08 March 2003

Book Review: Cuba - The Land of Miracles: A Journey Through Modern Cuba, by Stephen Smith, ***

Synopsis
The Cuban coined the term "the land of miracles" in the nineties, during the "special period" when the end of Soviet subsidies brought untold privations and suffering just as the rest of the world was ditching Communism. An official Cuba version of events is available here.

06 March 2003

15° g - 6 MAR: da Moron a L'Avana e fine del viaggio

Partenza presto per Santa Clara, breve sosta al mausoleo di Che Guevara (visibile solo da fuori, lavori in corso non ci permettono di visitare l’interno) ed arrivo a L’Avana nel primo pomeriggio, che passiamo per la città vecchia fino a che il bus ci riconsegna alla Iberia per il volo verso l’Europa.

Immaginate un futuro sognato da lui!
(slogan scritto accanto a gigantografia di Che Guevara)

Onestamente, più che un sogno, sarebbe un incubo! A presto Cuba!

05 March 2003

14° g - 5 MAR: Cayo Coco, e le spiaggie segregate

Gita ai Cayos. Spiaggie bianchissime, fantastiche verso il centro del versante nord dell'isola di Cuba, immacolate anche perché lontano da grandi centri abitati e non sviluppate urbanisticamente.

Ci vorrei portare Anabel, un'amica cubana che ho conosciuto da poco, ma l'autista Diego mi sconsiglia: è vietato. Tanto per cambiare. Sono spiaggie riservate agli stranieri!

04 March 2003

13° g - 4 MAR: da Holguin a Moron

Partenza per Moron, lungo trasferimento senza soste di rilievo, non c’è tempo per fermarsi in spiaggia, arrivo in serata e sistemazione nelle case. Poi a cena e alla Casa della Trova, non particolarmente interessante, è tardi e a mezzanotte chiudono tutto.

03 March 2003

12° g - 3 MAR: da Baracoa a Holguin

Partenza presto per Holguin. Mattinata ancora a Maguana, dove stavolta per pranzo ci facciamo preparare un porcellino allo spiedo, che ci viene rosolato in spiaggia mentre noi nuotiamo e ci abbronziamo, che sofferenza! Dopo pranzo partiamo per un lungo e noioso trasferimento verso Holguin, dove arriviamo in serata.

02 March 2003

11° g - 2 MAR: Baracoa, in spiaggia

Giornata alla spiaggia di Maguana, a 20 km circa. Bellissima. Attenzione, ce ne sono tre: La più grande è adiacente ai bungalows dell’albergo, ed è la più pulita ma anche più frequentata (anche da cubani). La seconda, dove siamo andati noi, è più selvaggia, con poca gente; eravamo soli con alcuni bambini cubani (domenica, scuola chiusa) ed alcuni signori che ci hanno preparato la solita aragosta e gamberoni, e ci hanno anche preso le noci di cocco dagli alberi, ottimo il latte di cocco, naturalmente con il RON! la terza spiaggietta è piccolissima e molto nascosta, adatta a coppiette romantiche che si vogliano appartare…

01 March 2003

10° g - 1 MAR: da Santiago a Baracoa

Guantanamo

La strada statale, deserta come tutte, che porta da Santiago verso l’estremo orientale di Cuba, si trasforma ad un certo punto in una autostrada, pur’essa deserta, che punta dritto su Guantanamo, la città adiacente all’omonima base della marina militare americana: un nome che racchiude in sé rabbia, costernazione e sdegno, e non solo per i Cubani. La base fu concessa agli USA nel 1934 con un trattato a tempo indeterminato. Molti a Cuba, e non solo, considerano questa base un anacronistico residuo di un’era coloniale che tutti vorremmo pensare definitivamente passata.

28 February 2003

9° g - 28 FEB: Santiago, Gran Piedra, Santeria

Escursione a Gran Piedra e Museo Caffè

Oggi visita alla Gran Piedra, saliamo gli infiniti scalini, superando alcune bancarelle di signore che vendono collanine e braccialetti fatti con la materia prima del luogo: chiocciole, bacche, paccottiglia per arrivare ad una vista straordinaria sulla valle. Un inizio degno di una lunga ed intensa giornata...

27 February 2003

8° g - 27 FEB: Santiago: Castillo, teatro, Tumba Francesa

Colazione pantagruelica, frutta tropicale , prosciutto cotto, formaggio, uova, c’è sostentamento per tutto il giorno! La prima visita è al Castillo de San Pedro, patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO. L’autista ha qualche dubbio su come arrivarci e chiediamo indicazioni ad una ragazza che passa per strada. La ragazza è molto gentile... anzi gentilissima: sale sul nostro bus e ci offre spiegazioni dettagliate, poi dice che vorrebbe venire con noi ma deve andare al lavoro, fa l’infermiera in un ospedale. Però vuole rivederci dopo, chiede il telefono della mia casa privata, dobbiamo assolutamente rivederci. Mi telefonerà poi varie volte ma per un motivo o per un altro non siamo mai riusciti a combinare. Insomma aveva visto un gruppo di occidentali, con un maschio spaiato (io) e aveva fatto di tutto per agganciare...

