10 July 2013

Viaggio o vacanza?

Una vacanza (dal latino vacantia, periodo di vuoto) è un viaggio intrapreso alla ricerca di una sorta di riposo, di un’interruzione, uno svuotamento da ciò che riempie la vita di tutti i giorni. Al rientro da una vacanza si torna ad essere quelli di prima, riposati, ricaricati.

Un viaggio invece è una trasformazione, un impegno. Tornando da un viaggio si è diversi da come si era alla partenza. Viaggio (dal latino viaticum, provvista per un lungo tragitto) indica un percorso, una trasformazione. In inglese, travel ha la stessa origine etimologica di travaglio, lavoro appunto. Io viaggio per compiere percorsi, per cambiare me stesso.
 

05 July 2013

Recensione film: La Spiaggia (1954), di Alberto Lattuada, *****

Sinossi

Anna Maria, una giovane donna che vive in una "casa chiusa", si prende una vacanza per condurre al mare la propria bimba, Caterina. Le circostanze la obbligano a prendere alloggio in un albergo di lusso, frequentato dalla ricca borghesia: ella si spaccia per vedova e il suo contegno serio e dignitoso le concilia le generali simpatie. Tutto va bene fino al giorno in cui nell'albergo prende alloggio un tale che conosce Anna Maria e sa quale sia la sua vera condizione.

Egli tenta di abbordarla con galanti proposte: respinto, si vendica rivelando ad un amico il doloroso segreto che la donna ha finora potuto custodire. Un incidente fa si che la verità venga ben presto conosciuta da tutte le ospiti dell'albergo, le quali, benchè il loro contegno sia tutt'altro che irreprensibile, si mostrano indignate e reclamano l'espulsione della pecora nera.

La sera stessa però si produce un colpo di scena: un maturo miliardario, che è il più ricco proprietario del luogo e nutre per la donna un onesto interesse, le offre il suo braccio e le fa percorrere tutta la passeggiata tra i reverenti saluti dei villeggianti. Anna Maria può ritornare a fronte alta al suo albergo.


Recensione

Questo film inizialmente mi ha annoiato: la solita storia neorealista di una poveraccia disperata e della dura vita nell'Italia del dopoguerra. Invece mi ha gradualmente appassionato mano mano che emergeva il vero fine dell'opera: denunciare l'ipocrisia, il perbenismo, l'invidia di chi non è contento della propria vita e cerca di rifarsi rovinando quella degli altri. La denuncia non è contro i ricchi ma contro quelli che vorrebbero esserlo, non ci riescono e invece di accontentarsi e godersi una vita comunque agiata, ne soffrono.

Interessante comunque vedere, attraverso la vita di spiaggia, un'Italia che non c'è più, e meno male: formalista, puritana, bigotta. Lattuada lancia anche una denuncia dell'"Italietta" che invece, purtroppo, esiste ancora sessant'anni dopo la realizzazione del film: furba, arrangiona, arrivista e arrampicatrice sociale.

Due grandi verità vengono sciorinate dal riccone del film: primo, pecunia non olet, ed il "miliardo" attira riverenza comunque e dovunque. Secondo, la vita è ingiusta, e prima i bambini se ne rendono conto, meglio è. Inutile schermarli facendogli credere che la vita sia una favola.

Grande interpretazione di Martine Carol.

Compre il DVD qui


01 July 2013

I sold my Mercedes 500SL today

Good by to a companion of exactly eighteen years. We had a great time together but, as she approached adulthood, like many adolescents, began to give me too many problems. I will probably never again have a car like her, and I will never forget her.

16 June 2013

Film review/recensione: Vicky Cristina Barcelona (2008), by Woody Allen, *****

testo italiano di seguito

Synopsis

Woody Allen writes and directs this romantic comedy drama, his fourth consecutive film to be shot outside the United States. When two young American friends, Vicky (Rebecca Hall) and Cristina (Scarlett Johansson), spend a summer in Barcelona, they both become infatuated with flamboyant artist Juan Antonio (Javier Bardem). Things are further complicated when Juan's emotionally unstable ex-wife Maria Elena (Penelope Cruz, in an Oscar-winning performance) reappears on the scene, and chaos soon reigns as the characters become amorously entangled to varying degrees.


