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05 January 2008

La testuggine di Guraidhoo, atollo di Malé sud, Maldive

Continuo ad addentrarmi nei vicoli ed arrivo infine sulla strada principale del villaggio, immediatamente riconoscibile dai tanti negozi di articoli per turisti. Alle Maldive non c’è molto da comprare, e molto di ciò che è in vendita non è prodotto localmente, e dunque non mi interessa. Entro in uno di questi negozi dove ho notato una mia compagna di crociera, Filomena, detta Filo, intenta a contrattare l’acquisto di gioiellini di corallo, parei e conchiglie. Fu amore a prima vista. Appena messo piede sulle fredde maioliche del negozio, noto, per terra, tutte impolverate, quasi nessuno l’avesse neanche degnate di uno sguardo da anni, due grandi testuggini di legno. Ammetto di avere un debole per le sculture di legno, ne ho riportate a casa da un sacco di paesi in giro per il mondo, ma queste testuggini mi hanno subito colpito in modo speciale.

02 January 2008

Bodu Beru a Rakeedhoo, atollo di Felidhoo, Maldive

Lasciamo la barca ancorata in rada e in due gruppetti con il barchino d’appoggio e raggiungiamo il piccolo molo di legno di Rakeedhoo, dove siamo subito accolti da un gruppo di ragazzotti locali, chiaramente ma bonariamente compiaciuti del fatto che siamo solo quattro ragazzi con dodici ragazze al seguito. Chiedo retoricamente dove siano le loro ragazze, già sapendo la risposta, ma stavolta voglio proprio provare ad andare un po’ più a fondo con l’argomento. Mi dicono che le chiameranno per ascoltare la musica insieme a noi ed in effetti così sarà, anche se non proprio come mi sarei aspettato.

In attesa dell’esibizione faccio due passi per i vialetti bui. Non c’è un cane per strada. Nel senso, stavolta, che non c’è nessuno. Poi qualcosa si muove ad una trentina di metri da me e scorgo in lontananza qualche ragazza che passeggia, sono completamente coperte di nero tranne che per il volto. Un’abitudine diffusa nei villaggi, come potrò constatare ripetutamente, anche perché una recente legge maldiviana fa divieto a tutti i cittadini di circolare con un abbigliamento che nasconda l’identità dell’individuo, dunque volto scoperto. Forse un segnale di secolarizzazione, o forse un modo per la polizia di controllare meglio manifestanti scomodi. Comunque c’è anche in tanti altri paesi questa legge, ed anche da noi in Italia, retaggio degli anni di piombo, ma tutto sommato mi pare una legge giusta.

I ragazzi ci conducono verso alcune case e ci sistemiamo su tre lati di un’aula vuota di una scuola vicino al porto. Dopo poco arrivano i musicisti, una banda un po’ raccogliticcia ma simpatica di ragazzi di età diverse e qualche signore più attempato. Qualcuno ha un bel tamburo in mano ma la maggior parte di loro non ha strumenti, son vestiti come tutti i giorni, e si siedono lungo la parete dell’aula che noi abbiamo lasciato libera, sotto due finestre che danno su un cortile interno.

Nel quadro di queste finestre si notano i visi di alcune giovani donne, incappucciate di nero, che guardano dall’esterno cosa succede dentro l’aula. Una di loro tiene un neonato in braccio. Esco dall’aula, giro intorno all’isolato ed arrivo alla sala della festa da dietro, e posso così avvicinarmi alle ragazze che sono ancora alla finestra, a guardare divertite il pandemonio che succede dentro. Dopo qualche sguardo e qualche parola arriva un tizio, che se ne stava lì dietro nell’ombra, probabilmente un parente delle donne, che mi dice che è inutile parlarle perché tanto non parlano inglese. OK messaggio recepito... faccio qualche fotografia e me ne torno indietro. Forse mi sarei dovuto avvicinare accompagnato da una donna italiana, chissà, magari sarebbero state più a loro agio, o magari il torvo parente si sarebbe preoccupato di meno, ma non credo avrebbe fatto alcuna differenza.

Una decina dei ragazzi portano un bodu beru ciascuno e si sistemano davanti ai primi, cinque a destra e cinque a sinistra, in due file indiane contrapposte una di fronte all’altra. Appena tutti hanno preso posto, si scatenano le percussioni. Cominciano subito a suonare ritmi forsennati, accompagnandoli di canti e incitamenti. A turno, uno o due alla volta, i ragazzi senza strumenti si alzano in piedi e saltano verso il centro dell’aula cominciando danze vorticose, esuberanti, quasi esplosive. I nostri membri dell’equipaggio si uniscono presto ai locali. Dopo un po’ qualcuno di loro cerca di rompere il ghiaccio ed invitare le nostre ragazze a ballare...

Questo post è un estratto del mio libro sulle Maldive. Per comprare il libro in brossura o ebook formato kindle su Amazon clicca qui sotto.

