13 August 2017

Xi'an Ecosystem


anatra in forno


Strisce di budino di sangue di anatra in zuppa piccante

Oggi giornata tranquilla dopo le lunghe visite di ieri. Due passi con la nostra amica Fang e poi andiamo a pranzo da "Ecosystem" un ristorante che consiste in una trentina di piccoli ristorantini riuniti. Si ordina e si mangia in ciascun localino e poi si paga tutto insieme. Ci sono tavoli per potersi sedere tra un ristorantino e l'altro. Il bello è che si può scegliere di assaggiare tante piccole pietanze, magari di cucine tipiche delle varie province cinesi.

Pomeriggio ancora un po' a spasso e poi con Fang a prendere un tè in albergo da noi e guardare le foto del tempo trascorso insieme a Londra.

12 August 2017

Esercito di terracotta

Torno a ispezionare l'esercito di terracotta di Xian, venti anni dopo la prima visita. Molto è cambiato. Non l'esercito, che sta sempre fermo lì, da 2000 anni, protetto dallo stesso capannone di venti anni fa. Ma c'è molta più gente, molta di più. L'ingresso/biglietteria è una specie di tritacarne con un'infinità di botteghini dietro i quali si allineano migliaia di persone con biglietto prenotato online. Per noi lo ha preso la nostra amica Fang, che ci accompagna molto gentilmente in auto ma poi ci dice che ci aspetterà fuori, ha visto l'esercito tante volte e potrà fare un po’ di telefonate mentre noi visitiamo.

Mentre siamo pazientemente in fila aspettando di obliterare il biglietto per accedere al primo dei tre capannoni mi passa davanti una vecchietta, una delle tante persone che cercano di tagliare la fila. Ci opponiamo con energia, dobbiamo difendere la posizione altrimenti non entreremo mai. Il concetto di fare la fila per entrare in qualunque posto, per fare un biglietto, per andare al bagno, è un concetto che in Cina, diciamo così, si deve ancora consolidare.

Una volta dentro mi torna alla memoria l'ammirazione per la gigantesca opera che già mi aveva compreso l'animo la prima volta. Un esercito di terracotta per accompagnare il primo imperatore che unificò la Cina. C'è chi dice che era un progressista, altri prima di lui si erano fatti seppellire con soldati vivi, in carne ed ossa, oltre a mogli e animali.

Negli enormi capannoni possiamo anche vedere archeologi all'opera, puliscono, disegnano, compilano dati, fotografano l'infinità di reperti che gli sono stati affidati.

Yang Zhifa nel 1998
Ci sono tre capannoni, ma gli scavi continuano. Non c'è più Yang Zhifa, o almeno non è qui oggi. Il contadino che insieme ai suoi fratelli scoprì per primo l'esercito mentre dissodava il campo, nel 1974. Fu fortunato, se la scoperta avesse avuto luogo qualche anno prima, quando la ferocia della Rivoluzione Culturale era al suo apice, avrebbe forse passato dei guai. E forse le guardie rosse avrebbero distrutto le statue, simbolo di un passato feudale che si voleva cancellare senza riguardo per storia, cultura o arte.

Venti anni fa lo avevo incontrato, e conservo con gelosia il libro che mi firmò di persona. Aveva appeso la vanga al chiodo, adesso il suo lavoro era di pennarello, per firmare ogni giorno centinaia di copie del libro in vendita al negozio del museo, con le fotografie e la storia della sua scoperta.

Gli scavi continuano, dicevo, ma la cosa che mi piacerebbe vivere abbastanza a lungo per poter vedere non tanto altre centinaia di soldati, bensì la tomba dell'imperatore Qin Shihuang, che si trova sotto una collina qui vicino. Ma i tecnici hanno paura che, aprendola senza le dovute attenzioni, si potrebbero irreparabilmente danneggiare i reperti, forse anche la salma imperiale. Meglio aspettare di avere tecnologie sicure, magari facendo prima scendere un robot, senza far entrare aria esterna.

Il sito è impressionante ma i soldati si vedono da una certa distanza. Ci sono tre livelli di balconata concentrici, come le tribune di uno stadio. Il primo, più in alto e più lontano dai soldati, è per il popolino, come me. Il secondo, più in basso, è per dignitari e ospiti d'onore.

Venti anni fa, quando ero qui, vidi arrivare una macchinona presidenziale e ne uscì fuori Massimo d'Alema, allora presidente del consiglio dei ministri italiano. Accompagnato da qualche funzionario, scese al secondo livello. Ero abbastanza geloso, ma in fondo lui era stato comunista, quindi è giusto che fosse premiato dal partito fratello cinese, mentre io lavoravo alla NATO, l'alleanza dei capitalisti! Il terzo livello è il piano dove sono i soldati, e vi sono ammessi soltanto pochissimi eletti, la crème de la crème nazionale e internazionale. Uno fu il presidente americano Ronald Reagan, che peraltro è stato un nemico giurato del comunismo fino alla fine dei suoi giorni.

