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25 December 2003

2° g - 25 DIC: AMMAN – UMM QUAIS – JERASH – AJLUN – AMMAN, 300KM ORE 5

Partenza in alle 7:30, la strada è buona, in 1h30 siamo a Umm Quais, che merita una visita con calma.

Proseguiamo per Jerash, dove restiamo varie ore (attenzione cercheranno di appiopparvi una guida “obbligatoria” ma in realtà non c’è obbligo dunque prendetela solo se la volete). Rimane sempre un motivo di malcelato orgoglio vedere ricchezza culturale romana in giro per il mondo, anche per me che non sopportu più Roma e non ci voglio più tornare a vivere. Ma i Romani che hanno portato la romanità per tutto il mediterraneo non sono i romani di oggi.

Pranzetto lungo la strada in un ristorantino consigliato dall’autista, niente male.

Ultima visita della giornata ad Ajlun, molto suggestivo! Rientriamo per le 7.

Cena di Natale al ristorante Fakr El Din, ottimo, molte portate di assaggi diversi di carne, pesce, ortaggi, frutta, anche un vinello giordano tutto sommato bevibile; consiglio fortemente, vale i suoi 15JD. E’ interessante anche per come è frequentato: la Amman benestante, i borghesi cosmopoliti che non vediamo in televisione durante le manifestazioni... donne a capo scoperto, e non solo quello... Bellina soprattutto la sala da tè.

Iran: La fortezza di Bam tra il ricordo e la speranza

Dicembre 2003: sono in Giordania per un breve viaggio natalizio quando una guida mi riferisce le prime incerte notizie: “Terremoto in Iran, migliaia di morti, è crollata una fortezza.” Chiedo dettagli, quale fortezza? “Non so, non ho capito il nome, una fortezza con una doppia cinta di mura.” Non ce ne sono molte, in Iran... La conferma arriva inesorabile con il notiziario serale della BBC sulla radiolina ad onde corte: il sisma ha obliterato Bam dalla carta geografica...

24 August 2003

18° g - 24 AGO: Shiraz (Gita a Persepoli e Pasargade)

Intera giornata dedicata all’archeologia, partire presto, c’è tanto da vedere e non si possono non prevedere delle soste di ristoro e di riposo. Pasargade, Naqsh-è-Rostam, Naqsh-è-Rajab. Noi abbiamo lasciato Persepoli alla fine, con il tramonto, ed è stata una buona idea, sia per la luce più favorevole ad apprezzare le rovine, ed a fotografare, sia per la temperatura che altrimenti sarebbe stata insopportabile. Abbiamo deciso di tralasciare Shapur e passare la seconda giornata a disposizione a Shiraz città.

Siccome il bus si è rotto siamo costretti a non rientrare a Shiraz e mangiare a Persepolis mentre lo riparano. Il ristorante si chiama Parsian, e si trova uscendo dal sito di Persepoli, si cammina sempre dritto forse 1 km o poco più ed è sulla sinistra. Arredamento incredibilmente kitsch, con animali ed alberi di gesso colorato, ma a me è piaciuto! Cucina buona, anche il servizio. 4 USD a testa.

21 August 2003

15° g - 21 AGO: Yazd – Bam – Kerman

Lunghissimo trasferimento attraverso il deserto, attraversiamo Rafsanjan, città dei pistacchi, eccellenti, ne facciamo scorta. Proseguiamo quindi per Bam, la patria dei datteri (mai, ma veramente mai mangiati così buoni) e sede della fortezza del film “Il Deserto dei Tartari” di Zurlini, ispirato al libro di Dino Buzzati. Arriviamo in tempo per visitarla per circa un’ora e mezzo, sarebbe stato meglio averne avuto un po’ di più. A Bam ci sono pochissimi alberghi, sono piccoli e spesso, come nel nostro caso, pieni. Dunque prenotare prima per telefono, ma con il cambio dei numeri telefonici noi non ci siamo riusciti, oppure preventivare un rientro a Kerman, come abbiamo fatto noi. Dormiamo all’hotel Akhavan, camere doppie a 26 USD compresa la colazione. Ottime camere, e c’è accesso a internet, anche se lento. A cena in albergo per 4 dollari a testa, buona e abbondante.



[Sulla visita alla fortezza di Bam, crollata per un terremoto pochi mesi dopo, ho scritto questo post speciale.]

14 August 2003

8° g - 14 AGO: Gazvin – Valle degli Assassini – Tehran

Questa mattina il gruppo si divide, una parte va direttamente a Tehran in taxi e gli altri vengono con me nella Valle degli Assassini. Il viaggio per la Valle prende circa tre ore, si sale molto e buchiamo persino la coltre di nubi che avviluppa le montagne, il paesaggio sicuramente vale la deviazione.

12 August 2003

6° g - 12 AGO: Takab – Takht é Soleyman – Hamadan

Decido su suggerimento di S. di effettuare una deviazione che allunga il percorso ma ci consente di arricchire l’itinerario come segue. Partiamo di buon mattino e raggiungiamo Takht (il “Trono di Salomone”) considerato retaggio culturale dell'umanità dall'Unesco.

02 January 2003

16° g - 2 GEN: Ajanta - Aurangabad, 200km, 5 ore

Al mattino presto mi si presentano gli autisti in camera che rivogliono i soldi che ci hanno prestato! Come se potessimo scappare via...

