21 May 2010

Recensione: Storie di New York, di Alessandra Mattanza, ****

Sinossi
Una New York che non si può dimenticare, capace di entrare nel sangue e scendere profondamente nell'anima. Un banchiere sull'orlo di una crisi di nervi, in piena crisi finanziaria, si accorge di aver perso letteralmente la testa. Una fotografa che si nutre della malinconia dell'uomo che ha perduto per sempre. Un romantico medico che spera un giorno di diventare musicista. Una giornalista che finisce per trovare un momento di consolazione in una sconosciuta incontrata sulla lista di Craiglist. E, come loro, tanti altri: anime alla deriva che formicolano tra grattacieli, strade, stanze di appartamenti, salotti , bar, locali e situazioni. Sono tutti, inconsapevolmente, alla ricerca dell'amore. Ma quel sogno, il sogno americano, in fondo non esiste. Una New York reale e attuale, inedita e talvolta sconcertante quella che viene descritta in queste pagine crude e sincere, forse amare, ma incredibilmente vere. Una New York borderline , al limite, uno specchio crudele della crisi di un'intera società, oltre che di un capitalismo economico che sembrava invincibile.

Recensione
Alessandra vive a New York da anni e ci fornisce una serie di gustose vignette sulla vita della gente comune della "grande mela". Parte fiction and parte storia vera, l'atmosfera che si respira è quella dal di dentro di una città multiforme, multirazziale, multistrato. Ma anche una grandissimo città dove possono convivere infinite piccole realtà molto diverse. Forse in qualche caso l'autrice ricorre un po' troppo spesso alla caricatura, ma questo serve ad accentuare i contrasti dell'immagine che ci propone, senza distorcerla. Una New York alternativa a quella dei nomi famosi e delle grandi realizzazioni, dei grandi eventi storici. Una "piccola" New York. Una serie di fotografie in bianco e nero dell'autrice completano l'opera.

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