06 April 2008

Recensione: La Democrazia degli Altri, di Amartya Sen, *****

Sinossi

Le difficoltà incontrate dalla coalizione angloamericana nel secondo dopoguerra iracheno hanno portato alla ribalta il problema della possibilità di "esportare" forme di governo democratico, di matrice occidentale, in paesi che ne sono privi. Inserendosi in questo acceso dibattito Amartya Sen, premio Nobel 1998 per l'economia, illustra in queste pagine l'esistenza di secolari tradizioni democratiche in paesi attualmente oppressi da regimi totalitari, e invita a non commettere un ulteriore peccato di "imperialismo culturale": l'appropriazione indebita dell'idea di democrazia. Piuttosto, Amartya Sen ci suggerisce di esplorare e sviluppare quegli aspetti della democrazia che sono valori condivisi dalla storia dell'umanità intera.

Recensione

Sintesi eccellente del perché la democrazia ha radici globali e non occidentali. Amartya Sen pone due domande nel primo dei due saggi che compongono questo volume: è la democrazia come la vediamo in Occidente applicabile a paesi di culture diverse, e, secondo, è un bene per lo sviluppo di questi paesi adottarle? Egli sostiene in modo convincente che le ragioni per rispondere sì ad entrambe sono molto più solide di quelle per rispondere no.

Nel secondo saggio, strettamente collegato al primo, Sen affronta il tema della democrazia come valore universale e non prettamente occidentale. Spinte democratiche ci sono state in tutte le grandi civilizzazioni del mondo, ed è fuorviante oggi contrapporre, per esempio, democrazia occidentale e "valori asiatici", come fanno, in Occidente ed in Asia, i meno tolleranti.

Sen scrive da economista, politologo e filosofo, uno dei pochi al mondo capace di sintetizzare con eloquenza tesi interdisciplinari di portata globale.





The English text of both essays is available here.

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