30 November 2002

Recensione: Andare a quel paese: vademecum del turismo responsabile, di Duccio Canestrini, ****

Sinossi
Ormai tutti sono stati dappertutto: dall'India ai Caraibi, dal Kenya all'Egitto. Ma come ci sono andati? L'ottanta per cento degli spostamenti internazionali riguarda i residenti di soli venti paesi, ovviamente i più ricchi, che poco si curano dei danni ambientali e sociali arrecati dall'industria delle vacanze alle destinazioni "paradisiache" di turno. Duccio Canestrini riflette sul "come viaggiare", dando conto di un movimento - quello del turismo responsabile - che sta rapidamente crescendo anche nel nostro paese e ci offre, con questo volume, una serie di esempi concreti e di suggerimenti da mettere in pratica.

Recensione
Un'ottimo vademecum per riflettere sul nostro modo di viaggiare. Per il nostro bene e per il bene dei paesi che visitiamo. Nella misura in cui questo è possibile. Se un rullino di fotografie costa quanto serve a mantenere una famiglia nel Mali (come Canestrini sostiene a p.9), non si può pensare di rinunciare a fotografare per risolvere i problemi della fame del mondo.

Interessante la citazione dell'abate Toaldo (p.8): " Viaggiare è divenuto un capo di moda: una certa smania, o vogliamola dir mania. ... Le persone di ogni condizione, i ragazzi stessi, colti da una spezie di sonnanbolismo vanno corrento di qua e di là i paesi gli uni dietro gli altri, e dove gli uni vanno, gli altri vanno, e lo perché non lo sanno". Figuriamoci che direbbe Toaldo nel XXI secolo!

L'autore è spesso giustamente ironico con i "turisti": essi sono coloro che vogliono visitare luoghi incontaminati, cioè ...senza turisti! In questo vengono sostenuti da una parte dell'industria turistica, che promette "luoghi incontaminati" (dal turismo) e che quindi implicitamente si autoaccusa di contaminarli!

Il libro è costellato di considerazioni di questo tipo, che obbligano quantomeno ad una riflessione, e poi ognuno tragga le conclusione che crede.

Infine trovo esagerata l'avversione di Canestrini alle grandi catene alberghiere. Vero, spesso non offrono un'esperienza sufficientemente radicata nella realtà dove operano, ma questo non è sempre vero, soprattutto alla luce della tendenza delle suddette catene di acquisire alberghi locali, mantenendone le caratteristiche originarie.

Per approfondire c'è il sito dell'autore.

Ecco qui la ristampa del 2008.

01 November 2002

Book review: Mother's Beloved (1999) by Outhine Bounyavong, *****

Sinossi

Outhine Bounyavong is one of the most prominent contemporary writers in Laos. His stories are animated with Laotian virtues of simplicity, compassion, respect for age, and other village mores; they breathe with a gentleness that is fresh and distinctive. Outhine is interested in his own memories, in how to behave with compassion, and in the chain of life among men and women that reaches into the earth.

Rather than writing through an ideological lens, Outhine focuses on the passions and foibles of ordinary people. Their good luck, disappointments, and plain but poignant conversations reveal the subtle textures of Lao culture. The tragedy of war and the threat of environmental degradation are themes woven into his stories.

This book presents fourteen of Outhine Bounyavong’s short stories in English translation alongside the Lao originals, marking his formal debut for an American audience. It is also the first collection of Lao short stories to be published in the English language. 

Review

A unique collection to understand Lao culture. Oral history which would otherwise be lost can be preserved here. There is also a unseful introduction to contemporary Lao literature, and the role of writers during the various periods of monarchy, war and communism of the XX century.

See my other book reviews about Laos here in this blog.