Partenza per le grotte di Ajanta, dove passiamo circa 4 ore. Ne vale la pena. Ricordarsi di portare le torce elettriche per vedere all’interno. Consiglio vivamente di non cercare di vedere sia Ajanta che Ellora nello stesso giorno. Come tempi ci si può anche rientrare ma si rischia di correre.

Per fortuna ho portato pellicole ad altissima sensibilità per far foto all’interno, in molte grotte non si può usare né flash né monopiede/treppiede. In realtà poi il custode di una grotta mi ha fatto capire che se gli davo una mancia ci avrebbe fatto usare il treppiede. Paolo allunga due euro ed è fatta. Il divieto di usare il treppiede serve ad evitare una produzione di foto commerciali senza pagare il dovuto, che non è certamente il nostro caso, quindi non mi pare si sia fatto niente di male!

Io ho usato un velvia 400 ASA tirato ad 800 ed era appena sufficiente per far foto a mano libera, magari appoggiandosi su muri o colonne.

Molti ragazzi in gita scolastica, tutti impeccabilmente vestiti con coloratissime uniformi all'inglese. Anche molte coppie di tutte le età. Noto una certa abbondanza di donne dalle dimensioni giunoniche, che però sono sempre di portamento elegante, e sprigionano un'erotismo primordiale che non saprei ben spiegare con il valore estetico delle loro caratteristiche somatiche. Forse è dovuto ai fianchi e al ventre sempre nudi sotto i veli colorati.

Il contrario di alcune turiste italiane che, come gli uomini, hanno sempre un maglione arrotolato attorno alla vita, anche se fa 25 gradi all'ombra, non si sa mai venisse un colpo d'aria fredda!!

L'autista si inventa un'altra delle sue scorciatoie, ma me ne accorgo troppo tardi per fermarlo. Quando vedo che siamo fuori rotta gli chiedo ma lui dice solo "Shortcut shortcut" scorciatoia, il che vuol dire meno chilometri ma molto più tempo per strade sgarrupate! Ma in India, almeno per gli autisti, il tempo costa poco, il gasolio di più. Per noi sicuramente il contrario ma guidano loro e ci dobbiamo adattare.

Arrivo in serata ad Aurangabad, la città che porta il nome del Gran Moghul che più di chiunque altro è responsabile per la distruzione di così tanta parte del patrimonio indù dell’India centrale.

Hotel: Meadows, consigliato da Sanjeev Chandra. Nuovi bungalow, carini e puliti, ma piuttosto decentrato. Un quarto d’ora di bus per andare in città. Non mi è piaciuto che mi sia venuto a cercare al ristorante dell’albergo, con la evidente complicità del gestore, un negoziante di stoffe ed artigianato che mi proponeva anche lui di darmi il 30% se gli avessi portato il gruppo in negozio.

Ristorante: Walla, conosciuto come “il Tandoor” vicino alla stazione ferroviaria. Ottimo tandoori, il padrone è simpatico, biascica anche un po’ di italiano (anche se noi abbiamo visto solo avventori indiani).

29 December 2002

12° g - 29 DIC: arrivo a Bhopal e visita a Sanchi

Arriviamo con un’ora di ritardo a Bhopal. Alcuni notano che il treno aveva fatto sosta a Vidisha, paese vicino a Sanchi. Dato che la nostra meta per la giornata era appunto Sanchi, ci sarebbe convenuto scendere prima dal treno e dare appuntamento al bus colà e non a Bhopal. Nel senno di poi...

Pomeriggio di visita agli stupa di Sanchi, ci passiamo oltre tre ore. Il sito è di massima importanza nella storia del buddismo, che nasce in India e sotto Ashoka ne diventa anche la religione ufficiale anche se ora da questo paese è quasi completamente scomparso.

Il biglietto costa Rs 10 per gli indiani (15 centesimi di euro) ma 5 dollari per gli stranieri. Si giustifica questo perché il paese è povero e i turisti sono ricchi quindi è giusto che paghino di più. A me questa storia non piace mai: sicuramente molti indiani in visita qui oggi sono più danarosi di svariati stranieri, magari studenti, o dipendenti della pubblica amministrazione come alcuni miei compagni di viaggio, che vengono dal "ricco" occidente.


Interessanti incontri con giovani turisti indiani. Vengono da Mumbai, sono evidentemente ben istruiti e sofisticati, parlano bene inglese. Elementi della classe media indiana che emerge.

Mi fa molto piacere incontrare indiani così, fuori dagli stereotipi cui siamo abituati e di mentalità aperta, almeno ad una prima impressione, secolare, globalizzata! Gente con la quale ci possiamo capire facilmente.

Ci facciamo un sacco di foto insieme, sono più interessati loro ad avere foto di noi, esotici stranieri, che noi di loro. Partono prima le donne, fotografandosi con le mie compagne di viaggio. Poi gli uomini con noi, e qui invitiamo anche il guardiano del tempio, un simpaticone in giacca blu con distintivi ricamati in oro.

Hotel: Traveller’s Lodge, bel posto nel verde ma struttura appena sufficiente, gestore antipatichetto anziché no, ci ha dato fastidio che trattasse male il personale.

Ristorante: Ce ne sono un paio in paese, noi abbiamo mangiato (discretamente) in albergo, poi ci hanno acceso un fuoco in giardino dove abbiamo passato qualche ora di riposo, chiacchiere e giochi di carte.