26 September 2007

Recensione libro: Una ballata del mare salato (1967), di Hugo Pratt, *****


Sinossi

Novembre 1913, in tutto il mondo si sente aria di guerra a causa dell'imminente conflitto mondiale; Rasputin nel suo catamarano si dedica alla pirateria e durante un assalto fa prigionieri un ragazzo di nome Cain e una ragazza di nome Pandora, entrambi di buona famiglia, con l'intenzione di chiedere un riscatto.

Durante la navigazione incontra Corto Maltese, legato ad una zattera a causa di un ammutinamento di cui è stato vittima. Rasputin accoglie controvoglia Corto sulla sua imbarcazione e Corto ricambia collaborando con Rasputin nell'assalto ad una nave olandese che trasporta carbone, i due tuttavia vengono a lite quando Corto esprime il proprio disappunto davanti all'uccisione a sangue freddo del capitano della nave da parte di Rasputin.

L'intento dei due pirati è rivendere il carbone ai tedeschi, tuttavia per evitare complicazioni i due decidono di portare i due sequestrati fuori dalla vista dei tedeschi. Durante un fortunale il catamarano di Rasputin con a bordo Corto e i due ostaggi va a fondo e i ragazzi vengono catturati da una tribù di indigeni.

Corto e i due ragazzi rischieranno più volte la vita e vivranno diverse avventure per cercare di salvarsi. (da Wikipedia)


19 June 2007

Recensione: Nagasaki Per Scelta o Per Forza, di Fred Olivi, ****

Fred Olivi in his B29
Sinossi

Oscurata per più di cinquant'anni dalla più nota missione dell'Enola Gay su Hiroshima e dalle poche e cattive informazioni diffuse e coperte da segreto militare, la missione del B29 Superfortress "Bockscar", compiuta il 9 agosto 1945 su Nagasaki, è rimasta fino a oggi quasi sconosciuta. Scritto dal copilota del "Bockscar", Luogotenente Colonnello Fred J. Olivi, italo-americano di prima generazione, "Nagasaki per scelta o per forza" rivela i veri dettagli legati alla Missione 16, le fasi segrete dell'addestramento e i dati sull'impiego di "Fat Man", la bomba atomica al plutonio tre volte più potente di quella all'uranio sganciata su Hiroshima pochi giorni prima.


15 March 2007

Recensione: Bolivia, di Anna Maspero, ****

Sinossi
Una guida per andare alla scoperta di una terra cui la Pachamama ha regalato alcuni fra i paesaggi più spettacolari del pianeta.

Racchiusa fra le alte cime delle Ande e la natura esuberante dell'Amazzonia, la Bolivia è riuscita a conservare un'incredibile biodiversità grazie a un'enorme varietà di ecosistemi: dalle distese giallo oro dell'altopiano, al bianco accecante dei salares, alle centinaia di lagune nelle cui acque popolate da fenicotteri si riflettono le cime innevate dei vulcani, alla selva tropicale e alle savane dell'Oriente, dove i maggiori parchi del Paese custodiscono un'incredibile varietà di vita animale e vegetale.

Per gli amanti della storia non mancano preziose città coloniali e siti archeologici di primaria importanza, come quello di Tiahuanaco, centro cerimoniale e politico dì una raffinata civiltà che esercitò un enorme influenza sull'evoluzione delle culture andine e su quella inca in particolare. Ma soprattutto la Bolivia ha conservato la sua forte identità culturale e un patrimonio di tradizioni indigene fra i più ricchi e autentici dell'America del Sud, ancora non trasformato in folclore ad uso turistico. Atmosfere che si respirano soprattutto durante le feste, come quella famosissima della Virgen de Urkupiña, e nei coloratissimi mercati, di cui il più conosciuto è sicuramente quello di Tarabuco.

Un capitolo è dedicato a La Paz, una città davvero unica nella sua incredibile topografia multilivello, che si sviluppa dai quartieri indigeni sul fianco alto e scosceso della montagna, attraverso il centro coloniale fino alla ricca area residenziale sul fondo della conca al riparo dai gelidi venti dell'altopiano.

La guida intende affrontare in modo approfondito la natura, la storia, la cultura e le tradizioni della Bolivia, offrendo nella seconda parte diversi e accurati itinerari per muoversi in libertà e sicurezza nella complessa e varia geografia del paese, itinerari che possono essere modificati, collegati fra loro e personalizzati in base agli interessi di ciascuno.

Il tutto è raccontato in prima persona nello stile che caratterizza le guide Polaris, con consigli utili, box di approfondimento, un ricco corredo fotografico e un'esauriente cartografia. Scopo della guida è soprattutto offrire al viaggiatore delle chiavi di lettura per catturare l'essenza più profonda di questa terra e della sua gente.

