Lungo, lunghissimo trasferimento, infinite frane rallentano la marcia, i  tempi di percorrenza sono imprevedibili su queste strade affascinanti  ma tortuosissime, evidentemente sempre senza parapetto... Sosta pranzo  nella piazza principare di un simpatico paesino, Pipalkoti, dove  assaggiamo un’ottima Pakhoda (frittelle ripiene) in uno dei vari  ristorantini senza nome lungo la strada – è quello di fronte al  barbiere, se per caso vi trovaste a passare di lì.... Arriviamo a  Joshimath verso le 3 del pm, troviamo l’albergo e ci facciamo una  passeggiata per il paese bardato a festa, infatti in questi giorni è il  Divali, la festa delle luci, che dal punto di vista sociologico è un po’  come il nostro Natale... è la principale festa dell’anno, riunioni di  famiglia, grandi mangiate, regali. E’ l’unica volta che vediamo Pappu  triste, è lontano dalla moglie e dai bambini, ma ci è abituato, è il suo  lavoro e lei sa che lui sta sempre in giro a scarrozzare turisti per  tutta l’India.
26 October 2003
25 October 2003
9° g - 25 OTT: Da Kedarnath a Rudraprayag
In mattinata visita al tempio di Kedarnath. Una dozzina di sadhu si godono l’ultimo sole della stagione seduti per terra nel cortile antistante. Qualche famiglia di fedeli viene a pregare, si ode a tratti il tocco della batteria di campane poste in cima alla scalinata che conduce al tempio, dove si può entrare ma non fotografare. Un netturbino raccoglie l’immondizia, la depone in una sbilenca carriola, da fuoco al tutto e si avvia tranquillo, trascinandosi dietro il suo carico incendiato! Poi ci incamminiamo verso il lago Gandhi Sarovar dove furono disperse le ceneri del Mahatma; si sale per poco più di un’ora, facile camminata tranne per un punto dove si deve attraversare una cascata al  guado, togliendosi le scarpe e le calze e immergendosi fino a metà polpaccio nell’acqua cristallina e freddissima.
Location:
Rudraprayag, Uttarakhand, India
24 October 2003
8° g - 24 OTT: trasferimento a Kedarnath
Sveglia all’alba e raduno di pellegrini (tanti) e turisti (solo noi)  all’inizio del camminamento verso il tempio, fa freddo. Decine di  cavalli masticano biada e pompano vapore dalle narici; i rispettivi  cavallanti imbacuccati li bardano e si preparano alla giornata; si  negoziano le tariffe, Fabrizio e Simona si fanno a piedi i 14 km di  salita, io invece imito i pellegrini indiani e salgo su un cavallino...  tanto per immedesimarmi nella vita SPIRITUALE locale! Pellegrini a  cavallo, a piedi, i più anziani o ricchi sul “doli” una portantina che 4  uomini si caricano sulle spalle per tutto il tragitto (circa 6-7 ore,  1600 metri di dislivello, 2000 Rs, circa 40 Euro, 10 a testa, sembra una  miseria ma è una settimana di stipendio medio per un indiano). Il  sentiero di pietra si abbarbica sul costone della valle del fiume  Mandakini, la terza componente del Gange che incontriamo nel nostro  viaggio. Paesaggi maestosi, tempo perfetto, solo qualche nuvola sporca  il cielo nel primo pomeriggio, cade qualche goccia d’acqua verso le 5 ma  la sera è di nuovo limpido.
Location:
Kedarnath, Uttarakhand, India
23 October 2003
7° g - 23 OTT: trasferimento in auto a Gaurikund
Estenuante trasferimento in auto tra le montagne, che pur di grande  effetto scenografico mettono a dura prova la nostra resistenza, meno  male che abbiamo un autista veramente eccezionale. Pappu pennella i  tornanti con sicurezza, è magistrale nell’accelerare quando si può, ma  anche a frenare dolcemente quando necessario, senza esitazione alcuna,  ma anche senza scossoni. Passiamo per lo sconfinato cantiere della  controversa diga di Tehri, una enorme vallata interamente rivoltata come  un pedalino, che sbarrando il Bhagirath (nome di questo braccio del  Gange) fornirà elettricità a tutta la regione (e sì che n’è ben bisogno,  qui si va ancora avanti con la corrente che va e viene nei momenti più  impensati!) ma al prezzo di devastare una regione e obbligare allo  spostamento un’intera città, Tehri appunto, e già stanno costruendo  Nuova Tehri a monte. D’altra parte l’India cresce a ritmi vertiginosi,  8-9% l’anno, e l’energia elettrica, si sa, è il prezzemolo della  crescita, senza di lei non c’è modello di sviluppo che tenga.
[Quasi dieci anni dopo: è il 2013 ma i problemi dell'energia in India non sono risolti, ed il paese soffre del peggior black-out mai accaduto al mondo, con quasi 700 milioni di persone senza corrente elettrica.]
[Quasi dieci anni dopo: è il 2013 ma i problemi dell'energia in India non sono risolti, ed il paese soffre del peggior black-out mai accaduto al mondo, con quasi 700 milioni di persone senza corrente elettrica.]
Location:
Gaurikand, Uttarakhand, India
22 October 2003
6° g - 22 OTT: Si riscende fino a Gangotri
Lunga discesa per tornare a Gangotri, le ginocchia ne risentono un  po’.  Incrociamo gli ultimissimi pellegrini della stagione che salgono –  a  cavallo la più parte, mica a piedi come quelli di Avventure! Ci  fermiamo  per qualche spuntino, fotografie sui precari ponticelli fatti  da  semplici tronchi posti di traverso a qualche ansa del fiume che si   suddivide in frizzanti torrenti lungo la discesa, per poi ricomporsi più   a valle.
Location:
Uttarkashi, Uttarakhand, India
21 October 2003
5° g - 21 OTT: Da Bojbhasa alle sorgenti del Gange ed oltre...
Sveglia all’alba e partenza. Decidiamo di portare tutto con noi, non  sappiamo se, ammesso di raggiungere Tapoban, torneremo giù, o se il  possibile peggioramento delle condizioni meteo nel pomeriggio ci  obbligherà a rimanere la notte con i sadhu e tornare il giorno dopo. Il  sentiero diviene più accidentato, si comincia ad attraversare il  ghiacciaio dal quale sgorga il Gange; superiamo i 4000mt di quota,  l’altitudine comincia a farsi sentire, il ritmo del passo cala,  l’affanno aleggia sulle nostre teste come un avvoltoio; arriviamo in  poco più di un’ora alle sorgenti del Gange senza troppa difficoltà, a  Gaumuk. Io mi fermo lì, il paesaggio è incantevole, il cielo azzurro e  cobalto, il sole si staglia tra qualche nuvoletta passeggiera, la  suggestione mistica infinita, ma le mie gambe cittadine ultraquarantenni  mi avvertono che se insisto troppo potrebbero presto scioperare; in  ogni caso l’obbiettivo del trek, la sorgente del Gange, è raggiunto.
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