25 July 2003

Book Review/Recensione: Shah of Shahs (2006), by Ryszard Kapuscinski, ****

Recensione in italiano di seguito

Synopsis

Shah of Shahs depicts the final years of the Shah in Iran, and is a compelling meditation on the nature of revolution and the devastating results of fear. Here, Kapuscinski describes the tyrannical monarch, who, despite his cruel oppression of the Iranian people, sees himself as the father of a nation, who can turn a backward country into a great power - a vain hope that proves a complete failure. Yet even as Iran becomes a 'behemoth of riches' and as the Shah lives like a European billionaire, its people live in a climate of fear, terrorized by the secret police. Told with intense power and feeling, Kapuscinski portrays the inevitable build-up to revolution - a cataclysmic upheaval that delivered Iran into the rule of the Ayatollah Khomeini.

05 May 2003

Ode Triste del Mare, dagli atolli maldiviani.

La fin de lo vagare è già imminente
e quindi è d'uopo dir lo risultato
per quelli ch' hanno avuto e per chi ha dato
ed anche per chi fu per scelta assente.

Partendo c'è chi forse avea sperato
d'andar per mare verso il Paradiso;
tuffarsi giù nel blu con un sorriso
e risortirne fora un po' rinato.

Solcando il mar, felici, il vento in viso
ci siamo infine in sedici trovati
(che se non c'erano andavano inventati)
a rimpinzarci a pesce, curry e riso!

Tra vodka, carte e stelle amalgamati,
qualcuno fu contento, alcun deluso,
e mai nessuno mise il brutto muso
e certi son financo innamorati!

E' l'ora del sipario, il club è chiuso,
è bello ritrovarsi con se stessi.
Nel mondo, ci son proprio tanti fessi,
... e forse ce l'ho anch' io il cervello fuso!!

04 May 2003

L'olio d'oliva extra-vergine alle Maldive

Dopo cena quattro compagni di crociera vanno a pesca con il barchino d’appoggio, poco più di un guscio di noce. Il piccolo fuoribordo li porta un po’ lontano dalla rada dove siamo ancorati. C’è la luna piena, la laguna è calma come l’olio, il cielo quasi pulito, il silenzio (quando convinco il comandante a spegnere il generatore di bordo) è assoluto. Dopo un paio d’ore gli intrepidi pescatori tornano con un sacco di pesci di media taglia, che domani saranno il nostro pranzo, un po’ fritti, che qui va molto, ed un po’ semplicemente grigliati e conditi con un po’ d’olio d’oliva e limone.

D’abitudine quando vado in crociera alle Maldive chiedo a tutti i miei compagni di viaggio di portare dall’Italia un po’ di limone (più saporito del lime locale) e un po’ di olio d’oliva extravergine della propria regione (qui si trova più che altro olio di semi). Si sa che in Italia siamo un po’ tutti maniaci dell’olio della nostra terra. Anche a Bruxelles, dove vivo, è divertentissimo ascoltare le discussioni tra italiani espatriati riguardo all’olio d’oliva. Con il vino è diverso: tutti vantano le doti organolettiche dei vini della propria regione, ma c’è una generale disponibilità ad apprezzare anche i vini di altre regioni, e magari stranieri.

Con l’olio no: ognuno è sinceramente convinto che quello della propria regione, qualunque essa sia, se non della propria provincia, per non parlare di quelli che lo producono in famiglia, sia oggettivamente il migliore olio del mondo, che non ci sarebbe neanche da doverlo dire tanto è ovvio: l’acidità, il sapore, il colore, la leggerezza, tutto grazie al sole, al terreno, alla macrobioticità, la coltivazione «bio», ecc. ecc. Si vedono le persone più equilibrate e mansuete irrigidirsi, scattare di nervi, solo a suggerire che magari in altre regioni italiane (oppure, sacrilegio, all’estero!) ce ne sia di altrettanto buono o, percaritàdiddio, di migliore, e magari a prezzo più conveniente. Forse, in tutta Italia, solo i residenti delle valli ladine non accampano con convinzione il primato sull’olio d’oliva.

Tutto questo è un ridicolo campanilismo, frutto di ottusità culturale e miopia degustativa. Perché azzuffarsi così puerilmente? Tanto si sa che l’olio migliore del mondo è indiscutibilmente quello pugliese, e precisamente quello del Gargano, ed in particolare quello prodotto sui «Monticelli» alla periferia di Manfredonia dove mio nonno materno per decenni accudiva i suoi uliveti. Al quale, oggettivamente, può tener testa solo quello calabrese prodotto dai miei cugini Carlo e Giuliana, specificatamente della provincia di Catanzaro ed esattamente di Lamezia Terme, che mio padre mi riporta ogni tanto quando torna a visitare i nostri familiari. Chiarito questo,...


