Ceniamo insieme al margine di un convegno sul disarmo nel Mediterraneo cui partecipo nell'ambito della ricerca sul disarmo navale che sto conducendo allo Iai con finanziamento della Ford Foundation.
Kollek è sindaco da 26 anni, ora ultraottantenne ancora al massimo dell'energia. Ateo, detesta gli ebrei ortodossi più di chiunque altro. Va in giro senza scorta (dice) ma non ha paura degli arabi, è stato aggredito solo una volta (da alcuni ebrei ortodossi).
Il governo non da abbastanza autonomia ai sindaci, che non hanno poteri reali, è una sorta di governo coloniale, ereditato dagli inglesi ma con la differenza che i rappresentanti della corona erano più gentili. La città è povera, non hanno poteri di tassazione.
Gli arabi hanno paura di prendere parte alla vita civile, minacciati. Una volta un candidato arabo si è presentato per il consiglio comunale ma gli hanno bruciato l'auto e si è ritirato.
A Gerusalemme si sono oggi 350.000 ebrei di 104 nazionalità; circa 200.000 arabi e 20.000 cristiani di 40 denominazioni. Nel 1967 c'erano 120.000 ebrei e 75.000 arabi.
L'unificazione è stata positiva per la vita economica della città, ma non per la convivenza sociale, questa è stata un fallimento. Nel 67 agli arabi è stato offerto di mantenere la cittadinanza Giordana o diventare israeliani. Anche i giordani di Gerusalemme possono votare nelle elezioni amministrative. Ci sono 4 giornali arabi, non c'è censura tranne che per questioni militari.
Gerusalemme deve rimanere una città unita, tutto il resto si può negoziare. (Questa frase, più volte ripetuta, non mi pare molto più chiara della strategia nucleare israeliana.) I Palestinesi vorrebbero due capitali in una città, ma G non è mai stata una capitale araba. Gli arabi hanno qui più diritti di quanti ne abbiano mai avuti nella storia della città, e più che negli stati arabi vicini. Ciò che manca è un'adeguata legislazione per codificare questi diritti, che sono spesso solo espressi da regole amministrative. G. è anche aperta al pellegrinaggio dei musulmani di tutto il mondo.
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