Review

This is a great movie in the long string of Allen productions on the meaning of life (or lack thereof) and soul searching. In my view the main point can be summarized as follows: can only unfulfilled love be romantic? Is complete, fulfilling love destined to inevitable demise? Intriguing if somewhat disconcerting. We all look for love, and there is inescapable tension in the process. That is what produces romance. Once we get there, things start to turn routine, normal, and the spark is killed. That was not the plan of course, but what was the plan? What is is that we want from life? Do we need to know? Does it matter? Not really, Allen seems to suggest. "Whatever works", the title of a previous great movie, is good for us. Better to take advantage of what life has to offer and go for it. Avoid falling into easy comfortable traps, like money and an established, conformist lifestyle, because that makes for a boring life.

In the UK buy it here


In the US and worldwide




recensione italiana

Sinossi

Vicky e Cristina sono buone amiche anche se hanno visioni completamente differenti dell'amore. Vicky è fedele all'uomo che sta per sposare e ancorata ai propri principi. Cristina invece è disinibita e continuamente alla ricerca di una passione amorosa che la sconvolga. Vicky riceve da due amici di famiglia l'offerta di trascorrere una vacanza in casa loro a Barcellona durante l'estate e propone a Cristina di accompagnarla...Ma un uomo interviene ed interferisce con i loro piani.


Recensione

Gran bel film nella lunga serie di lavori di Allen sul significato della vita (o sulla mancanza dello stesso) and sulla ricerca interiore. Per me il punto centrale del film può essere sintetizzato come segue: possibile che solo l'amore non completamente appagato possa essere romantico? L'amore pieno è destinato inevitabilmente alla decadenza? Interssante anche se decisamente sconcertante.

Tutti cerchiamo l'amore, e c'è una tensione inevitabile nel processo. Questo è ciò che produce il romanticismo. Appena otteniamo quello che cerchiamo però, le cose cominciano a cambiare, a diventare normali, routinarie, e la scintilla iniziale muore. Non è quello che ci aspettiamo naturalmente, ma ci possiamo fare qualcosa? Cosa vogliamo allora dalla vita? Che importanza ha volere qualcosa di chiaro e definito, sapere che obiettivi porsi nelle relazioni con le persone care? Allen sembra suggerire che non ha molta importanza. "Basta che funzioni", come dal titolo di un altro gran bel film del regista. Meglio approfittare di quello che la vita offre ed evitare di cadere nella trappola del perbenismo, degli standard prefabbricati, e seguire il nostro istinto. Questo è l'unico modo di rimanere vivi ed evitare la noia.


12 June 2013

Film review: Flags of our Fathers (2006) by Clint Eastwood, ****

testo italiano di seguito

Synopsis

The film is about a photograph by James Rosenthal, one of the most famous war pictures of all times. Thematically ambitious and emotionally complex, Clint Eastwood's Flags of Our Fathers is an intimate epic with much to say about war and the nature of heroism in America. Based on the non-fiction bestseller by James Bradley (with Ron Powers), and adapted by Million Dollar Baby screenwriter Paul Haggis (Jarhead screenwriter William Broyles Jr. wrote an earlier draft that was abandoned when Eastwood signed on to direct), this isn't so much a conventional war movie as it is a thought-provoking meditation on our collective need for heroes, even at the expense of those we deem heroic.

In telling the story of the six men (five Marines, one Navy medic) who raised the American flag of victory on the battle-ravaged Japanese island of Iwo Jima on February 23rd, 1945, Eastwood takes us deep into the horror of war (in painstakingly authentic Iwo Jima battle scenes) while emphasizing how three of the surviving flag-raisers (played by Adam Beach, Ryan Phillippe, and Jesse Bradford) became reluctant celebrities – and resentful pawns in a wartime publicity campaign – after their flag-raising was immortalized by Associated Press photographer Joe Rosenthal in the most famous photograph in military history.