Recensione
Senza dubbio la migliore guida sulla Bolivia disponibile in italiano, anche se per i suggerimenti di dove mangiare e dormire suggerirei forse le Lonely Planet o comunque il web. Polaris non è conosciuta per eccellere in questo aspetto più pratico del viaggio. Traspare l'approccio culturalmente impegnato dell'autrice. Unico svantaggio è che il formato e la carta pesante, per quando di pregevole fattura, risultano un po' pesanti da portare in viaggio. Comunque il libro è ben rilegato e resiste bene allo strapazzamento di un viaggio un po' avventuroso per le montagne del paese.

Potrebbero essere migliorate la cartine geografiche, anche se alcune piccole mappe sono utili per gli itinerari locali delle principali zone di visita. Infine, l'autrice è anche fotografa ed il libro è ben infarcito di fotografie a colori ed in bianco e nero che rendono molto bene l'atmosfera dei luoghi.

Si può approfondire la lettura sulla Bolivia visitando questo portale dedicato cui contribuisce l'autrice.

L'Autrice
Laureata in lingue e letterature straniere con specializzazione in letteratura anglosassone e iberoamericana, ha fatto del viaggio -la sua passione di sempre- un modo di vita. E quando non è in giro per il mondo, si rifugia nel suo buen retiro in una fattoria sulle colline sopra il lago di Como, per scrivere reportages per riviste di viaggio e programmare nuove partenze. Ha visitato innumerevoli paesi, privilegiando l’America del Sud e l’Asia. Seguendo le orme del nonno che vi emigrò cento anni fa, ha visitato il Perù e proseguendo verso sud si è innamorata della Bolivia. Mettendo a frutto la sua più che ventennale esperienza lungo i sentieri meno battuti del mondo, viaggiando sola o accompagnando gruppi, dopo aver percorso la Bolivia dall’alto delle montagne innevate fino alle distese lunari dei salares e alla selva amazzonica, propone qui gli itinerari e i luoghi che possono meglio mostrarne la grande ricchezza naturale e culturale e aiutare a catturarne l’essenza più profonda, con la speranza che questa guida possa essere per il lettore un prezioso compagno di viaggio.

Tutti i proventi derivati dai diritti d'autore della guida saranno devoluti direttamente a favore dell'Associazione Magie delle Ande per contribuire alla costruzione di un Centro per Disabili nel villaggio andino di Huaro.

Recensione: A come Avventura, di Anna Maspero, *****

Sinossi
Ventuno lettere dell’alfabeto per altrettanti racconti e riflessioni legati al viaggio. Un alfabeto che mescola vita vissuta, storie, popoli e costumi su temi diversi, offrendo spunti per nuovi percorsi reali e mentali a chi nel viaggio cerca l’esperienza di ambienti naturali e di culture differenti, ma anche un diverso punto di osservazione sul mondo.

A ciascuna lettera corrisponde un tema che offre lo spunto per i moderni viaggiatori che vogliono vivere la vera esperienza dell’andare, cercando di ricomporre quel complesso puzzle di interculture che stanno alla base della filosofia del moderno pellegrino.

Per ciascuna riflessione un frammento di viaggio, immagini, narrazioni lungo sentieri fuori dai percorsi più battuti e attraverso i più svariati “altrove”, senza cedere alla tentazione di un falso esotismo, né inseguire avventure impossibili.

Un libro di e sul viaggio, ma anche "da" viaggio perché può essere letto di un fiato o assaggiato un poco per volta, partendo dalla fine o dall'inizio, aprendolo a caso o scegliendo l'argomento che più aggrada. Un atto d'amore per il viaggio e per il mondo, pur senza nasconderne le contraddizioni, dove si fondono culture tradizionali e falsi esotismi autonomia e condizionamenti, creatività e ripetitività, riduzione dei bisogni e consumismo.

Non importa se il viaggio è lungo o breve, lontano o vicino, individuale o di gruppo, itinerante o stanziale. Ciò che conta è la motivazione che ci spinge a partire e la nostra attitudine verso le realtà che incontriamo lungo il cammino. Ritorno dopo ritorno, sentiremo di appartenere a una sorta di "società dei viaggiatori" che possiede delle mappe meno assolutistiche, ma più ampie e flessibili per orientarsi nella vita e per osservare noi stessi, l'altro e il diverso. Perché ognuno di noi è il frutto dei luoghi cui appartiene, ma anche delle strade che percorre. 

Recensione
Un libro unico nel suo genere. L'autrice è una viaggiatrice di lungo corso, spacializzata in alcuni paesi, tra cui la Bolivia, di cui ho recensito qui la guida scritta da lei, ma a suo agio a tutte le latitudini. Sempre in cerca di capire l'essenza dei paesi e soprattutto dei popoli che incontra. Anna ha viaggiato da sola, con amici e come guida di gruppi, sempre alla ricerca di percorsi fuori dai sentieri più scontati.

