01 May 2008

Recensione: Verde e zafferano, a voce alta per la Birmania (2008), di Carmen Lasorella,***

Aung San Suu Kyi
Sinossi

La protesta dei monaci birmani contro il feroce regime del paese è scoppiata sui media nazionali nell'ottobre 2007, ma purtroppo non è così recente. Le purghe del regime cercano di cancellare da tempo i segni del bagno di sangue che è in atto da molti anni, mentre il resto dell'umanità, l'Occidente, la politica, la burocrazia, noi, restiamo sospesi fra l'indifferenza e la valutazione di un intervento. Eppure, è poi così lontana la Birmania? Il suo feroce regime militare fa affari con gli europei, gli americani, i cinesi, gli indiani, i russi... La Birmania acquista da questi paesi tecnologie e armi, e si sdebita con la droga, le gemme preziose, le prostitute-bambine, i legni pregiati


Recensione

L'autrice ci narra della sua visita in Birmania nel 2007, dopo i moti dei monaci buddisti contro il regime dittatoriale che governa quel paese. Un lungo diario di viaggio, ma confinato a Yangon. Lasorella incontra Aung San Suu Kyi e la lunga intervista è il fulcro del libro. Non c'è niente di nuovo nell'intervista, e nel libro, per chi abbia seguito le cose birmane negli ultimi anni, ma in lingua italiana non c'è molto ed il pregio del libro è di arricchire il desolato panorama delle pubblicazioni italiane su questo paese.

Quando l'autrice esce dal suo seminato, e si avventura in analisi politiche di più largo respiro, vengono alla luce le pecche del libro. Analisi superficiale, conclusioni affrettate e non sostenute da ricerca solida e fattuale. Il libro avrebbe mantenuto inalterato il suo valore senza queste analisi, se l'autrice si fosse limitata a fare la giornalista, lavoro che sa svolgere indubbiamente bene. Inoltre, un profilo un po' più basso avrebbe giovato, qui troppo spesso è Carmen Lasorella, e non la Birmania, ad essere al centro dell'attenzione.

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