Review

A typically Eastwood approach. He takes a highly unusual point of view to reveal the lesser known aspects of a very well known subject matter, in this case the flag raising photograph of the battle of Iwo Jima. Of the six men, three were killed in action a few days later. This is not a film meant to show bravery, though there is plenty of it. It is a cynical film to show how the American war propaganda machine manipulated the three survivors of the flag raising to ... raise money for war bonds. We learn how the flag itself was a coveted object of contention among politicians and military leaders. And how in the end those who were less interested in the iconic photograph were the people in it. They were there to do a job, and being in a photograph was not part of it.

Pretty amazing CGI. For example, technicians artificially reproduce the Pacific theather as a background for the rugged terrain in Iceland where the film was actually shot! You can see it's not real, but it's pretty close to look real.

Watch this film together with "Letters from Iwo Jima", also by Clint Eastwood, that tells the story of the battle from a Japanese point of view. I will review this most interesting film soon in this blog.

Region free BD



Buy the book here





Recensione

Approccio tipicamente Eastwoodiano. Clint affronta l'argomento da un punto di vista molto inusuale per rivelare gli aspetti più nascosti di una vicenda ultranota, in questo caso la celebre foto della bandiera di Iwo Jima. Dei sei uomini nella foto, tre sono morti in combattimento nei giorni successivi. La macchina della propaganda bellica americana ha manipolato gli altri tre allo scopo di raccogliere fondi per finanziare il prosieguo della guerra. (Siamo a Febbraio 1945 ed il Giappone non ha ancora nessuna intenzione di arrendersi.)

Alla fine si capisce come i sei personaggi nella foto erano i meno interessati alla foto stessa: erano a Iwo per uno scopo ben preciso, e posare in una fotografia non rientrava nei loro compiti.

Buoni effetti speciali: i tecnici hanno ricreato lo sfondo dello sbarco e lo hanno inserito dietro le montagne islandesi dove si sono svolte le riprese. Sembra quasi vero.

Consiglio di vedere questo film con "Lettere da Iwo Jima", sempre di Clint Eastwood, che racconta come quella drammatica battaglia fu vissuta dai giapponesi.

BD in italiano



Compra il libro in italiano qui



05 June 2013

Recensione film: La meglio gioventù (2003), di Marco Tullio Giordana, *****


Sinossi

E' la storia di due fratelli attraverso quarant'anni di vita italiana, dal 1960 a oggi. Attraverso questo piccolo nucleo di personaggi rivivono ne "La meglio gioventù" avvenimenti e luoghi cruciali della storia del nostro paese: dalla Firenze dell'alluvione alla Sicilia della lotta contro la mafia, dalle grandi partite della nazionale contro la Corea e la Germania alle canzoni che hanno fatto epoca, dalla Torino operaia degli anni settanta alla Milano degli anni ottanta, dai movimenti giovanili del terrorismo, dalla crisi degli anni novanta al tentativo di inventarsi e costruire un paese moderno.


Recensione

Sono sei ore di film, e forse ne sarebbero bastate di meno, ma è un piacere gustarsi questo semi-documentario su 40 anni di storia d'Italia. Gli attori sono bravi ma non eccellenti, il che, paradossalmente, secondo me è un pregio, perché fa apparire questo film più realistico, meno recitato. Le storie dei vari personaggi si intrecciano bene ed il ritmo è sempre incalzante.

Dal miracolo economico degli anni sessanta alle prime crisi sindacali, al terrorismo, passando per l'abolizione dei manicomi, la vittoria della Coppa del Mondo del 1982, tangentopoli e fino a ritrovare i nostri protagonisti con i capelli bianchi ed i figli che si sposano.

Credo che questo film possa essere utile soprattutto agli stranieri per capire meglio il nostro paese, magari prima di venirci in viaggio, con le sue luci, le sue ombre e le sue contraddizioni, senza romanticismi e luoghi comuni.