Si può non essere d'accordo con Anna, ma ogni capitolo di questo libro fornisce spunti di riflessione e dibattito sul come e perché oggi si viaggia. Ben scritto, problematico, aperto, critico, impegnato quel che basta per far concentrare il lettore senza stressarlo!

I lettori possono anche seguire il lavoro di Anna Maspero sul suo blog.

05 March 2007

Recensione: I Nullafacenti (2008), di Pietro Ichino, ****

Sinossi

"Perché, mentre si discute di tagli dolorosi alla spesa pubblica per risanare i conti dello Stato, nessuno propone di cominciare a tagliare l'odiosa rendita parassitaria dei nullafacenti?" Il 24 agosto 2006, dalle colonne del "Corriere della Sera", Pietro Ichino lancia una proposta che scuote il mondo politico e sindacale...

04 March 2007

Recensione: Novecento, di Alessandro Baricco, *****

Sinossi

Il libro racchiude la storia, raccontata dall'amico suonatore di tromba, sotto forma di monologo, di Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento, pianista sul transatlantico Virginian. Abbandonato sulla nave da emigranti, viene allevato da uno dei componenti dell'orchestra. I suoi elementi naturali divengono il transatlantico, il mare e la musica. Non è mai sceso a terra e vive ed esiste solo sul Virginian dove presto diventa un pianista di successo. Anche se non ha mai visto che mare e porti, viaggia moltissimo, con la fantasia, carpendo le notizie dai passeggeri che incontra. A 32 anni decide di scendere a terra, ma all'ultimo momento ci ripensa e corre a rifugiarsi nuovamente nell'antro della nave.


Recensione

Breve libro concepito come pièce teatrale da recitare sotto forma di monologo. Io ho anche assistito ad una rappresentazione, e consiglio di farlo ma solo dopo aver letto il libro. Invece il film di Tornatore è cosa molto diversa: pur essendo un ottimo film, con azzeccatissima colonna sonora di Ennio Morricone, a mio avviso non può sostituire la lettura del libro.

07 January 2007

Recensione: Stranieri a Samoa (2006), di Ambrogio Borsani, *****

Sinossi

Dal Settecento ai giorni nostri molti spiriti inquieti si sono affidati all'idea di un Eden nascosto nelle isole del Pacifico, alimentando storie e leggende senza fine. Accade così, ad esempio, sulle isole Samoa, dove si avventurarono figure davvero straordinarie. Stevenson vi pose fine ai suoi inquieti spostamenti e mise su casa, abitando l'altrove che aveva sempre immaginato. Maugham vi giunse come agente segreto, ma in realtà intendeva spiare i segreti dell'animo umano. Schwob, infelice pellegrino delle lettere, vi portò a spasso le sue malattie. Ambrogio Borsani ha viaggiato attraverso le Samoa riportando queste storie cresciute come frutti prodigiosi in una lontana stagione di magie.


Recensione

Borsani ci porta a Samoa in compagnia di tanti stranieri che ci sono passati nei decenni e secoli scorsi. Usando la formula già collaudata per il suo libro sulla Polinesia, egli fa parlare i suoi personaggi e ci fornisce il contesto storico, il tutto molto utile a capire di più di questo piccolo stato del Pacifico.

Alcuni di questi personaggi sono famosi, primo fra tutti forse Robert Louis Stevenson, la cui casa oggi è un museo e che è sepolto qui. Ma anche tanti altri perfetti sconosciuti che sono passati da qui, qualche volta ci sono rimasti per il resto della loro vita, e in ogni caso ci hanno lasciato testimonianze interessanti, a volte commoventi.

C'è anche Parenzo Caffarelli, un medico italiano andato a Samoa perché era il posto più povero del mondo. Si è sposato una samoana ma ora vive a Roma mentre lei è rimasta là e gestisce un albergo. I figli sono un po' qui e un po' lì.

Bella questa frase di Borsani, che condivido appieno e che rende bene l'atmosfera che si respira su un isola lontano dal mondo. Me lo immagino mentre la scrive nella sua camera d'albergo a Samoa, di notte: «L'alba è il tempo rubato all'uomo, il tempo degli altri. Bisogna andare, correre, fare, rispondere alle necessità della vita. Il mattino trascina verso l'ufficio, verso gli appuntamenti, verso la fabbrica, verso gli interessi dei altri. Il tramonto segna l'inizio del tempo privato, il tempo della vita, il tempo del ritorno ai propri interessi, del rientro in se stessi.»



Puoi leggere qui la mia recensione di un analogo libro dello stesso autore sulle isole Marchesi della Polinesia francese.

06 January 2007

Palla avvelenata a Eboodohoo, atollo di Ari, Maldive

Ormeggiamo ad un centinaio di metri dalla spiaggia bianchissima. Accanto a noi ha dato fondo una barca maldiviana, di una decina di metri di lunghezza, che ora è vuota. Andiamo a terra e incontriamo molti maldiviani sulla spiaggia, circa un centinaio. Sono i passeggeri della barca vuota, l’unica oltre alla nostra. Difficile immaginare che siano stati tutti stipati in quello scafo, ma è proprio così. Nessuno di loro fa il bagno.

