che avevo scelto per questo viaggio un po' fuori dal sentiero battuto (letteralmente!) per finirle e poi buttarle via. Solo che siamo all'inizio del viaggio e mi servono. Ho pensato di comprarne un paio nuovo, ma a parte la perdita ti tempo e la difficoltà nel trovare la mia taglia 39, sempre difficile, ho deciso di ripararle! Infatti camminando no notato diversi calzolai ambulanti per strada. Pensavo fossero lì come lustrascarpe, ed infatti alcuni spazzolavano di buona lena le tomaie di alcuni clienti. Ma altri erano attrezzati di tutto punto per cucire e incollare. Hanno anche suole nuove di ricambio. In poco più di 10 minuti le mie vecchie Timberland sono tornate come nuove! Be' almeno le suole... comunque sono sicuro che serviranno allo scopo fino alla fine di questo viaggio!-

Percorso facile ma non rapido. Visitiamo anche il tempio degli Hare Krishna, gentili ed ospitali. Attenzione agli orari di chiusura del tempio degli (dalle 1:30 alle 4 del pomeriggio circa).

Come hotel l'agenzia a cui mi sono appoggiato mi ha prenotato le stanze al Plaza su Fatenabad Road, eccellente, forse il migliore del viaggio, abbiamo ottenuto una tariffa incredibilmente bassa (24 USD a camera invece di 80) causa penuria di turisti stranieri – effetto terrorismo internazionale, paura di guerra col Pakistan dopo i recenti scontri alla frontiera, chissà? Infatti l'hotel è semivuoto.

A cena all’improbabilmente nominato ristorante “Only”, buono anche se un po’ occidentalizzato, ambiente carino, musica indiana.

Ci siamo arrivati con un paio di rickshaw a pedali che si erano offerti di caricarci gratis: i ciclisti hanno detto che ricevono una provvigione dal ristorante, ed anche un pasto gratis.

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