04 June 2013

Recensione film: J'ai oublié de te dire... (2008), di Laurent Vinas-Raymond, ****

Synopsis

Lorsque Marie, jeune fille de 25 ans sans passé ni avenir, rencontre Jaume, un vieux monsieur, ancien champion cycliste devenu artiste peintre, c'est une grande amitié qui se lie. Grâce à lui, Marie va se découvrir une identité, qu'il est lui-même en train de perdre.


Recensione

Un film ambientato in Francia che rivela molto della natura più intima della Francia, o almeno di quello che la Francia vuol far credere di essere: romantica, attaccata alle tradizioni ed impervia alla modernizzazione ed alla commercializzazione. Nel bene e nel male. Una Francia sensibile alla campagna ed al buon vino.

Ma anche un film su come la natura umana può svilupparsi sulla base di un incontro casuale e come una persona può scoprire il meglio di se stessa tramite l'altro. Un altro che si può amare anche se non esiste neanche lontanamente la possibilità di una relazione di coppia.

Un ottimo Omar Sharif ma anche una bravissima Emilie Dequenne.


18 May 2013

Film review: The Cave of the Yellow Dog (2005) by Byambasuren Davaa, ****

Synopsis

From the director of The Story of the Weeping Camel comes another captivatingly beautiful story of nomadic family life in the endless expanse of the Mongolian landscape. While taking a walk, six-year-old Nansaa finds a little black-and-white spotted dog in a cave along the cliffs. She names him 'Zochor' (or 'Spot' in English) and takes him home with her. But her father tells her to get rid of him because wild dogs attack the sheep. When her father goes on a long trip to the city to sell sheepskins, Nansaa keeps the little dog, who becomes her trusted companion. One day she loses track of him in the tundra and, while searching for him, encounters an old nomad woman who tells her the legend of the the cave of the yellow dog… Mongolian with English subtitles; UK Exclusive Director Interview.


Review

This film is highly instructive because it takes the viewer into the most intimate life of a nomadic Mongolian family. It is not really about a dog. There are no professional actors but a real family living its normal life. We can see the immense spaces of Mongolia and get a glimpse of its traditions. At the same time, we see how modernization is changing the country, with technology affecting kids' education, transport and the availability of information. In my vew Mongolia is changing for the better, and I don't understand those who criticize change and would like to hold on to a backward and obscure past.

Very useful to prepare a trip to Mongolia.

Buy your European DVD here



Get your US DVD or BD here

05 May 2013

The National Museum of Maldives (second visit)

Today it's my second visit to the Maldives National Museum. I came here for the first time in 2009, and I wrote about this visit in my book (in Italian) on the Maldives and in this blog. Actually I did not quite come here, as in 2009 the museum was still housed in its old premises.

The National Museum of the Maldives was inaugurated on 19 November 1952, by the Prime Mnister Mohamed Ameen Didi, in the Usgekolhu, the last remaining building of the old Sultan's palace. It was an old building, inadequate for a modern museum.

Construction of the new (current) museum began in 2007 and it was inaugurated by then president Nasheed on 25 July 2010. The new building is a donation from China.

The museum houses artifacts as well as shells and corals, symbols of the Maldivian cultural as well as natural heritage.

There is a hard to find book on sale, probably the only one about the Museum of Malé, Maldives. Printed in 2010, just after the new museum gifted from China was completed, and before the tragic events of 8 February 2012, when almost all of the pre-islamic items in the museum were destryoyed by islamic fundamentalists.

The then president Nasheed had just been deposed and a wave of fanaticism shook the capital. A group of fundamentalists broke into the Museum and destroyed everything that was associated with the rich pre-islamic culture of the islands.

The book contains short descriptions of most items on display and color pictures of many of them, including some of those destroyed, some irreparably. As such it is bound to become a rare document, even tough not all objects are represented here.