Su una lingua di sabbia che si allunga dalla spiaggia verso il mare una ventina di bambini ed adolescenti giocano ad una specie di «palla avvelenata». Due squadre di 3-4 persone sono ai due lati opposti di un quadrato immaginario sulla sabbia, al centro del quale sta un terzo gruppo di una decina di ragazzi. A turno ciascuna squadra tira una palla cercando di colpire qualcuno tra la mischia che sta in mezzo. Tutti cercano di schivare la palla, e quando uno è colpito è eliminato ed esce dal gioco. Vince chi rimane per ultimo al centro del campo, e poi si ricomincia. Sono particolarmente brave a tirare la palla le bambine, tutte naturalmente imbacuccate di nero dalla testa ai piedi.

Cerchiamo di fare due chiacchiere con questi ragazzi, ma non è facile. In parte la difficoltà di conversazione è dovuta alla lingua. Per quanto tutti qui studino l’inglese, il livello è piuttosto basso, il loro vocabolario generalmente limitato. Un piccoletto di quattro o cinque anni però è molto disinvolto, si atteggia a capetto di tutti i ragazzini. Mi avvicina e mi chiede, serio serio, se sono mussulmano. Io sorrido e gli dico di no. Poi mi chiede se sono cristiano e gli dico pure di no, non tanto per intavolare una discussione teologica quanto per sondare il suo modo di pensare. La terza domanda, a bruciapelo, è: «Ma se non sei mussulmano e non sei cristiano, che sei?»

Mi trovo in difficoltà. Che gli dico? Certo non posso dirgli che sono un liberale, agnostico, riformista, scettico, con simpatie per l’illuminismo e per il buddhismo (ma solo come filosofia e non come religione) e convinto della necessità di separazione tra Stato e Chiesa nel pieno rispetto della fede religiosa di chi ce l’ha, qualunque essa sia, basta che rispetti a sua volta quella degli altri. O che sono cresciuto in una cultura giudeo-cristiana, che ho inevitabilmente in parte assorbito, ma resto molto autocritico ed aperto ad assorbire elementi di culture diverse che mi possano arricchire.

Alla fine farfuglio qualcosa sulla necessità di pensare con la propria testa, ma è chiaro dal suo sguardo che non mi sono spiegato affatto e tantomento l’ho convinto. Non ho convinto neanche me stesso veramente. Dal suo sguardo infatti penso di essere notevolmente scaduto nella sua considerazione, anche se era venuto da me proprio perché sono il capo della gente della mia barca, e nella cultura degli atolli il capo è sempre il capo. Spero che quando sarà un po’ più grande forse si ricorderà della nostra breve conversazione e la misurerà con occhi diversi. E comunque spero che, anche se non se ne ricorderà, capirà che al mondo non ci sono solo mussulmani o cristiani, e che anche mussulmani e cristiani non sono solamente mussulmani e cristiani ma anche tante altre cose. Di questi tempi, tanti adulti, mussulmani e cristiani, sfortunatamente continuano a non capirlo.

Vivere in una società moderna e complessa rende più difficile spiegare la propria identità, soprattutto in termini semplici, come è necessario per farsi capire da un bambino. Tutto sommato questo è un bene, perché vuol dire che abbiamo identità complesse, sfaccettate, non a senso unico. Amartya Sen spiega bene, nel suo libro Identità e Violenza, che spesso è proprio da un’identità unica o comunque preponderante che ha origine la violenza contro chi di identità unica e preponderante ne ha un’altra. Invece se ci rendiamo conto di avere tutti identità multiple, più facilmente potremo accettare le molteplicità degli altri. Ma a tutto questo ci penso adesso, con calma. Lì per lì sono stato preso alla sprovvista, dopo anni di ricerca politologica e dibattiti in conferenze internazionali mi trovo spiazzato con un bambino maldiviano di neanche cinque anni.

Questo post è un estratto del mio libro sulle Maldive. Per comprare il libro su Amazon clicca qui.

29 December 2006

Recensione: Energia - la sfida del secolo (2006), di Piero Angela, ****

Fonte: U.S. Energy Information Administration
Sinossi

L'energia è il motore della vita politica e sociale. In effetti al giorno d'oggi, appena si apre il giornale ci si imbatte in una notizia che, per un verso o per l'altro, ha a che fare che fare con la questione energetica. Sia direttamente, come l'aumento del prezzo del petrolio, gli approvvigionamenti di gas, l'opportunità delle centrali nucleari. Sia in maniera indiretta, visto che da essa dipendono buona parte delle controversie internazionali, prime fra tutte le guerre attuali nei paesi del Golfo Persico. Senza contare che la grande crescita economica di Cina e India porterà sicuramente a un aumento della domanda di energia. Il libro passa in rassegna tutte le fonti di energia, mettendo in risalto aspetti positivi e negativi di ognuna di esse e disegnando gli scenari futuri. Tutto con lo scopo di chiarire le idee su una questione che segna il presente e il futuro in modo così prepotente.


