Lunga gita in auto su e giù per le montagne, attraversando il Saraswati (è sempre lui, il Gange, ma qui si chiama così), per arrivare al tempio di Badrinath, l’ultimo dei tre alle sorgenti. Non c’è alcun trek da fare qui, tutto in auto in un paesaggio durissimo con strapiombi da brivido e tornanti formato budello da far girare la testa, per fortuna c’è Pappu al volante, siamo tranquilli. Il tempio è chiuso e comunque, da fuori, non sembra particolarmente interessante, sicuramente meno degli altri due che abbiamo già visitato, almeno ai nostri occhi profani di visitatori e non di pellegrini. Oggi piove, e le nubi cupe rendono l’atmosfera che circonda le montagne particolarmente suggestiva.
La vera sorpresa della giornata è Mana, un villaggio dell’etnia Bhotia, una popolazione di frontiera somaticamente mongoloide con forti legami con il Tibet, che da qui dista poche decine di chilometri. Siamo accolti calorosamente al villaggio, perlopiù dalle donne, che ci offrono il thè, una ci invita a casa sua. Compriamo svariati tappeti, coloratissimi, con motivi astratti e floreali, per cui i Bothia sono conosciuti. Sicuramente i migliori e meno prevedibili acquisti che faremo per tutto questo viaggio.
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