28 November 2012

Recensione: Un alfabeto di lettere (2002) di Debora Gatelli, *****

Sinossi

Questo libro non è un romanzo, non è una raccolta di poesie né un'autobiografia. Nemmeno un diario e neanche un saggio. Sono lettere. Lettere che ho scritto e spedito davvero e lettere inventate (le date non sono casuali, alcune corrono parecchio indietro nel tempo mentre altre spiccano il volo nel futuro). Lettere con ciò che avevo da dire e ho detto, lettere con ciò che ho da dire e non dico. Lettere immaginarie, lettere immaginate, lettere reali, lettere imbucate, lettere strappate, lettere dell'alfabeto. Ad ogni lettera ho dato un titolo; sono titoli di canzoni che mi piacciono (per completezza ho indicato tra parentesi anche il gruppo musicale), colonne sonore di vari momenti importanti e non che in qualche modo si ricollegano al contenuto della lettera alla quale sono associate. Perché la musica accompagna le parole e le parole contornano la musica. In un certo senso con le note si può scrivere e con le lettere si può suonare. Basta volerlo. Io volevo anche delle note per le mie lettere.


L'autrice

Debora Gatelli è nata a il 30 maggio 1976 a Varese, dove ha frequentato la Scuola Europea. Laureata in Scienze Statistiche Demografiche e sociali, lavora come statistical advisor per la Commissione Europea a Bruxelles. Ha collaborato per il quotidiano "La Prealpina" scrivendo articoli di cronaca sul suo paese e fin da piccola scrive poesie e racconti. Nel 2002 pubblica il libro "Da capo a piedi", edizioni Montedit, recentemente riproposto tramite Amazon. "Un alfabeto di lettere...degne di nota" é la sua seconda opera pubblicata.

Recensione

Ci sono molte raccolte di lettere che diventano libri. Spesso sono noiose corrispondenze tra persone famose, lettere che non avrebbero nessun interesse ma vendono perché scritte, appunto, da nomi conosciuti. Gatelli invece scrive a tutta una serie di personaggi che hanno costellato la sua vita, a cominciare da se stessa per finire con i lettori del libro. Ce n'è qualcuno immaginario, come Babbo Natale, ma la lettera non è affatto la solita richiesta di regali. Qualcuno che non leggerà mai la lettera che l'autrice gli ha scritto. Le lettere filano via veloci, mai scontate, anzi imprevedibili. Il lettore è coinvolto, quasi partecipe delle esperienze che hanno portato l'autrice a mettere i suoi pensieri verso i destinatari nero su bianco. Un'esperienza piacevole e foriera di riflessione.

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