Recensione

Un interessantissimo libro a carattere divulgativo per informare le nostre scelte in campo energetico. Il mondo avrà sempre più bisogno di energia, sia perché aumenta la popolazione, sia perché, mediamente, ogni essere umano ne consumerà di più. Gli idrocarburi continueranno a fare la parte del leone per molti anni, ed il Medio oriente sarà ancora per molto tempo la principale fonte. Non sono d'accordo però con Angela (e con l'opinone diffusa) che la guerra all'Iraq si sia fatta per il petrolio: Saddam Hussein ne vendeva a chiunque pagasse, e senza neanche fare politiche rialziste dei prezzi come alcuni "amici" dell'Occidente quali Arabia Saudita e Iran con lo Scià.

Angela è piuttosto favorevole al nucleare, considerando che i rischi reali (invece di quelli presunti emotivamente dall'impatto sensazionale degli incidenti) siano minori di quelli di altre fonti. Il carbone uccide tutti i giorni senza finire sulle prime pagine dei giornali, sia per estrarlo sia per l'inquinamento che produce: nella sola Cina muoiono ogni anno migliaia di minatori. Chernobyl e Three Mile Island, invece, hanno fatto molte meno vittime di quanto comunemente si creda: alcune migliaia nell'ipotesi peggiore, molte meno degli idrocarburi. (Il libro è stato pubblicato prima dello tsunami a Fukushima.)

L'autore è generalmente realista riguardo alle energie rinnovabili e "pulite", ed analizza con sangue freddo pro e contro della principali opzioni: eolico, solare, geotermico, idroelettrico.

Un libro da leggere e rileggere, e su cui riflettere per formarsi una propria idea sul problema principale del XXI secolo.











01 December 2006

Recensione: Identità e Violenza, di Amartya Sen, *****

Questo libro sviluppa in modo elegante e convincente un tema principale: avere un'unica identità, non importa quale, è sbagliato e pericoloso. La maggior parte di noi non ha una sola identità, ma molte. Se una di esse sovrasta le altre, e quindi noi ci identifichiamo solo o soprattutto in essa, vuol dire che stiamo prendendo una direzione pericolosa, che porterà all'esclusione di quelli che non appartengono a quella identità anche se con loro potremmo condividerne altre. Questo processo di esclusione porta facilmente al conflitto e alla guerra.

Io sono un uomo, che durante la sua vita è stato o è ancora cittadino italiano, agnostico secolare, studente per molti anni negli USA, filosoficamente scettico, politicamente cinico, economista dilettante, burocrate internazionale, analista di questioni strategiche e militari, subacqueo, fotografo, consulente, eterossessuale, difensore delle libertà civili individuali, oppositore della pena di morte, credente in valori universali, esistenzialista, attratto fortemente dal buddismo, amante della musica classica e del jazz freddo, detestatore della musica heavy metal e che guarda la TV (tranne la coppa del mondo di calcio!), a favore della scelta della donna in materia di aborto, a favore del controllo delle nascite libero ma non imposto come in Cina, che odia le sigarette ma ama le sue pipe, e ho ancora tanti altri aspetti della mia identità che sarebbe troppo lungo citare qui.

Quindi posso identificarmi con tante categorie di essere umani, sono tutti come cerchi parzialmente sovrapposti. Nel loro insieme, essi creano la mia personale identità, per cui mi viene facile essere tollerante, perché posso condividere una o più di queste categorie con la maggior parte della gente a questo mondo!

Se, tuttavia, uno dovesse scegliere, o essere manipolato a scegliere, una singola identità come l'unica, o la principale, per definire se stesso, diventerebbe difficile capire quelli che non condividono quella scelta, che sono fuori da quel cerchio, che non sono "identici" a noi, e questo porterebbe inevitabilmente al conflitto.


Gli uomini si ammazzano per la religione, per il calcio, per la legislazione sull'aborto, per la lingua, l'origine etnica e altre ragioni meno importanti quando una di queste ragioni diventa l'unica o la principale definizione della propria identità.

Quando ho finito di leggere questo libro sono arrivato alla conclusione che non ho proprio una mia identità precisa, o forse ho una sorta di "metaidentità", il risultato del mio specifico cocktail di identità parziali. Questo mi rende unico ed allo stesso tempo compatibile con altre metadentità del mondo. Posso essere a casa mia in qualunqu luogo perche il mio "io" è costituito di idee, abitudini e retaggi culturali che vengono da tante parti del mondo. Forse ho perso le mie radici, ma non me ne duole perché ho acquisito forti ali!