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02 May 2003

Pallanuoto su una lingua di sabbia senza nome, atollo di Ari, Maldive

Un venerdì, il giorno di festa settimanale mussulmano, ci ancoriamo verso mezzogiorno nei pressi di uno di questi banchi di sabbia senza nome. C’è già lì prima di noi, quasi arenata sulla riva, una barca di maldiviani in vacanza. Una scolaresca assortita: bambini e molti adolescenti, qualche giovane più grande, forse gli insegnanti o gli accompagnatori. Hanno messo su campo, c’è una grande tenda e molte vettovaglie sparpagliate qua e là, bevande fresche. Ci incrociamo in acqua e sulla sabbia, ancora una volta la comunicazione verbale è limitata ma mani e sorrisi fanno molto per instaurare una forte simpatia reciproca.

Ad un certo punto salta fuori un pallone, ed inizia subito una partita di pallanuoto un po’ anarchica tra italiani e maldiviani, senza porte, senza arbitro e senza regole, ci passiamo solo la palla cercando di non farla catturare alla «squadra» avversaria. Un gran guazzabuglio il cui unico vero scopo in realtà è farsi delle sonore risate: loro se le fanno probabilmente per la nostra goffaggine di cittadini impacciati e tutti più o meno in sovrappeso, noi... pure. Partecipano anche le ragazze, ed in questo tipo di gioco non può mancare il contatto fisico, anche involontario; certo fa una certa impressione vedere le nostre agitarsi in acqua in risicatissimi bikini affianco alle loro in tessuto nero dalla testa ai piedi.

Mi faccio anche qualche fotografia al loro fianco, ma solo dopo che i loro uomini (fratelli, cugini, mariti, compagni di classe, non saprei dire) fanno cenno che non c’è problema, anzi vengono a posare anche loro. Dopo una mezz’ora siamo stremati e stramazziamo sulla spiaggia, rifocillati da qualche noce di cocco che ci viene gentilmente offerta. Ci facciamo un sacco di foto, i bambini come sempre sono curiosi di guardarsi subito negli schermi delle macchine digitali che qui nei villaggi ancora sono poco diffuse. Ci piacerebbe inviargli una copia delle foto ma la cosa è praticamente impossibile perché non riusciamo a capire se hanno un indirizzo di posta elettronica, qui è ancora agli albori, oppure sono restii a darlo (non credo) e poi non sapremmo dove scriverlo...

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Recensione: A Est dell'Avana, di Roberto Goracci, *****

Sinossi

Organizzatore di crociere charter nel Mediterraneo, dopo qualche anno di lavoro d'ufficio, Roberto Goracci decide di riprendersi la libertà che fino a quel momento aveva venduto agli altri. Acquista un catamarano, va a Cuba e si ferma vicino a Holguin sulla costa orientale. Per tre anni abita in una capanna sulla spiaggia, col suo cane Hush, e porta in giro i turisti con la barca. E intanto vive in prima persona la musica, la danza, il ron, l'embargo, i burocrati, il sesso, la miseria, l'orgoglio: tutta la vera Cuba, uno dei luoghi più affascinanti del mondo. Con una nota di Luca Barbarossa.

01 April 2003

Book Review: The Life and Adventures of John Nicol, Mariner, by Timothy Flaney, *****

Description
The true story of a pioneering sailor who travelled the world at the end of the 18th century. In his many voyages, the Scottish-born John Nichol circumnavigated the globe, visiting every inhabited continent. He participated in many of the greatest events of exploration and adventure. He battled pirates, traded with Native Americans and fought for the British Navy in the American and French Revolutions; he also travelled on the first female convict ship to Australia, was entertained in Hawaii by the king's court, days after the murder of Captain James Cook, and witnessed the horrors of the slave system in Jamaica.

08 March 2003

Book Review: Cuba - The Land of Miracles: A Journey Through Modern Cuba, by Stephen Smith, ***

Synopsis
The Cuban coined the term "the land of miracles" in the nineties, during the "special period" when the end of Soviet subsidies brought untold privations and suffering just as the rest of the world was ditching Communism. An official Cuba version of events is available here.

06 March 2003

15° g - 6 MAR: da Moron a L'Avana e fine del viaggio

Partenza presto per Santa Clara, breve sosta al mausoleo di Che Guevara (visibile solo da fuori, lavori in corso non ci permettono di visitare l’interno) ed arrivo a L’Avana nel primo pomeriggio, che passiamo per la città vecchia fino a che il bus ci riconsegna alla Iberia per il volo verso l’Europa.