26 February 2003

7° g - 26 Feb: Da Camaguey a Santiago de Cuba

Lasciamo Camaguey sul prestino, la strada per Santiago è lunga, andiamo verso la capitale musicale di Cuba. Ci fermiamo per una sosta in una spiaggia a Bayamo, è quasi ora di pranzo, e cerco un po' da mangiare. Non è difficile. L'autista, nonostante i nostri ripetuti inviti, resta come sempre a guardia del pullmino, non si unisce quasi mai a noi, dice che ha paura di furti di cui sarebbe ritenuto responsabile dai suoi capi. Subito siamo avvicinati da una famiglia locale che ci propone un pranzetto di crostacei e rotelline di banane fritte accompagnati da birra Cristal. Accettiamo senz’altro e mentre aragoste e gamberoni vengono grigliati prendiamo possesso della bella ed amplissima spiaggia.

Book Review: Fidel Castro, by Clive Foss, *****

Synopsis

Fidel Castro has led Cuba through success and failures since 1959. Son of a rich landowner, he became a radical revolutionary who attempted to overthrow the government in 1956 with a tiny band of followers. Using propaganda and subversion as much as sudden attacks from his mountain hideout, he gained victory in 1959. He liberated his country from one dictator and the overwhelming influence of the United States, only to turn it into another dictatorship firmly under the control and patronage of the Soviet Union.

25 February 2003

6° g - 25 FEB: sulla strada per Camaguey

Sancti Spiritus è una carina cittadina, tranquilla, con molte viuzze nelle auali si svolge ancora una vita d’altri tempi. Consiglio di fermarcisi per qualche ora, e di abbandonare la piazza centrale per trovare locali nelle stradine adiacenti la cattedrale. Per esempio alcuni di noi hanno trovato un gruppo di rancheros (cow-boys) che cantavano, mangiavano e soprattutto bevevano alla taberna don Pepe, un locale accanto al museo coloniale, ottimo per mangiare uno spuntino e bere una birra fredda prima di rimettersi in viaggio. Ci fermiamo a pranzo in un ristorante privato, "La Vicaria", dissetati da vera Coca Cola fatta in Messico, un'altra prova che l'embargo non esiste! Ed inoltre i beni alimentari non sono coperti da embargo, gli USA ne hanno venduti più di 150 milioni di dollari a Cuba: riso, farina, frutta...

24 February 2003

5° g - 24 FEB: Trinidad

Mattinata a zonzo per Trinidad, è come passeggiare in un grande museo. L’architettura è solo il fantasma dello sfarzo coloniale che si sfoggiava qui durante l’epoca d’oro dell’impero spagnolo. La struttura urbanistica a dimensione d’uomo, raccolta attorno alla zona della cattedrale, quasi una miniatura, lascia ancora respirare l’atmosfera di allora. Naturalmente il traffico è minimo, ed a parte qualche raro camion, le immancabili automobili americane degli anni cinquanta contribuiscono a rendere l’ambiente ancora più caldo ed invitante...

23 February 2003

4° g - 23 FEB: Da L'Avana a Trinidad, casa di Hemingway

Lasciamo L’Avana e ci dirigiamo verso oriente. Ci fermiamo dopo pochi chilometri a San Francisco per visitare un’icona immancabile della cultura a Cuba: la casa-museo dove visse e lavorò Ernest Hemingway. Al cancello le guardie ci contano, naturalmente noi stranieri paghiamo in dollari quello che i cubani pagano in pesos, e cioè ventisei volte di meno…Non si può entrare, se non in occasioni speciali, ma solo guardare dal di fuori i suoi mobili, libri, trofei di caccia, la vecchia barca. Qualche foto è disponibile qui.

22 February 2003

3° g -22 FEB: ancora a L'Avana, sigari Habanos, lezioni di danza, concerto jazz

L'Avana vecchia

Passeggiare per le melanconiche strade nel cuore dell’Avana vecchia, lontano dai ritrovi turistici, provoca sentimenti contrastanti. Da una parte, le forme gentili dell’architettura coloniale non possono che ammaliare anche il visitatore più distratto. La fatiscenza delle strutture dona al tutto un tocco di fascino decadente. La quasi totale mancanza di traffico, i bambini che giocano, le signore rotondette che provvedono alle faccende domestiche, gli anziani seduti sui gradini della soglia di casa a chiacchierare, magari fumando un bel sigarone, tutto questo non può che suscitare una piacevole reazione nel visitatore occidentale. Ci si aggiunga il caldo avvolgente ed i raggi di sole che s’infilano nelle fessure tra i palazzi, e l’atmosfera rapisce.