L'edizione italiana si può comprare qui

25 September 2006

Recensione: Ladakh, di Marco Vasta, *****


L'unica guida completa in italiano sulla regione del Ladakh, comprese quelle adiacenti di Kashmir, Zanskar, Garwal, Spiti, Kinnaur, Lahul, Kumaon, e tutto l'Himachal Pradesh. Guida ai monasteri, ai percorsi di trekking, alla societò, storia e cultura di questa affascinante regione.

L'autore viaggia in Ladakh da oltre due decenni ed ha anche contribuito ad istituire una scuola nello Zanskar.

Il libro è disponibile direttamente dall'autore e si può ordinare online cliccando qui.

08 March 2006

La cernia di Felidhoo

Il più gran bel pesce della mia vita
È finita un’altra giornata di sole, ora tocca alla luna piena, che si è già levata alta all’orizzonte e si rispecchia trionfalmente sulla laguna appena increspata. Ci prepariamo per andare a pesca. Ami, filo di nylon, esche, torce elettriche, l’equipaggio controlla tutto, poi in quattro saltiamo a bordo del barchino d’appoggio, poco più che una zattera di vecchie assi di legno che si tiene insieme un po’ per miracolo. Dopo qualche strappo di avviamento a vuoto e uno scoppiettamento esitante, il fuoribordo inizia a borbottare e si parte in direzione est, verso le secche al limite della barriera corallina. A mano a mano che ci allontaniamo dalla barca il mare si fa più grosso, niente di ché ma si nota la differenza rispetto alla calma piatta che ci siamo lasciati dietro nella rada di Fulidhoo. Ci allontaniamo ancora, le onde si fanno più lunghe, e le ultime luci del paese e della nostra barca Wattaru spariscono in lontananza. Siamo praticamente in mare aperto, ancora poche centinaia di metri ed usciremmo dalla protezione della ciambellona dell’atollo. Procediamo con lentezza, i banchi di corallo appena affioranti sono appena visibili al chiaro di luna e con le onde rischiamo di far danni seri al piccolo barchino d'appoggio. Ahmed è in piedi a prua, si regge in equilibrio con la cima dell’ancora e guida la barca attorno agli scogli a pelo d’acqua. Dopo un buon quarto d’ora gettiamo l’ancorotto, inneschiamo gli ami ed iniziamo a pescare.

O meglio, ad aspettare. I minuti passano lenti sul nostro guscio di noce, è piacevolissimo farsi cullare al chiaro di luna, ma di pesci non ne abbocca neanche uno. I nostri marinai dopo un po’ si spazientiscono. Tiriamo tutto su, ancorotto, esche e tanta acqua fresca, e si riparte; altro giretto per scogli affioranti e quindi, dopo una breve consultazione tra di loro, decidono di riprovare. Pluff! Ancorotto in mare, filetti di pesce sugli ami e si ricomincia. Capiamo subito che la musica è cambiata: dopo un paio di falsi allarmi («hahaha, pesce corallo!» se la ridono i due mentre qualcuno di noi combatte con l’amo incastrato nella barriera sottostante) iniziano a venir su begli spigolotti di un buon chiletto ciascuno. Be’ l’onore è salvo. Ed anche la cena a base di pesce, con l’olio d’oliva italiano naturalmente. Comincia a far tardi, in barca ci staranno aspettando per cena, ma dobbiamo cercare di prendere ancora un po’ di pesce, siamo in tanti da sfamare a bordo. Ed è a questo punto che sento tirare veramente forte alla mia lenza. Curiosamente, non batto ciglio, sono infatti sicuro che si tratti di un corallo e do qualche strattoncino per disincagliare l’amo, che però continua a tirare il filo di nylon che si tende pericolosamente, sta per rompersi. C’è corrente, immagino la tensione sia dovuta alla barca che si sposta mentre il corallo resta fermo, e passo la lenza a Ahmed perché mi aiuti a disincagliarla. Lui dà uno strattone e, senza scomporsi, sentenzia: «Big fish!».

A questo punto comincio a scaldarmi. L'adrenalina sale, deve essere veramente grosso per tirare a quel modo. Mi sento per qualche minuto come il pescatore in Il vecchio e il Mare quando abbocca la grande preda che comincia a trascinargli la barca. Ahmed comincia a recuperare la lenza, sto pronto per dargli una mano ma ovviamente non ne ha bisogno. Poi mi passa il filo di nylon, mi dice di fare piano, ed infatti, stranamente, il pesce ha smesso si strattonare. Continuo a recuperare, ma di tanto in tanto Ahmed prende lui in mano la lenza. Ci sta mettendo molta attenzione a questo pesce, deve avere i suoi buoni motivi. Ed infatti... dopo un po’ di tira e molla vediamo dimenarsi sottobordo una cernia monumentale. È sfinita, si muove poco, o forse chissà, è vecchia, malata, ferita? La issiamo a bordo, e si va a depositare senza tante storie sul fondo della barca, è uno spettacolo! Ahmed la stima sui 15 chili di peso, anche scontando un po’ l’inevitabile euforia da pescatore, sicuramente siamo oltre i dieci. Gran bel pesce...

