02 March 2018

Festival delle lanterne a Guiyang e ristorante Miao


Mattinata in piazza accanto alla zona pedonale. Molta gente a far festa, somprattutto anziani, ma sappiamo che in questa città ci sono soprattutto anziani e bambini. I giovani sono nelle grandi città a far soldi. Molti sono venuti qui durante le feste del capodanno che si concludono oggi, ma la stragrande maggioranza sono già ripartiti.

Per la strada, ad un certo punto, noto una lunga fila di cartelli bianchi, con scritture molto fitte che esortano a compiere buone azioni: studiare, aiutare gli anziani ecc. Lo trovo da una parte un po’ paternalistico, ma dall'altra anche socialmene utile. Sarebbe utile dappertutto, anche in Italia. Forse lo è soprattutto in Cina, dove il senso di solidarietà sociale non è molto sviluppato: c'è la famiglia e qualche amico, il resto non conta. Generalizzo naturalmente, ma mi è capitato molto spesso di sentire e vedere un attaccamento ai propri cari, soprattutto agli anziani, ed un'indifferenza per tutti gli altri.




Andiamo in un negozio a provare qualche vestito da matrimonio. Io e mia moglie ci siamo già sposati quattro volte (senza divorziarci tra l'uno e l'altro matrimonio) e vorremmo fare la quinta volta, magari in Italia o in Belgio dove abbiamo la maggior parte degli amici.

Mi provo un bel vestito rosso, mi sta bene. Ma è un po’ caro, mia moglie mi dice lo compreremo altrove. Hanno anche un bel cappello tradizionale cinese, di quelli con il codino che si vedono nei film della dinastia Qing. Ma secondo mia moglie non vanno più di moda, oggi i cinesi si sposano con un bel cappello occidentale a tese larghe. Io invece lo voglio proprio perché non è di moda. Del resto ci siamo sposati in Cina due anni fa vestiti all'occidentale, perché non dovremmo sposarci in occidente vestiti alla cinese? Penso la discussione si protrarrà nel tempo ed ho già un vago presagio di come andrà a finire. Ma ci provo.

Il negozio vende anche lenzuola da sposi, rigorosamente rosse, molto soffici, alcune di seta. Costano sui 6000 Rmb, tre mesi di stipendio medio qui! Mi piace il fatto che abbiano tutte quattro paia di federe per cuscini. Otto cuscini per letto, tutti rigorosamente rossi. Ma le lenzuola le abbiamo già, ce le hanno regalate i miei suoceri due anni fa quando ci siamo sposati per la seconda volta, a Sanya. Anche se con un solo paio di federe per cuscini.


Riconsegnati i vestiti andiamo a comprare un po’ di bevande alcoliche. Qui è consentito, anzi è cosa normale e molto comune, comprare vino o distillati al supermercato e portarli al ristorante, senza pagare alcun diritto di "corkerage".

Sulla strada ci imbattiamo in un pizzettaro. Un bugigattolo che sforna pizze all'apparenza molto simili a quelle che troviamo in Italia nelle pizzerie al taglio o da asporto.

Al supermercato sotto casa ci sono soprattutto vini cinesi, di prezzo variabile ma comunque non economici, e in qualche caso decisamente cari, fino all'equivalente di oltre 100 euro. Poi alcuni vini francesi totalmente sconosciuti, qualcosa dal Cile e praticamente null'altro. L'anno scorso ce n'erano anche di italiani ma non li vedo più. Ogni volta che torno ci sono sempre meno bottiglie, e cibarie, dall'estero.

Forse la clientela borghese di Guiyang non è molto curiosa a tavola. Compriamo un paio di bottiglie di vino cinese, vedremo.

Per stasera un amico ha affittato una stanza in un ristorante al secondo piano di un palazzo. Cosa normale qui per i ristoranti trovarsi non al piano terra, accessibili dalla strada, ma ai piani superiori. (Invece medici e dentisti spesso hanno lo studio al piano terra con porta che dà direttamente sulla strada.)

Il ristorante è specializzato nella cucina della minoranza dei Miao. O almeno lo era, adesso fanno di tutto. Ce ne sono molti intorno a Hunan adesso, ma questo è nuovo a Guiyang. I Miao sono una delle minoranze più conosciute della Cina e vivono in gruppi sparsi in molte province, ma soprattutto in una decina. L’Hunan ha il secondo gruppo più numeroso, circa 1,7 milioni di persone, ovvero quasi il 3% della popolazione della provincia. Solo l’adiacente provincia di Guizhou ne ha di più. Ne avevamo visti molti nell’Hunan occidentale due anni fa, questa è la prima volta qui a Guiyang. Sono lieto di vedere che la ricchezza delle minoranze sembra essere ancora una volta riconosciuta come una risorsa del Paese, almeno per far soldi, basta che non mettano in discussione di essere “cinesi”.

Il cibo viene servito nel solito tavolo girevole "lazy Susan" ed è piuttosto vario, ricco e, naturalmente, piccante! La gente mangia, beve, ride e persino fuma sigarette, tutto in una volta. La maggior parte degli uomini beve molto. Liquore di riso cinese. Bevono un bicchierino alla volta e per dimostrare il loro punto ogni volta girano il bicchiere vuoto nell'altro in modo che tutti possano vedere all'interno che è vuoto. A volte lo capovolgono per mostrare che non è rimasta una goccia. Ne bevo due o tre, poi mi fermo. Non mi piacciono questo tipo di competizione, che comunque non potrei mai vincere. Sorprendentemente, nessuno si ubriaca e alla fine della serata torneranno tutti a casa (o anche in macchina) senza alcun problema. Pensavo che i russi e gli ucraini fossero i più accaniti bevitori, o forse i polacchi, ma gli hunanesi potevano affrontare qualsiasi europeo dell'est!

Quattro signore in costume Miao fanno il giro del ristorante e visitano ognuno dei tavoli riservati e versano bevanda dolciastra e leggermente alcolica in una caraffa e da lì in una tazza posizionata sulle labbra dell’ospite d’onore, che deve berla tutta su! Al nostro tavolo, ovviamente, sono io! In realtà mi piace la bevanda, anche se non è così facile ingoiare tutto ciò che serve per avere un bell'aspetto, ma alla fine riesco a farlo ed evito l'imbarazzo!

Nel frattempo i bambini delle famiglie presenti giocano intorno al ristorante. Sono pieni di energia e non sembrano preoccuparsi che si stia facendo tardi.

Sulla via del ritorno a casa, alla fine del pasto, i bambini sono saltati su un palco di strada che è stato allestito per un festival jazz che inizia domani. Peccato che perderemo il festival perché dobbiamo partire, ma è divertente vedere i bambini ballare stasera! 

Ed è bello vedere il jazz mettere radici in Cina, non è stato uno dei preferiti nel paese per ora, anche se sempre più disponibile nelle grandi città. Immagino, ma non ne sono sicuro, che un vantaggio per il jazz sia che di solito non è politicamente controverso come altri generi e quindi non è soggetto a nessun tipo di censura o restrizione. (La cantante islandese Björk è stata bandita dalla Cina quando ha menzionato il Tibet in una delle sue apparizioni.)

Mentre li teniamo d'occhio, un amico ci ha comprato una bibita fresca, una specie di frappè con perline di pasta di alcuni fagioli. Abbastanza nuovo per me ma rinfrescante e gustoso, ottimo per concludere la serata!

Il vino cinese che abbiamo comprato è deludente, pagato in media sui 250 Rmb (20 euro circa) e non li valgono affatto.

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