Comunque per noi mortali il modo per avvicinarsi a soldati è il museo, dove alcuni esemplari sono esposti in bacheche di vetro.

cavaliere di terracotta

arciere in ginocchio

Finita la visita ritroviamo Fang e, sulla strada del ritorno verso la città, ci fermiamo a pranzo in un ristorantino locale, dove Fang insiste che proviamo quelli che chiama gli "hamburger cinesi": hamburger di carne di maiale serviti in piccoli panini rotondi. Niente male!

Ultima tappa il museo della civiltà Banpo, una civilizzazione neolitica di questa regione. Vediamo i loro strumenti, i resti delle abitazioni, pannelli illustrativi, tutto molto interessante. Strano, ma con una famigliola cinese siamo i soli turisti nel sito, ce l'abbiamo tutto per noi. Fortemente consigliato.

in compagnia di una coppia Banpo


11 August 2017

Xi'an easy visit and catching up

Late start for our first day visiting the town. We met Fang at our hotel and went to the old city walls. Today is spent mostly chatting and catching up with her, not really visiting the city. We reminisce about our time in London, and she tells us about her adjustment to her own home town, her job, her family.

You can walk all around it, but it would take a couple of hours at least, maybe more if you do not rush. I wish we had started earlier. Anyway, we have a good idea of the impressive fortifications of the ancient Chinese capital.

Most interesting museum, I am especially attracted to the gold statuettes. 

I remember when I came here in 1998 and the staff at the museum shop sold me a painting of Mulan. They wanted 1000 dollars, and I refused to even start a negotiation. Then, as I was making my way to the exit, they came after me and asked how much I was willing to pay. I hesitated, I said I could not make a reasonable offer. They insisted. They just wanted me to come up with a number. So I said "100 dollars", as the euro did not exist yet. And they said, faster than the blinking of an eye, "OK, it's yours". I always wondered about the provenance of that painting, which came with its own certificate but never knew and never will know more.

Dinner with street food in Muslim street, so many more tourists compared to 19 years ago. Lots of different food, especially lamb and seafood, notably grilled squid and crabs. Obviously not pork, it is still a Muslim street after all.

Lovely freshly squeezed juices of pomegranate, sugar cane, I prefer coconut.

10 August 2017

Rooftop garden, taxi, treno e volo per Xi'an


Stamattina vado sul tetto del nostro palazzo a vedere gli ortaggi ed erbe che i condomini coltivano in scatole di polistirolo espanso.

Aglio, cipolla, erba cipollina, melanzane e altre verdure che non so riconoscere. me le hanno pure spiegate ma sono troppo strane, la prossima volta prenderò appunti e fotografie più dettagliate. Per innaffiare riciclano l'acqua con cui hanno lavato i piatti, rifiuti e detersivo compresi. Molti proprietari ed inquilini sono originari delle campagne circostanti Guiyang, e l'origine contadina si fa sentire. Gli viene strano andare a comprare ortaggi al supermercato quando possono farseli da soli. 

Pur rispettando le usanze locali quando sono all'estero cerco di far capire che forse non è una buona idea. Va bene riciclare ma non per mangiarsi detersivi. A Roma si dice... "ma va a magnà il sapone!" quando si vuol mandare a quel paese qualcuno, ma questo non gliel'ho detto.
Coscia di anatra

Dopo pranzo prendiamo un Didi per la stazione ferroviaria di Chenzhou Ovest. La conducente (una donna, per la prima volta!) è molto gentile, parla a bassa voce, ha un portamento elegante, viso rubicondo leggermente truccato e qualche gioiellino d'oro. 

L'auto, bianca e pulitissima, è di una marca cinese che non ho riconosciuto, solida, silenziosa, ben rifinita. Noto che ha una guida al limite dell'aggressivo, diciamo così che è chiaramente appassionata del suo lavoro. Mi sottolinea che le piace il cambio automatico, vuole essere avere il controllo assoluto della macchina in ogni fase di traffico.

Il suo stile di guida mi ricorda Roma: sta spesso in mezzo a due corsie, non si fa problemi di parlare al telefono mentre sorpassa. Ma almeno, a differenza dei romani, si ferma sempre ai semafori rossi e non si incavola con gli altri autisti.



Alla stazione piccola sosta al negozio di Shunhua, specializzato in parti di anatra leggermente piccante sottovuoto. Ogni volta i prezzi aumentano, e c'è sempre fila, sono spuntini ideali per il viaggio. Non credo siano il massimo del salutare ma sono buoni!

Poi l'ormai solito treno superveloce per Changsha, 300km e spicci all'ora, viaggiatori tutti rigorosamente tengono stretto il telefonino con il volume a palla, a giocare schizofrenici videogiochi o guardare video punteggiati di accese battaglie piuttosto che alterchi tra bellissimi attori di commedie romantiche.

Una volta arrivati nella capitale provinciale qualche minuto a piedi per prendere il trenino a levitazione magnetica che in una ventina di minuti ci porta all'aeroporto, e poi via in volo per Xi'an.