Questo post è un estratto del mio libro sulle Maldive. Per comprare il libro cartaceo o in formato kindle su Amazon clicca qui.


16 August 2005

Book Review: Longitude (2005), by Dava Sobel, *****

 (Testo italiano di seguito)

 Synopsis

Sobel has done the impossible and made horology sexy – no mean feat

New Scientist

Anyone alive in the 18th century would have known that ‘the longitude problem’ was the thorniest scientific dilemma of the day – and had been for centuries.

Lacking the ability to measure their longitude, sailors throughout the great ages of exploration had been literally lost at sea as soon as they lost sight of land. Thousands of lives, and the increasing fortunes of nations, hung on a resolution.


11 July 2005

Book Review/Recensione: Ancient Futures, Learning from Ladakh, by Helena Norberg-Hodge, ***

Recensione in italiano alla fine di questo post

Synopsis

The swiftly evolving socioeconomic life of Ladakh, whose people struggle to balance growth and technology with cultural values, offers crucial lessons in sustainable development. This gripping portrait of the western Himalayan land known as “Little Tibet” moves from the author’s first visit to idyllic, nonindustrial Ladakh in 1974 to the present, tracking profound changes as the region was opened to foreign tourists, Western goods and technologies, and pressures for economic growth.

27 August 2004

Recensione/Book Review: "Un indovino mi disse/A fortune teller told me", di Tiziano Terzani, ****

English review below

Sinossi

Nel 1976 un indovino cinese avverte Tiziano Terzani, corrispondente dello "Spiegel" dall'Asia: "Attento. Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare mai". Anni dopo gli torna in mente quella profezia e la vede come un'occasione per guardare il mondo con occhi nuovi. Decide di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare al suo mestiere. Il risultato di quell'esperienza è un libro che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage.


10 July 2004

Recensione: La Forza della Ragione, di Oriana Fallaci, *****

Sinossi

"La forza della ragione" voleva essere solo un post-scriptum intitolato "Due anni dopo", cioè una breve appendice a "La rabbia e l'orgoglio". Ma quando ebbe concluso il lavoro, Oriana Fallaci si rese conto di aver scritto un altro libro. L'autrice parte stavolta dalle minacce di morte ricevute per "La rabbia e l'orgoglio" e, identificandosi in tal Mastro Cecco che a causa di un libro venne bruciato vivo dall'Inquisizione, si presenta come una Mastra Cecca che, eretica irriducibile e recidiva, sette secoli dopo fa la stessa fine. Tra il primo e il secondo rogo, l'analisi di ciò che chiama l'Incendio di Troia, ossia di un'Europa che a suo giudizio non è più Europa, ma Eurabia, colonia dell'Islam.


07 July 2004

Recensione: Addio Eden(2002), di Ambrogio Borsani, *****

Sinossi

Ambrogio Borsani è andato alle isole Marchesi per ricostruire la storia di grandi anime alla deriva nei Mari del Sud. Il viaggio è un racconto appassionante che sovrappone storie passate e vicende contemporanee. Eroi indigeni, grandi navigatori, conquistatori spietati, balenieri in fuga e avventurieri in cerca dell'impossibile, della felicità qui e ora. Tutti si muovono su scenari di sconvolgente bellezza, dove la natura parla ancora il linguaggio delle origini dell'uomo.


10 September 2003

Recensione: Iran, di Patricia Baker, *****

Sinossi
L'Iran è situato tra l'Iraq e l'Afghanistan, in una delle zone del mondo dove gli equilibri politici sono tra i più fragili. Queste stesse antiche terre sono anche comunemente riconosciute come il gioiello dell'Asia Centrale. Le sue città sono costellate da moschee e da santuari impreziositi con mosaici di colore azzurro, eretti in nome di grandi personaggi della storia locale. La sua gente è generosa e amabile e i suoi paesaggi molteplici, dagli impianti sciistici di Teheran alle sabbie del Mar Caspio. Abbandonate i vostri pregiudizi prima di partire, prendete una copia di questa approfondita guida, alla sua terza edizione, e immergetevi in questi luoghi: tornerete arricchiti dal vostro viaggio.

Recensione
Questa è un'ottima guida per informazioni culturali e storiche sul paese, ed anche per tanti suggerimenti di esperienze da provare ...fuori del sentiero più battuto. Il libro è ben rilegato e di dimensioni pratiche per stare in tasca. Questa guida, come tutte le guide Bradt, NON è concepita per fornire dettagli su alberghi, ristoranti, trasporti. Per questo scopo è molto meglio la Lonely Planet, ed io consiglierei di comprare entrambe le guide e portarle in viaggio con sé. Le due opere sono assolutamente complementari fra di loro.