Immaginate un futuro sognato da lui!
(slogan scritto accanto a gigantografia di Che Guevara)

Onestamente, più che un sogno, sarebbe un incubo! A presto Cuba!

05 March 2003

14° g - 5 MAR: Cayo Coco, e le spiaggie segregate

Gita ai Cayos. Spiaggie bianchissime, fantastiche verso il centro del versante nord dell'isola di Cuba, immacolate anche perché lontano da grandi centri abitati e non sviluppate urbanisticamente.

Ci vorrei portare Anabel, un'amica cubana che ho conosciuto da poco, ma l'autista Diego mi sconsiglia: è vietato. Tanto per cambiare. Sono spiaggie riservate agli stranieri!

04 March 2003

13° g - 4 MAR: da Holguin a Moron

Partenza per Moron, lungo trasferimento senza soste di rilievo, non c’è tempo per fermarsi in spiaggia, arrivo in serata e sistemazione nelle case. Poi a cena e alla Casa della Trova, non particolarmente interessante, è tardi e a mezzanotte chiudono tutto.

03 March 2003

12° g - 3 MAR: da Baracoa a Holguin

Partenza presto per Holguin. Mattinata ancora a Maguana, dove stavolta per pranzo ci facciamo preparare un porcellino allo spiedo, che ci viene rosolato in spiaggia mentre noi nuotiamo e ci abbronziamo, che sofferenza! Dopo pranzo partiamo per un lungo e noioso trasferimento verso Holguin, dove arriviamo in serata.

02 March 2003

11° g - 2 MAR: Baracoa, in spiaggia

Giornata alla spiaggia di Maguana, a 20 km circa. Bellissima. Attenzione, ce ne sono tre: La più grande è adiacente ai bungalows dell’albergo, ed è la più pulita ma anche più frequentata (anche da cubani). La seconda, dove siamo andati noi, è più selvaggia, con poca gente; eravamo soli con alcuni bambini cubani (domenica, scuola chiusa) ed alcuni signori che ci hanno preparato la solita aragosta e gamberoni, e ci hanno anche preso le noci di cocco dagli alberi, ottimo il latte di cocco, naturalmente con il RON! la terza spiaggietta è piccolissima e molto nascosta, adatta a coppiette romantiche che si vogliano appartare…

01 March 2003

10° g - 1 MAR: da Santiago a Baracoa

Guantanamo

La strada statale, deserta come tutte, che porta da Santiago verso l’estremo orientale di Cuba, si trasforma ad un certo punto in una autostrada, pur’essa deserta, che punta dritto su Guantanamo, la città adiacente all’omonima base della marina militare americana: un nome che racchiude in sé rabbia, costernazione e sdegno, e non solo per i Cubani. La base fu concessa agli USA nel 1934 con un trattato a tempo indeterminato. Molti a Cuba, e non solo, considerano questa base un anacronistico residuo di un’era coloniale che tutti vorremmo pensare definitivamente passata.

28 February 2003

9° g - 28 FEB: Santiago, Gran Piedra, Santeria

Escursione a Gran Piedra e Museo Caffè

Oggi visita alla Gran Piedra, saliamo gli infiniti scalini, superando alcune bancarelle di signore che vendono collanine e braccialetti fatti con la materia prima del luogo: chiocciole, bacche, paccottiglia per arrivare ad una vista straordinaria sulla valle. Un inizio degno di una lunga ed intensa giornata...

27 February 2003

8° g - 27 FEB: Santiago: Castillo, teatro, Tumba Francesa

Colazione pantagruelica, frutta tropicale , prosciutto cotto, formaggio, uova, c’è sostentamento per tutto il giorno! La prima visita è al Castillo de San Pedro, patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO. L’autista ha qualche dubbio su come arrivarci e chiediamo indicazioni ad una ragazza che passa per strada. La ragazza è molto gentile... anzi gentilissima: sale sul nostro bus e ci offre spiegazioni dettagliate, poi dice che vorrebbe venire con noi ma deve andare al lavoro, fa l’infermiera in un ospedale. Però vuole rivederci dopo, chiede il telefono della mia casa privata, dobbiamo assolutamente rivederci. Mi telefonerà poi varie volte ma per un motivo o per un altro non siamo mai riusciti a combinare. Insomma aveva visto un gruppo di occidentali, con un maschio spaiato (io) e aveva fatto di tutto per agganciare...