President Nasheed at the Museum inspecting
 now destroyed pre-islamic scultpure (photo by Wearetraveller.com blog)

You can contact the Museum or the Ministry of Tourism and see if they will mail the Museum's book ((2010), edited by Nasheema Mohamed and Ahmed Tholal) to you as it does not seem to be available online and at bookstores.

Ministry of Tourism, Arts and Culture
Heritage Department
Malé
Maldives

You can buy my book on the Maldives here (in Italian)


11 April 2013

Film review: Not one less (1999) by Zhang Yimou, *****

Testo italiano di seguito

Wei Minzhi
Synopsis

Not One Less, Zhang Yimou's (Raise the Red Lantern) tale of an adolescent substitute teacher in a rural Chinese village, cast entirely with non-actors and shot on location, is an astute example of censorship politics. It can be difficult to bypass political censor in China, especially when education is concerned.

Taking on touchy issues with a veneer of can-do spirit and happy-ending fantasy, his film is at once rousing and eye-opening.


Review

A great film about the transformation of China since the 1990s, when money becomes more important than ideology. A small village can't afford to build a good school or hire a good teacher, or even buy enough chalk for that matter. A teenage substitute teacher displays much more economic drive than professional responsibility or political enthusiasm. Wei Minzhi is a stubborn young woman takes the initiative in working hard for her salary of 50 yuan, which she is to receive if she can fulfill one important condition...

She persuades her class to work in a brick factory to raise funds so she can go to town and search for a missing child. The kids show much more propensity to work for money than to perform in flag raising and goose stepping ideological ceremonies.

See my selection og movies on China here on this blog.




Sinossi

In un lontano villaggio della campagna cinese, dove le strutture sono modeste e il livello di vita è molto povero, il maestro Gao deve assentarsi per un mese per andare ad assistere la madre gravemente malata. Per sostituirlo il sindaco sceglie Wei, una ragazzina tredicenne senza alcuna esperienza d'insegnamento. Prima di partire, Gao raccomanda a Wei di fare in modo che nessun allievo si ritiri da scuola durante la sua assenza. Con la promessa di un compenso di cui ha molto bisogno, Wei si appresta ad affrontare un compito che però si rivela molto difficile: i bambini sono irrequieti e spesso preoccupati per le molte difficoltà che vivono in famiglia. Quasi inevitabilmente dunque una mattina il piccolo Zhang, i cui genitori sono fortemente indebitati, lascia la classe, scappa dal villaggio e va in città a cercare un lavoro. Wei non ha esitazione e decide di andare alla sua ricerca. Nel panorama urbano confuso e disordinato, Wei affronta situazioni del tutto sconosciute. Alla fine una rete televisiva viene a conoscenza della sua storia e ne fa oggetto di un servizio specifico. Zhang allora ricompare. Quando tornano al villaggio, la troupe li segue e insieme porta una serie di oggetti raccolti grazie alle donazioni. Per la scuola si aprono nuove prospettive. Intanto i bambini scrivono sulla lavagna con tanti gessetti colorati.

Recensione

Un eccellente film sulle trasformazioni della Cina a partire dagli anni novanta del XX secolo. Il denaro diventa più importante dell'ideologia. Quando il maestro della scuola di un piccolo villaggio parte per andare a trovare la madre morente, il sindaco non ha i soldi per pagare un supplente. Non ci sono soldi neanche per i gessetti per la lavagna. Con la promessa di 50 yuan viene assunta una giovanissima supplente tredicenne, motivata più dalla somma di denaro che dalla vocazione di insegnante. Ma per guadagnare i 50 yuan c'è una condizione importante che la piccola Wei deve soddisfare...

Lei ci si dedica con tutte le sue forze. Quando un alunno scappa, lei convince gli altri a lavorare qualche giorno in una fabbrica di mattoni per guadagnare il denaro necessario alla ricerca del disperso. I ragazzi sembrano più propensi a lavorare per guadagnare che a cimentarsi in marcette e cerimonie a carattere ideologico. La Cina cambia rapidamente...